Riforme, la lettera di Renzi

Il Corriere della Sera: “L’appello di Renzi ai senatori. Ora si tratta, prime aperture”. “Slitta l’incontro con Berlusconi. Duro attacco di Grillo”. “Gli irriducibili e i camaleonti” è il titolo dell’editoriale, firmato da Angelo Panebianco.
A centro pagina: “Razzi e morti, fine di una tregua. Accuse incrociate per le piccole vittime di Gaza. A Roma scritte antisemite su alcuni negozi. Strage di bimbi nel parco giochi. Uccisi nove soldati israeliani”.

La Repubblica: “Riforme, Renzi apre: via gli emendamenti e voto a settembre”, “Lettera ai senatori: il futuro del Paese dipende da voi”, “Il premier pronto a modifiche sull’Italicum”, “Salta l’incontro con Berlusconi. Grillo: sarà guerriglia”.
Una grande foto in evidenza raffigura i familiari di bambini uccisi a Gaza sotto il titolo: “Strage di bambini nel parco giochi. Ma Israele accusa: colpa di Hamas”.
In taglio basso: “Ballarò, la Madonna si inchina al boss”, “Polemica su un’altra processione a Palermo, l’imbarazzo della Chiesa”.

La Stampa: “Italicum, tensione Renzi-Berlusconi”, “Lettera ai senatori: il premier apre alle preferenze”, “Grillo evoca la piazza ma dice sì al confronto. D’Alema va a Palazzo Chigi”.
Nella parte destra in prima, foto di una mamma palestinese sulla tomba del figlio: “Gaza, orrore senza fine. Nuova strage di bambini”.
In taglio basso: “Si sparano per strada, anziano ucciso per caso”. È accaduto a Portici ieri e il quotidiano ricorda che sono 30 le vittime innocenti dei camorristi a Napoli negli ultimi 20 anni.

Il Fatto: “Grillo, Sel & C. fanno paura. Renzi inizia a scricchiolare”, “Il presidente del Consiglio intima ai senatori: ‘Via gli emendamenti truffa’. Ma poi apre su preferenze e soglie. Summit delle opposizioni unite: ‘Sì, ma niente tagliole e dibattito aperto fino a settembre’. Il capo M5S: ‘Faremo guerriglia democratica in tutte le piazze’”.
In evidenza il richiamo ad un’intervista a Gherardo Colombo: “’Con queste riforme un premier col 20% può prendere tutto’”.
In taglio basso: “Tavecchio non ha Fifa: ‘Tiro dritto’ (col Milan)”.
E poi, con foto del vicepresidente del Csm: “Vietti a Ischia sulla barca con l’indagato”, “Le cene vip del vicepresidente del Csm: nell’indagine romana sul caso Itavia-Ustica, il racconto di un week-end e gli sms di un giudice sotto procedimento disciplinare che gli rinfaccia un ‘albergo meraviglioso’”.

L’Unità: “Renzi, spiragli sulle riforme. Lettera ai senatori della maggioranza. Agli ostruzionisti: via gli emendamenti e votiamo a settembre. Aperture anche sull’Italicum, ma FI minaccia. Intervista a Serracchiani: allargheremo il consenso”.
A centro pagina: “Gaza, strage di bimbi nel parco giochi”. “Netanyahu punta il dito contro la Jihad”.
A centro pagina: “Tavecchio diventa uno scandalo europeo”.
A fondo pagina lo sciopero oggi dei lavoratori Eni, con corteo a Gela: “20 mila no alla chiusura”.

Il Giornale: “Renzi, prove di tradimento”. “Appello a sinistra e Ncd: dite sì alla rifoma del Senato e io mollo Berlusconi sulla legge elettorale”. E poi: “Diventa politico (e internazionale) il caso del capo del calcio”
A centro pagina: “Fuorilegge prima di nascere. Eterologa, babele di norme. E il ministro annuncia il decreto in tutta fretta”. A centro pagina anche una foto del Ministro degli Esteri Mogherini, con un “retroscena” dal titolo “Mogherini, gli armeni e il suicidio diplomatico”.

Il Sole 24 Ore apre con una “guida pratica per la famiglia”, con indicazioni su come “prepararsi all’autunno” sul fronte del risparmio. Il titolo di spalla è sulla politica: “Renzi apre a modifiche sulla legge elettorale, irritazione di Berlusconi”. “Si tratta su ritiro degli emendamenti e rinvio del voto”. In evidenza anche: “Calcio, Fifa e Ue contro Tavecchio per le frasi sugli extracomunitari. ‘Vado avanti, le Leghe con me’”.

 

Riforme

La Repubblica scrive che “il premier vuole il voto finale al Senato” entro il 2 settembre: “Attenzione, però: se vogliono bloccare tutto non ci sto”. E per il quotidiano, il verbo che definisce l’atteggiamento di Renzi non è “trattare” ma “”stanare”: “Posso dare un amano a uscire dal cul de sac in cui si sono messi gli ostruzionisti – avrebbe detto – ma loro devono mollare gli emendamenti”. Il quotidiano riferisce di un colloquio tra il premier e il senatore del suo partito Vannino Chiti -capofila dei sostenitori del Senato elettivo- per sbloccare l’impasse. Dall’inizio, sottolinea La Repubblica, il senatore Chiti ha messo in collegamento diretto la norma costituzionale con la legge elettorale. Si tratta quindi un “amo” per Sel, che ha firmato 6000 emendamenti. Dalla sede Pd il vicesegretario Lorenzo Guerini ha fatto sapere che si può trattare sulle soglie (sia quella di sbarramento che quella per il premio di maggioranza). Il quotidiano intervista Gianni Cuperlo, leader della corrente Sinistradem del Pd ed ex sfidante di Renzi alle primarie: “Finalmente Matteo smussa i toni e apre, ora la mediazione è il modello francese”, per quel che riguarda il Senato.

Il Fatto: “Senato, Chiti chiede tempo. Grillo va alla ‘guerriglia’”, “I dissidenti democratici aprono a Renzi: ‘Discutiamo sulle riforme fino a settembre’. I Cinquestelle pensano di portare in strada la protesta”.

Su La Stampa: “Lettera di Renzi ai senatori: da voi dipende il futuro”, “Il premier apre sulle preferenze, ira di Berlusconi”.

Su La Repubblica: “Berlusconi: ‘I patti non si cambiano’”, “L’ex Cavaliere indisposto, salta l’incontro con il presidente del Consiglio ma reclama garanzie sull’Italicum. I forzisti in fibrillazione non vogliono che la trattativa tra Renzi e i dissidenti Pd colpisca il centrodestra”.

Il Fatto: “B. rimanda l’incontro e riscalda il patto segreto”, “L’ex Cavaliere oggi resta ad Arcore e ‘avverte’ il primo ministro: ‘L’accordo sull’Italicum non si cambia e tu sei diventato più debole’”.

Intanto il leader del M5S parla di “guerriglia democratica”, come riferisce anche La Repubblica: “Grillo invia i parlamentari nelle piazze contro Renzi”, “Il leader in assemblea lancia l’idea di una manifestazione anti-riforma. E sul tavolo col Pd: a loro la prossima mossa, non ci prendano in giro”.

La Stampa: “Grillo: guerriglia ma anche dialogo”, “Il leader ai parlamentari: ‘Avanti con la trattativa sull’Italicum. Basta andare in tv, scendiamo in piazza’”.

La Repubblica intervista il senatore M5S Mario Giarrusso: “Ma il dialogo sulle riforme non è chiuso, Di Maio ha la fiducia di Tutti”, “Attendiamo risposte dal Pd: abbiamo fatto delle proposte ma se vogliono solo chiacchierare non serve a nulla”.

Sul Corriere Maria Teresa Meli, in un retroscena, scrive che Vannino Chiti “ormai veste i panni del mediatore”, anche perché i dissidenti si sarebbero resi conto che “rischiavano di passare per degli ‘estremisti conservatori’ che ‘frenano le riforme’. Insomma, la campagna mediatica del premier li ha messi in difficoltà. E per uscire dall’angolo, tramite Chiti, tentano una nuova trattativa, che lo stesso senatore del Pd illustrerà oggi nell’aula di Palazzo Madama e alla quale Renzi non ha chiuso la porta”. Secondo Meli Renzi avrebbe detto ai suoi collaboratori: “’Loro si impegnerebbero a togliere dal tappeto le proposte di riforma ostruzionistiche e così entro l’otto agosto si finirebbe di votare gli emendamenti e si arriverebbe alle dichiarazioni di voto, quindi ci si riaggiornerebbe al due settembre per il voto finale della legge. L’unica domanda, adesso, è questa: Grillo può accettare una proposta del genere? Vediamo. Noi comunque non chiudiamo a questa ipotesi di agenda perché vogliamo portare a casa la riforma con determinazione e pragmatismo, non ci interessa segnare un punto e basta’”
Insomma: “’se vogliono una settimana in più gliela diamo, se invece il loro è un modo per bloccare tutto allora diciamo di no’”.
Lo stesso quotidiano intervista Nichi Vendola: “Il governo rinunci all’artiglieria”. Insomma: “Renzi deve dirci quali sono le questioni su cui c’è una disponibilità vera”, e cita il Fiscal compatc, l’articolo 81 della Costituzione (quello sul pareggio di bilancio, ndr) e l’occupazione. E poi cita il fatto che è stata alzata la soglia di firme necessarie per referendum e leggi di iniziativa popolare. Domanda: “non è che voi puntate solo alla modifica dell’Italicum?”. Risposta: “Noi non cerchiamo contentini”, ma “l’Italicum conserva molti” dei “difetti” segnalati dalla Corte Costituzionale.

Su Il Giornale: “Il premier tradisce gli accordi e apre ai piccoli sull’Italicum”. Secondo il quotidiano la lettera di Renzi serve “da una parte a spronare i suoi, stremati da un tour de force di cui ancora non si vede l’uscita”, e dall’altra a “mettere alle strette la minoranza anti-riforma”. Ma qualcuno “insinua il dubbio” che Renzi voglia “andare al più presto al voto” con “una legge elettorale modificata per blindare la maggioranza (con tanti saluti al patto del Nazareno) per affrontare con un Parlamento più ‘renziano’ la resa dei conti sull’economia e anche l’elezione del prossimo capo dello Stato”.
Un altro articolo del quotidiano milanese scrive che “al Cavaliere non fa piacere per nulla che il premier usi la carta ‘modifiche all’Italicum’ per risolvere le beghe con la sua minoranza e con Sel. Per cui Berlusconi tiene Renzi sulla graticola e manda il messaggio chiaro: ‘Ogni modifica agli accordi presi in precedenza va concordata con me’.” Si ricorda che ieri “quasi tutti i giornali davano come scontato e imminente un incontro Berlusconi-Renzi sia per rinsaldare il patto del Nazareno, sia per introdurre modifiche alla legge elettorale”, anche se “da Forza Italia nessuno confermava e, anzi, si diceva che il Cavaliere, a causa di un attacco influenzale, non si sarebbe mosso da Arcore per tutta la settimana. Il Cav questa volta lascia solo il premier. Non gli tende la mano. Non corre a Roma a togliergli le castagne dal fuoco. Non ora, almeno”.

Sul Sole 24 Ore Stefano Folli scrive che “ridiscutere a riforma elettorale – tema gradito alla minoranza del Pd vicina a Bersani – suscita i sospetti di Berlusconi. E quindi ecco che si rinvia l’incontro previsto questa settimana fra il leader di Forza Italia e il presidente del Consiglio.
Niente di drammatico, s’intende. Il “patto” con Renzi resta operativo. Ma è evidente che non può essere un’intesa esclusiva a due, del tipo “prendere o lasciare”. Esiste una maggioranza di cui Renzi è costretto a tener conto, nel momento in cui l’economia va male e gli interventi d’autunno sui conti pubblici si annunciano impegnativi”

L’Unità intervista la vicesegretaria del Pd Debora Serraccchiani: “Sulla legge elettorale mai nessuna chiusura”, ma “quando si presentano 8mila emendamenti non c’è disponibilità al dialogo”. Dice che la lettera di Renzi è un segnale di ringraziamento a chi in parlamento ha realmente intenzione di fare le rifome.

 

Alitalia

Sul Sole 24 Ore: “Alitalia, verso l’intesa Poste.banche”. Secondo il quotidiano “si lavora all’ipotesi di una intesa tra Poste, banche e gli altri azionisti”. La nuova compagnia, come è noto, nascerebbe senza debiti, con Etihad al 49 per cento. Si citano anche le parole della segretaria Cgil Camusso, che nega problemi sul fronte sindacale: “la vertenza Alitalia, per quel che riguarda i sindacati, è conclusa”.

Anche alle pagine dell’economia de La Repubblica, attenzione per il caso Alitalia. “Alitalia, Camusso attacca: ‘La Uil divide i lavoratori e fa richieste corporative’”. Sulla stessa pagina, intervista al leader della Uil Trasporti Claudio Tarlazzi, “leader degli irriducibili” che “non molla”, come scrive il quotidiano. Dice: “Ci accusano per coprire le colpe dei soci”, “assurdo non vedere la peculiarità del personale di volo

Su L’Unità Annamaria Furlan, della Cisl, scrive dei “ritardi del sindacato” a partire da questa vicenda.

 

Nomine UE

La Repubblica parla di un “braccio di ferro” sulle nomine Ue tra il nostro presidente del Consiglio e il presidente della Commissione Ue Juncker: “Il premier italiano non indicherà il nome del commissario entro il 31 luglio” senza garanzie che Mister Pesc, ovvero l’alto commissario alla politica estera e di difesa “sia socialista e italiano”. Il quotidiano scrive anche che spunta il nome di Massimo D’Alema, con cui Renzo ha avuto un colloquio a Palazzo Chigi.

Su La Stampa: “Matteo a sorpresa vede D’Alema, ma nell’Ue per l’ex premier è dura”, “Candidato se Mogherini non ce la fa? Difficile, a meno che tutto si rimescoli”.

 

Internazionale

Altre 26 vittime nella Striscia di Gaza solo questa mattina, 1113 dall’8 luglio. 52 i militari israeliani uccisi. Il Corriere scrive anche dei cinque soldati israeliani uccisi ieri nei combattimenti con un commando palestinese che tentava di entrare in Israele attraverso un tunnel alla frontiera con Gaza.
Ieri – scrive il quotidiano – ha anche parlato l’ayatollah Khamenei, in occasione della festa musulmana dell’Eid Al Fitr: “Il mondo islamico deve armare i palestinesi”. Israele è un “cane rabbioso” che “sta commettedo un genocidio”.

Sul Sole 24 Ore Ugo Tramballi scrive del rimpallo di responsabilità per l’ordigno che nel campo profughi di Gaza Beach ha fatto dieci morti, otto dei quali bambini. Hamas accusa un drone israeliano, Israele un razzo ‘errante’ di Hamas.

La Stampa riferisce così le parole del premier israeliano: “’Avanti fino in fondo. Demoliremo i tunnel”. “Siamo pronti per un’operazione prolungata – ha detto Netanyahu – non c’è guerra più giusta di questa”, “Dobbiamo colpire i tunnel come primo passo verso la smilitarizzazione dei territori lungo la costa”. In serata Obama ha chiamato i capi di governo di Germania, Gran Bretagna, Francia e Italia per affermare che “Israele ha il diritto di difendersi”, “c’è bisogno di un immediato cessate il fuoco per evitare vittime civili” e il percorso dovrà portare alla “smilitarizzazione della Striscia”. Secondo il quotidiano questo potrebbe preludere ad una soluzione simile a quella trovata in Libano nel 2006 dopo il conflitto Hezbollah-Israele: una risoluzione Onu sul ripristino di stabilità e sicurezza, con lo schieramento di una forza internazionale e il disarmo delle milizie. Ma, si ricorda, in realtà il “disarmo” di Hezbollah ha avuto esito assai debole, visto il rafforzamento del movimento in questi anni. Tuttavia fonti diplomatiche assicurano che con Hamas ci sarebbero maggiori garanzie di successo, per via del forte sostegno di Egitto e Arabia saudita al piano.

Sullo stesso quotidiano segnaliamo un’analisi di Gianni Riotta sul “grande freddo tra Gerusalemme e Washngton”. Il tema torna anche nel commento di Federico Rampini su La Repubblica: “Il prigioniero Obama”, dove si legge come i collaboratori più stretti descrivano il presidente Usa come “easasperato2 dai colloqui con Netanyahu. Più avanti si sottolinea: “se l’America è l’unico possibile arbitro nel conflitto a Gaza, la sua influenza su Israele è precipitata ai minimi storici”.

Anche sul Corriere anche una analisi di Massimo Gaggi sul “solco” che “si allarga” tra l’America di Obama e Israele. L’Amministrazione Obama sarebbe “adirata” con Gerusalemme, e non è di certo in gioco l’appoggio di Washington ad Israele, ma starebbe cambiando anche “l’atteggiamento della stampa e dell’opinione pubblica” Usa. Solidali con Israele continuano ad essere gli anziani, mentre oslo il 25 per cento degli under 29enni – secondo un recente sondaggio Gallup – esprime solidarietà con Israele. Divisioni anche per sesso, razza e collocazione politica: solo il 31 per cento dei Democratici giustifica Israele. L’emotività dei media digitali produce effetti anche nell’opinione pubblica Usa, scrive Gaggi.

Su Il Giornale: “Quella richiesta di resa a senso unico che fa litigare Obama e Netanyahu”. “Israele non può accettare una tregua senza il disarmo del nemico e la distruzione dei tunnel”. Si cita anche un sondaggio israeliano, secondo il quale “il 68 per cento degli israeliani chiede al governo di non abbandonare di nuovo la popolazione alla mercè dei missili e delle incursioni di Hamas”.

 

La Repubblica riferisce dell’allarme per la comparsa di svastiche e scritte anti-ebraiche a Roma e spiega che sono stati imbrattati con minacce e croci celtiche i muri vicino a decine di esercizi commerciali della capitale. Digos e carabinieri indagano nell’ambiente dell’estrema destra e il presidente della comunità ebraica romana Riccardo Pacifici dice: “E’ come nel 1933”. Il quotidiano intervista il politologo tedesco Ulrich Beck: “Ora l’antisemitismo si è globalizzato”, dice, sottolineando che “è terribile la nuova minaccia in Europa”. Ma è necessario “poter differenziare tra le critiche alla politica militare di Netanyahu e le espressioni di odio”, “L’onda del conflitto arriva alle nostre città ed è una minaccia: non si può escludere una intifada in Francia”.

 

E poi

La Repubblica si occupa della visita del Papa a Caserta: “Francesco incontra i pentecostali, ‘Vi chiedo perdono per le leggi razziali’”, “Caserta, la prima volta di un Papa dai protestanti, ‘C’erano anche cattolici tra chi in Italia vi perseguitò’”.

Su La Stampa: “Come in Sudamerica il Papa a Caserta apre agli evangelici”, “Francesco si confronta con un fenomeno in crescita anche in Italia”.

Il Foglio lancia una serata per “Israele e i cristiani”, perché “Israele, lo stato degli ebrei, è costretto alla guerra per difendersi, usa l’aviazione, l’artiglieria e il coraggio dei suoi ragazzi per tutelare il suo popolo dai missili”. Mercoledì alle 21 davanti alla sede romana del quotidiano.

Su La Repubblica i dati contenuti nel rapporto del Dipartimento di Stato Usa così riassunti: “’Mai così tanti profughi per motivi religiosi”, “In Europa preoccupa l’aumento dell’anti-semitismo e l’intolleranza estremista contro l’Islam”.

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