Le aperture
Il Corriere della Sera. “L’asta sulle tv un caso politico. Il Pdl contro Passera”. “Fondi ai partiti, si arena la legge. Napolitano: non tutto è marcio”
La Repubblica: “Frequenze tv, il Pdl minaccia Monti. Il centrodestra contrario al tetto. Slitta la legge sui rimborsi ai partiti. Napolitano: estirpare il marcio ma non demonizzare la politica. Sì all’asta, scontro nella maggioranza. Corruzione, pene più severe”. In prima pagina anche un richiamo all’impegno del premier: “Ecco il piano crescita. ‘Il Pil salirà del 5 per cento’. “Monti: patto sulle riforme. Fmi: Italia ancora in deficit nel 2013”.
L’Unità: “Pdl all’asta. La guerra delle frequenze. La destra sconfitta: vota no all’emendamento per la gara ma passa il sì. Addio beauty contest. Vertice Monti-segretari. Il premier vuole la tregua: cerchiamo ciò che unisce. Barca: puntare sui giovani”.
La Stampa apre con l’annuncio di Monti: “Un’agenda per la crescita. Vertice notturno con i leader di maggioranza. Cambierà la riforma del lavoro. Il premier annuncia un nuovo patto politico dopo le tensioni con il Pdl sulle frequenze tv”. A centro pagina: “Michelle: quando Barack era uno spiantato. Al telefono con la first lady americana assieme ai volontari del Partito Democratico”.
Il Sole 24 Ore offre le prime simulazioni sugli effetti per i contribuenti della riforma del catasto. “Casa, quanto costa il nuovo catasto”. Di spalla l’andamento delle Borse: “Crolla Repsol per l’esproprio argentino. Borse in recupero. Piazza Affari a +3,68 per cento. Spread sul Bund a 372”. A centro pagina: “Prima intesa sul piano crescita. Summit Monti-partiti: più liquidità alle imprese e credito per la ricerca. Pressione fiscale verso il 45 per cento. Def al Cdm”.
Il Giornale apre sul “tesoro della Lega”. “L’ex amministratore Belsito consegna 11 diamanti e lingotti d’oro per 5 chili. Erano in un caveau a Genova. Fini chiede ai partiti di risparmiare. Ma non dimezza i suoi privilegi”.
Il Fatto quotidiano: “Lingotti d’oro, diamanti, ville, vacanze gratis. Politica Spa, che affarone. Belsito restituisce parte del bottino. Lombardia: Boni lascia, Formigoni raddoppia. L’anticorruzione non tocca la prescrizione. E la riforma dei ‘rimborsi’? Affossata”.
Libero: “Si fanno l’agenda in pelle di contribuente”. Il quotidiano di Belpietro pubblica il bando di gara del Senato per l’appalto per due anni per la realizzazioone di agende da tavolo e agende tascabili del Senato. Il valore della gara è 950 mila euro. “Festa finita solo per gli italiani. Camera e Senato continuano con gli sprechi”, dice il quotidiano.
Monti
Ennesimo vertice ieri sera tra Monti e i tre segretari della maggioranza. La cronaca de La Stampa racconta della “cena summit a Palazzo Chigi”, iniziata alle 19.30 e chiusa cinque ore dopo. I temi: agenda per la crescita, riforma del mercato del lavoro (“col recepimento delle istanze del Pdl per una maggiore flessibilità nella fase di ingresso”), il congelamento del contenzioso sulle frequenze, argomento che “non è stato trattato per evitare di impantanare il vertice”.
La Stampa riferisce che domani, peraltro, Monti avrà un incontro con Berlusconi. I cronisti si interrogano sui temi che saranno al centro dell’incontro, qualcuno azzarda che il presidente del Consiglio senta puzza di bruciato, avverta il rischio di elezioni a ottobre e dunque cerchi sponde in un Cavaliere preoccupato dalla prospettiva delle urne.
Partiti
Ieri la Camera dei deputati doveva decidere se assegnare alla Commissione affari costituzionali in sede legislativa – senza cioè bisogno di un ulteriore passaggio in Aula – la proposta di legge sui rimborsi elettorali di Alfano, Bersani eCasini. Si trattra dlela proosta che tra l’altro istituisce una commissione per la trasparenza e il controllo dei bilanci dei partiti, scrive il Corriere. Dopo il via libera dell’Aula di Montecitorio alla “legislativa”, però, la Lega ha presentato le firme di 74 deputati (con i leghisti anche alcuni altri deputati) che hanno fermato l’iter accelerato della legge, che ora seguirà il normale iter parlamentare. “Rimborsi elettorali, sgambetto della Lega” è il titolo che il Corriere dà alla notizia. Il quotidiano dà spazio anche lla proposta dell’economista Pellegrino Capaldo, presidente dell’Associazione Amici di Sturzo, che si bvasa sulla sostituzione progressiva del sistema del finanziamento o rimborso ai partiti con un contributo volontario defiscalizzato da parte dei cittadini.
Su Il Fatto quotidiano: “Il gioco dell’oca: né trasparenza, né tagli. Nessun iter lampo per il ddl di ABC. La Lega raccoglie 74 firme per bloccarlo.Il risultato immediato – scrive il quotidiano, citando le parole dell’Udc Rao – è che sarà bloccata anche ogni ipotesi di taglio della rata di rimborsi prevista per i prossimi mesi.
Napolitano, Formigoni
Ieri il presidente Napolitano ha inviato un videomessaggio al convegno commemorativo per il centenario della nascita di Benigno Zaccagnini. Ed è stata l’occasione per tornare sul ruolo dei partiti. “I partiti non sono il regno del male, del calcolo particolaristico o della corruzione. Guai a fare di tutte le erbe un fascio, a demonizzarli, a rifiutare la politica”, ha detto il capo dello Stato. E ricordando Zaccagnini ha sottolineato come fosse un uomo “sommamente probo”, con quella tensione ideale e morale, con quello spirito di servizio che scaturivano da una autentica vocazione alla politica, praticata con fede nei valori da diffondere e consolidare, senza mai smarrire quello che egli definiva l’aspetto più profondamente umano della politica”. E ancora, come riferisce il Corriere della Sera, Napolitano ha sottolineato che “Zaccagnini invocava il partito come strumento”, e, “il partito e la politica possono e debbono ancora oggi essere questo”. Il marcio ha sempre potuto manifestarsi e sempre si deve estirpare: ma anche quando sembra diffondersi e farsi soffocante, non dimentichiamo tutti gli esempi passati e presenti di onestà e serietà politica, di personale disinteresse, di applicazione appassionata ai problemi della comunità”:
Nell’analisi del quirinalista del Corriere Marzio Breda, quella di Napolitano è stata “una scossa al Parlamento per evitare che l’inerzia alimenti derive populiste”. E’ il secondo intervento del capo dello Stato in appena quindici giorni sul tema della necessità della riforma dei partiti, alla luce degli scandali di questi giorni e dei clamorosi sondaggi con i dati sull’astensionismo al prossimo voto.
Il Corriere della Sera dà conto della video-intervista tenutasi ieri nella sede di via Solferino con il governatore della regione Lombardia Roberto Formigoni, che il quotidiano aveva sollecitato a rispondere sulle domande relative all’inchiesta sulla sanità in Lombardia. Ha risposto sul ruolo del faccendiere della sanità lombarda Pierangelo Daccò (“Non ho mai ricevuto regalie e nessuno mi ha pagato vacanze”, “amo da sempre fare vacanze di gruppo, si organizzano dividendosi conti e spese”, “Daccò lo conoscevo da molti anni, e non ha mai avuto rapporti direttamente con me”); sui controlli nei confronti della Maugeri e del San Raffaele (“Il controllo viene esercitato dal prefetto e dal ministro della sanità”); sulla richiesta di dimissioni (“Diversi miei colleghi di centrosinistra hanno avuto avvisi di garanzia, da Errani a Vendola, da Lombardo a De Magistris. Loro hanno ricevuto avvisi di garanzia, io no. Ma non per questo chiedo si dimettano”). Sulla consigliera regionale Nicole Minetti (ribadisce di aver telefonato a Don Verzè e lui “mi garantì che era una ragazza acqua e sapone. Se avessi saputo quello che poi abbiamo scoperto mi sarei opposto alla sua candidatura”).
Riforma elettorale
Romano Prodi è intervenuto “dal suo sito internet”, come scrive La Stampa, per criticare la proposta di riforma elettorale elaborata da Pd, Pdl ed Udc. L’occasione è l’anniversario del voto referendario del 18 aprile 1993, quando si avviò una transizione politica rimasta incompleta”. La proposta di Abc, dove pure “la confusione regna sovrana”, pare a Prodi segnata da un “sostanziale ritorno al proporzionale con alcune variazioni marginali sul tema”, come “una indefinita soglia di sbarramento”. Sia nelle proposte che nelle dichiarazioni a commento, dice l’ex premier, “il vero nemico pare essere il bipolarismo, cioè proprio il metodo elettorale che meglio conferisce stabilità ai sistemi democratici”. Prodi ricorda la proposta referendaria bocciata a gennaio dalla Consulta, proposta da lui sostenuta.
Anche su Il Corriere si dà conto dell’intervento di Prodi, secondo cui l’accordo tra i partiti era “abbastanza prevedibile perché in questo modo la loro forza viene protetta”.
Intanto al Senato fa passi avanti il ddl costituzionale che prevede tra l’altro la riduzione del numero di deputati e senatori, il rafforzamento dei poteri del premier e la cancellazione del bicameralismo perfetto.
Internazionale
Il Corriere torna ad occuparsi oggi del nuovo corso in Argentina, all’indomani della nazionalizzazione di Ypf, filiale della spagnola Repsol (“Dalle Falklands agli espropri, il risveglio nazionalista”).
Anche su La Stampa ci si occupa dell’Argentina, raccogliendo le reazioni a Bruxelles, all’indomani della nazionalizzazione della Ypf, il colosso energetico nazionale controllato dalla spagnola Repsol: il governo di Madrid ha convocato l’ambasciatore di Buenos Aires ed ha minacciato ritorsioni, mentre il ministro degli esteri Garcia Margayo ha dichiarato che gli argentini “si sono sparati sul piede”. L’alto rappresentante della politica estera Ue Ashton ha parlato di “esproprio di un importante investimento europeo in Argentina”, ovvero di “una misura che crea incertezza legale per le imprese europee”.
Una intera pagina del Sole 24 Ore è dedicata alla questione: “Repsol chiede i danni all’Argentina. Il premier spagnolo Rajoy parla di “precedente gravissimo”. Poi una analisi: “Torna il fantasma del protezionismo. Dove si legge che i Paesi emergenti vogliono pesare di più nel grande gioco delle commodities, innescando un revival dei nazionalismi. Poi la preoccupazione della Ue, allarmata dal ritorno a politiche di chiusura in una fase di forte debolezza della domanda interna.
Domenica si terrà il primo turno delle elezioni presidenziali in Francia, e se ne occupano estesamente i quotidiani. La Stampa: “Hollande, tassa sul lusso per conquistare la sinistra”. Il socialista rilancia l’Iva al 33,3 per cento sui prodotti di lusso. Rilancia anche sul salario minimo, fermo da tre anni a quota 1398,37 euro mensili: l’idea è quella di non indicizzarlo solo sull’inflazione, ma anche sulla crescita.
Il Sole 24 Ore: “Sarkozy perde slancio. Hollande resta il favorito”. Il socialista sarebbe al 28 per cento al primo turno, Sarkozy al 27. Marine Le Pen al 15,5 per cento, il gauchista Mélenchon al 14,5 per cento. Il quotidiano scrive anche che la Confindustria francese, Medef, ha assunto posizione più neutrale, mentre in passato è stata tradizionalmente schierata con Sarkozy. La presidentessa Parisot ha detto che si riconosce almeno in parte nel programma del candidato socialista, che ieri ha avuto peraltro il sostegno di una sessantina di economisti.
Su La Stampa una pagina dedicata alle critiche piovute sul re di Spagna Juan Carlos, sotto accusa per una battuta di caccia all’elefante in Botswana, il cui costo si aggirerebbe sui 30 mila euro a persona. Rabbia degli spagnoli (disoccupazione al 23,6 per cento, la più alta d’Europa). Allo stesso tempo, peraltro, il re è sotto pressione per il coinvolgimento di suo genero in un processo in cui è accusato di aver intascato quindici milioni di euro di denaro pubblico attraverso una Ong.
E poi
Alle pagine della cultura de La Stampa Massimiliano Panarari si occupa di quella che potrebbe essere definita – secondo alcuni – una “neo-terza via”: tramontato il blairismo, ci sono una serie di pensatori progressisti, intellettuali della sinistra democratica e liberal, economisti che conoscono bene il mondo della finanza, molto critici sulle responsabilità del neoliberismo e dell’individualismo selvaggio, ma non orientati a demonizzare o rigettare la finanza (Joh Quiggin, australiano, contro il fondamentalismo di mercato ma senza nostalgie keynesiane; Richard Sennet, americano, contro il neoliberismo e il ‘tribalismo’ di ritorno; Jurgen Habermas, che ha di recente pubblicato ‘Quest’Europa in crisi’).
La Stampa riferisce che Julian Assange (il patron di Wikileaks) ha esordito sulla tv Russia Today, con cui ha avviato una collaborazione. E’ una emittente in lingua inglese finanziata dal Cremlino e Assange ha esordito con una intervista al leader di Hezbollah Nasrallah.