Il Corriere della Sera apre con un’intervista a Federica Mogherini, nuovo Alto Responsabile della Poltica Estera Ue: “Mogherini: Putin viola gli impegni, va contro gli interessi del suo popolo”.
A centro pagina: “Berlino preme sulla Bce”, “Merkel chiama Draghi e chiede rassicurazioni sul rigore”.
La Repubblica: “La Merkel a Draghi: ‘Non cambi linea sul rigore dei conti’”, “Telefonata tra la Cancelliera e il presidente della Bce”, “Renzi, il mio piano in 1000 giorni per scardinare il sistema”.
La foto a centro pagina è per il presidente russo: “Il ricatto di Putin all’Occidente: ‘Prendo Kiev in due settimane’”.
In taglio basso, le parole di Don Luigi Ciotti: “Ciotti: ‘Non ho paura di Riina, però nessuno mi ha allertato’”.
E quelle di Erri De Luca, rinviato a giudizio per istigazione a delinquere: “Io, scrittore no Tav combatterò ma sarò condannato”.
La Stampa: “Austerità, scintille Merkel-Draghi”, “La Cancelliera chiama la Bce: no alla richiesta di spendere di più. L’Italia tratta lo sconto sulla riduzione del debito in cambio di riforme”.
Sotto la testata: “Lo strappo di Putin: ‘Un nuovo Stato nell’Ucraina orientale”.
A centro pagina, foto di donne palestinesi davanti alle loro case distrutte: “Ricostruire Gaza costerà 5 miliardi di dollari”, “Prima stima dei danni: cinque milioni di tonnellate di materiale e almeno tre anni di lavoro”.
In prima pagina, Marcello Sorgi racconta: “Così ho perso la mia identità su Twitter” (un ignoto hacker è entrato nel suo account sostituendosi al titolare).
Il “caso” raccontato da Franco Garelli è dedicato invece all’incontro con i Pentecostali avuto da Papa Francesco nel corso della sua visita a Torino, ponendo fine alle tensioni che sin qui hanno caratterizzato i rapporti tra la chiesa di Roma e le comunità evangeliche: “La chiesa record dei pentecostali a Torino”.
Il Giornale: “Merkel, l’anti italiana”, “La Cancelliera ci vuole in ginocchio e protesta con Draghi per le aperture sulla flessibilità. Ma la vera minaccia per Renzi è in Aula: ogni voto sulle riforme nasconde una trappola”.
A centro pagina, foto del ministro per i Beni Culturali: “Il favoloso mondo di Dario, ministro del salotto buono”.
E un articolo di Fausto Biloslavo: “Ora la Mogherini si dia una mossa”, “L’Italia ha puntato su di lei, adesso Lady Pesc deve ripagare la fiducia”. E i capitoli citati sono: “marò, immigrati, Jihad e crisi ucraina”.
In apertura a sinistra, grande spazio per le accuse di islamofobia a Magdi Cristiano Allam: “Le accuse contro Magdi? I giornalisti le fotocopiano dall’avvocato musulmano”. Per Il Giornale si tratta di “procedimento disciplinare per commissione”. Ne scrive anche Vittorio Feltri: “La colpa di scrivere da destra”. Lo stesso Allam si difende: “Mi autodenuncio per islamofobia”, “Confesso, sono colpevole. Sin dal 1976 ho scritto articoli contro l’Islam. Grazie ai taglialingue nostrani ora mi redimo”, “persino quando ero musulmano chiedevo di non costruire moschee”, “Sono islamofobo perché l’Islam ci deve fare paura”.
In basso, Francesco Alberoni: “Gli errori americani e la peste di Al Qaeda”, “Quando hanno spodestato tiranni o leader hanno aperto la porta a nuovi fanatismi”.
Il Fatto: “La nuova tv, di tutti, di più”. “Programmi, personaggi inediti, nuovi format (alcuni improvvisati), serie televisive: i successi passano dal web e via cavo. Se prima erano una nicchia, ora sono un fenomeno in crescita, ed erodono share e soldi ai canali tradizionali”.
Sulle accuse a Don Ciotti: “Don Ciotti risponde a Riina: ‘Vuol dire che ha paura’”, “Il boss corleonese minaccia di morte il fondatore di Libera: ‘Deve fare la morte di Don Puglisi’”.
E, sul governo: “Renzi cauto in Europa: teme Merkel sull’austerity”.
In taglio basso: “L’ottimismo di Farinetti (il fondatore di Eataly, ndr.) non merita l’Oscar”, “Estate sotto l’assedio dell’intellighenzia renziana”.
In prima anche il richiamo ad un’intervista a Mario Capanna: “Gli anni Settanta senza l’innocenza dell’eskimo”.
E il nuovo film di Maresco, l’autore di “Cinico Tv”, presentato al Festival di Venezia: “’Belluscone’, visto da Maresco in salsa italiana”.
Ucraina
“Putin apre la strada a un nuovo Stato nell’Ucraina dell’Est”, titola La Stampa riferendosi alle parole da lui pronunciate (“Serve una nuova organizzazione”), e aggiungendo poi che il portavoce Pskov ha “frenato”: Putin non intendeva – ha spiegato – una secessione, ma un negoziato tra l’Ucraina e la “Novorossia”, termine usato da Putin -spiega Anna Zafesova – per teorizzare che le regioni a maggioranza russofona in Ucraina appartenevano storicamente all’impero e alla cultura russa “non è un conflitto tra Russia e Ucraina, è un conflitto interno e solo gli ucraini possono discuterne con la Novorossia e trovare una soluzione”.
E alle pagine seguenti: “Le sanzioni dividono ancora la Ue”, “La stretta sulla Russia tra una settimana. Baltici e inglesi avrebbero voluto subito una linea più dura”.
La Repubblica: “Putin spaventa l’Occidente: ‘Uno Stato nell’Est Ucraina’. Nato: pronte 5 nuove basi”, “Ma il Cremlino corregge: ‘è stato frainteso’. Scambio di prigionieri. Mariupol teme l’invasione”. Il “retroscena” alla pagina seguente: “Il ricatto dello zar sul vertice europeo, ‘Se voglio prendo Kiev in due settimane’”. “I Ventotto sono spaccati. Ungheria, Slovacchia e Cipro frenano sulle sanzioni. Merkel dura”.
In un’intervista al Corriere, Federica Mogherini, neo-Lady Pesc e vicepresidente della Commissione, dice: “Putin non rispetta i patti. Ma la diplomazia resta l’unica strada”, “Oggi, per volontà di Putin”, la “partnership non c’è più: la Russia in questo momento non è più partner strategico, ma rimane strategica nel nostro continente”, “Ho intenzione di partecipare a tutte le riunioni della Commissione”, “La mia rete di contatti non è fatta di ex premier, ma forse di futuri premier. C’è una nuova generazione, cresciuta insieme dopo la caduta del muro, e sono persone con le quali c’è quotidianità di scambi di sms”, “farò il vicepresidente e agirò come esponente socialista più alto in carica”.
La Repubblica intervista il filosofo bulgaro Tzvetan Todorov: “L’Europa torni a dialogare con il Cremlino ma non ceda”, “Abbiamo affinità culturali con la Russia. Non dovremmo alimentare un’ostilità mista a pregiudizi”.
Draghi e Merkel
Due pagine del Corriere sono dedicate alle rivelazioni del settimanale tedesco Der Spiegel, che hanno descritto la Cancelliera come “irritata” con il Presidente della Bce Mario Draghi: secondo questa fonte la Merkel gli avrebbe telefonato chiedendo spiegazioni sul discorso tenuto a Jackson Hole, allorché il governatore aveva parlato della necessità di agire sulla politica fiscale dei Paesi della zona euro, sottolineando che la flessibilità delle regole esistenti potrebbe essere fruttata per incoraggiare la crescita e per rendere possibili le riforme strutturali. Il portavoce del governo Steffen Seibert ha però smentito la ricostruzione del settimanale, precisano che “l’affermazione secondo cui Angela Merkel avrebbe chiesto delle risposte a Draghi non corrisponde alla realtà dei fatti”. E anche la Bce ha definito “inesatto” quanto scritto dal settimanale. Alla pagina seguente: “Bce: nessun dissidio. Sulla flessibilità la linea non cambia. Oggi l’incontro con Hollande”.
Il Giornale titola: “La Merkel attacca Draghi, ma il vero obiettivo è Roma”, “Il settimanale tedesco ‘Der Spiegel’ rivela una telefonata seccata della Cancelliera. Avrebbe chiesto conto del cambio di linea sull’austerità. Poi Berlino smentisce”. E il quotidiano spiega così i “sospetti tedeschi”: il numero uno della Bce troppo vicino alla linea Hollande.
Su La Stampa: “La Merkel a Draghi: il rigore resta”, “La Cancelliera telefona al presidente della Bce. Ma anche il Fondo Monetario è in pressing sui tedeschi”. E l’analisi dell’inviata a Berlino, Tonia Mastrobuoni: “’Meno austerity e spendete di più’”, “Così la Bce fa arrabbiare la Germania”, “Ma Berlino vuole la linea intransigente anche per Italia e Francia”.
La Repubblica: “Merkel in pressing su Draghi, telefonata all’Eurotower, ‘Non cambi linea sul rigore’”, “Berlino smentisce, ma l’Eurotower conferma la conversazione. Successo degli antieuro in Sassonia, la Cdu perde la maggioranza”.
Il “retroscena” de La Repubblica è firmato da Federico Fubini: “’Stavolta leggi, non promesse’. Eurolandia non si fida dell’Italia”, “Chiesti a Roma un taglio di spesa e di tasse sulle imprese, insieme a nuove regole sul lavoro”, “qualunque accordo sulla ‘flessibilità’ prevede prima i fatti”.
Internazionale
La copertina R2 de La Repubblica, richiamata in prima, è curata da Federico Rampini e Vittorio Zucconi: “Se l’America di Obama si riscopre razzista”. “La questione razziale spacca ancora l’America. Dopo Ferguson solo un bianco su tre condanna il comportamento degli agenti. L’opinione pubblica difende i ‘controlli selettivi’ della polizia e sottolinea l’alto tasso di delinquenza tra i giovani di colore”.
“Quando Obama si smarrisce” è invece il titolo dell’analisi di Angelo Panebianco, che compare sulla prima pagina del Corriere della Sera: Obama si è lasciato sfuggire ciò che tutto il mondo, nemici dell’America compresi, ha capito benissimo: la sua Amministrazione non dispone di una strategia per fronteggiare il Califfato siriano-iracheno”.
Dal Corriere segnaliamo anche la corrispondenza dal Kurdistan iracheno di Lorenzo Cremonesi: “Iraq, spezzato l’assedio ai turcomanni. I governativi nella città di Amerli”, “Arretrano i miliziani jihadisti dell’Isis. È emergenza umanitaria”.
Su La Stampa: “Così il Califfo applica il manuale di guerriglia scritto da Al Qaeda”, “Un testo jihadista dopo l’11 settembre ha anticipato tutte le mosse in Iraq e Siria”.
Dal Corriere segnaliamo un’intera pagina dedicata alla Polonia, ora che il premier Tusk ha conquistato la poltrona di presidente del Consiglio Ue: “Da martire a campione d’Europa. La lunga corsa della Polonia”, “Crescita al 3,3%, recessione evitata. Ora la nomina di Tusk”. E sulla stessa pagina, un’analisi di Dario Di Vico: “Salari bassi e niente Euro. Da Varsavia concorrenza scorretta?”.