Oggi la rassegna italiana è più rapida, e senza il Corriere della Sera
La Repubblica: “Stop alla legge salva-Dell’Utri”. Si parla di un disegno di legge presentato da alcuni senatori del Pdl che prevedeva il dimezzamento della pena per i responsabili di concorso esterno. “Mafia, blitz del Pdl per dimezzare le pene del concorso esterno. Provvedimento ritirato dopo le proteste. Caldoro rilancia il condono”. E poi: “Berlusconi attacca il Pd: io ineleggibile? Vogliono far fuori me e Grillo”. A centro pagina: “Paura a Milano, rapina con le molotov in via della Spiga”.
Di spalla il quotidiano si occupa del gesto choc di Dominique Venner, intellettuale e storico francese “di estrema destra”, come scrive Michela Marzano, suicida ieri a Notre-Dame “contro le nozze gay”. “Il delirio finale della destra pagana” è il titolo del commento della filosofa.
La Stampa: “Tornado, la strage di bambini. Oklahoma sconvolta: 24 morti accertati, almeno 7 alunni di una scuola. Nella cittadina di Moore un centinaio di persone estratte vive. Polemiche per l’allarme meteo dato con soli 16 minuti di anticipo”. A centro pagina: “Ineleggibilità, Berlusconi attacca: ‘Il Pd vuole eliminare me e il M5S”. E poi: “Terrore a Notre-Dame, storico si spara per protesta. ‘Le nozze gay, legge infame’”.
Il Giornale: “Il Pd vuole abolire il voto Dalla legge elettorale all’ineleggibilità, lavorano per cancellare gli avversari. Berlusconi lancia l’allarme: ‘Cercano di far fuori me e Grillo’”.
L’Unità: “Giustizia, il ricatto continuo. Il Pdl crea e poi ritira una legge salva-Dell’Utri. Berlusconi: il Pd vuole eliminarmi”. A centro pagina si parla del dibattito parlamentare ieri sull’Europa, in vista del consiglio europeo di oggi: “Letta: l’Europa cambi passo sulla crescita”.
Libero: “La Fiat fugge dalle tasse. La società che costruisce camion, trattori e bus trasferisce la sede in Inghilterra, dove pagherà una aliquota del 20 per cento contro il 36 che versa in Italia. Ennesima sconfitta di un fisco asfissiante”.
Su Il Fatto quotidiano, che dedica l’apertura alla decisione della Fiat di spostare la sede fiscale in Gran Bretagna (“La Fiat scappa a Londra per non pagare le tasse”), si dà spazio alle indagini della Procura di Caltanissetta sulla presunta “agenda rossa” oggetto di uno scoop de La Repubblica dei giorni scorsi. “Agenda rossa di Borsellino? No, un parasole per auto. Secondo gli inquirenti la macchia colorata sull’asfalto di via D’Amelio era un pezzo di cartone. Il diario del giudice assassinato era nella borsa scomparsa”. I magistrati ieri hanno interrogato l’agente che – nel filmato – sposta con un piede l’oggetto rosso sul luogo della strage.
Politica
Sul dibattito interno al Pd L’Unità offre una intervista a Gianni Cuperlo, che rivendica come “necessaria” la scelta di fare un governo con il Pdl, dice che il Pd sostiene il governo “con lealtà e autonomia”, e che deve “rompere la congiura del rigore che strangola l’Europa”, e che il discorso di Hollande sulla integrazione europea ha segnato una “rottura storica e culturale”. “Bene misure anticicliche da discutere al prossimo vertice, ma l’integrazione politica è il vero discrimine di dove si vuole andare. E noi vogliamo andare negli Stati Uniti d’Europa citati da Letta”.
Cuperlo conferma di volersi candidare come segretario, “vorrei un congresso costituito sul ‘che cosa’ anziché sul ‘chi’, e interrogato su come dovrà essere eletto il segretario, se dal Congresso o con primarie aperte a tutti gli elettori, dice: “Dopo questi mesi difficili ogni restrizione può apparire una voglia di restaurazione, il che sarebbe un errore. A noi mai come ora serve un congresso vero e aperto”.
Su Il Giornale si parla di un “patto per spartirsi il Pd” tra Letta e Renzi: “Premier e sindaco di Firenze d’accordo: possibile un rinvio del congresso a ottobre”.
Della “euro-svolta di Hollande scrive oggi Gianni Pittella su Europa”,
Industria
Il Sole 24 Ore offre una intervista al Ministro dello Sviluppo Economico Flavio Zanonato, che spiega come intenda – “semplificando norme e regolamenti farraginosi” – rilanciare la crescita economica. Cita ad esempio il Sistri, la normativa europea che prevede il tracciamento dei rifiuti pericolosi: “Nel recepimento italiano sono stati inclusi anche quelli non pericolosi. Per carità ,di per sé non è una cosa brutta, ma è un aggravio di costi soprattutto per le piccole e le microimprese. Ne ho parlato ieri con il ministro dell’Ambiente Orlando, che ne ha la competenza diretta, e l’ho trovato in sintonia”. Sui provvedimenti “non a costo zero”, Zanonato dice che “si possono recuperare incentivi che oggi vengono spesi male. Spesso si tratta di sussidi inutili che si possono invece destinare a sviluppo vero. Se poi usciamo dalla procedura europea di infrazione sul deficit possiamo pagare minori oneri sul debito, liberando un po’ di risorse per la crescita”.
L’intervista precede l’assemblea di Confindustria, che si terrà domani nella sua parte pubblica. Oggi ci sarà l’assemblea privata, e Il Sole scrive: “Squinzi rilancia su crescita e impresa: di solo rigore si muore”. “Il messaggio al governo: il presidente incalzerà l’esecutivo: il manifatturiero è la chiave di volta per creare occupazione e uscire dalle secche della crisi”.
Da segnalare su La Stampa una intervista a Guido Barilla,di cui il quotidiano torinese preannuncia “l’affondo” che farà oggi alla assemblea privata di Confindustria. “Confindustria ritorni a occuparsi dei produttori. Fuori le aziende di servizi. “Così come è oggi l’organizzazione non funziona: era nata per sostenere le imprese di prodotto, che fosse l’auto, la pasta o i tessuti. Adesso invece è diventata rappresentante di interessi contrastanti, come quelli delle aziende di servizi alle imprese e delle utilities, inciampando in un continuo e concreto conflitto di interesse”. La Stampa definisce “una macigno” quello che oggi pomeriggio Barilla lancerà, criticando anche l’allargamento alle grandi aziende pubbliche, da Enel a Eni a Poste a Ferrovie. “Oggi Confindustria non persegue l’interesse generale delle imprese, ma interessi particolari. Rischiamo di essere uguali a quel sistema politico e istituzionale che tanto critichiamo perché non riesce a esprimere una politica industriale”.
E poi
Uno degli editoriali de Il Foglio è titolato “Suicidio assistito. Spararsi a Notre Dame per protesta contro i matrimoni gay”, dove si legge tra l’altro del “messaggio del suicida, in cui si parla della insufficienza delle manifestazioni politiche di strada e della necessità di gesti simbolici contro la perdita di un mondo di valori e di certezze tradizionali, compresa l’avversione per l’Islam in Europa. Il concetto è subito ripreso dai Le Pen, la bella famigliola che ha ancorato una protesta qualunquista alla Grillo, con gli stessi risultati elettorali, alla Francia dell’ordine, della legge e della xenofobia”. E poi si chiede: “Se il suicida fosse stato un giovane cattolico progressista che voleva testimoniare contro l’omofobia e aveva appena postato su Facebook la sua voglia di amore legittimato a ogni costo? Saremmo stati chiamati alla riflessione sul martirio. E non ci saremmo risparmiati nulla. Qui invece aleggia il fantasma del norvegese, di Brivik, delle paure regressive contro un mondo che tramonta sulle credenze di un tempo, tingendosi dei colori del multiculturalismo e del progresso normativo verso l’eguaglianza assoluta”.
Su La Repubblica Michela Marzano spiega che Venner era noto soprattutto come esponente di punta di quella ‘destra pagana’ che rivendica non tanto le origini Cristiane dell’Occidente, quanto quelle greco-romane, iscrivendosi esplicitamente nella linea di pensiero di autori come Drieu La Rochelle ed Henry de Montherlant. Ecco perché per Dominque Venner le proteste contro la possibilità per le coppie omosessuali di accedere al matrimonio rappresentavano in fondo solo un pretesto per ricordare ai suoi concittadini il vero problema della contemporaneità, ovvero la perdita delle tradizioni”. Sullo stesso quotidiano l’analista Jean-Yves Camus, studioso della destra francese, ricorda come Venner “disprezzava l’attuale Front National, dal quale si era da tempo allontanato. Non apparteneva a nessun partito. Era un tipico esponente della generazione formata politicamente negli anni Sesanta per la difesa dell’Algeria francese e poi ha elaborato la ‘nuova destra’ che ha i suoi riferimenti culturali non solo in Francia ma anche in Italia”.
Da segnalare sulel pagine R2 cultura de La Repubblica un articolo di Vanna Vannuccini che recensisce il libro di Gohar Homayounpour, “Uno psicanalista a Teheran”. L’autore racconta “la sua esperienza di terapeuta” nel Paese. “Storie di pazienti laici e religiosi, tradizionalisti e modernizzatori, fedelissimi al regime e accesi dissidenti”.