Il Corriere della Sera apre con le parole di una lettera che il capo dello Stato, un anno dopo la rielezione, ha inviato al direttore del quotidiano: “Ho pagato un prezzo alla faziosità ma il bilancio è positivo”.
A centro pagina: “Tagli alla sanità e alle imprese”, “Bonus tra 35 e 77 euro al mese, salta la norma sulle banche”.
A centro pagina anche la foto dello scrittore Gabriel Garcìa Marquez, scomparso ieri: “Lo scrittore magico”.
La Repubblica: “Tasse, un euro su 4 rubato al Fisco. Irpef, tutti gli sgravi”, “Quest’anno 620 euro in più a fine dicembre”, “Pareggio di bilancio, sì al rinvio grazie a Sel”.
A centro pagina, con foto: “Addio a Garcìa Marquez, il patriarca della letteratura”.
La Stampa: “Così sarà diviso il bonus”, “Da 26 a 80 euro al mese in base al reddito. Lite sui tagli a Sanità e F35”.
A centro pagina, foto di Garcìa Marquez: “Cent’anni di solitudine senza Marquez”.
Di spalla a destra: “Putin show: ‘Usare la forza in Ucraina? Spero di no’”.
Il Fatto punta sulla lunga conferenza stampa tenuta ieri da Silvio Berlusconi per presentare la campagna elettorale in vista delle elezioni europee: “Berlusconi attacca i magistrati. La prossima volta va in galera”, “Il pregiudicato, presentando le liste di Forza Italia, prima si trattiene sui magistrati, poi torna ad accusarli di perseguitarlo politicamente. Per ora la fa franca ma una volta ai servizi sociali, se sgarra, rischia di scontare la pena in cella”.
In taglio basso: “Il gioco delle tre carte: Renzi paga gli 80 euro con i soldi della sanità”.
Anche Il Giornale apre con le parole di Berlusconi: “’Stampiamo più euro’”, “La ricetta di Berlusconi”, “Il Cavaliere torna in pubblico e sfida l’Europa sul fiscal compact da eliminare e sullo sforamento del 3% del deficit-Pil. Poi cita la Thatcher: ‘Ridateci i soldi’”. Poi, puntando l’attenzione sulle scelte del governo Renzi, il quotidiano titola: “Il governo rimette un pezzo di Imu. E sulle rendite rischio fregature”.
A centro pagina, foto del capo dello Stato: “Napolitano visto da Feltri: un reuccio senza vergogna”, “Nel libro ‘Buoni e cattivi’ 200 ritratti al vetriolo, dalla Fallaci a Fini”.
In apertura a sinistra, la sottoscrizione lanciata dal quotidiano: “I nostri poliziotti non sono cretini. E noi li aiutiamo”.
Il Sole 24 Ore: “Sull’Irpef nodo coperture: per ora sconto solo nel 2014”, “Quattro tetti per gli stipendi pubblici. Toghe in rivolta”.
Di spalla a destra: “Berlusconi: ‘Una parte dei giudici fa politica. Ue, sforare il tetto del 3%”.
In taglio basso: “Alitalia-Etihad, alta tensione”, “La compagnia di Abu Dhabi frena: ancora non risolti i nodi su debito, aspetti legali e tagli”, “Lupi: ‘Trattativa ancora aperta’. Martedì consiglio a Roma”.
Sotto la testata, il negoziato sull’Ucraina ieri al vertice di Ginevra: “Accordo Usa-Ue-Russia sul disarmo delle milizie”.
Il governo e le sue maggioranze
In prima su Il Giornale il direttore Alessandro Sallusti scrive che la maggioranza è stata salvata ieri da Sel e Renzi “ha ingoiato un grosso rospo”: “il suo governo non aveva la maggioranza per fare approvare il Def, orribile acronimo che identifica il documento più importante in materia economica. Per evitare di cadere in aula e chiudere anticipatamente la sua avventura, Renzi ha dovuto elemosinare i voti di due grillini dissidenti, di un paio di leghisti, di un gruppetto di vendoliani. In utto una decina di voti coi quali ha superato di un soffio (156 sì) il quorum”. Insomma, nel giorno in cui Berlusconi è tornato in campo ed è apparso “in forma, alla faccia di chi lo descriveva affranto e provato”, secondo Sallusti a Renzi “dopo tante parole” sono mancati i numeri: “se non fosse per il patto riformista con Forza Italia, Renzi non durerebbe un giorno in più. Il premier lo sa bene. Sono i suoi compagni di partito che ancora non hanno capito e si dilettano a sputare nel piatto che li tiene in vita”.
In prima pagina sul Corriere il tema ritorna in un “retroscena” di Francesco Verderami: “Per Renzi 3 maggioranze”. La prima è quella di governo con Ncd, la seconda è quella sulle riforme con Forza Italia e la terza è quella parlamentare, con Sel, che ieri “a Palazzo Madama lo ha ‘autorizzato’ a posticipare il pareggio di bilancio. Verderami sottolinea quindi gli inconvenienti legati all’avere “maggioranze variabili”, soprattutto quando se ne perde il controllo: come è accaduto ieri alla Camera, quando la minoranza Pd – saldandosi con i vendoliani – “ha riscritto in buona parte il decreto del ministro Poletti sul lavoro, autentico caposaldo della politica blairista di Renzi. Talmente aspro è stato lo scontro con Ncd a Montecitorio, che in Commissione il provvedimento è passato con i soli voti del Pd. Non un buon biglietto da visita, in vista dell’esame dell’Aula” (che inizia oggi, ndr.).
Su La Repubblica, in riferimento al decreto lavoro: “La maggioranza traballa sull’occupazione, ma Poletti e i Dem sono pronti alla fiducia”.
Il quotidiano spiega che il decreto lavoro è cambiato ieri nel corso dell’esame in commissione: per il Nuovo Centrodestra è stato stravolto, per il Pd è migliorato. Le proroghe che le aziende possono fare nei tre anni di contratti a tempo determinato sono scese da 8 a 5: “Proroghe ridotte, Alfano contro il Pd”.
Sul Corriere, la cronaca della giornata parlamentare di ieri: “Rinvio del pareggio con Sel ed ex M5S”, “Lavoro, Alfano frena sulle modifiche”, “Opposizione in aiuto della maggioranza al Senato sul Def. Ncd: tornano i vincoli sull’apprendistato. Poletti: nessuno stravolgimento”.
Tornando a La Repubblica: “Pareggio di bilancio. Sel salva il governo, ma il partito si spacca”. Secondo il quotidiano Sinistra e Libertà “è a un passo dalla frattura”: “una fetta rilevante della pattuglia parlamentare di Sel, delusa dalla ‘svolta greca’ e dal matrimonio con la Lista Tsipras, attende solo le Europee per mollare gli ormeggi. E nel quartier generale renziano non si fa più mistero di lavorare all’allargamento della maggioranza”. Al Senato, dove ieri si votava sul Def, Sel ha otto senatori: “la risoluzione che rinvia il pareggio di bilancio al 2016 – su cui serviva la maggioranza assoluta di 161 voti – passa con 170 sì”. Tra questi, c’erano quelli di 5 senatori Sel. Il Def in sé ha invece ottenuto il via libera con 156 voti favorevoli, e su questo i vendoliani hanno votato no.
Da segnalare, infine, lo scambio epistolare tra il direttore del Corriere De Bortoli e il Capo dello Stato. La lettera di Napolitano viene sintetizzata con queste parole: “’Riforme e legge elettorale con maggioranze più ampie’”.
Internazionale
Ampia attenzione sui quotidiani per il documento approvato ieri al vertice di Ginevra sull’Ucraina tra Russia, Usa, Unione Europea e le nuove autorità di Kiev. Per Il Sole 24 Ore si tratta di “venti di tregua”. Il quotidiano sottolinea che dal vertice emerge l’impegno a fermare l’escalation nelle regioni separatiste.
Il Corriere spiega che l’accordo prevede il disarmo delle milizie filorusse e la fine dell’occupazione degli edifici pubblici, l’amnistia e una nuova Costituzione concordata da tutte le parti in causa. L’accordo è arrivato peraltro al termine di una giornata che ha visto il presidente russo Putin protagonista di un’intervista-fiume in diretta con domande dei concittadini su tv-radio-Internet di quattro ore (“Ma Putin da Mosca avverte: non vorrei dover usare la forza”). Il Corriere intervista il politologo americano Charles Kupchan e chiede un’opinione sull’atteggiamento tenuto dall’Occidente sulla questione ucraina e sull’accordo di Ginevra: “La strategia giusta: fermi sui principi e aperti sul dialogo”, “Assistiamo al confronto più serio che sia nato tra la Russia e l’Occidente dalla fine della Guerra fredda”.
La Stampa offre ai lettori un’ampia sintesi delle dichiarazioni rilasciate da Putin nel corso dell’esibizione in tv. È “il Putin-pensiero” raccontato da Anna Zafesova. Putin ha risposto peraltro anche ad una domanda di Edward Snowden, che chiedeva se la Russia intercettasse o meno milioni di persone e se ritenesse giustificato dalle esigenze dei servizi segreti metter sotto controllo intere società e non solo singoli individui. Putin risponde che le intercettazioni non avvengono “su scala massiccia” e “fuori controllo”. E poi aggiunge: “ma soprattutto da noi i servizi segreti sono posti sotto il controllo rigido dello Stato e della società, osservano la legge”. Un riferimento anche all’Italia è arrivato quando Putin ha detto che spera in un rilancio delle relazioni con l’Europa grazie alla presidenza di turno che assumerà il nostro Paese: l’Italia, ha ricordato, è “uno dei nostri partner tradizionali e più importanti”.
In Iran un giovane condannato alla pena di morte è stato salvato dall’impiccagione dal perdono della madre della vittima, a pochi istanti dalla fine, quando aveva già la benda sugli occhi e il nodo scorsoio al collo. La donna e suo marito hanno aiutato a sciogliere il cappio. Ne parlano su La Repubblica Adriano Sofri, Francesca Paci su La Stampa.