Il Corriere della Sera: “Renzi-Merkel, prove di intesa”, “Il vertice e i migranti. I due leader uniti sulla difesa di Schengen. Si lavora all’accordo sui finanziamenti”, “In Turchia il primo ministro costretto a lasciare, Erdogan spegne il dissenso”.
Sull’incontro di ieri a Roma tra la cancelliera tedesca e il nostro presidente del Consiglio il “retroscena” di Federico Fubini (“Quei contatti per il rilancio”, in riferimento all’Ue) e un commento di Danilo Taino (“Opportunità e diffidenze”).
Sulla situazione politica in Turchia: “L’ultima mossa del Sultano che si sente forte”, di Franco Venturini.
A centro pagina il caso sollevato dalle dichiarazioni del consigliere del Csm Piergiorgio Morosini in un’intervista comparsa ieri su Il Foglio: “Il consigliere Csm contro il premier. Il caso al Quirinale”, “Morosini attacca sul referendum”.
Sul tema referendum sulla riforma costituzionale segnaliamo sulla colonna a destra un intervento di Sabino Cassese: “Perché la riforma costituzionale non tradisce la Repubblica”.
Più in basso: “Soru condannato a 3 anni”, “Evasione fiscale”.
A centro pagina, foto del leader della Corea del Nord Kim Jong-un a corredo di un reportage di Guido Santevecchi da Pyongyang: “Missili, munizioni, nemici. Scenografie nordcoreane”.
L’editoriale in apertura a sinistra è firmato da Dario Di Vico ed è dedicato al tema “Milano e i tassisti”, in relazione al caso UberPop: “Chi blocca un mercato più libero”.
A fondo pagina un’intervista a Franca Valeri: “‘Cambiai identità e ingannai i nazisti'”, “Franca Valeri, 96 anni a luglio, si racconta: il padre ebreo, l’amore, i cani di Totò”.
In prima anche un articolo di Sergio Rizzo sul tunnel “incompiuto” tra Umbria e Marche sulla Grosseto-Fano: “Il tunnel mai finito già costato 150 milioni”.
Di fianco, sulle inchieste e i processi all’agenzia Fitch: “Le due giustizie su Fitch: Milano archivia, Trani no”. Di Luigi Ferrarella.
La Repubblica: “Renzi.Merkel: Vienna sbaglia. Ma resta il no sugli eurobond”, “Al lavoro sul piano alternativo. Migranti, il Papa prepara un discorso storico”.
A questi temi sono dedicati un commento di Andrea Bonanni (“Alla ricerca di un cuore”) e un “retroscena” del vaticanista Paolo Rodari: “La breccia di Francesco”.
Ancora a proposito di Europa, il quotidiano offre ai lettori un intervento congiunto del presidente della Commissione Ue Juncker e del presidente del Parlamento europeo Martin Schulz: “Le tre missioni del futuro per noi leader dell’Ue”.
In grande evidenza a centro pagina una foto del concerto che si è tenuto ieri tra le rovine di Palmira sottratte all’Isis dell’orchestra russa ‘Mariinsky di San Pietroburgo: “E a Palmira suona la musica della pace: ‘Così faremo rinascere la città ferita dall’Is'”.
In apertura a sinistra: “Tre anni a Soru. Nuovo scontro giudici-governo”, “Evasione fiscale per l’esponente del Pd. Caso Csm-premier, Orlando: chiarire”.
Su Matteo Renzi, la linea politica scelta, il referendum sulle riforme costituzionali e il suo annuncio di dimissioni in caso di sconfitta, un’analisi di Marc Lazar: “Una strada piena di rischi”.
Sul “personaggio” Renato Soru il ritratto tracciato da Filippo Ceccarelli: “Il guru di Tiscali perso nella politica”.
La Stampa: “‘Migranti, no ai muri’. Ma tra Renzi e Merkel è solo a metà”, “La Germania boccia gli eurobond per finanziare il piano-immigrazione”, “Vertice a Roma: critiche all’Austria sul Brennero”.
Su questi temi un’intervista di Francesca Paci all’ex presidente del Parlamento europeo, che è stato capogruppo del Ppe, Hans-Gert Pottering: “‘Berlino coinvolga tutti i Paesi Ue'”.
Su Matteo Renzi e l’esigenza di dare una risposta alle questioni che più agitano lo scenario europeo, a partire dalla questione immigrazione, editoriale di Giovanni Orsina: “La trappola dei tempi per il premier”.
A centro pagina: “Politica-giustizia, l’allarme del Quirinale”, “proteste del Pd dopo l’attacco al capo del governo di un magistrato (che poi fa retromarcia)”, “Colloqui tra Mattarella e il vicepresidente del Csm. ‘Rispetto dalle toghe'”.
In prima anche le notizie su Renato Soru: “Soru condannato per evasione”, “Si dimette da segretario del Pd sardo: ‘Ricorrerò'”.
In evidenza una foto del campo profughi di Kammona, in Siria: “Bombe sui profughi: 50 morti in Siria”, “I ribelli accusano il regime. A Palmira orchestra russa suona fra i tesori d’arte”.
Sulla questione pensioni e le dichiarazioni del presidente Inps Tito Boeri: “‘Tagliare i vitalizi, sono insostenibili'”, “Boeri: 200 milioni di euro a 2600 ex parlamentari”.
Sul tema banche un’analisi di Francesco Manacorda: “Banche, i danni delle scelte fatte in emergenza”.
Il Fatto: “Anche Orlando contro i giudici. 3 anni a Soru (Pd) per evasione”, “L’assalto. ‘Il Foglio’ inventa un titolo su Morosini (Csm) e il ministro va alla guerra”, “Dopo l’arresto del sindaco di Lodi, condannato l’europarlamentare democratico. Agli scandali giudiziari il partito reagisce scatenando il governo e Legnini, vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura”.
A questo tema è dedicato l’editoriale del direttore Marco Travaglio, che si riferisce nel titolo al commento pubblicato ieri da La Repubblica da Francesco Merlo: “Il Merlo del Riesame” (se la prende con giornali e giornalisti che ora scrivono “il contrario di quello che scrivevano l’altroieri”).
Sotto la testata: “I musei, Franceschini e i fondi ‘ad mogliem'”, “Dal Mibact 40 milioni per la riqualificazione di un’area in pieno feudo elettorale della Di Biase. Mentre la rivoluzione deo nuovi manager si impiglia tra Batman, portali web ko e scene da un matrimonio”.
Di fianco: “Oltre Telejato. La fama ha tradito gli eroi della legalità”, “Sicilia e Calabria, la fine dell’antimafia”, “Il giornalista PIno Maniaci è l’ultimo di una lunga lista di paladini compromessi dai legami con i loro nemici dichiarati: dalla Confindustria siciliana alle associazioni contro la ‘ndrangheta”.
Sul vertice Renzi-Merkel e sui controlli al Brennero: “Ue, la trappola del Tarvisio per mandarci altri profughi”, “Merkel-Renzi. Finta pace a Roma”.
Libero: “Il Giro d’Italia dei pm fa sempre tappa dal Pd”, “Evasione fiscale: condannato Soru”, “Tre anni al segretario del partito in Sardegna. Sconcerto al Nazareno, dove s’accorgono solo oggi che questo è il Paese degli arresti preventivi e degli avvisi di garanzia che sono condanne. Ma finché toccava agli altri…”, “‘Renzi va fermato’: durissimo scontro tra i democratici e un consigliere Csm”.
E l’editoriale del direttore Maurizio Belpietro su questo tema: “Il Pd scopre sulla propria pelle che il partito dei giudici si può mettere di traverso”, recita l’incipit.
Il motivo torna anche nel commento di Filippo Facci: “Bettino Renxi”.
In grande evidenza la foto di Sara Mahmoud, italiana di origine egiziana, sotto il titolo: “Sentenza choc a Milano”, “Obbligati ad assumere la modella col velo”.
A centro pagina: “Assalto a Salvini: strappati anche i libri”, “Il leghista non può più parlare in pubblico, ma pare normale…”, scrive Fausto Carioti.
In prima anche il richiamo di un articolo di Franco Bechis: “In lista la finanziata da Buzzi. Giachetti scarica su Orfini”.
Sulla colonna a destra: “Vitalizi col retributivo. L’Inps ha scoperto l’inchiesta di ‘Libero'”, “Risparmi per 760 milioni”. Di Francesco De Dominicis.
Poi un’intervista all’avvocato Roberto Vassalle, esperto di risparmio: “‘Il governo ha regalato alle banche il diritto di ricattare le imprese'”.
Csm, caso Morosini, governo
Ieri Il Foglio era in edicola con un colloquio di Annalisa Chirico con Piergiorgio Morosini, membro togato della corrente di Area. “C’è il rischio di una democrazia autoritaria”, diceva Morosini aggiungendo che “per questo al referendum costituzionale il prossimo ottobre bisogna votare no”. Spiegava anche di aver aderito ufficialmente al comitato di Alessandro Pace e Stefano Rodotà: “ho appena comunicato alla segreteria centrale le mie prime disponibilità”, “io copro tre regioni: Lazio, Sicilia ed Emilia Romagna”. Già nelle prime ore della mattinata di ieri Morosini ha smentito il contenuto ed il titolo dell’intervista: “”Non ho mai rilasciato l’intervista alla
cronista del ‘Foglio’ -ha detto il consigliere- “Si è trattato solo di un colloquio informale, presso la sede del Csm, in merito ad un’inchiesta che la giornalista sta facendo su Magistratura democratica”; “Mi sono state attribuite delle affermazioni che non ho mai fatto e dalle quali prendo con nettezza le distanze. Prima fra tutte quella che dà il titolo all’intervista: non ho mai detto ‘Renzi va fermato'”. Va segnalato che Morosini esprimeva anche giudizi negativi sull’impegno e la collaborazione con il governo di Raffaele Cantone e Nicola Gratteri: “per noi questo genere di commistioni inquina l’immagine dell’indipendenza della magistratura”. E su Cantone: “Lui, come Gratteri, è un uomo Mondadori”, “quando firmi i libri Mondadori, l’azienda ha interesse a trasformarti in un personaggio per vendere più copie”.
Racconta il “personaggio” Morosini Sara Menafra su Il Messaggero: “Morosini, il gip di Palermo della trattativa Stato-mafia”.
Il Corriere della Sera: “Attacco a Renzi (e smentita), bufera sul Csm. Orlando: ora è necessario un chiarimento”, “Morosini sotto accusa per un’intervista. Ma lui: mai detto che il premier va fermato”.
A scrivere del protagonista di questa vicenda, ovvero Piergiorgio Morosini, è Giovanni Bianconi: “La toga rossa garantista ostile al partito della Nazione. L’imbarazzo con il plenum”, “La sensazione di aver commesso al massimo un’ingenuità”, “Con gli amici e con chi gli ha chiesto chiarimenti ha parlato di una trappola”, “Tra processi e politica. Si dimise da segretario di Md quando affrontò il caso ‘trattativa’ Stato-mafia”. A pagina 9 un colloquio con il vicepresidente del Csm Giovanni Legnini di Fiorenza Sarzanini: “‘Ne ho parlato con Mattarella. Ognuno deve tornare nei ranghi'”, “Il vicepresidente Csm Legnini e l’ira per le parole attribuite al membro togato”.
Il Fatto: “Ministro, Csm e Pd: tutti contro il giudice Morosini”, “Ad arte. Il Foglio inventa il titolo (‘Renzi va fermato’) a un colloquio (rubato) col consigliere di Md. E parte il processo in piazza (e al Tg1)”.
Su La Stampa un “retroscena” di Ugo Magri: “La censura di Legnini concordata in due telefonate con il Quirinale”, “Il vicepresidente del Csm salirà anche formalmente al Colle”.
L’articolo di Grazia Longo, in alto: “Csm, scoppia il caso Morosini”, “Il consigliere di Md smentisce l’intervista al Foglio titolata ‘Renzi va fermato’. ‘Mi hanno travisato’. Ma ora potrebbe scattare un provvedimento disciplinare”.
La Repubblica: “Toghe anti-Renzi, esplode il caso Csm”, “Orlando chiede chiarimenti sugli attacchi del consigliere Morosini: ‘Così è un baraccone’. Il gip: ‘Io travisato’. Legnini sente il Colle: ‘I magistrati rispettino gli altri poteri dello Stato’. Davigo: ‘Ma hanno diritto di esprimersi'”.
Sulla stessa pagina, intervista all’ex procuratore Giancarlo Caselli: “‘Invocare complotti è roba da Berlusconi. E’ giusto che dei giudici parlino delle riforme'”.
Il Giornale: “Il governo imbavaglia il consigliere del Csm che parla male di Renzi”, “Il magistrato all’attacco della riforma: ‘Scenari preoccupanti’. Interviene il Guardasigilli, poi il passo indietro. Md: voteremo No”, “La Chirico conferma tutto: è stato lui a invitarmi per il colloquio”.
Il Fatto, con Fabrizio D’Esposito, racconta “La sindrome craxiana” del Pd (“‘Finiremo come il Psi'”, “Incubo ’92. L’attacco ai magistrati, il ruolo del ‘Foglio’ e l’equazione ‘socialisti tutti ladri'”.
A pagina 3, intervista a Giuseppe Galasso, che -ricorda Gianni Barbacetto- era in consiglio superiore della Magistratura quando cominciò la battaglia negli anni ’90: “‘La poltica iniziò ad attaccare le toghe dalla P2. E continua’”, “‘Il Psi difese Calvi, la Dc Sindona. Poi fu la volta delle tangenti'”.
Ue
La Repubblica, a pagina 2, dà conto dell’incontro tra la cancelliera tedesca Merkel e il presidente del Consiglio Renzi ieri a Roma, che si è concluso con una conferenza stampa congiunta: “Renzi-Merkel: ‘Vienna sbaglia, sì al piano italiano per l’Africa’”, “Premier e cancelliera divisi sugli eurobond. ‘Ecco l’alternativa: soldi e infrastrutture in cambio dello stop ai flussi migratori'”. Ne scrive Alberto D’Argenio.
La Stampa, pagina 2: “Merkel e Renzi, intesa contro i muri. Ma la Germania boccia gli eurobond”, “La cancelliera critica l’Austria: ‘Il problema dei confini va risolto diversamente’. Sul piano italiano per i migranti restano le divergenze sul metodo di finanziamento”. Il riferimento è al “Migration compact”, il piano proposto dal governo italiano: un piano Ue sull’Africa, spiega La repubblica, che sulla falsariga di quello con la Turchia blocchi i flussi nel canale di Sicilia. “Lo apprezzo molto”, ha detto Merkel. Le divergenze sono su come finanziarlo, visto che la Germania dice no agli eurobond e l’Italia boccia la tassa sulla benzina. Si è dato però mandato agli sherpa italiani e tedeschi per trovare una soluzione da proporre alla Commissione Ue. Per ora pare ci sia accordo su una revisione dei fondi Ue allo sviluppo e sul coinvolgimento della Banca europea per gli investimenti (la Bei) per finanziare sviluppo e infrastrutture nei singoli Paesi africani in cambio dello stop ai migranti.
Il Corriere, pagina 2: “‘Le frontiere non si chiudono’. E Merkel tende la mano a Renzi”, “La cancelliera a Roma: sintonia sulla crisi dei migranti ma restano posizioni divergenti sugli eurobond. Avanti per il ripristino di Schengen entro novembre. Juncker: ‘Parleremo con l’Austria del Brennero'”.
A pagina 3, su La Repubblica, un “retroscena” di Paolo Rodari, vaticanista del quotidiano: “E il Papa prepara il suo discorso: ‘La Ue costruisca ponti e non muri'”. A Papa Francesco verrà oggi attribuito il premio Carlo Magno “per i meriti in favore di integrazione, unità e pace”. Già a febbraio, ricorda Rodari, il Papa auspicava per l’Europa il ritorno allo spirito dei “grandi padri”.
Turchia
Sul Corriere un articolo di Monica Ricci Sargentini: “Scontro con il Sultano sulle riforme: si dimette il premier turco Davutoglu”, “Erdogan non ha gradito il dissenso sulla necessità di trasformare il Paese in senso presidenziale”, “Il 22 maggio sarà scelto il nuovo leader del partito Akp che guiderà l’esecutivo”. Scrive Franco Venturini sulla stessa pagina, a proposito di Davutoglu: “Era l’uomo delle grandi mediazioni. Ora sarà più difficile per l’Europa”.
Su La Repubblica: “Caos Turchia, si dimette il premier”, “Lascia Davutoglu, scontro con Erdogan sulla questione della minoranza curda e la deriva autoritaria. Era l’uomo del negoziato con l’Ue sui profughi. Ora in corsa il ministro dell’Energia, genero del presidente”. Ne scrive Giampaolo Caladanu.
Usa
Sul Corriere la corrispondenza dagli Usa di Giuseppe Sarcina: “Anche i Bush boicottano Trump: la rivolta dei capi repubblicani”, “Lo speaker Paul Ryan, n.1 del partito: ‘Non sono pronto a sostenere Donald'”.
Su La Repubblica un’analisi di Federico Rampini: “No dei Bush a Trump: ‘Questa è la morte dei repubblicani'”, “I due ex presidenti negano il loro voto al tycoon. Ryan: ‘Non posso più sostenere la sua candidatura’”.
Di fianco, intervista di Arturo Zampaglione al politologo Michael Barone: “La crisi di identità costerà la vittoria”, “Dopo tante tensioni The Donald non riuscirà a ricomporre le varie anime dei conservatori'”.
Per un velo
Sul Corriere Luigi Ferrarella racconta il caso di una ragazza italiana di origine egiziana che era stata scartata dalla selezione per un volantinaggio all’evento calzaturiero Micam alla Fiera di Milano. La ragione stava nella sua indisponibilità a togliersi il velo (un hijab). Il titolo: “Ha il velo, non la assumono. Il giudice: ‘Va risarcita’”, “Italiana e islamica, negato il colloquio di lavoro per la fiera di scarpe”. La ragazza aveva fatto ricorso al tribunale di Lodi chiedendo che i giudici riconoscessero che l’esclusione aveva carattere discriminatorio per motivi religiosi e di genere. In primo grado il suo ricorso era stato respinto, la Corte d’appello lo ha accolto. In primo grado la sentenza considerava che “la prestazione di lavoro non si esaurisce nel distribuire i volantini, ma nel farlo prestando la propria immagine con le caratteristiche volute dal datore di lavoro”. La Corte d’Appello ha invece considerato discriminatoria la scelta di non far partecipare la ragazza alla selezione ed ha condannato l’azienda Evolution Events di Imola a risarcire un danno non patrimoniale di 500 euro.
Se ne occupa anche La Repubblica, con un articolo di Zita Dazzi: “Non venne assunta perché portava il velo. I giudici: risarcitela”, “Milano, a sara fu negato un posto da hostess. La Corte: decisione illegittima e discriminatoria”, “All’epoca studiava. Oggi si è laureata ma per lavorare è dovuta emigrare a Londra”.