Il Corriere della Sera: “Verifica in aula per il governo”, “Napolitano riceve Forza Italia: serve un passaggio parlamentare”.
A centro pagina, le isole contese tra Cina e Giappone: una foto ritrae un aereo pattugliatore cinese, “Pechino reagisce all’arrivo dei B-52”.
Ancora a centro pagina: “Si riapre il caso dei marò, ‘Ipotesi pena di morte’. Ma Bonino smentisce”.
La Repubblica: “Napolitano: Letta torni in Parlamento”, “Forza Italia al Colle, è crisi formale. Il premier: ne uscirò rafforzato”.
A centro pagina: “Da Vendola a Clini, i segreti del sistema Ilva”.
In evidenza, a sinistra: “Imu, si paga a gennaio, rivolta dei sindaci ‘Sarà un massacro’”.
La Stampa: “Letta richiederà la fiducia”, “Napolitano: nuova maggioranza, serve un passaggio parlamentare”.
Sotto la testata: “Pasticcio Imu: ecco chi dovrà pagare. La rivolta dei sindaci”.
La foto a centro pagina è per il fermo di 150 tifosi della Lazio a Varsavia: “In Polonia gli ‘hooligans’ sono italiani”.
Il Sole 24 Ore: “Caos Imu sulla prima casa”, “Fino a 10 milioni di proprietari rischiano di pagare una quota dell’imposta 2013”.
Di spalla, il richiamo ad una intervista del quotidiano al ministro dei Rapporti con il Parlamento Franceschini, i cui contenuti vengono sintetizzati così: “’ Alla Camera più tagli al cuneo con l’anticipo della spending review’”, “Franceschini: sì al vincolo sull risorse delle riduzioni di spesa”.
In taglio basso: “Patto ‘snello’ per Mediobanca”, “Accordo di sindacato per due anni, no all’ipotesi consultazione”.
L’Unità: “Respinto l’assalto al Colle”, “Forza Italia al Quirinale pretende le dimissioni di Letta, un voto di fiducia e la illegittimità della legge Severino. Napolitano dice no ma apre al passaggio parlamentare: ‘Ne parlerò con il premier’”.
A centro pagina: “Confronto tv: il Pd cerca il suo X Factor”, “Stasera negli studi di Sky la sfida fra i candidati”, “Polemica Renzi-Cuperlo :’Guardi al passato’, ‘Tu in continuità col ventennio berlusconiano’”.
Il Giornale: “Truffa sulla casa”, “Dopo la cacciata di Berlusconi il regalo del governo: l’Imu sparisce ma solo per finta”, “Forza Italia obbliga Napolitano a smentire se stesso e il premier: ‘Chieda la fiducia all’Aula’. Gara fra gli sciacalli: il Cavaliere l’ho ucciso io”.
A centro pagina: “E fanno rischiare la morte ai marò”, “A un passo dalla pena capitale” (con foto di Salvatore Girone e Massimiliano Latorre)
Il Fatto: “La decadenza di Letta”, “Marci indietro di Napolitano che riceve una delegazione di Fi e poi dice: ‘C’è una nuova maggioranza, serve un passaggio parlamentare’. All’indomani della cacciata del condannato dal Senato il governo delle ex larghe intese rischia di finire in una tenaglia: da una parte B. e Grillo, dall’altra il Pd di Renzi”.
In taglio basso: “Indagato anche per corruzione il viceministro De Luca”, “Nei guai anche il figlio Piero. Per i pm, un imprenditore finanziò iniziative elettorali”.
La foto in prima è invece per il cadavere di un detenuto morto nel carcere di Poggioreale: “E’ un malato grave, ma lo lasciano morire in carcere”. Si chiamava Federico Perna, era tossicodipendente ed affetto da cirrosi ed patite cronica.
Politica italiana
Ieri, come spiega il Corriere della Sera, una folta delegazione di Forza Italia è salita al Colle per un incontro con il capo dello Stato che è durato circa un’ora e mezza: l’incontro era stato sollecitato con urgenza dopo la decadenza di Berlusconi dalla carica di senatore. Due questioni erano state sollevate dai parlamentari di Forza Italia: “’Noi abbiamo parlamentari sufficienti per tenere in vita il governo, ma anche viceversa’”; dopo l’8 dicembre (le primarie Pd) va scritto un nuovo patto di governo. Il capo gruppo alla Camera Renato Brunetta ha illustrato così le richieste di Forza Italia: “Abbiamo manifestato la nostra ferma protesta per quanto è avvenuto ieri (la decadenza del Cavaliere, ndr.) e abbiamo chiesto al presidente della Repubblica che si apra la crisi di governo”, “con le dimissioni del Presidente del Consiglio nelle mani del capo dello Stato per affrontare in Parlamento la nuova situazione che scaturisce dalla fine del governo delle larghe intese”, “la piattaforma politico-programmatica che era alla base del governo delle larghe intese aveva la stessa maggioranza con cui si era avviato in Parlamento il percorso delle riforme istituzionali. Un processo di discontinuità che coinvolge l’esistenza stessa del governo non può non avere lo stesso tipo di influenza per quanto riguarda l’iter delle riforme”. Il che vuol dire -spiega il Corriere- che la riscrittura dell’architettura istituzionale è in forse. Di fianco, il quirinalista del quotidiano, Marzio Breda, sottolinea come fosse imprevista la decisione del Colle: Napolitano ha fatto sapere che “una passaggio parlamentare ci sarà, senza dubbio, per segnare la discontinuità politica tra il governo delle larghe intese” e la nuova compagine “che ha ricevuto la fiducia sulla Legge di Stabilità”. Ma, spiega il Corriere, è “un mezzo cedimento”, visto che si parla di passaggio parlamentare e non ancora di una crisi vera a propria: serve “per svelenire al crisi”, “sdrammatizzare i toni estremi della sfida, nelle vesti di una ‘nuova opposizione’ con cui il movimento del Cavaliere si esprime, sentendosi ormai in campagna elettorale’”.
Il Giornale: “Forza Italia piega il Colle: voto in Aula sul governo”, “azzurri al Quirinale: ‘la maggioranza è cambiata, il premier si dimetta’. Napolitano smentisce se stesso e Letta: ci vuole la fiducia alle Camere. Lunedì l’incontro tra i due”.
Il Fatto: “FI costringe Napolitano: ‘Letta andrà alle Camere’. Contrariamente a quanto detto due giorni fa, il Quirinale spedisce il premier a un passaggio in Aula per certificare la nuova maggioranza”. Secondo il quotidiano Palazzo Chigi sarebbe infastidito per il cambio di rotta e sarebbe intenzionato ad attenersi ad una “informativa di Letta”, senza alcun voto di fiducia.
Su La Repubblica: “Premier spiazzato dalla mossa del Colle, ‘ma voglio subito una nuova fiducia’. Alle Camere già la prossima settimana. ‘Escluso un rimpasto’”. Per quel che riguarda l’orientamento del Quirinale, la pagina 2 de La Repubblica porta questi titoli: “’Le larghe intese sono finite’. Napolitano apre alla verifica e Forza Italia chiede la crisi”.
Da segnalare una intervista del Ministro per i rapporti con il Parlamento Dario Franceschini al Sole 24 Ore. Franceschini ieri ha incontrato Napolitano, e parla di manovra e riforme. “Sulle riforme dovremo capire se la collocazione di Forza Italia all’opposizione cambia anche il suo atteggiamento nei confronti delle riforme costituzionali che, per loro natura, riguardano comunque tutto il Parlamento e non solo la maggioranza. Si potrà decidere come proseguire solo una volta saputo se vi saranno i due terzi dei componenti per la seconda lettura”. Sulla legge elettorale, “se si registrasse uno stallo in Parlamento, il governo potrebbe valutare l’ipotesi di un intervento. Non un decreto, che in materia elettorale non si può fare, bensì un disegno di legge o un’iniziativa politica per far emergere le posizioni in modo chiaro”. Sulla manovra Franceschini dice che alla Camera si potrà migliorare la legge di Stabilità “inserendo il vincolo proposto dalle parti sociali”, come scrive il quotidiano. “Al Senato è stato fatto un lavoro efficace sul concentramento delle risorse ai redditi più bassi. Ora con i deputati bisognerà valutare se utilizzare l’eventuale copertura un po’ più lunga per tornare ad allargare la platea o per rafforzare gli sconti sulla stessa platea”.
La Stampa: “Letta: ‘Così ci rafforziamo’. E vuole subito la legge elettorale”. “Nessun rimpasto e rilancio sulle riforme. Via il premio di seggi sul Porcellum”. Secondo La Stampa il percorso prevederebbe un discorso del Presidente del Consiglio sul mutato quadro politico, un dibattito parlamentare e un voto finale di fiducia. Per quel che riguarda le riforme istituzionali, Letta, dppo aver sondato i partiti della maggioranza, sarebbe intenzionato a varare un disegno di legge governativo (a ad appoggiarne uno di maggioranza) che riformi la legge elettorale in modo da sanare il vizio di costituzionalità “più marchiano” – definizione de La Stampa – ovvero l’attribuzione di un premio di maggioranza senza l’obbligo dei vincitori di raggiungere una soglia minima. La seconda tappa prevederebbe un disegno di legge costituzionale con riforma del bicameralismo e diminuzione del numero dei parlamentari.
Il Giornale si occupa delle “mosse del Cavaliere”: “Primo giorno da ex senatore: il Quirinale rassicura Berlusconi”, “giornata di relax per il Cavaliere”, tranne una breve visita di routine al San Raffaele. Ai suoi: “L’obiettivo sono le europee”. Secondo il quotidiano, poi, nel corso dell’incontro con Forza Italia il Capo dello Stato avrebbe dato in qualche modo “rassicurazioni” nel senso che da una “sommaria verifica” l’ipotesi di un mandato di arresto sarebbe da escludere.
Su La Stampa: “La tentazione di Berlusconi. Una candidatura all’estero”. “Europee: la legge Severino non avrebbe valore fuori dai confini nazionali”.
Internazionale
Dal Corriere della Sera segnaliamo due intere pagine dedicate all’Ue, in vista delle elezioni europee del 2014. Il tema centrale è quella che viene definita “l’incognita” del neopopulismo. Una scheda illustra la “costellazione” dei partiti contrari all’integrazione attraverso l’Europa. Il politologo francese Dominique Reynié, intervistato, dice che si tratta di “una reazione al disagio in un mondo capovolto”, “La classe politica europea non è all’altezza. Eppure, forse la marea populista non ci sarà”. L’inviato a Parigi Luigi Ippolito: “la Francia laboratorio della nuova politica, ma dietro l’angolo c’è l’ombra del razzismo”.
Ampio spazio viene dedicato dai quotidiani al vertice di Vilnius, dopo la decisione del presidente ucraino Yanukovich di sospendere il percorso che avrebbe portato ad un Accordo di Associazione con l’Ue. La Stampa scrive che il presidente ucraino ha rifiutato l’ultima offerta: ieri ha avuto un lungo incontro con il presidente del Consiglio Ue Van Rompuy e quello della Commissione Barroso. Avrebbe spiegato di sentirsi “accerchiato dagli altri Paesi legati economicamente a Mosca”, sottolineando come l’Ucraina abbia “il problema delle forniture energetiche e del debito insoluto con la Russia”. La Cancelliera Merkel ha insistito: “La porta resta aperta”.
Attenzione anche per il messaggio della leader della opposizione in carcere, Tymoshenko, inviato ai protagonisti nel vertice di Vilnius: “Kiev nella Ue anche se resto in cella”. La sua liberazione era infatti una delle condizioni poste dalla Ue per l’accordo di associazione. Il quotidiano riproduce peraltro la lettera che la Tymoshenko ha scritto nei giorni scorsi dal carcere: “Senza l’Ucraina niente Europa unita. Non ci lasciate abbandonati nel passato”. “Vi prego, se Yanukovich volesse far fallire la firma dell’accordo non lasciate spazi alla sua dittatura”, scrive la Tymoshenko, aggiungendo: “Vi chiedo di non fidarvi della futile retorica filo-europea del potere ucraino, ma di utilizzare tutti gli strumenti affinché possano svolgersi in Ucraina elezioni democratiche (si riferisce alle prossime presidenziali, ndr).
Su Il Foglio un estratto dal libro di Ulderico Rinaldini (pseudonimo dell’editore Sandro Teti) dedicato alla “Tymoshenko story”, ritratto dell’ex premier Ucraina, il business di cui fu una protagonista, ovvero il petrolio, le accuse di omicidio.
Il Corriere della Sera: “Dalla Ue ultima chiamata per Kiev”. Ma il quotidiano dà conto anche di come nel corso del vertice si sia parlato anche della decisione del premier britannico Cameron di rivedere alcune regole europee. Ieri Cameron ha ribadito su Twitter la necessità di “fermare gli abusi delle regole sulla immigrazione nella Ue”. Dal primo gennaio, infatti, anche romeni e bulgari potranno lavorare ovunque nella Ue
Su La Repubblica segnaliamo anche un intervento dell’ambasciatore francese in Italia, Alain Le Roy: “Repubblica centrafricana, l’Europa faccia la sua parte”. Dove si sottolinea come questo Paese stia vivendo oggi la peggior crisi della sua storia. E’ urgente intervenire sulla situazione umanitaria, ma anche sul fronte della sicurezza. E l’Ue viene invitata esplicitamente dalla Francia a svolgere pienamente il suo ruolo.
Marò
La Stampa riferisce che l’Hindustan Times aveva di nuovo rilanciato l’ipotesi che venissero condannati alla pena di morte i due marò accusati di aver ucciso due pescatori al largo del Kerala. Il ministro Bonino ha ricordato che il governo guidato dal premier Singh aveva già detto il 22 marzo che la pena capitale si applica solo nei casi “rari tra i più rari”. La Stampa ha però rintracciato il giornalista autore del retroscena del quotidiano indiano, che insiste: la Corte, cui spetta l’ultima parola, è indipendente dalla volontà politica. Spiega il giornalista in questione: “Esiste un contrasto tra il ministero degli esteri indiano e il ministero dell’interno, il primo vorrebbe che i marò fossero giudicati con l’articolo 304 A del codice penale per omicidio colposo, una accusa che non prevede la pena capitale, mentre il secondo e la polizia investigativa li hanno giudicati con il Sua Act, in base al quale la condanna per chi causa morte è la morte.