Il Corriere della Sera: “‘Centinaia di morti in mare'”, “Giallo sul naufragio. La Somalia: diretti verso la Sicilia. Gentiloni: i muri non servono”, “Migranti, sì europeo al piano di Renzi. Ma la Germania frena sugli eurobond”.
Più in basso: “Israele, torna il terrore”, “L’attentato su un autobus di linea”. Di Davide Frattini.
In prima la foto di Michel Temer, il vicepresidente che assumerà i poteri in Brasile dopo il voto dell’impeachment di Dilma Roussef: “Lo sgambetto dell’uomo in grigio” è il titolo di un articolo di Rocco Cotroneo.
Di spalla a destra il viaggio del presidente Usa in Arabia saudita: “Obma, i sauditi e la lotta all’Isis. Sulle tracce di un’alleanza”.
A centro pagina, intervista al ministro delle Riforme istituzionali Maria Elena Boschi: “‘Un referendum sbagliato ha provocato costi per tutti'”, “‘Emiliano? Quorum fallito anche in Puglia’”.
E l’analisi del voto dell’Ipsos: “Alle urne metà dei 5 Stelle”.
L’editoriale è firmato da Paolo Mieli: “La lezione inglese alle destre”.
La Repubblica: “Referendum, la mappa del non voto”, “Astensione top nelle aree pd. L’asse a sorpresa tra M5S e Sel”. A commentare “le mappe” è Ilvo Diamanti: “La democrazia immediata”.
“Il caso” di cui si occupa Francesco Merlo prende spunto dal “ciaone” indirizzato dal deputato Pd Ernesto Carbone ai votanti sconfitti al referendum: “La politica del ‘ciaone'”.
In grande evidenza una foto del gommone nel Canale di Sicilia con i superstiti soccorsi dalla nave Aquarius: “Migranti,s contro Merkel-Renzi. Altri naufragi: ‘I morti sono 200′”, “La cancelliera contro il piano italiano. Il premier: ci dica lei che fare”.
Sull’economia: “Banche, Atlante già in campo su Unicredit e Popolare Vicenza. Cimbri: partecipa anche Unipol”. Si tratta di un’intervista all’amministratore delegato del gruppo assicurativo Unipol, Carlo Cimbri.
A fondo pagina: “Nike, Rolex, Ray Ban, il falso è made in Italy”, “L’Ocse: business da 461 miliardi”. Ne scrive Maurizio Ricci.
Sulla colonna a destra: “La favola del chirurgo che fermò l’attimo fuggente”, “Dagli Usa arriva in Italia l’inno alla vita ‘qui e ora’ diventato bestseller”. Il riferimento è a “Quando il respiro si fa aria” di Paul Kalanithi. Di Concita De Gregorio.
Infine l’inchiesta del quotidiano sulla Buona Scuola: “Dai supplenti ai presidi, esame di Buona Scuola”, “Pagella alla riforma in 16 voci”. Di Corrado Zunino.
La Stampa ha in prima una delle foto che hanno vinto il Premio Pulitzer: ritrae un giovane migrante in arrivo a Lesbo. Il titolo di apertura: “Duello tra Merkel e Renzi sui fondi Ue per i migranti”, “La Germania boccia gli eurobond. La replica: dite se avete proposte”.
Più in basso, con foto di Mario Draghi: “Berlino va all’attacco di Draghi: ‘Con lui Bce meno credibile'”, “Prima l’irritazione di Schaeuble, poi l’affondo dei leader di Cdu e Csu. Ma l’Fmi sostiene l’Eurotower”. Ne scrive Marco Zatterin.
In apertura a sinistra il “dopo referendum”: “Il premier lancia la sfida alle Regioni: ‘Meno poteri'”.
E il commento di Luigi La Spina: “La vera campagna d’ottobre” (per Renzi, in occasione del referendum sulle riforme costituzionali, ndr.).
Di spalla a destra, sul Brasile: “Dilma in bilico. Il Brasile cerca un altro futuro”, scrive Gianni Riotta.
Il Fatto: “Premiata ditta Giorgio&Matteo. Ora trivellano le intercettazioni”, “All’assalto. Salvati i petrolieri, Napolitano e Renzi ci riprovano col bavaglio”, “L’ex presidente ordina: ‘Maturi i tempi per la riforma’. L’obiettivo è lo stesso ribadito dal premier dopo l’inchiesta di Potenza: via dagli atti (e quindi dai giornali) tutte le telefonate che non contengono reati ma comportamenti gravi”.
Sul referendum e l’atteggiamento di Renzi i commenti di Antonio Padellaro (“Vittoria di Pirro ignorare 16 milioni di voti”) e l’editoriale del direttore Marco Travaglio (“Matteo, la rana e il bue”). Poi un’intervista al leader della Fiom Maurizio Landini: “La Costituzione non va stravolta. Basta applicarla”.
Sotto la testata: “La Buona Scuola: i precari devono traslocare di nuovo”, “Caos burocratico. Cambiano ancora le sedi del Concorsone per i prof”.
In prima, con foto del barcone di naufrahi raccolti ieri: “Tutti guardano i Balcani e si muore a casa nostra”.
E un commento di Barbara Spinelli: “I diritti umani che mancano nel migration compact italiano”.
Il Giornale: “Il diktat tedesco”, “Una tassa per gli immigrati”, “La Germania boccia la proposta italiana degli eurobond e impone accise extra sulla benzina”, “Il giallo dei barconi: 400 dispersi, rischio strage”.
Sulla colonna a destra: “Profughi non basta. Per commuovere si dice ‘deportati'”, scrive Alessandro Gnocchi parlando di “Lingua manipolata”.
In apertura a sinistra: “Il referendum spacca il Pd. e i No Triv insistono: ora vogliono fare ricorso”.
L’editoriale del direttore Alessandro Sallusti prende spunto dai numeri del referendum sulle trivellazioni e guarda alla prossima consultazione sulle riforme costituzionali: “Renzi e le trivelle in arrivo”.
“L’ecologismo è morto, ma quanto ci è costato”, scrive poi Franco Battaglia. e di fianco: “La sinistra di ‘Bella ciao’ sepolta da un ‘ciaone'”. Di Andrea Cuomo.
In prima la foto di Nerio Alessandri, patron della Technogym: “Il re delle palestre corre verso la Borsa”.
A centro pagina, la Salerno-Reggio Calabria: “Governo flop: chiuso un pezzo di A3”, “Il premier ha annunciato la fine dei lavori, ma i pm sequestrano una galleria”.
Dopo il referendum
Su Il Messaggero, articolo di Diodato Pirone: “Fuga dalle urne, ecco la mappa. Renzi alle Regioni: pulite i mari”, “Referendum trivelle: al voto solo 5 grillini su 10, uno su 3 del Pd”. E’ “il flop sulle trivelle: metà elettori M5S ha disertato le urne. Regioni al palo”, “Dall’esame di Swg, al voto il 30% dei dem, ma un terzo di questi per votare no. Affluenza alta nelle città dove il test era più politico”.
Stando ai dati Swg, solo il 46% degli elettori grillini si è recato al voto. Il direttore dell’istituto, Enzo Risso, spiega: “fra i votanti di Grillo hanno optato per l’urna soprattutto i giovani e coloro che provengono dall’area culturale di sinistra che tradizionalmente è più sensibile ai temi ambientali”.
L’affluenza degli elettori di Fi è stata del 33%; 30% nel Pd: 26% la Lega. Fra gli elettori dei partiti che si sono recati alle urne il ‘sì’ ha spopolato: 99% tra i pentastellati, 95% fra i leghisti, 93% fra i forzisti. Il ‘sì’ però precipita a quota 69% fra gli elettori democrat che hanno mostrato un comportamento piuttosto articolato, visto che il 31% ha preferito votare ‘no’, sintonizzandosi sul comportamento di esponenti come Prodi e Bersani. Il referendum è stato ignorato da chi ha più di 64 anni (ha votato solo il 26%), mentre ha convinto di più gli studenti (41%), i giovani sotto i 24 anni (35%) e la fascia di elettori che si colloca tra i 55 e i 64 anni (37%). Scarsa, secondo Il Messaggero, la presa del messaggio dei governatori: la consultazione politicamente non ha spostato nulla.
Il Corriere della Sera legge i dati Ipsos: “Alle urne metà dei Cinque Stelle. Tra gli elettori pd meno di uno su 4”, “Al voto il 36% di chi sostiene la sinistra, il 30% per Forza Italia e Lega”.
Su La Repubblica alle pagine 2 e 3 “L’analisi del non voto”, di Ilvo Diamanti. Sono i dati del sondaggio Demos, effettuato una settimana prima del voto: “Il lungo referendum su Renzi. Di M5S e Sel il 50% dei votanti”, “L’obiettivo prioritario della consultazione si è rivelato quello di mettere in difficoltà il premier: rispetto al risultato del 2011 è significativo che l’astensione sia cresciuta nelle ‘zone rosse'”, “Difficile collocare per intero i partecipanti al voto sotto l’anti-rensizmo: tra chi è andato alle urne il gradimento al governo non è lontano dalla media nazionale”, “E’ tuttavia sorprendente che il capo di un esecutivo possa vedere nell’astensione una risorsa. Una fonte di consenso politico e personale”.
Su La Repubblica l’analisi del voto di Stefano Folli: “Quindici milioni di voti senza padroni, una mina vagante per il Governo”, “Nessuno può considerarsi il depositario del risultato”, “Sia il fronte del Sì sia quello astensionista sono caratterizzati da un marcato trasversalismo”, “Né il premier né gli avversari possono mettere il cappello su astensionisti e ambientalisti”.
Su La Repubblica: “Trivelle, i promotori presentano ricorso. Renzi: ‘Io non ho perso'”, “E rilancia sul referendum di ottobre: ‘Se sarò battuto andrò a casa’. Oggi la mozione di sfiducia al Senato”.
Sul Corriere: “Ricorso sulle trivelle. Il premier: finita 70 a 30”, “Dopo l’insuccesso di domenica, i comitati chiedono di bloccare 5 concessioni entro le 12 miglia. Renzi critica i promotori: il popolo ha parlato. Se perdo a ottobre sulle riforme vado a casa”. Spiega l’articolo di Dino Martirano che il comitato No Trivelle ha annunciato che presto partirà un ricorso al ministero dello Sviluppo economico per chiedere il blocco di 5 concessioni estrattive entro le 12 miglia. Secondo Enzo Di Salvatore, estensore del quesito, “le concessioni sono scadute da anni. Le aziende petrolifere stanno continuando a estrarre senza autorizzazione”.
Il Corriere intervista la ministra delle Riforme istituzionali Maria Elena Boschi: “Dal referendum costi per tutti. Le Regioni ora pensino alla sanità”, “Emiliano ha perso e nella sua Puglia non ha avuto neanche il quorum” e “io mi preoccuperei per lui,, come presidente di Regione, visto che non ha il 50 per cento più uno nella sua terra. Comunque, questo non era un referendum sul governo, né un referendum politico”. E sul referendum sulle riforme istituzionali: “La consultazione di ottobre? Nel Pd non cacceremo nessuno, ma sarebbe singolare se non ci fosse impegno a vincere da parte di chi ha votato il ddl. Gli altri tutti contro: sarà bello vedere insieme Salvini, Grillo e Vendola”.
Su La Repubblica il “retroscena” di Goffredo De Marchis: “Il premier avverte la sinistra: ‘La spallata ormai è fallita, niente trappole a giugno'”, “Emiliano attacca: ‘Io delegittimato? Guardi i voti dell’Emilia’”, “Affondo di Cuperlo: ‘Matteo ora lasci perdere i comitati del Sì'”.
Il quotidiano offre ai lettori anche un’intervista a Roberto Speranza: “‘L’lternativa al segretario? Io ci lavoro. Matteo ha sbagliato troppe volte'”, “‘La sfida al leader parte da un’idea di Paese diversa. Gli sconsiglio di intestargli tutte le astensioni'”. Sul caso del tweet di Ernesto Carbone: “‘Un dirigente del Pd non dovrebbe mai mancare di rispetto a milioni di persone’. Quel tweet superava la misura’”.
Lo stesso Carbone, intervistato dal Corriere, dice: “Il mio ‘Ciaone’? Non mi scuso, su Twitter serve sintesi'”.
Migranti
“Eurobond”, spiega il Corriere della Sera: ipotetica emissione congiunta di titoli di Stato garantiti da tutti i Paesi dell’eurozona. verrebbero emessi da una Agenzia europea per il debito appositamente creata. Permetterebbe di trasformare il rischio individuale dei singoli Paesi in frazioni di rischio collettivo. L’articolo di Danilo Taino da Berlino: “No tedesco agli eurobond per i migranti. Renzi: ‘Ci dicano cosa vogliono fare'”, “Germania contraria a strategie basate su più debito. Ma da Bruxelles c’è apprezzamento”.
Il Messaggero: “L’Ue apre al piano di Roma. Berlino boccia gli eurobond”, “Berlino boccia il piano italiano di aiuti per l’Africa. Schaeuble: meglio tassare la benzina”. Scrive David Carretta che nonostante il sostegno della Commissione Ue il “migration compact” di Renzi ieri ha incontrato il primo ostacolo di peso: la Germania è contraria all’idea di eurobond per finanziare le politiche migratorie. Berlino ritiene che non ci sia alcuna base per un finanziamento comune dei debiti destinata a coprire le spese degli Stati membri, ha spiegato il portavoce della cancelliera.
Sul Corriere della Sera: “No tedesco agli eurobond per i migranti. Renzi: ‘Ci dicano cosa vogliono fare'”, “Germania contraria a strategie basate su più debito. Ma da Bruxelles c’è apprezzamento”, scrive da Berlino Danilo Taino.
Su La Repubblica ne scrive Andrea Bonanni da Bruxelles: “La Ue: bene il piano italiano, no tedesco sugli eurobond. Renzi: Merkel dica che vuole”, “Berlino non condivide l’idea del finanziamento comune dei debiti per le spese sostenute per la migrazione”.
Su Il Fatto Barbara Spinelli scrive che nel piano inviato da Roma a Bruxelles c’è un disinteresse totale sui diritti umani: del tutto ignorati i sospetti di illegalità che gravano sull’accordo tra Ue e Turchia, e le reali condizioni dei fuggitivi rimpatriati in Turchia, che il governo Erdogan respinge in gran numero nelle zone di guerra siriane. Renzi, secondo Spinelli, riprende l’accordo stipulato con Erdogan e lo vorrebbe estendere all’Africa.
La Stampa: “Migranti, Berlino boccia gli eurobond. Renzi: ci dicano se hanno altre ricette”, “Dalla Commissione europea arrivano commenti positivi alla proposta italiana ma il governo tedesco dice no allo strumento di finanziamento comune”. Ne scrivono Alessandro Alviani e Marco Zatterin. Sulla stessa pagina, in basso: “Gentiloni spiega il piano ai colleghi: ‘Ho registrato molto interesse'”, “Il ministro degli Esteri al summit di Lussemburgo: ‘I dubbi dei tedeschi sono sull’uso dei bond in genere'”. Lo scrive in un retroscena Francesca Schianchi.
A pagina 3: “Il mistero del barcone fantasma rivela la ‘nuova’ rotta egiziana”, “Giallo su un naufragio con 400 vittime, ma nessuna nave è stata avvistata. Lo scafo sarebbe partito da Alessandria, percorso finora poco battuto”, scrive Francesca Paci.
Anche su La Repubblica: “‘Almeno 200 morti’. Mistero sull’ultima strage”, “Un’imbarcazione si sarebbe rovesciata sabato: ‘Partiti dall’Egitto’. Mancano conferme ufficiali. I superstiti: ‘Centinaia in mare'”. I profughi, tutti provenienti da Eritrea, Somalia, Sudan ,Egitto, hanno raccontato di aver intrapreso la traversata su una nave con 500 persone a bordo. Dei 400 che sarebbero annegati ha parlato un fantomatico ambasciatore somalo con un messaggio al sito in arabo della Bbc.
Usa
Obama, scrive sul Corriere Giuseppe Sarcina, tenta l’operazione recupero con l’Arabia saudita. Domani arriva a Riad e “sarà un colloquio spigoloso”: l’accordo sul nucleare tra americani e iraniani è percepito dai sauditi come una sconfessione dell’equilibrio geopolitico e ora anche economico della regione. Al presidente americano verrà fatto notare come, domenica 17 aprile a Doha, sia stato impossibile raggiungere un accordo tra i Paesi produttori per limitare l’offerta di petrolio e quindi fermare la caduta dei prezzi: Teheran si è dichiarata contraria. Inoltre, nota Sarcina, il Congresso americano sta esaminando una legge che consente alle vittime degli attacchi terroristici di rivalersi, in caso di accertate responsabilità, sui beni di Paesi esteri. L’iniziativa potrebbe toccare anche alcuni esponenti del governo di Riad residenti negli Stati Uniti, sui quali grava ancora il sospetto di aver avuto un qualche ruolo negli attacchi dell’11 settembre. Se passa la legge, l’Arabia saudita potrebbe vendere i titoli del Tesoro Usa in suo possesso: una partita da 750 miliardi di dollari, pari al 3,4% dell’intero debito pubblico Usa. Obama sta tentando di convincere i parlamentari, a cominciare da quelli del suo partito, a non votare il provvedimento. Ma è un anno elettorale: tanto Hillary Clinton che Bernie Sanders si sono invece schierati a favore.
E poi
Su La Repubblica, a pagina 16, si raccontano due casi. Il primo riguarda la Germania e se ne occupa la corrispondente Tonia Mastrobuoni: “Jan, il comico anti-Erdogan decide di sparire”. Si tratta di Jan Bohmermann, il comico nei cui confronti la cancelliera Merkel ha autorizzato il processo per la sua satira irriverente nei confronti del presidente turco Erdogan (per offesa ad un capo dello Stato straniero). In Germania, scrive Mastrobuoni, il 65% dei tedeschi pensa che Merkel abbia sbagliato e il 67% è convinto che la magistratura non debba torcergli un capello.
Di fianco, Anais Ginori, da Parigi, si occupa dell’attacco dei manifestanti del movimento “Nuit debout” al filosofo Alain Finkielkraut, bollato come “reazionario”.: “I ribelli in piazza cacciano il filosofo: ‘Troppo di destra’”.