Il Corriere della Sera apre con le parole del capo dello Stato: “’Decido io quando lasciare’”, “Una nota di Napolitano: resto nella pienezza dei poteri fino all’ultimo giorno”. Di fianco il richiamo ad un’intervista del quotidiano a Romano Prodi: “’Non voglio andare al Colle’”.
La foto nella parte alta della prima pagina è per il referendum in Catalogna: “Indipendenza. La spinta della Catalogna”, “Il referendum contestato: sì dall’80,7%”.
E un’altra foto è dedicata alle celebrazioni per la caduta del Muro: “Il pessimismo (sbagliato) 25 anni dopo”.
In taglio basso: “I magistrati evitano lo sciopero immediato ma avvertono Renzi”.
L’editoriale in apertura a sinistra è firmato da Sabino Cassese: “La grigia miopia della giustizia”, “Un sistema ormai al collasso”.
La Repubblica: “Renzi, ultimatum a Berlusconi”, “Oggi vertice di maggioranza, il premier accelera sull’Italicum: ‘Risposta entro stasera o fuori da tutti i tavoli’”, “Nella battaglia per il Quirinale pronta l’apertura ai 5 Stelle. Napolitano: dimissioni? Le condizioni erano note”.
Attenzione in prima per l’economia italiana: “Incubo correzione sulla manovra. Katainen guida i falchi della Ue, ‘Servono 3,3 miliardi, rischio procedura’”.
Nella colonna a destra: “Effetto Catalogna, tre italiani su 10 vogliono dire addio a Roma”, di Ilvo Diamanti. E sul referendum: “Boom dei separatisti: ‘Via dalla Spagna’”.
A centro pagina, foto delle celebrazioni a Berlino per il venticinquesimo anniversario della caduta del Muro: “Un milione in festa a Berlino: ‘Ora giù tutti gli altri muri’”. Con il discorso pronunciato dalla cancelliera Angela Merkel: “Il mio sogno e la realtà”.
La Stampa: “Legge elettorale verso il rinvio”, “Renzi ritira l’aut aut a Berlusconi. E l’Italicum slitta alla primavera 2015. Napolitano e le voci di dimissioni: sono nella pienezza delle mie funzioni”.
Sotto la testata, l’Isis: “Giallo sul Califfo: ‘E’stato colpito’”, “Al Baghdadi non appare in pubblico da quattro mesi. Un tweet: vittima di un raid. Gli islamisti smentiscono”.
A centro pagina, con foto: “Il cielo (torna) azzurro sopra Pechino”, “Misure anti-smog per il vertice Asia-Pacifico: centrali chiuse, vietata perfino l’anatra arrosto”. “E Obama cerca il rilancio con un accordo con la Cina”, di Paolo Mastrolilli.
Il Giornale: “Finalmente lascia”, “I fallimenti di Napolitano”, “Da Fini a Monti, passando per Enrico Letta e Alfano, re Giorgio ha fatto solo danni”, “per Berlusconi il patto con Renzi reggerà e sarà decisivo per il Quirinale”. A questo tema è dedicato l’editoriale del direttore Sallusti.
A centro pagina, il richiamo con foto all’intervista ad Al Bano, che dice: “’Ho ritrovato Romina grazie a Putin’”.
Ancora a centro pagina, sui raid Usa contro l’Isis: “Il califfo? Meglio far fuori il califfato”, di Magdi Cristiano Allam.
E poi “imbarazzo all’Onu”: “Blair inviato per la pace fa affari (suoi) con i sauditi”, di Gabriele Villa.
Il quotidiano preannuncia nella colonna a destra l’arrivo in edicola del libro firmato dal direttore Alessandro Sallusti “Un golpe chiamato rating”, con prefazione dell’ex ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta, che viene intervistato: “Brunetta: ‘Ecco le carte inedite del golpe anti Berlusconi’”.
In taglio basso, l’articolo del lunedì di Francesco Alberoni: “Il marxismo dei sindacati non muore mai”.
Il Fatto ha in prima un reportage: “Lo Stato accende le luci rosse”, “Roma come Amsterdam: nel 2015 aprirà all’Eur la prima zona riservata alla prostituzione. Altre città si preparano a tentare l’esperimento. Parlano le ragazze, i clienti e gli abitanti dei quartieri. E voi cosa ne pensate?”.
Sul tema delle possibili dimissioni di Napolitano: “Il balletto del Quirinale: ‘Né conferme, né smentite’”.
Sul referendum proposto dalla Lega sulla legge Fornero: “Da Casa Pound alla Cgil. Tutti sul treno di Salvini”, “La Lega pesca a destra su immigrati e a sinistra per il lavoro. Il sindacato: ‘Legge ingiusta’”.
In taglio basso un editoriale di Feruccio Sansa: “la difficoltà di essere solo Barack Obama”, “Diario immaginario del presidente sul viale del tramonto”.
Quirinale, riforme.
Ieri il Quirinale ha diffuso una nota ufficiale in merito a “ipotesi e previsioni” sulle possibili dimissioni del capo dello Stato. La riproduciamo dallo stesso sito del Quirinale nella sua integralità: “I giornali hanno dato ampio spazio a ipotesi e previsioni relative alle eventuali dimissioni del Presidente della Repubblica. In realtà, i termini della questione sono noti da tempo. Il Presidente della Repubblica, nel dare la sua disponibilità – come da molte parti gli si chiedeva – alla rielezione che il 20 aprile 2013 il Parlamento generosamente gli riservò a larghissima maggioranza, indicò i limiti e le condizioni – anche temporali – entro cui egli accettava il nuovo mandato. Ciò non gli ha impedito e non gli impedisce di esercitare nella loro pienezza tutte le funzioni attribuitegli dalla Costituzione, tenendo conto anche della speciale circostanza della Presidenza italiana del semestre europeo. La Presidenza della Repubblica non ha pertanto né da smentire né da confermare nessuna libera trattazione dell’argomento sulla stampa. E restano esclusiva responsabilità del Capo dello Stato il bilancio di questa fase di straordinario prolungamento, e di conseguenza le decisioni che riterrà di dover prendere. E delle quali come sempre offrirà ampia motivazione alle istituzioni, all’opinione pubblica, ai cittadini”.
Il Corriere della Sera, che è il quotidiano che in qualche modo ha lanciato il tema, oggi torna sull’argomento con il quirinalista Marzio Breda: “Caso dimissioni, interviene Napolitano. E richiama la pienezza dei suoi poteri”, “Nota del Quirinale che esprime sorpresa: responsabilità del capo dello Stato le decisioni che saranno prese”, “Il Colle sceglie di non confermare né smentire la notizia”.
Su La Stampa, l’analisi di Antonella Rampino: “’Sono nella pienezza delle funzioni’”, “Nota di Napolitano dopo le voci sulle dimissioni: farò il bilancio di questa fase straordinaria, poi deciderò”.
Il Fatto intervista Gianfranco Pasquino, professore di Scienze della politica che, commentando le parole del capo dello Stato, dice: “Non si fida dei dilettanti, non lascerà a breve”, “Napolitano non mollerà il Paese nelle mani di incompetenti. Ma deve chiarire cosa farà in futuro”.
Per il direttore de Il Giornale la non conferma e la non smentita delle imminenti dimissioni equivalgono -nei codici della politica- a “una conferma piena”: “sono quindi gli ultimi giorni di una presidenza lunga, assai discussa e sicuramente discutibile”, “consideriamo Napolitano uno dei peggiori presidenti della Repubblica, con una faziosità forse seconda solo a quella di Oscar Luigi Scalfaro”.
E alle pagine interne, ancora su Il Giornale: “Napolitano molla Renzi: non sarò complice del flop”, “La nota del Colle sulle voci di dimissioni anticipate: ‘Né conferme, né smentite’. Ma Re Giorgio ha deciso: vuol mettere il premier davanti alle sue responsabilità”. Dove Roberto Scafuri fa riferimento alle condizioni poste da Napolitano nell’atto di accettare il reincarico, ovvero che i partiti s’incamminassero sulla strada delle riforme. Ma “dopo l’iniziale slancio renziano, la situazione s’è incancrenita”. Il presidente potrebbe “abdicare” a metà gennaio, secondo Il Giornale.
Il Fatto: “L’uomo del Colle ha detto: si vedrà”. Secondo il quotidiano il riferimento al semestre europeo pare avvalorare l’addio a inizio 2015.
Il Corriere della Sera intervista Romano Prodi, che, scrive il quotidiano, su una sua possibile candidatura al Quirinale, “sgombra il campo”: “non ci ho mai pensato”, “Nessuna intenzione di fare il presidente. I 101? Non c’era una ferita da chiudere”. Alla pagina seguente, grande foto della presidente della Camera: “Boldrini e la carta di una donna sul Colle”, “L’ipotesi avanzata dal presidente della Camera: il Paese è pronto, ce ne sono di autorevoli. Delrio: quando sarà, auspichiamo la massima convergenza. Critiche da FI per le ‘pre-dimissioni’”.
Su Il Giornale: “La Boldrini subito si candida, ma favorita resta la Pinotti”.
Le pagine 2 e 3 de La Repubblica mettono insieme, alla voce “trattativa”, tanto la questione Quirinale che il tema delle riforme. Pagina 2: “Colle e legge elettorale, Renzi avverte Berlusconi: ‘Se si sfila dalle riforme è fuori dalla partita’”, “Oggi vertice di maggioranza: ‘Pronti a rompere il Patto’. Il Cavaliere resiste: ‘Anche il Quirinale nella trattativa’”. Alle pagine seguenti, sulla situazione in Forza Italia: “Berlusconi va alla resa dei conti con Fitto. I figli a consulto: ‘Non rompere con Renzi’”, “Nei prossimi giorni il comitato di presidenza e l’assemblea dei gruppi. Ma il consenso alla fronda cresce”.
Sul Corriere: “Fitto: nessuna scissione, ma Silvio ci convochi. Segnali di tregua, Rossi in missione dal ribelle” (Mariarosa Rossi, tesoriere di Fi, ndr.).
Su La Stampa: “Renzi rilancia con Berlusconi: ‘Italicum rinviato a primavera’”, “Ritirato l’aut aut del premier. Questa sera vertice di maggioranza”.
E un’intervista a Fabrizio Cicchitto, deputato dell’alleato Nuovo Centrodestra, sulla legge elettorale: “Votiamo solo sbarramenti sotto il 5% oppure salta il governo”.
Su Il Giornale: “Quirinale, Berlusconi decisivo. Confermato il patto del Nazareno”, “L’intesa con Renzi reggerà e avrà un seguito nell’elezione del dopo Napolitano. Sull’Italicum si tratta ancora, le concessioni del Cav in cambio della rinuncia del premier al voto anticipato”.
Sul Corriere: “Renzi esclude il voto anticipato: ‘Alla fine il Cavaliere dirà di sì’”, “Il messaggio di Palazzo Chigi: avanti con urgenza, ma l’orizzonte è quello del 2018”. Sulla stessa pagina, intervista al presidente Pd Matteo Orfini: “Se Fi si sfila, pronti a schemi diversi”, “le riforme sono la precondizione perché la legislatura vada avanti”.
La Stampa intervista “il braccio destro” del guru del M5S Gianroberto Casaleggio, Claudio Messora, che dice: “Col Pd accordo possibile sul Colle”, “il processo decisionale resti però alla Rete”, “Per il Quirinale mi aspetto che si facciano scegliere alla rete i candidati e che poi si renda trasparente ed esplicito il processo di mediazione con i partiti”.
Internazionale
Su La Stampa grande attenzione per il vertice Apec e per il viaggio del presidente Obama in Asia, che avrà come prima tappa la Cina: “Fra Obama e Xi è pronta l’intesa per salvare il pianeta”, Verso un accordo storico sulla riduzione della Co2”. “Disarmo e ambiente, la sponda asiatica rilancia il Presidente”, “La Casa Bianca vuole stupire sulla politica estera”, scrive Paolo Mastrolilli. Ilaria Maria Sala, da Pechino, racconta: “Centrali chiuse e niente barbecue, a Pechino cielo blu per un giorno”, Misure anti-smog in occasione dell’arrivo di 21 capi di Stato”.
Dal 12 al 14 novembre Obama sarà in Birmania e parteciperà al summit Asean. Poi volerà in Australia per il G20, dove vedrà il presidente russo Putin.
Sul Corriere: “Obama vola in Asia. Missione per evitare l’abbraccio Putin-Xi”.
Su La Repubblica due pagine dedicate all’Isis: “Obama: ‘Ora via a una nuova fase, contro l’Is passiamo all’offensiva’. L’Iraq: ‘Al Baghdadi è stato ferito’”, “L’annuncio del presidente che adesso ha un Congresso più propenso alla linea dura. Washington non dà conferme sul Califfo. Testimoni iracheni: ‘Ucciso uno dei suoi vice’”.
Su La Stampa, alla lotta all’Isis è dedicata la pagina 11. “Illeso, morto o ferito? Sulla sorte del Califfo è guerra pure sul web”, di Maurizio Molinari. E il corrispondente da New York Francesco Semprini firma un “retroscena”: “Raid, alleanze e forze speciali. Così Obama vuole annientare l’Isis”, “Il presidente Usa cambia strategia: ora passiamo all’offensiva”.
Dalle pagine R2 de La Repubblica segnaliamo un articolo di Giulio Azzolini sulla quinta edizione dei “Venice-Padua-Dehli Seminars”, terminati ieri e promossi da Reset-Dialogue on Civilizations: “I populismi non solo europei. L’India protagonista a Reset”.