Perché le gaffes del Cav
in Israele non fanno scandalo

Da Reset-Dialogues on Civilizations

«I miei figli dicono di sentirsi come dovevano sentirsi le famiglie ebree in Germania durante il regime di Hitler. Abbiamo davvero tutti addosso». Lo ha detto qualche giorno fa Silvio Berlusconi, tracciando un parallelo indiscutibilmente forte.

Le parole dell’ex presidente del Consiglio hanno sollevato un polverone e dato impulso al solito battibecco politico. Berlusconi, da sinistra, è stato accusato di dire cose oscene, eretiche. Da destra s’è invece sottolineato che la sinistra pesa minuziosamente ogni sua singola parola, se si tratta di inchiodarlo. Quanto alla comunità ebraica italiana, l’uscita berlusconiana è stata bollata come antistorica e fuori luogo.

Ma, andando oltre lo scenario italiano, è interessante vedere come queste parole, consegnate all’ultimo libro di Bruno Vespa, sono state percepite in Israele. «A essere onesti non c’è stato tutto questo rimbalzo. Qualche malumore, ma niente di più», spiega Sivan Kotler, corrispondente da Roma della tv di stato israeliana (ha lavorato anche per Haaretz) e rubrichista di Internazionale.

Successe grosso modo lo stesso al tempo del «kapò» affibbiato a Martin Schulz all’Europarlamento. Correva l’anno 2003. Fini, dietro alla sagoma di Silvio, sgranava gli occhi. Eppure anche quella gaffe non sconvolse, in Israele. E andò così, ancora, quando l’uomo più ricco d’Italia, in un’altra occasione, disse che a parte le leggi razziali Mussolini non fece cose così cattive.

La storia delle cadute di stile berlusconiane, sugli ebrei, è lunga. Potrebbe continuare, e continuare. Ma il punto è che, rispetto a quello che uno sarebbe portato a credere, in Israele non ci si è mai indignati troppo. Perché?

Diverse le ragioni di questa reazione o, sembra il caso dire, mancata reazione. «Berlusconi viene visto come un clown simpatico, una caricatura che fa sorridere. Ma soprattutto, quello che va affermando sugli ebrei non condiziona la vita di Israele e degli israeliani. Non rende loro e il loro paese vulnerabili. Frasi del genere, che sia Berlusconi o un altro politico europeo di primo piano a pronunciarle, possono avere una ripercussione nei paesi dove gli ebrei costituiscono una minoranza. Ma in Israele, dove siamo maggioranza, è diverso. Non sentiamo il bisogno di difenderci gli uni con gli altri». Così Sivan Kotler.

Ma, ben più che questo, conta il fatto che Silvio Berlusconi è considerato, a Tel Aviv, come uno dei più strenui sostenitori della causa dello stato ebraico. «Ha sempre dimostrato di essere pro-Israele e più volte ha preso posizioni chiare in questo senso», dichiarandosi ad esempio fermamente contrario al riconoscimento della Palestina. «E Israele, per sua natura, ha bisogno del più ampio numero di amici a livello internazionale», ricorda Kotler.

La giornalista israeliana suggerisce inoltre che, visto da Israele, il modo in cui il centrodestra e il centrosinistra italiani si pongono a riguardo dei nodi mediorientali lascia a livello di analisi il tempo che trova. «Certamente, nel centrosinistra, ci sono politici come Walter Veltroni e Piero Fassino che hanno mostrato una sensibilità sincera verso Israele, dove, tuttavia, si valuta un politico sulla base del modo in cui si rapporta al paese». Ed ecco, allora, che Berlusconi appare come l’amico italiano più affidabile di Israele. Volendo andare nel dettaglio, osiamo aggiungere, la differenza sta nella politica di assoluta vicinanza da lui espressa ripetutamente. Una politica che è più calda dell’equivicinanza professata a suo tempo da Romano Prodi e, in misura ancora maggiore, degli orientamenti internazionali della Prima Repubblica. Giulio Andreotti, sia da presidente del Consiglio che da ministro degli esteri (rimase alla Farnesina dall’agosto 1983 al luglio 1989), fu sempre attento e solidale alla vicenda dei palestinesi. Al punto che la politica internazionale dell’Italia, all’epoca, fu definita “filo-araba”, forse esagerando nella semplificazione. Ad ogni modo, la notizia è che in Israele, per tutta questa serie di motivi, Berlusconi e le sue affermazioni imbarazzanti non scandalizzano più di tanto.

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