Il Corriere della Sera: “Manovra, chi ci guadagna”. “Renzi accusa le Regioni: basta sprechi. La reazione: offensivo, sanità a rischio”. Il quotidiano offre una “guida” “dagli 80 euro al tfr” a “dove salgono le tasse”. In prima anche “lo sfogo di Cottarelli”, un articolo-conversazione firmato da Beppe Severgnini.
Il titolo di apertura è dedicato al processo Ruby: “’Berlusconi assolto, ecco perché’”. E il giudice del caso Ruby si dimette”. Il giudice Enrico Tranfa si sarebbe dimesso perché in disaccordo con la sentenza che ha firmato: “Scontro in camera di consiglio. Il presidente: lascio la toga”.
In evidenza il vertice Asem: “Al summit di Milano 400 investitori asiatici”.
La Repubblica: “Regioni in rivolta. Renzi le attacca: ‘Tagliate gli sprechi’”, “Duro scontro sulla manovra. Chiamparino: ci offende”, “Un’altra giornata nera in Borsa. Spread a 200, poi torna a 176”.
La foto nella parte alta della pagina è per il presidente russo, arrivato ieri a Milano per il vertice Asem: “Gas e Ucraina, la sfida di Putin: ‘Basta con i ricatti di Obama’”.
“Il caso” a centro pagina riguarda il caso Ruby: “La sentenza d’appello: ‘Ci fu prostituzione ma Berlusconi poteva non sapere la vera età di Ruby’”.
Nella colonna a destra, il Sinodo straordinario dedicato alla famiglia, che viene raccontato attraverso le parole di don Domenico, sacerdote a Solbiate Arno: “Il Sinodo e noi parroci nelle chiese quasi vuote”. Di Carlo Verdelli.
La Stampa: “Tagli, Regioni contro Renzi”, “Scontro sui 4 miliardi in meno, peseranno su Sanità e Trasporti”.
A centro pagina, foto di una simulazione della Nasa della vita su Marte: “Alle Hawaii come in una colonia su Marte”. Tre coppie di volontari per otto mesi in un vulcano.
Nella colonna a destra: “I giudici: Berlusconi ignorava l’età di Ruby”.
E, sul vertice euro-asiatico di Milano: “Gas, Putin gela l’Europa: ci sono rischi per le forniture”.
Il Fatto: “La rivolta contro Renzi” viene raccontata attraverso le parole del presidente della Regione Lazio Zingaretti: “’Facile tagliare le tasse con i soldi dei cittadini’”, “Sconto sull’Irap e 80 euro caricati su Regioni e Comuni per 8 miliardi: in arrivo al scure su sanità, scuole e trasporti. Zingaretti: ‘E’ come invitare a cena qualcuno e fare bella figura senza pagare il conto’. Chiamparino: ‘Così ci mettono fuori dallo Stato’. Il premier li provoca: ‘Pensate agli sprechi’”.
In taglio basso: “Tfr e fondi pensione: altra rapina”, “Aliquote raddoppiate o quasi sui rendimenti di liquidazioni e previdenza integrativa. Gli esperti: ‘Così colpiscono il risparmio dei lavoratori’. Che perderanno 400 milioni. Fisco, si punta sull’adempimento volontario stimato in 2,9 miliardi. Autoriciclaggio, legge all’acqua di rose. Mentre la Svizzera ci chiede di far rientrare i capitali: sono già spariti e noi a Berna non rispondiamo nemmeno”.
Sulle motivazioni della sentenza che in appello ha assolto Berlusconi si scrive che B. è stato “salvato” dalla Severino: “’Ruby, le prostitute ad Arcore c’erano. Ma la concussione non c’è più’”.
Il Giornale: “Renzi chiude le Regioni”. “Meno soldi agli Enti Locali, i Governatori minacciano”. “Sanità a rischio e alziamo le tasse”. “Il premier si fa nuovi nemici”. E poi: “Primo sì allo scudo fiscale. Ma scoppia il caso auto-riciclaggio”.
Di spalla: “Isis, Ebola e gas. A Milano il vertice per cercare di salvare il mondo”.
A centro pagina le motivazioni della sentenza del processo Ruby: “Ruby, dai pm solo ‘congetture’, il Cavaliere non sapeva la sua età”. “‘Nessuna prova dei rapporti'”.
Il Sole 24 Ore: “Le Regioni all’attacco: manovra insostenibile. Renzi: riducete gli sprechi”. Un dossier di 10 pagine è dedicato tutto alla legge di stabilità, con approfondimenti sul cuneo fiscale diminuito, sul tfr in busta paga, sui tagli da spending review.
Il titolo più grande è: “Torna la tensione sugli spread”. “Btp-Bund oltre 200 punti, poi si attesta a 176”. “Un flop l’asta dei bonos spagnoli”.
Di spalla una intervista al ministro dell’Economia Padoan: “La manovra per crescere è la risposta ai mercati. La Ue capirà”. E poi: “Le Regioni aumenteranno le tasse? Responsabilità loro”.
A centro pagina: “La Cina apre sulla tutela dei brevetti”. E poi: “Le priorità delle imprese euroasiatiche per uno sviluppo sostenibile”.
Manovra
Alle pagine 2, 3 e 4 de La Repubblica viene raccontata la “lite a distanza” tra il premier e il presidente della Regione Piemonte Chiamparino, che è anche il presidente della Conferenza delle Regioni, che ha denunciato la “insostenibilità” della manovra per le Regioni ed ha dichiarato “Piuttosto che ritoccare l’Irap lascio l’incarico”. Dal vertice Europa-Asia a Milano il presidente del Consiglio lancia quella che per il quotidiano è “una minaccia in piena regola” con queste parole: “Nei prossimi mesi metteremo online le spese dei sindaci e delle Regioni. Così i cittadini sapranno se il problema sono i soldi che non hanno o come li spendono. Vediamo chi ha ragione. Si parla tanto di costi standard. Bene, per arrivarci la cosa migliore è la trasparenza. Tutti sapranno se ci sono sprechi e costi da tagliare”. Il quotidiano sottolinea come, con questa tensione con Chiamparino, il premier è arrivato a rompere con il primo vero sponsor della sua ascesa politica, colui che è stato “il sindaco di Torino venerato per le sue capacità amministrative. Non un fratello maggiore o minore come tanti del suo cerchio magico. Qualcosa di più, se possibile. Un modello”. Si riferiscono poi le parole pronunciate anche dal presidente della Regione Lazio Zingaretti: “è facile tagliare le tasse con soldi degli altri”. Scrive ancora La Repubblica che Renzi ha individuato nelle Regioni il vero buco nero della spesa pubblica: nel modo in cui spendono il denaro nella sanità, in particolare. Il suo vero sogno è ricentralizzare la spesa pubblica. Non si può, certo, lo dice la Costituzione: però con i trasferimenti si possono rendere più virtuosi i comportamenti degli enti locali. Peraltro -si ricorda- le Regioni contestano anche la “clausola di salvaguardia” che, in assenza di un accordo regionale, concede al governo di intervenire per tagliare le spese.
A pagina 4, interviste ai presidenti della Regione Lazio a Nicola Zingaretti (“Facile tagliare in questo modo ma pagheranno i cittadini”) e a quello della Regione Veneto Luca Zaia (“Noi già virtuosi, porto la manovra alla Consulta per farla bocciare”).
Zaia viene intervistato anche da Il Fatto: “Impugneremo tutto alla Corte costituzionale”. Per Il Fatto si tratta di un a”rivolta” di Comuni e Regioni: “’Così Renzi’ ci caccia dallo Stato’”, “Finanziaria. Contro il premier anche i renziani Chiamparino e Fassino: ‘Sacrificio elevato. A rischio i servizi ai cittadini’. Ma il Rottamatore provoca: ‘Cominciate dai vostri sprechi’”.
Anche su La Stampa: “Le Regioni in rivolta contro i tagli”. Il quotidiano intervista il governatore della Regione Toscana Ernrico Rossi: “Per farcela serve il superticket”, “paghino i ricchi”.
E alla pagina seguente in evidenza le parole dello stesso Renzi: “’Aumentare le tasse locali sarebbe una provocazione’”. Ma per il quotidiano Chiamparino “media2: ci sarà un vertice a Palazzo Chigi con le Regioni, che potrebbero accettare di rinunciare ai 2 miliardi di incremento del Fondo sanitario nazionale appena siglato per il 2015. e gli altri 2 miliardi? La speranza è di evitare la sforbiciata sui trasferimenti. Oppure di trovare soluzioni alternative: dalla rimodulazione di una serie di entrate al ricorso, alle risorse del fondo del ministero dell’Economia per la copertura dei contratti derivati.
Il Sole 24 Ore intervista il ministro Padoan: “La manovra per crescere è la risposta ai mercati, la Ue capirà”. “Una ulteriore correzione sarebbe pericolosa”. “Con i contributi zero 800 mila assunzioni stabili”. Padoan si dice fiducioso su un parere favorevole della Ue alla legge di Stabilità anche se non contiene gli aggiustamenti richiesti da Bruxelles a livello di riduzione del rapporto deficit/pil e di riduzione del debito. Siamo in circostanze eccezionali” che dovranno essere valutate attentamente.
Nell’eventualità che Bruxelles chieda all’Italia una correzione della manovra, il ministro dell’Economia dice: “abbiamo già fatto uno sforzo importante di aggiustamento. Oltre un certo limite si rischia di entrare in una spirale recessiva che farà aumentare il rapporto debito/Pil e potrà compromettere la tenuta complessiva”. Dice di avere un rapporto “buono e costruttivo” con Katainen, che ha apprezzato il Jobs Act. Sulle critiche delle Regioni, dice: “Non accetto chi accusa lo Stato, i governi, di far aumentare le tasse locali. Regioni e Comuni sono autonomi”. “Ogni livello di governo si deve assumere le sue responsabilità davanti ai cittadini”, e “sono convinto che oggi le Regioni possano aumentare l’efficienza senza aumentare le tasse”.
Il Corriere intervista Carlo Cottarelli, che promuove la manovra del governo: È una “legge molto coraggiosa. Non so se io avrei avuto questo coraggio. Va certamente nella direzione giusta, anche se non conosco ancora tutti i dettagli. Penso che l’Italia abbia bisogno di questo. Non di un’ulteriore stretta fiscale”. Sui tagli a ministeri, Regioni e Comuni: “Non sono lineari. Anche quando abbiamo chiesto a tutti i ministeri la stessa cosa – ridurre le spese del 3% – ognuno poi s’è fatta la propria spending review interna”. E ancora: “credo che questa decisione caratterizzi Matteo Renzi: dare responsabilità a enti e istituzioni. In sostanza: ‘Noi al governo non vogliamo dirvi come farlo, siete grandi e responsabili, decidete voi’”.
Confronto tra Renzi e Letta: “Dal punto di vista delle decisioni, le cose si sono accelerate con Renzi: questo è un fatto positivo. La mia interazione con Letta era forse più profonda e analitica”.
Positiva la collaborazione con i ministri, meno con “il sistema dei capi di gabinetto, ecco. Si conoscono tutti tra loro, parlano tutti lo stesso linguaggio. E i capi degli uffici legislativi: hanno in mano tutto e scrivono leggi lunghissime (ride) , difficilmente leggibili. Costituiscono un gruppo omogeneo, in cui è difficile entrare, con cui è difficile interagire. Spesso molti documenti non mi venivano dati. Non per cattiva intenzione, ma perché non facevo parte della struttura. Dopo una, due, tre settimane venivo a sapere le cose. Questa è stata un’enorme difficoltà”.
La cosa più assurda, a proposito di auto blu: “ho scoperto che esiste un regolamento dell’Esercito e della Marina, ma non dell’Aviazione, che impedisce ai militari in divisa di andare in giro con l’ombrello. Non potendosi bagnare, devono prendere l’auto. Ecco, questa cosa mi è sembrata veramente un po’ strana”.
Il Corriere della Sera intervista Giovanni Toti, che dice: “Ancora una volta Renzi è bravo a prendere gli applausi e a scaricare le colpe sugli altri”. La manovra però ha un “impianto condivisibile”, anche se “per essere maliziosi è una manovra dal sapore elettorale”. Quanto alle vicende interne a FI, e alle unioni gay, dice che “Francesca (Pascale, ndr) ha avuto il merito di sollecitare tra le prime questa discussione”, Forza Italia “è un partito con il dna liberale, non possiamo essere contrari all’allargamento dei diritti per chi ne è escluso”.
Sul Giornale una intervista al senatore leghista e vicepresidente del Senato Roberto Calderoli. Parla del voto sul bilancio di qualche sera fa, quando il governo ottenne per un soffio i voti necessari. A presiedere era Calderoli, e secondo i turni toccava a lui. Calderoli racconta che però poco prima dell’inizio del suo turno in vicepresidenza il Presidente Grasso si è seduto. L’intervistatore chiede se il timore di Grasso fosse che a presiedere andasse la senatrice Pd Fedeli, e Calderoli spiega che “nei momenti importanti” il presidente del Senato dovrebbe avere la sensibilità di presiedere l’assemblea, così da darei a 4 vicepresidenti la possibilità di votare. Calderoli – se avesse votato – avrebbe votato no, ma in quel caso il suo voto sarebbe stato ininfluente sull’esito, visto che la maggioranza aveva i 161 voti necessari. Il titolo: “Così mi ha costretto a presiedere il Senato nella seduta di Bilancio. E non ho potuto votare no”. “Vi svelo le manovre di Grasso per aiutare il governo e il Pd”.
Ue, Grillo
“Grillo-Farage, l’alleanza anti-Ue è già morta”, titola La Stampa: “con l’uscita della deputata lettone (Iveta Grigule, ndr.) sciolto il gruppo. Ma pesa lo scontro fra gli eurodeputati e il vertice” del M5S.
Il Fatto: “M5S, il caos dopo il circo. Salta il gruppo a Strasburgo”, “Finita la festa romana, nuovi guai per il movimento. L’Efd si scioglie per l’addio di una deputata lettone e perde 4 milioni. Quasi rissa in assemblea”.
Il Corriere scrive che “i 5 Stelle a Bruxelles rischiano la diaspora”. I deputati grilini sarebbero “tentati” dall’allenza con i Verdi.
Berlusconi-Ruby
Il Sole 24 Ore: “’Non provato che Berlusconi sapesse l’età’. ‘L’ex premier non minacciò i funzionari della Questura’. ‘La ragazza si prostituiva ad Arcore’. ‘L’ex cavaliere temeva che Karima facesse rivelazioni”. Si parla delle motivazioni della sentenza di assoluzione del leader di FI, diffuse ieri.
È provato che Ruby si prostituisse ad Arcore, ma l’ex premier non sapeva che fosse minorenne. O perlomeno questa tesi “non è assistita da adeguato supporto probatorio”. E Berlusconi sicuramente intervenne presso la Questura, e lo fece per timore che la ragazza rendesse note le feste di Arcore e i suoi rapporti con lei, ma non costrinse i funzionari, che agirono per “timore reverenziale”.
Sul Corriere Luigi Ferrarella scrive del “gesto senza precedenti nella storia giudiziaria italiana” con cui Enrico Tranfa, il presidente del collegio della Corte d’Appello di Milano nel processo Ruby, “si è dimesso di colpo dalla magistratura con una scelta che svela così il suo radicale dissenso dalla decisione, maturata nella terna del suo collegio, di assolvere l’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi dalle imputazioni di concussione e prostituzione minorile che in primo grado ne avevano invece determinato la condanna a 7 anni di reclusione”. Tranfa si è dimesso dopo aver firmato ieri mattina le motivazioni della sentenza, decisa insieme ai colleghi Ketty Locurto e Alberto Puccinelli. Dimesso non dal collegio, e neppure solo dalla seconda sezione della Corte d’Appello di Milano che presiede: dopo 39 anni in toga, ha scelto di andare in pensione con 15 mesi di anticipo sul previsto. Un gesto di protesta muto, non accompagnato da alcuna spiegazione formale al Csm e agli uffici giudiziari”. “Per legge il presidente di un collegio non può non firmare la sentenza, altrimenti l’atto è come se non esistesse”. Ferrarella scrive che non sono pochi i giudici dissenzienti dalla maggioranza che depositano la cosiddetta “busta” in una cassaforte di cancelleria, la prova del loro disaccordo. Tranfa “ha invece optato per una scelta ben più radicale, mai verificatasi prima”. Ferrarella spiega che Tranfa è “collocabile” nella corrente di centro, Unità per la costituzione, mentre “se proprio si vuole incasellare la relatrice delle motivazioni, Locurto è vicina alla corrente di sinistra di ‘Area/Magistratura democratica’”.
Asem
La Repubblica: “Putin superstar a Milano minaccia l’Occidente ma cerca l’intesa sul gas”, “Il presidente russo a Obama: ‘Ostile, basta coi ricatti’. L’appello di Napolitano :’Politiche di crescita per l’Ue’”. E, alla pagina seguente: “Un permesso al Cavaliere per incontrare lo zar. ‘Angie’ si infuria per il ritardo”. Il permesso concesso a Berlusconi riguarda gli arresti domiciliari cui è stato condannato: ha chiesto di poter trascorrere la notte a Milano anziché ad Arcore.
La Stampa: “Putin gela l’Europa sul gas :’Gravi rischi per il transito’”, “Ucraina al centro dei colloqui. Ma salta il bilaterale con Merkel”. E, in basso: “L’offerta della Ue allo Zar. Saznioni reversibili se cessa l’aiuto ai ribelli”, “Napolitano media fra il leader russo e Poroshenko” (il presidente ucraino, ndr.)