Il Corriere della Sera: “Larghe intese, ci prova Letta. Napolitano avverte i partiti: ‘Non ci sono alternative al successo’. L’incarico da premier al vicesegretario Pd: grandi difficoltà, no a un governo a tutti i costi, ma sono fiducioso”. L’editoriale, firmato da Pierluigi Battista, è titolato “L’ultima chiamata”. A centro pagina si parla delle “condizioni del Pdl su ministri politici e abolizione dell’Imu”. A fondo pagina il quotidiano si sofferma sulla “Basilicata nel caos” per un nuovo scandalo sui rimborsi ai consiglieri regionali. Il Presidente della Regione ieri ha annunciato le sue dimissioni.
La Repubblica: “Governo Letta, battaglia sui ministri. ‘Non farò un esecutivo a tutti i costi’. Berlusconi vuole Viminale e Giustizia. Diviso il Pd”. Il quotidiano spiega nell’occhiello: “Il vicesegretario democratico, preferito ad Amato, accetta l’incarico da Napolitano. Oggi le consultazioni. Il Pdl insiste per Schifani al posto della Cancellieri”. L’editoriale di Massimo Giannini è titolato “I ricatti da respingere”. Di spalla il quotidiano si occupa del 25 aprile, con un articolo dello storico Guido Crainz. A centro pagina un richiamo per le inchieste: “In cella il Belsito, ex tesoriere della Lega. Rimborsi Basilicata, tre in manette”.
La Stampa: “Governo Letta, il nodo Pdl. Lavora a una squadra di 18 ministri. ‘Esecutivo di servizio ma non a tutti i costi’. Programma e nomi: il centrodestra chiede garanzie e non vuole i tecnici di Monti.
Il Giornale: “Imu per sempre, Letta forse. Nel giorno dell’incarico al premier, Monti ci fa un regalo: la tassa più odiata diventa permanente. I ministri saranno 18, sui nomi trattativa in salita. Il Cav: riforma fiscale subito”.
Libero è perplesso sull’incarico a Letta, “brava persona, ma troppo debole per un governo che dovrebbe portarci fuori dalla crisi”, e scrive di “politica da psicanalisi” , perché Napolitano, “non volendo far esplodere il Pd”, ha deciso di affidare l’incarico “all’eterna promessa Letta jr”.
Il Sole 24 Ore: “’Governo di servizio’, la sfida di Letta. A centro pagina il quotidiano dà rilievo all’accordo sulla produttività siglato ieri dai sindacati e dalla Confindustria. “L’intesa estende gli sconti fiscali alle aziende prive di rappresentanza sindacale”. Si tratta della estensione anche a queste aziende della tassazione al solo 10 per cento per il salario di produttività.
Governo
Non è stato scelto Amato, che fino a ieri era il più gettonato, perché – come scrive Marzio Breda sul Corriere della Sera – perché sul dottor Sottilie c’era la pregiudiziale della Lega, c’erano “umori malmostosi” dentro al Pd. Secondo Stefano Folli, sul Sole 24 Ore, “l’indicazione di Amato rischiava di essere non sostenibile in questo Pd diviso in fazioni”. Con Amato “avremmo avuto un governo più francamente ‘del Presidente’, mentre con Letta si afferma un modello di governo più classico, “un esecutivo di partiti chiamati alla corresponsabilità”.
La Repubblica intervista Flavio Tosi, sindaco di Verona e segretario della Lega in Veneto: “Non escluso la fiducia a Letta”. Indicando Letta Napolitano “in qualche modo ci ha ascoltato. E’ davvero un grande presidente”.
Massimo Giannini, sulla prima pagina de La Repubblica, in un editoriale titolato “I ricatti da respingere”, scrive della sinistra “costretta dalla sua stessa inadeguatezza non solo a scendere a patti ma addirittura a governare insieme all’avversario”.Giannini evoca la categoria del “male necessario” secondo “l’analisi dei ‘rapporti di forza’ predicata da Gramsci e dimenticata dai suoi epigoni”, si sofferma sugli errori e sulle contraddizioni nella strategia del Pd, e aggiunge che “a questo punto, ingoiare fino in fondo la medicina più amara è una mossa che almeno ha il pregio della coerenza”, e la scelta di Letta invece che Amato “premia in parte l’innovazione rispetto alla tradizione”. Ma “il suo tentativo resta difficile, temerario, per molti versi quasi proibitivo”: “pensiamo solo alla lista dei ministri che il premier incaricato deve stilare, alla quale corrispondono almeno tre temi cruciali non negoziabili. Chi sarà il ministro dell’economia e del welfare? E’ pensabile condividere con la destra la cancellazione immediata dell’Imu e delle tutele rimaste alla flessibilità del lavoro? Chi sarà il ministro della giustizia? E’ pensabile un salvacondotto da accordare al Cavaliere o la rinuncia ad una legge finalmente degna contro la corruzione, dopo il pannicello caldo della Severino?”.
Sui nomi il quotidiano diretto da Ezio Mauro dice che alla giustizia si parla di Severino (“la voce di una sua possibile riconferma circola con insistenza) o di Violante. Al Welfare, che fa gola sia a Pdl e che a Pd, la partita sarebbe tra Tiziano Treu e Renato Brunetta. Alle comunicazioni i nomi sono quelli di Corrado Passera o Paolo Romani.
Il Corriere della Sera intervista Maurizio Lupi, che esprime i timori del Pdl: “non esiste che si possa dire che all’Economia ci debba andare per forza un tecnico, che gli interni non si possa toccare il ministro tecnico, che c’è perché è brava, che alla Giustizia serva un esperto. In tutti i governi ci sono i tecnici, ma la caratura generale deve essere politica, come politico è il premier. E i ministri chiave devono essere affidati a politici, almeno in larga prevalenza”. Lupi aggiunge: “veti inconcepibili come quelli sentiti in queste ore, i no alla Gelmini, a Brunetta, a Quagliariello, non li accettiamo. Sono frutto di pregiudizi. Noi proporremo dei nomi, che andranno valutati per autorevolezza e competenza dal premier incaricato, ma che non possono ricevere alcuno stop preventivo”.
La Repubblica intervista Roberto Saviano che, sul ruolo di ministro dell’Interno e sull’attuale ministro Cancellieri dice che tifa per la sua riconferma: “La Cancellieri si è distinta in questi due anni nella battaglia antimafia”. Dice: “Spero che venga confermata al ministero dell’interno e che in questo ruolo possa avere anche più possibilità rispetto al passato nel contrasto al potere criminale e ai capitali mafiosi che mai come in questo momento stanno dilagando nel Paese approfittando anche del vuoto politico e della disattenzione su questi temi”.
Secondo Il Sole 24 Ore l’ipotesi più accreditata sarebbe quella di un tecnico all’Economia: “Saccomanni, Padoan o Rossi”. (Padoan tra l’altro oggi concede una intervista a La Repubblica).
Su Il Giornale l’editoriale di Nicola Porro (“Non servono ragionieri”) scrive che “l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno è un ministro dell’Economia che sia un ragioniere”, e a via XX settembre “non serve un economista, non serve un grande banchiere”, perché “è necessaria una visione, un punto di arrivo”, serve “un uomo che stia di più sui marciapiedi e di meno a Bruxelles”.
Il quotidiano di Confindustria offre oggi un ampio contributo di Enrico Letta (“Importante per lo sviluppo un mercato competitivo”), in cui il Presidente del consiglio incaricato si sofferma sulle liberalizzazioni messe in atto negli anni 90 e critica i “passi indietro”, per esempio in materia di servizi pubblici locali, compiuti dal governo Berlusconi. Letta ricorda le sue esperienze prima con il dibattito sulla riforma del mercato del gas, poi il suo viaggio con Bersani nei distretti industriali italiani, in cui gli imprenditori gli segnalavano “i costi insopportabili dell’energia”; dice che “abbandonare il nucleare fu un errore” . Si tratta di un passaggio tratto da un libro di Letta del 2009.
La Stampa intervista l’economista Nouriel Roubini, che definisce Letta “un leader serio e rispettato, con grandi competenze economiche”, ma dice che il governo durerà poco, perché “sarà osteggiato sostanzialemente in ogni sua iniziativa seria da Silvio Berlusconi. Potrà fare qualche riforma istituzionale di facciata, ma dal momento che il Pd è spaccato nel giro di sei mesi c’è il rischio che il Pdl stacchi la spina dell’esecutivo. Berlusconi vincerebbe le elezioni a mani basse e chiederebbe le dimissioni di Napolitano raggiungendo il suo obiettivo di diventare Presidente”.
Berlusconi – come ricorda Libero – non sta partecipando alle consultazioni, essendo volato a Dallas per inaugurare una biblioteca di George W. Bush. Ma – aggiunge il quotidiano diretto da Maurizio Belpietro – si sente con Letta. E ai suoi avrebbe detto di non tirare la corda, perché – se il governo non dovesse andare a buon fine – non dovrà essere per i veti del Pdl. Berlusconi vorrebbe un segnale chiaro sull’Imu, e lo stop ad un eventuale ingresso di Monti nella squadra di governo. “I nostri elettori identificano Monti come l’uomo delle tasse. Non possiamo votare la fiducia a un governo con lui ministro”.
Anche su Il Messaggero si parla di Berlusconi e delle indicazioni del Pdl: “Esecutivo politico e via l’Imu. Il Pd non pensi a soluzioni balneari”.
Il nodo Imu – scrive il Corriere della Sera – insieme alle misure urgenti sul lavoro, alla manovra e alle riforme istituzionali sono i temi che il governo dovrà affrontare.
Secondo La Repubblica il presidente del consiglio incaricato starebbe meditando una “mossa” che “parla ai 5 Stelle e all’opinione pubblica in generale. Da tempo Letta ha in mente un progetto di abolizione del finanziamento pubblico dei partiti e vuole trasformare questa bozza in un provvedimento da portare al primo consiglio dei ministri. Quanto ai tempi, tra sabato e domenica potrebbe esserci il giuramento del governo al Quirinale e lunedì il primo voto di fiducia.
E poi
Ieri il Papa, nella Messa tenuta nella chiesa di Santa Marta, rivolgendosi ai dipendenti dello Ior che assistevano alla messa, ha detto: “Ci sono quelli dello Ior, scusatemi eh, tutto è necessario, gli uffici sono necessari, ma sono necessari fino a un certo punto”.
“La Chiesa – ha osservato Bergoglio – non è una Ong, è una storia d’amore», e dunque lo Ior come altri organismi vaticani, sono necessari ‘come aiuto a questa storia d’amore’. Ma ‘quando l’organizzazione prende il primo posto, l’amore viene giù e la Chiesa, poveretta, diventa una Ong”, cioè “diventa un po’ burocratica, perde la sua principale sostanza”.
ha annunciato che la “banca cambierà”, come scrive Il Sole 24 Ore. “Che la banca vaticana fosse uno dei capitoli più spinosi e delicati della riforma della Curia che arriverà nei prossimi mesi era dato per scontato”, aggiunge Carlo Marroni, sul quotidiano di Confindustria.
Su Avvenire una intervista a Xavier Lacroix, teologo, ex direttore dell’Istituto di scienze della famiglia di Lione, “uno dei maggiori esperti europei dei nessi profondi tra vita coniugale e legame filiale”, che commenta l’approvazione della legge sui matrimoni omosessuali in Francia: “Il vero matrimonio rispetta il corpo”. Il matrimonio non è un “mero contratto tra individui”, e con questa legge rischia di diventarlo, perdendo “la sua natura profonda di istituzione che lega la vita coniugale e quella dei genitori”.
Lo stesso quotidiano dà notizia della decisione svizzera di mantenere la clausola di salvaguardia che per i prossimi dodici mesi continuerà a limitare la libertà di circolazione verso il Paese dei lavoratori europei. “Svizzera, quote per i lavoratori europei. Il governo cede alle pressioni della destra. Contraria la business community”.
Il Giornale si occupa della strage di Boston e del “misterioso imam Misha”, uno di cui “non si sa niente se non che è armeno”, il “cattivo maestro che trasforma i giovani in fanatici”. Il contesto sociale americano dei due fratelli è raccontato su Il Foglio, in un articolo di Stefano Pistolini: “Come s’ è persa la vita dei due fratelli ceceni di Boston quale vuoto ha riempito il radicalismo islamico?”.
Il Corriere della Sera, con Massimo Gaggi, si occupa del ruolo dei social media in questa vicenda. Il sito di social news Reddit aveva lanciato una iniziativa (“FindTheBostonBombers”) che ha portato ad una vera e propria caccia all’uomo nei confronti di uno studente indiano, Sunil Tripathi, accusato erroneamente di essere l’autore della strage. Un corpo, forse dello studente, è stato trovato ieri in un fiume. Non si sa se sia morto prima o dopo dell’avvio della caccia all’uomo, che ha portato troupe televisive dell’intero Paese davanti alla casa della sua famiglia nei giorni della caccia ai responsabili.
La sorella ha detto: “Abbiamo visto il lato più spaventoso del funzionamento virale dei social media”.