I principali quotidiani dedicano i titoli di apertura al vertice all’Eliseo tra Monti e Hollande. Il presidente francese e il premier italiano hanno riaffermato la loro volontà di fare “tutto il possibile” per difendere l’euro. La Stampa parla di “asse per l’euro”, La Repubblica di “patto Monti Hollande”, Il Sole 24 Ore parla di “Patto per l’euro” e dà conto delle parole ottimistiche di Monti (“Vicini alla fine del tunnel”), il Corriere scrive di “sintonia” tra Parigi e Roma. Oggi il premier italiano sarà in Finlandia, “la visita più difficile” (Corriere). Sulla visita in Finlandia da segnalare la corrispondenza dell’inviato de La Stampa: “La patria del rigore europeo: ‘non pagheremo per le cicale. Con la crisi cresce il sentimento nazionalista. Che premia la destra populista”.
Il Giornale dedica il titolo di apertura al fisco: “Così ci spiano in banca (e così possiamo provare a difenderci)”. Si tratta di notizie da Italia Oggi, secondo cui sta per diventare operativo il “diritto della Agenzia delle entrate di accedere direttamente ai nostri conti correnti bancari e postali, ai nostri rapporti economici con assicurazioni e fiduciarie”. E’ un “gigantesco Grande Fratello di Stato”, scrive il quotidiano.
Anche il titolo principale de La Repubblica è dedicato al fisco: “Scatta la campagna d’agosto”, scrive il quotidiano. “I dati della GdF: irregolare il 38 per cento degli scontrini. Nel mirino stabilimenti balnerai e città d’arte”.
Libero apre sulla Sicilia: ieri il presidente Lombardo si è dimesso, “ma prima fa altre nomine”, e il presidente dell’Assemblea regionale siciliana ha detto: niente spending review, mancano le condizioni politiche. “L’ultima cassata siciliana. La Regione non taglia” il titolo di apertura del quotidiano di Belpietro.
Europa
Domani il presidente della Bce rivelerà quali saranno le misure che intendeva quando ha annunciato, la scorsa settimana: “La Bce, nell’ambito del suo mandato, è pronta a tutto per preservare l’euro. E, credetemi, sarà abbastanza”. “Draghi affila le armi, la Bundesbank frena” è il titolo di un articolo che compare su La Stampa. Il Sole 24 Ore: “Draghi vuole convincere la BuBa. Lunedì all’eurotower ha incontrato Weidmann sull’acquisto di titoli di Stato”. Il Foglio offre una conversazione con Lars Feld, che siede nel consiglio degli esperti economici dell’esecutivo tedesco, nominato nel 2011 dall’allora ministro dell’economia, fu tra i primi economisti tedeschi a sostenere che difficilmente la Grecia avrebbe potuto ripagare il suo debito. Una decina di giorni fa ha firmato un appello dell’Institute for a new economic thinking, fondato da Soros, e che vede nel board anche l’Italiana Lucrezia Reichline e il francese Daniel Gros. Nell’appello si invocavano misure per ripristinare in fretta la fiducia degli investitori nell’eurozona. E arriva ad invocare l’esigenza di creare un “prestatore di ultima istanza”, Bce o Esm. “Feld sostiene che i padri dell’ordiliberalismo tedesco potrebbero sollecitare un intervento di Draghi”, scrive Il Foglio.
Su La Repubblica un articolo di Paul Krugman, copyright New York Times, ricorda la metafora scelta da Draghi la scorsa settimana: quella del calabrone che è un mistero, “non potrebbe volare, eppure vola”. Krugman dice che è posssibile salvare l’euro, e che va salvato. Ma si salverà davvero? “Per quanto Draghi si mostri determinato”, questo “resta in forte dubbio”, scrive l’economista. Sullo stesso quotidiano un commento di Andrea Manzella parla della “nuova idea di Unione politica europea”, che – senza bisogno di cambiare i trattati – vada verso una “procedura elettorale uniforme” che consenta lo scambio di candidature e la presentazione di capolista unici tra Paese e Paese da parte dei grandi partiti europei. Sarebbe, questa, “una convincente narrazione per gli elettori” che nel 2014 voteranno per il nuovo Parlamento europeo.
Anche su Il Sole 24 Ore una riflessione di Sergio Fabbrini è dedicata all’Europa: “Una governance ma tante Europe. Diversi modelli di integrazione si confrontano per superare la crisi”.
Su L’Unità, intervista a Emma Bonino: “Serve una nuova Europa, entro il 2014”.
Politica
Ieri un nuovo brusco richiamo del presidente Napolitano, che ha avuto effetto sui partiti impegnati nel dibattito sulla legge elettorale.Napolitano ieri anche “chiuso il caso” sul voto anticipato, perché dai giornali di ieri sembrava che il Presidente della Repubblica avesse espresso una opinione sulla ipotesi di scioglimento anticipato delle Camer. Napolitano ha detto che sul tema “non si è pronunciato e non si è mai sognato di farlo”, avendo solo ribadito quelle che sono le sue prerogative sul tema. Ma il nodo resta, e – scrive il Corriere – ruota attorno ad un “automatismo fuorviante” per il Presidente: fatta la legge elettorale si vota subito dopo. “Non è così. Non necessariamente, almeno. Il capo dello Stato, mettendo al riparo le prerogative che gli sono attribuite dalla Costituzione (‘ e quelle si eserciteranno nelle condizioni date’, specificano dal Colle) vuole lasciar intendere che le due partito non si intrecciano per forza.
Di legge elettorale, ricorda il Corriere, ieri ha parlato anche il presidente del Senato Schifani, alla estiva “cerimonia del Ventaglio”. Ha detto Schifani che la legge elettorale può essere approvata entro dicembre, “ma mi auguro anche prima, benché la gatta frettolosa faccia dei gattini ciechi”.
Su La Repubblica: “Monti: ‘Ora basta risse tra i partiti. Riforma elettorale per rassicurare i mercati”. Su Il Giornale: “Monti in pressing sulla legge elettorale. Striglia i partiti: fate i conti”.
Ieri la Corte di Cassazione ha annullato l’arresto di Luigi Lusi, tesoriere della Margherita, sul cui arresto ha votato il Senato. “Carenza di motivazione, tutto rinviato al riesame”. L’ex tesoriere resta però in carcere, in atesa che il tribunale del riesame si pronunci, dopo una nuova istanza che presenteranno i suoi avvocati.
E poi
Le pagine R2 de La Repubblica sono dedicate a Taranto e all’Ilva. Articolo di Adriano Sofri (“I fantasmi di Taranto maledetta dall’acciaio”).
Sul Corriere della Sera un articolo di Massimo Nava parla di quanto detto da Hillary Clinton, a commento dell’annuale rapporto sulla libertà religiosa presentato dal Dipartimento di Stato Usa. La Clinton ha detto che proibire il burqa, come deciso in alcuni Paesi europei, è un segnale della regressione della libertà religiosa in Europa. Nava riflette sulel differenze tra Usa ed Europa, sul dibattito francese dopo la strage di Tolosa, su quello tedesco sulla circoncisione eccetera. “Nelle società globalizzate e sempre più esposte all’immigrazione, è inimmaginabile mettere un freno al pluralismo religioso”, scrive Nava. L’Europpa “è alla ricerca di un nuovo equilibrio tra libertà di coscienza indivuale e riconoscimento dell’individuo nella comunità religiosa di appartenenza. Riconoscimento che, in alcuni casi, si spinge al controllo dell’individuo stesso, del suo modo di presentarsi in pubblico, del suo corpo. Ma è proprio qui che fiisce la libertà e comincia la regressione”, scrive.