È in fase di finalizzazione il disegno di legge che penalizza i matrimoni di minori, come il ministro della salute egiziano annunciava il mese scorso; presto sarà varato dal governo. A precedere la nuova bozza, nel mese di agosto, diffuse critiche attorno alla proposta da parte di un parlamentare, Ahmed Sameh, appoggiata da svariati predicatori musulmani, di abbassare l’età coniugale per le ragazze da 18 a 16 anni. Lo sdegno di attivisti per i diritti delle donne e numerosi membri parlamentari ha attraversato il Paese prima ancora che il governo voti la proposta.
In una dichiarazione televisiva, a settembre, un predicatore di nome Muftah Mohammad Maarouf ha persino affermato che è “accettabile” che una neonata sia fatta sposare da suo padre. Maya Morsi, a capo del Consiglio nazionale delle donne (NCW) del Cairo, ha esortato il parlamento a bloccare qualsiasi tentativo di abbassare l’età matrimoniale spingendo, anzi, per un innalzamento a 21 anni. Dietro la pressione internazionale e i ripetuti appelli delle organizzazioni per i diritti, l’Egitto finalmente dibatte la nuova legge che dovrebbe criminalizzare i matrimoni precoci in toto. Questo contrariamente a quanto prevede l’attuale legislazione che dal 2008 proibisce, ma non penalizza, la registrazione di matrimoni in cui uno dei coniugi ha meno di 18 anni.
Nada Nashat, coordinatrice di advocacy presso il Centro per l’assistenza legale alle donne (CEWLA), puntualizza che l’organizzazione per cui lavora è stata la prima in Egitto a battersi, da più di dieci anni, per la criminalizzazione di ogni forma di matrimonio minorile nel diritto di famiglia. Al momento, dice, non è prevista alcuna punizione per chi fa sposare bambine e ragazze sotto i 18 anni tramite accordo informale. In questi casi, le famiglie solitamente fanno sottoscrivere a un avvocato un contratto matrimoniale, che non viene registrato presso le autorità di stato, e la coppia aspetta che la moglie compia 18 anni per poi registrare il matrimonio.
Il fenomeno delle spose bambine è ancora diffuso in Egitto, soprattutto nelle zone rurali. Studi effettuati dal NCW indicano che per quasi il 36% dei matrimoni nel sud e nelle aree remote almeno un coniuge è minorenne. Secondo fonti governative, attualmente quasi il 15% delle ragazze sposate hanno tra i 15 e 19 anni. Un altro recente studio, condotto dall’International Population Council in collaborazione con il National Council for Population and Development e l’Università di Assiut, mostra che circa un quarto delle donne in Egitto si sono sposate prima del raggiungimento dell’età minima legale.
La coordinatrice di CEWLA elenca i principali fattori dietro al problema delle spose bambine . Povertà e deterioramento delle condizioni economiche tra gli egiziani spingono comunemente le famiglie a togliere i figli da scuola, mandare a lavorare i bambini e maritare le bambine. Il mancato accesso all’istruzione di base è un altro fattore conducente al matrimonio minorile. Inoltre, il peso delle norme socio-culturali è tale che ragazze molto giovani decidono di sposarsi seguendo l’esempio delle loro sorelle, madri e chiunque nella famiglia o comunità si sposi a un’età precoce, essendo percepita come una normale consuetudine nel rispetto delle tradizioni culturali più che religiose. La dimensione culturale, fa presente Nashat, ha un maggiore ascendente sulle giovani egiziane rispetto alla religione.
Un aspetto problematico ricorrente tra alcune figure religiose e culturali è valutare quando la bambina abbia raggiunto l’età della riproduzione e sia pronta per il matrimonio. Considerando che oramai il primo ciclo mestruale arriva nella maggior parte dei casi in giovane età, mediamente intorno a 11-12 anni, le bambine non sono ancora fisicamente e psicologicamente pronte per affrontare la sessualità e diventare madri.
Un’altra causa attenuante dei matrimoni precoci è prevenire che la ragazza possa avere rapporti sessuali al di fuori del matrimonio, il che è culturalmente inaccettabile. Gli effetti e complicazioni di diventare sposa bambina non possono essere minimizzati, come sottolinea l’attivista di CEWLA. Più la bambina è piccola, maggiore è l’abuso che di lei viene fatto sul piano del forzato matrimonio, scavalcando il consenso della minore. Queste bambine vengono più facilmente esposte a violenza sessuale, percosse, reclusione nelle mura domestiche, privazione di comunicazione con il mondo esterno. Se fugge, la bambina viene ostracizzata, e in alcuni casi anche uccisa dalla famiglia per aver arrecato disonore.
La mancata possibilità di scelta nel diventare mogli, subire gravidanze, non poter accedere all’istruzione, non avere una rete (legale, sociale) protettiva a tutela delle giovani ragazze che si sottraggono al matrimonio o scappano di casa. A questo si aggiunge il diffuso non-intervento da parte della polizia e delle autorità statali.
A detta di Nashat, la neo legge discussa in parlamento non è di per sé sufficiente ma va inserita in un meccanismo esauriente che includa una campagna di sensibilizzazione, e accompagnata da sforzi nell’applicare la legge correttamente. L’attivista egiziana è incredula riguardo alla punibilità che la nuova bozza dovrebbe garantire avanzando la possibilità che la presente legislazione venga mantenuta pressoché inalterata eccetto penalizzare soltanto i matrimoni minorili registrati. A suo parere, per di più, le famiglie che finora ignoravano la proibizione di matrimoni precoci continueranno a violare la norma sapendo che questo problema non viene preso seriamente dallo stato per primo, afferma Nashat. Fino a quando le autorità non assicureranno il rispetto della legge, e verrà fatta la dovuta sensibilizzazione sul fenomeno, gli egiziani non daranno importanza alla nuova legislazione e ci saranno ancora spose in tenerissima età.
Credit: Khaled Desouki / AFP