Padoan: la Bce faccia la sua parte

Il Corriere della Sera: “‘La Bce faccia la sua parte’. Padoan: due anni per vedere l’effetto delle riforme. Il ministro dell’Economia e la crisi”. E poi: “Fa discutere l’ipotesi di Poletti sulle pensioni alte”.
Di spalla un intervento di Lorenzo Bini Smaghi, nel “dibattito” sul tema: “Ridurre il debito? Attenti ai pericoli”.
A centro pagina: “Il Papa apre alla Cina: ‘Non veniamo da conquistatori’. Prodi: Pechino ben disposta”.
E poi la fotonotizia: “Assalto a una clinica in Liberia. I contagiati di Ebola messi in fuga”.

La Repubblica: “Sconto all’Italia, apertura della Ue. Pressing su Draghi”. “Spiraglio da Bruxelles sul tavolo in autunno”. “Padoan: adesso la Bce faccia la sua parte”. “Ma Berlino dice no: Roma deve risanare i suoi conti”.
Di spalla: “Iraq, la grande battaglia dell’acqua. I caccia americani bombardano l’Is”.

La Stampa, in alto: “Padoan: ‘crescita bassa. La Bce ora intervenga’”. “Pensioni, nel mirino le retributive”. Il quotidiano intervista il viceministro Enrico Morando.
Il titolo grande: “Iraq, i raid Usa ridanno ai curdi la diga di Mosul”. “Jihadisti respinti, ma la battaglia continua”. “Si mobilitano i contractor: voci di reclutamento di 1000 italiani”. A centro pagina, gli scontri di Ferguson: “Missouri, coprifuoco continuo. Ma gli scontri non si fermano”.

Il Giornale: “Ecco gli amici dei terroristi”. “Gli estremisti islamici hanno in Italia legami forti e consolidati. Persino in alcune Ong”. L’articolo, firmato da Magdi Cristiano Allam, si sofferma sulla “quinta colonna disarticolata, disomogenea, trasversale ma efficiente” su cui potrebbe contare il terrorismo islamico nel nostro Paese.
Da segnalare anche – in prima – un articolo di Vittorio Feltri sulla “riforma impossibile” del lavoro: “Rassegniamoci, moriremo di articolo 18”, il titolo.

Il Fatto quotidiano: “Trattativa fantasma. Smentite le voci di un ammorbidimento dei parametri. Mancano 6-9 miliardi”. “Porte chiuse dall’Europa. Sos di Padoan a Draghi”. In prima anche una intervista al cardinal Filoni, “inviato del Papa a Erbil”: “‘Guardate questi bimbi, bisogna agire subito'”.
Il titolo più grande è “Cresciti a pane e tablet”: “Sono diventati i compagni di gioco dei nostri figli”, che “non sanno ancora parlare e già maneggiano il tablet. Ma è giusto così? L’allarme degli studiosi più affermati: ‘Così i bambini rischiano di perdere facoltà mentali essenziali. Rischiano di non sviluppare le capacità per scrivere e fare i conti. E perfino di giocare… non sanno più fare i Lego!'”. “E intanto i guru della Silicon Valley mandano i loro figli in una scuola senza tablet!”

Economia

Come scrive Il Sole 24 Ore, in una intervista alla BBC radio il ministro dell’Economia Padoan ieri ha detto di essere “fiducioso che le riforme che stiamo realizzando dispiegheranno i loro effetti nel medio termine, che significa nei prossimi due anni”. Padoan ha aggiunto che per vedere un qualche effetto occorre attendere, “pochi trimestri non sono sufficienti”, e che la contrazione dell’economia non dipende dalle riforme ma “riflette problemi che esistono da tempo”. Padoan ha detto che il governo in carica “è differente” rispetto a quelli del passato, ma ha aggiunto che per il 2014 ci si aspetta “una crescita di molto inferiore” rispetto alle previsioni. Infine, si è rivolto alla Bce: “deve essere coerente e portare l’inflazione nuovamente di poco sotto al 2%, una cifra ragionevole ma molto lontana dai livelli attuali”.

Su La Repubblica Federico Fubini si sofferma sulla Bce e scrive che nell’ultimo anno e mezzo, nelle otto conferenze stampa che ha tenuto, Mario Draghi ha quasi sempre parlato di una “ripresa in arrivo”, fino ad agosto, quando ha preso atto che la ripresa non c’era. “Sarebbe facile ora rimarcare” che lo staff del Presidente della Bce nell’ultimo anno e mezzo ha “regolarmente sbagliato i suoi calcoli”, e se queste previsioni erano alla base delle sue scelte “non sorprende che la Bce stia fallendo nel suo compito principale”, ovvero “garantire stabilità dei prezzi”, ovvero una inflazione “sotto il 2 per cento”, perché i prezzi sono in caduta un po’ in tutta Europa. Fubini poi elenca una serie di errori commessi dalla Bce dall’avvio della crisi, e sottolinea che è stato soprattutto per l’opposizione della Banca centrale tedesca, che anche oggi “si oppone a ciò che serve per scongiurare la deflazione”, ovvero “comprare a tappeto titoli pubblici e privati dell’area euro”, fare insomma “il cosiddetto quantitative easing” inaugurato dalla Fed. Draghi dice che è difficile far digerire ai tedeschi facendo sobbarcare loro “il debito italiano per centinaia di miliardi” e “contro la loro volontà”. Ma la Bce ha il compito di contenere la deflazione, e a Draghi può far “comodo” il consiglio di un “suo vecchio amico” come l’ex segretario al Tesoro Usa Geithner: “Meglio prendersi la colpa dei propri errori che di quelli degli altri. Inclusa, al solito, la Bundesbank”.
Il Corriere, su Padoan, e sulla crescita che non cè: “il fatto è che ‘sfortunatamente, e non lo dico come una scusa, ci siamo tutti sbagliati. Intendo organizzazioni internazionali, governi e via di seguito. Tutti prevedevamo una crescita maggiore per quest’anno nella zona euro e nessuno fino ad ora ci ha visto giusto’. Padoan ed il governo dovranno dunque rivedere le cifre anche se per ora, come ha ribadito ieri il sottosegretario all’Economia, Pierpaolo Baretta, ‘non è prevista alcuna misura correttiva. Escludiamo la possibilità che ci sia questa necessità’. E non ovviamente ‘perché le cose vadano bene… Siamo, anzi, molto preoccupati’. Ma perché una manovra ‘sarebbe ulteriormente recessiva in una situazione dove c’è bisogno di investimenti e di ripresa’. Proprio per questo il 29 agosto il Consiglio dei ministri ‘darà – ha detto ancora Baretta a Rainews 24 – un nuovo impulso alla situazione economica nazionale'”.
Su La Stampa viene intervistato Enrico Morando: “Gli ottanta euro efficaci solo se li confermeremo per altri tre anni”. “E’ l’unico modo per sperare in una spinta ai consumi”. Qualche giorno fa il sottosegretario Del Rio aveva riconosciuto che per ora l’effetto della misura non si era visto. Morando dice che “se a settembre non sarà chiarissimo che saranno confermati per altri tre anni” rischiano di non avere effetto.
Sull’Europa: “Non si intenda per flessibilità uno sconto al nostro Paese”. Si tratta invece di “un salto di qualità effettivo sul coordinamento delle politiche fiscali”, e i “300 miliardi” annunciati da Juncker devono diventare “investimenti effettivi e programmati”.
Morando dice anche che nel 2014 si starà sotto il 3 per cento, ma nel 2015 si profila ad oggi una manovra di 20 miliardi.
Ieri il ministro Poletti ha anche evocato un intervento sulle pensioni più ricche. Oggi Dario Di Vico sul Corriere (“Lasciate in pace il ceto medio”) scrive che un “ipotetico contributo di solidarietà (slittamento lessicale che sostituisce la parola ‘tassa’) a carico delle pensioni alte” e ricorda che se tocca le pensioni veramente alte si tratta di “briciole”, mentre se “l’asticella ministeriale del prelievo viene collocata più in basso ecco che la platea dei colpiti diventa molto più larga e si raccoglie decisamente di più. Il guaio è che in questo modo non ci si limita a sforbiciare i redditi dei superburocrati che godono di una pensione aurea ma si tassa di nuovo una parte significativa del ceto medio”.

Di Battista e l’Occidente

“Pannella difende Di Battista: è gandhiano”. “Il leader dei radicali: non ha giustificato i terroristi, ha chiesto di dialogare con loro”, si legge su La Stampa. Pannella – scrive il quotidiano torinese – ha voluto leggere integralmente la dichiarazione che tanto ha fatto discutere ieri del deputato 5Stelle, che è anche vicepresidente della Commissione esteri, e che secondo il leader radicale è stata mistificata dalla stampa e dal coro di reazioni negative. Si trattava di un testo, pubblicato sul Blog di Grillo, sulla situazione in Iraq, il terrorismo, l’Isis, con brevi cenni sulla situazione geopolitica mondiale.
“‘Di Battista ha detto che il terrorismo è l’unica arma violenta che resta ai ribelli a parte l’arma della nonviolenza”, che lui “preferisce”. “Tutti ad attaccare Di Battista come se fosse un terrorista. Invece lui vuole che siano elevati al ruolo di interlocutori i ribelli, i disperati che scelgono la violenza”. “E’ quello che anch’io dicevo di fare con le Brigate Rosse all’epoca del rapimento Moro”, ha detto ancora.
Il quotidiano scrive anche che la dichiarazione di Di Battista ha “creato qualche malumore” nel Movimento 5 Stelle.
Angelo Panebianco (“Le complicità occidentali”) firma l’editoriale del Corriere della Sera, e scrive che “sorprendentemente” l’estremismo islamico “incontra molta comprensione” nelle società occidentali, come accadde per il nazismo e per il comunismo in anni passati. Panebianco scrive che “non andrebbe sottovalutata” la dichiarazione del parlamentare del Movimento 5 Stelle Di Battista “di comprensione per il terrorismo islamico”, cita l’odio per Israele riemerso in queste ultime settimane e si rivolge alla Chiesa, perché in una intervista il segretario della Cei Monsignor Galantini “dopo aver detto molte cose condivisibili, ha dato anche al lettore l’impressione di mettere sullo stesso piano il ‘fondamentalismo’ occidentale, l’ostilità di molti occidentali per l’islam e le azioni dell’Isis e degli altri movimenti jihadisti”. “Un messaggio più chiaro sarà sicuramente di aiuto”.
Su Il Giornale Magdi Cristiano Allam ricorda le “decine di imam” espulsi dal nostro Paese per le loro predicazioni, e scrive anche delle due italiane rapite a fine luglio (Vanessa Marzullo e Greta Ramelli) che, in una manifestazione in Italia di solidarietà con il popolo siriano, portavano un cartello scritto in arabo: “Agli eroi della brigata dei Martiri: grazie dell’ospitalità. Se Allah vorrà presto Idlib sarà liberata. E noi ci torneremo” la traduzione secondo Allam. La Brigata dei Martiri, scrive Allam, è un gruppo terrorista vicino ad Al Qaeda.

Iraq

Sul Corriere, e su tutti i quotidiani, si racconta “la battaglia di Mosul” per la riconquista della diga irachena fino a ieri presa dall’Isis. “Usa e curdi riprendono la diga”. “In prima linea con i peshmerga: quella struttura è vitale, non la lasceremo al Califfato”. Si racconta che le fanterie curde hanno ripreso il quasi completo controllo della diga, ma solo grazie all’intervento dal cielo degli Usa, e che quella di ieri è la “prima significativa sconfitta” del Califfato. “Ma i combattenti del Kurdistan avvertono: le nostre armi non bastano per la vittoria”.
Sullo stesso quotidiano Guido Olimpio scrive che ieri – mentre gli Usa colpivano l’Isis – lo stesso faceva Assad in Siria: “Ora Obama e Assad bombardano lo stesso nemico”. Non è stata una “operazione congiunta” ma ne aveva “il sapore”, scrive Olimpio, nel senso che oggi Washington e Damasco si trovano “vicine”, devono “fermare l’Isis” o “comunque cercare di rallentarlo nella sua progressione”.
Il corrispondente de La Stampa da Mosul è Domenico Quirico. “L’avanguardia riluttante dei peshmerga: ‘Lottiamo soltanto per la nostra terra’. Con i guerriglieri che hanno ripreso la diga di Mosul: non andremo oltre, ci interessa la libertà”.
Il Mattino intervista il politologo Jamsheed Choksy, che insegna all’Università dell’Indiana e collabora con Foreign Policy e con il Wall Street Journal. “‘La soluzione per Obama è allearsi subito con l’Iran'”. L’Isis secondo Choksy è più pericoloso per Al Qaeda, perché “non vuole solo distruggere” ma “costruire un Califfato sunnita integralista”. Dice che ci vuole una mobilitazione Onu e che occorre “aprire il più possibile all’Iran”, perché i suoi interessi coincidono con quelli Usa ed Europa: “un Medio Oriente stabile in cui gli sciiti non siano perseguitati e i luoghi santi sciiti siano protetti”.
Su La Repubblica Piero Ignazi (“La guerra in Iraq, i dubbi dell’Europa”) scrive che l’Italia, “visti i tentennamenti degli altri, dovrebbe farsi promotrice di una azione internazionale” militare.

E poi

Tutti i quotidiani danno notizia dell’assalto all’ospedale liberiano dove si tenta di curare i malati di Ebola: “Assalto alla clinica, malati in fuga”. Un gruppo di giovani armati, scrive il Corriere, è entrato sabato al grido di “Ebola non esiste”, la presidente Johnson Sirleaf “si vuole arricchire con l’emergenza”.
Su La Stampa: “Gli esperti lo avevano detto fin dall’inizio: il problema è che la gente non si fida dei medici”. Secondo Medici senza frontiere ora la situazione “è andata fuori controllo”, i morti sono oltre 1100. E negli altri Paesi colpiti – Sierra Leone, Guinea, Nigeria, “non va meglio”.
Sul viaggio del Papa in Corea, e suoi suoi messaggi alla Cina, il Corriere intervista Romano Prodi, “conoscitore della Repubblica Popolare” oltre che “cattolico”. “‘A Pechino piace: non è lui il potere occidentale’. Prodi: è nell’interesse dei cinesi avere rapporti con un leader globale”.
Su La Stampa Anna Zafesova racconta la “battaglia a Lugansk”, nel conflitto russo-ucraino. “Ucraina, battaglia a Lugansk: i filorussi abbattono tre caccia Kiev: Mosca continua a sostenere i ribelli. E chiede aiuto alla Nat”. “La guerra nell’Est ucraino continua, nonostante le truppe di Kiev ormai combattano per le strade di una delle due roccaforti dei separatisti, Lugansk. Ieri i guerriglieri hanno abbattuto tre aerei ucraini: un caccia Mig-29, il cui pilota è riuscito però a mettersi in salvo, e due Sukhoi-25 colpiti sopra Krasnodon in serata. Il governo ucraino denuncia nuovi sconfinamenti da parte delle truppe russe”, scrive il quotidiano torinese.
Da segnalare sul Sole 24 Ore di oggi un approfondimento sulla spending review: “Con la spending review in Europa si taglia davvero. In Irlanda la spesa pubblica ha registrato la sforbiciata più severa: dal 2011 al 2013 – secondo i dati di Eurostat – il suo peso sul Pil è diminuito di oltre quattro punti percentuali, passando dal 47,1 al 42,9 per cento. Sul “podio” salgono anche Spagna e Gran Bretagna, dove i tagli procedono secondo la tabella di marcia, mentre l’Olanda segue a ruota. Tra i grandi Paesi gli unici in controtendenza sono Italia e Francia”.

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