Le nomine dell’era Renzi

Corriere della Sera: “Le nomine contrastate di Renzi”, “Tre presidenti donne. Moretti a Finmeccanica, Caio alle Poste”.

A centro pagina: “Riforme, regge l’asse Berlusconi-premier”.

In taglio basso: “Lo scambio di culle che unì due famiglie”, “Sorelle ‘di fatto’ da 16 anni con due papà, due mamme e quattro nonne”.

 

La Repubblica: “Nelle aziende di Stato arrivano quattro donne. Renzi vede Berlusconi”.

In evidenza, la foto dell’agente di polizia che ha colpito una manifestante sabato scorso a Roma, sotto il titolo: “Io e Deborah in corteo pestati dalla polizia’”. Alle pagine interne, l’intervista alla protagonista del pestaggio: Deborah, studentessa di 22 anni. L’agente è stato identificato e si è presentato in Questura ieri (“non mi sono accorto che si trattava di una ragazza”, “era un momento concitato”).

A centro pagina: “Offende la Shoah, bufera su Grillo”, “Fotomontaggi su Auschwitz, insorge la comunità”.

In taglio basso: “Caos degli embrioni scambiati. ‘Controlli su tutte le coppie’”, “La decisione dell’ospedale di Roma” (il Pertini, ndr.).

 

La Stampa: “Nomine, le donne ai vertici”.

Sotto la testata: “’Terremo i gemelli. Ma chi sta portando in grembo mio figlio?’”, “Dopo il clamoroso scambio di embrioni a Roma”, “Il marito: temo per la salute di mia moglie”.

 

 

Il Sole 24 Ore: “Società pubbliche, rinnovo ai vertici”.

Di spalla a destra: “Confindustria: Def ok ma ora tempi stretti e maggiori tagli all’Irpef”.

In taglio basso: “Btp Italia, boom di richieste”, “Borse in ripresa (Milano +0,5%), spread in calo a quota 164”.

 

Il Fatto: “Moretti e Marcegaglia. Il vecchio rovina il nuovo”, “Le scelte di Renzi: per la prima volta 4 donne nominate alla presidenza delle aziende di Stato. Dopo 9 anni Scaroni lascia Eni, arriva Descalzi con l’ex capo degli industriali. Ma a Finmeccanica atterra l’ex n.1 di Ferrovie criticato dal premier per il maxistipendio. Nei Cda ecco gli amici del segretario Pd”.

A centro pagina: “Il pregiudicato a Palazzo Chigi. Congelata la legge elettorale”, “Nel faccia a faccia con il presidente del Consiglio ricompare Gianni Letta”.

 

 

Il Giornale: “Berlusconi-Renzi atto secondo”, “Cena a Palazzo Chigi”, “Nuovo faccia a faccia tra il leader di Forza Italia e il premier per parlare di riforme”, “Nomine: Descalzi all’Eni, Moretti a Finmeccanica, Starace all’Enel e Caio alle Poste”.

 

Nomine

Sulla prima de La Repubblica Roberto Mania scrive che “è una rivoluzione a metà quella sulle nomine dei manager di Stato, nella quale la grande novità è rappresentata dalla presenza massiccia delle donne. Perché Emma Marcegaglia all’Eni. Luisa Todini alle Poste, Patrizia Grieco all’Enel e Catia Bastioli a Terna cambiano il volto delle ex partecipazioni statali. Non c’erano mai state donne al vertice di queste aziende. Per quanto nessuna di loro avrà incarichi operativi”.

“Addio alla vecchia guardia, sconfitto Scaroni, stipendi ridotti a 238mila euro ma non per tutti, si legge nel “retroscena” de La Repubblica.

Il Corriere: “Presidenze a tre donne. Ma la svolta è a metà”, “Nessuna riesce a ottenere l’incarico più operativo di amministratore delegato”.

Il Corriere: “Incontro Renzi-Napolitano, poi il premier decide da solo”, “Ignorate le liste preparate dai ‘cacciatori di teste’. Privilegiati merito e conoscenza interna dell’azienda”. In prima pagina è Sergio Rizzo a snocciolare “novità positive” e “dubbi”: grossa novità è “la fuoriuscita dei vecchi amministratori delegati, in qualche caso seduti sulle poltrone pubbliche da ben oltre il limite dei tre mandati”. Altrettanto vale per la presenza delle donne, che rimane comunque ridotta se si contano i consigli di amministrazione delle 25 società non quotate direttamente controllate dal Tesoro o le autorità indipendenti (nessuna donna è presidente), per esempio. Ma “la triste verità, e lo confermano le scelte degli amministratori esecutivi e il faticoso percorso con cui si è arrivati a farle, è la generale povertà della nostra classe manageriale” per Rizzo, che nota come “in questa carenza di capitale umano si finisce per avvicendare i vecchi amministratori con maturi dirigenti interni cresciuti alla loro scuola, come è accaduto all’Eni con la promozione del delfino di Paolo Scaroni, Claudio Descalzi”.

Su La Stampa Francesco Manacorda in prima: “L’impronta del Rottamatore”. E alle pagine interne un “retroscena” porta questo titolo: “Renzi: ‘Pressioni fortissime, ma ho fatto il meglio possibile’”. E poi si sottolinea che “per la prima volta” non c’è un militare nel Cda di Finmeccanica.

“Così finisce l’era Scaroni”: è “la storia” raccontata su La Stampa sull’ex amministratore delegato di Eni che, secondo il quotidiano, “ha pagato l’asse con Putin, ma ha fatto guadagni record in Europa”.

Ancora su La Stampa si fa notare: “’Gap di genere’ negli stipendi per almeno settant’anni”, “Stima Ue: salari di uomini e donne agli stessi livelli solo nel 2085”.

 

Incontro Renzi-Berlusconi

“Vertice Renzi-Berlusconi a Palazzo Chigi per rilanciare le riforme. Delrio: era nervoso, giusto incontrarlo”: così titola in prima Il Sole 24 Ore spiegando che è stato l’ex premier a chiedere l’incontro e che Renzi voleva “chiudere la partita delle nomine” prima del colloquio, per evitare di offrire il fianco a chi avrebbe visto in quel vis-à-vis un accordo sulle poltrone. Non che il leader di FI sia stato tenuto all’oscuro, visto che in questi giorni i contatti, anche diretti, c’erano stati: ma alla fine, scrive il quotidiano, il premier la decisione ha voluto prenderla da solo, anche se si racconta che Berlusconi non fosse molto contento di alcune esclusioni, pur manifestando apprezzamento per il coraggio del premier.

Su La Repubblica: “Berlusconi da Renzi, confermato il patto, ‘Ma voglio modifiche’. Il premier: Senato subito”, “Il Cavaliere protesta per le nomine di Eni e Poste. L’Italicum a giugno, senza correzioni strutturali”.

Il Fatto sottolinea polemicamente, parlando del “pregiudicato a Palazzo Chigi” che “alla vigilia della decisione sull’affidamento ai servizi sociali e nel mezzo del caso Dell’Utri” ieri sera c’è stato un colloquio di due ore e mezzo: “l’accordo con il Caimano sul nuovo Senato tiene, ma l’Italicum slitta a dopo le Europee” e “torna l’ipotesi del voto anticipato”.

La Stampa scrive che l’accordo è su un “via libera” al disegno di legge di riforma del Senato entro il 25 maggio, ovvero la data delle Europee: “già prima” di quel giorno, più esattamente.

 

Grillo

“Grillo ‘riscrive’ Levi, gli ebrei insorgono”, titola Il Sole 24 Ore spiegando che sul suo blog è comparso un fotomontaggio in cui ai cancelli d’ingresso dei campi di concentramento (“Arbeit Macht Frei”, il lavoro rende liberi), è stato sostituito il motto “P” Macht Frei”. E nel “riadattamento” di “Se questo è un uomo” viene dipinto un Paese in mano a mafie e P2, comandato da un “vecchio impaurito” che “ignora la Costituzione” e che ha eletto leader “un volgare mentitore” e un “buffone di provincia”.

“Se questo è un leader” è il titolo del commento di Stefano Folli che compare sulla prima pagina del Sole 24 Ore. Dove si legge che “spregiudicata e cinica, la campagna di Grillo punta sempre allo scandalo” e che “aver evocato i temi dell’Olocausto lascia emergere pulsioni latenti in tutta Europa”.

Su La Repubblica a commentare l’episodio è Gad Lerner: “L’ignoranza e lo sfregio”. E sul Corriere Pierluigi Battista: “Quelle frasi di Grillo, un’offesa alla memoria”.

In prima su Il Giornale, il direttore Alessandro Sallusti: “Grillo è un cretino” (“È solo l’ennesima cretinata di un cretino in cerca di visibilità su quegli stessi giornali e telegiornali che dice di odiare”, “è un cretino ma noi lo siamo ancora di più se continuiamo a dargli spago”).

Su Il Fatto, in prima pagina: “Primo Levi, se questo è Grillo”, “Se questa è opposizione. Grillo ‘usa’ Primo Levi” (di Luca De Carolis). E il direttore Antonio Padellaro: “Quel post è un autogol”.

 

E poi

Su La Repubblica: “Scoop sul Datagate. Guardian e Post vincono il Pulitzer”, “Il premio per le inchieste sulle rivelazioni di Snowden, uno schiaffo ai governi di Washington e Londra”.

Il Corriere: “Il Pulitzer ai reporter che hanno svelato lo spionaggio Usa”.

Su La Stampa: “Italiani guerrieri per l’Islam, gli adepti crescono in Rete”, “Oggi in Parlamento il rapporto ‘Jihadismo autoctono’. L’allarme: i volontari in Siria sono solo la punta di un iceberg”.

Sul Corriere un intervento di Andrea Riccardi sui “cristiani uccisi (e dimenticati)”: “Padre Frans e i cristiani del Sud uccisi (nel silenzio) in prima linea”, “Dalla Siria all’India: vittime anonime di una guerra globale”.

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