Un evento promosso dall’associazione Reset-Dialogues on Civilizations in collaborazione con il Forum austriaco di cultura a Roma e l’Università Roma Tre.
Quando:
8-9 novembre 2012 – 3 sessioni
Dove:
8 novembre ore 10: Università Roma Tre, Aula Magna, Via Ostiense 159
9 novembre ore 10: Forum austriaco di cultura, Viale Bruno Buozzi 113
Intervengono:
Giuliano Amato, Giancarlo Bosetti, Massimo Campanini, Iain Chambers, Francesca Corrao, Mohamed Haddad, Hassan Hanafi, Karin Kneissl, Tyma Kraitt, Giacomo Marramao, Adnane Mokrani, Ahmad Moussalli.
Ripensare l’Orientalismo è un evento promosso dall’associazione Reset-Dialogues on Civilizations in collaborazione con il Forum austriaco di cultura a Roma e l’Università Roma Tre che troverà spazio in un doppio appuntamento: il prossimo giovedì 8 novembre presso l’Università di Roma Tre, e venerdì 9 novembre al Forum Austriaco di Cultura. Un’occasione per riflettere attorno alla categoria “Oriente”, che dagli stereotipi coloniali al risentimento postcoloniale, torna d’attualità come punto di partenza ideale per inaugurare una nuova stagione di dialogo. Ripensare l’Orientalismo significa discutere la percezione reciproca di Est e Ovest, Nord e Sud dopo le rivoluzioni arabe e l’inizio della transizione democratica in molti paesi della sponda meridionale del Mediterraneo.
L’eredità dell’influente libro di Edward Said “Orientalismo”, la critica degli atteggiamenti coloniali europei nei confronti dell’“Oriente” e la fioritura di studi cosiddetti post-coloniali nella letteratura, nell’arte, nella filosofia e nelle scienze sociali hanno profondamente condizionato il paesaggio culturale, sia occidentale che dei paesi un tempo colonizzati. La conferenza analizzerà inoltre le diverse scuole orientaliste esistenti nei paesi europei, nonché la continuità in alcuni parametri tuttora immutati della politica estera europea e occidentale nei confronti del Vicino e Medio Oriente e viceversa.
Ripensare l’Orientalismo esplorerà un tema che ha acquisito nuova importanza con la primavera araba. Benché la famosa controversia tra Edward Said e Bernard Lewis appartenga a un’altra epoca, è oggi necessario comprendere se, come e perché pregiudizi, malintesi e percezioni falsate – da una parte e dall’altra – persistono, soprattutto quando osserviamo le valutazioni e le paure in Europa e in tutto l’occidente rispetto agli sviluppi post-rivoluzionari del mondo arabo, ma anche le reazioni violente innescate da piccole minoranze in occasione di episodi provocatori come quello del recente video insultante e oltraggioso nei confronti dell’Islam.
Ma la realtà è anche che una nuova stagione di speranza aperta da questi grandi cambiamenti potrebbe portare al superamento dell’etnocentrismo europeo da un lato, e del risentimento postcoloniale dall’altro. Un nuovo, più giusto rapporto basato sul dialogo tra eguali è forse a portata di mano. Ripensare e riesaminare l’orientalismo e gli studi postcoloniali può aiutarci a definirlo.