Il Corriere della Sera ha in apertura una foto dell’incontro tra il capo dello Stato Mattarella e il presidente Usa Obama alla Casa Bianca: “Obama a Mattarella: sui migranti vi aiuto con navi e aerei Usa”, “La svolta della Casa Bianca”.
E un richiamo anche al caso di Giulio Regeni, il giovane ricercatore ucciso in Egitto: “L’America: verità per Giulio”.
Più in basso il titolo in grande: “Spread in tensione, Borse giù”, “Milano a -4,7%. I banchieri centrali di Parigi e Berlino: ora un ministro del Tesoro della Ue”, “Sfiorata quota 150. Renzi: il Paese è stabile, meno spesa per il debito”.
Alle “nubi sul credito” è dedicata l’analisi di Federico Fubini: “La trappola delle regole che adesso scuote l’Unione”.
Poi, su “Bruxelles e la crescita” l’articolo di Enrico Marro: “I vincoli su deficit e conti? Ogni Stato a modo suo”.
A centro pagina l’intervista di Paolo Valentino al ministro degli Esteri tedesco: Steinmeier: da euroscettici e populisti spinta alla crisi”.
L’editoriale è affidato a Paolo Mieli: “Le accuse di troppo all’Europa” (sulla proposta di Renzi di primarie per eleggere il prossimo presidente della Commissione Ue, perché “non se ne può più di questa tecnocrazia”).
Sulle elezioni a Milano: “Il centrodestra vuole Parisi”.
A fondo pagina: “Bullismo e web, le parole da cancellare”, “Oggi la giornata contro i rischi della Rete. Storie e confessioni di adolescenti e adulti”. Di Ivan Cotroneo.
Sul tema unioni civili una “riflessione” di Claudio Magris: “Tre cowboy per un’adozione”.
In prima anche la foto del generale Piquemal, arrestato in Francia durante le manifestazioni anti-immigrati promosse dalla filiale locale del movimento xenofobo Pegida, a Calais: “Il generale in cella divide i francesi”.
La Repubblica: “Borse, la grande paura”, “L’incubo-recessione affossa l’Europa e Wall Street. Milano perde il 4,7%, lo spread sopra 145. Offensiva dei governatori delle banche di Francia e Germania: serve un ministro del Tesoro Ue”.
E il quotidiano offre ai lettori il documento firmato dai due governatori centrali delle Banche francesi e tedesca, Jens Weidman e François Villeroy De Galhau: “Un’unica autorità per governare l’euro”.
Le analisi su questo tema sono firmate da Fabio Bogo (“Le tre gambe di una crisi”) e da Andrea Bonanni (“Ultimo appello per la politica”).
La foto ritrae una profuga al porto del Pireo, in braccio ha una bambina: “Merkel sfida Putin: un orrore i raid in Siria. Migranti, Obama all’Italia: aiuti dalla Nato”, “Mattarella alla Casa Bianca”.
A centro pagina: “Grillo, libertà di coscienza solo sulle adozioni. Unioni civili e gay, la destra attacca Sanremo”, “Il Pd: niente stralci sulla Cirinnà. Polemica su Elton John al Festival”.
E sul tema delle unioni civili segnaliamo “le mappe di Ilvo Diamanti”: “L’arte di non scegliere”.
A fondo pagina il reportage di Federico Rampini dal New Hampshire: “In pullman con Bernie Sanders, ‘Riprendiamoci l’America’”, “Sfida a Hillary oggi in New Hampshire”.
Sulla morte del ricercatore Giulio Regeni: “’La mrte di Giulio un atto criminale’. Ma il Cairo difende la sua polizia”, “Gli Usa a Roma: pronti ad aiutarvi”.
Di fianco: “Londra, Dio salvi la Montessori, così rivive la scuola della libertà”, “Boom dopo la scelta del principino George”.
Sulla colonna a destra si parla di scienza: “E finalmente arrivano le onde di Einstein”, “Una svolta sulla gravità, giovedì i ricercatori daranno l’annuncio”. Ne scrive Marco Cattaneo.
La Stampa: “L’Europa studia un nuovo trattato”, “Incontro a Roma tra i sei Stati fondatori. Bufera sulle Borse, Piazza Affari giù del 4,7%”, “Lo spread risale a quota 146, i mercati continentali bruciano oltre 300 miliardi. Pesano le paure su ripresa e Grecia”.
“Svegliamo l’Unione dal letargo” è il titolo dell’editoriale dell’economista Mario Deaglio.
In prima il richiamo ad un’intervista a Massimo D’Alema: “’L’Ue più forte parta dai Paesi dell’euro’”, “D’Alema: sì a un nucleo duro europeo, ma sia aperto a chi ha la moneta unica”.
Sull’incontro alla Casa Bianca: “Obama: anche le navi Nato per soccorrere gli immigrati”, “L’ipotesi del leader Usa, che ringrazia l’Italia ‘per la protezione della diga di Mosul’. Mattarella: sulla Libia collaborazione decisiva”.
A centro pagina: “Contratto grillino. Prime espulsioni”, “L’iniziativa di Casaleggio per i candidati di Roma”, “Ruocco: fermiamo i voltagabbana. Appendino: ma a Torino non vale”.
E il commento di Jacopo Iacoboni: “La purga, ‘Hai tradito, vattene’”.
Sulle unioni civili: “Renzi tenta la prova di forza”, “Niente mediazione con l’Ncd, è scontro sulle votazioni segrete”.
A fondo pagina: “Elton John porta le nozze gay al Festival” di Sanremo.
La foto a centro pagina è per i “Cent’anni di stile visti da Vogue”.
Sulla colonna a destra: “Non siamo un popolo di viaggiatori”, scrive Stefano Stefanini raccontando che nell’epoca di Ryanair, più della metà degli italiani non mette piede fuori dal Bel Paese.
Sopra la testata, il richiamo al reportage di Domenico Quirico dalla città siriana di Aleppo: “Aleppo, qui la vita continua.’ Non ce ne andremo mai’”.
Infine, a fondo pagina, “Il caso”: “Una app rintraccerà l’impronta di ogni foto”. Ne scrive Fabrizio Assandri.
Il Fatto: “Asse Parigi-Berlino contro i titoli di Stato: risale lo spread”, “Milano -4,7%. Giù Borse e banche. Il piano Renzi: ‘Più deficit pure nel 2017’”, “Affonda il settore del credito in tutta Europa mentre gli istituti centrali di Francia e Germania spingono per un sistema di rating ai nostri titoli di Stato che aprirebbe una voragine nei bilanci del grande credito italiano”. Ne scrive Marco Palombi.
A centro pagina il titolo di maggiore evidenza riguarda le primarie a Milano: “Effetto Sala a sinistra: liste rosse contro il Partito della Nazione”, “Rivoluzioni. Sotto il Duomo si rischia la sfida fra tre manager già di centrodestra”, “Marino a Roma e Civati a Milano rilanciano l’idea di un’aggregazione alternativa ai candidati selezionati dalle primarie: ‘Rappresentano solo il premier’”.
“Grazie ai Tafazzi dem, vince la minoranza”, scrive Antonio Padellaro.
Al tema della primarie a Milano rimanda anche l’editoriale del direttore Marco Travaglio: “C’era un cinese in Sala”.
E sui “cinesi meneghini” l’articolo di Selvaggia Lucarelli: “Ecco SalaTown, pochi scontrini e tanti italiani”.
Sulle unioni civili: “La libertà di coscienza turba il Pd: unioni civili rimandate”, Preoccupati per i voti segreti di Palazzo Madama, governo e Democratici pensano di rinviare di due settimane la conta sulle parti più controverse del provvedimento a firma Cirinnà”.
Sull’omicidio di Giulio Regeni: “L’Egitto: Regeni non era una spia, non l’abbiamo né arrestato né toccato”.
Libero: “Napolitano reo confesso”, “L’ex presidente ammette il complotto anti-Berlusconi ma mette in difficoltà anche Renzi sostenendo che la Germania non si critica. Infine, auspica la nascita di un ministero del Tesoro europeo che si contrapponga a Draghi e alla Bce”.
A questo tema è dedicato l’editoriale del direttore Maurizio Belpietro.
A centro pagina: “Spread su, Borsa giù: cosa fare”, “Nuovo attacco degli speculatori all’eurozona e alle banche. Italia e Grecia i punti deboli”, “Meglio tenersi i liquidi o puntare sui fondi a lungo termine”.
Sulla colonna a destra: “Candidati cercansi”, “Tensioni al vertice. Il centrodestra si incarta su Roma”, scrive Fausto Carioti. E più in basso: “Silvio fa due nomi. Salvini e Meloni gli dicono due no”, di Matteo Pandini e Paolo Emilio Russo. Poi, su Milano: “A Milano c’è già l’anti-Sala. Per ora è a sinistra”.
Italia-Usa, Mattarella-Obama.
Sul Corriere, a pagina 2, si dà conto dell’incontro tra il capo dello Stato Mattarella e il presidente Usa Obama. E’ durato un’ora e quaranta minuti, ovvero mezz’ora più del previsto. “Mano tesa di Obama sui migranti. Navi e aerei per i soccorsi in mare”, “L’annuncio durante l’incontro con il presidente Mattarella: ‘Affrontiamo il problema insieme’”. Gli Usa mettono a disposizione “gli asset militari” di stanza nel Mediterraneo e nell’ambito Nato per soccorrere i migranti e contrastare i trafficanti: sono centinaia le basi americane dislocate tra Italia, Grecia e Spagna. E non solo navi, sembra di capire -scrive Giuseppe Sarcina, inviato a Washington- ma anche elicotteri e aerei di ricognizione. Una forza imponente, che finora è stata utilizzata, e non a pieno regime, solo per attività anti-terrorismo. “L’immigrazione -ha detto Obama- è un problema globale, che dobbiamo affrontare insieme”. Scrive Sarcina che Obama punta a coinvolgere i partner dell’Alleanza atlantica e che la proposta potrebbe approdare al vertice Nato, in calendario l’8 e il 9 luglio a Varsavia. E la mossa del presidente Usa ha colto di sorpresa tanto il nostro capo dello Stato che il nostro ministro degli Esteri Gentiloni, che è in visita con lui negli Usa. “E’ una svolta”, secondo Sarcina: l’America offre un’alternativa per spazzare via egoismi e chiusure decennali di molti Paesi europei. Ed è anche un chiaro segnale politico: le paure, i timori dell’opinione pubblica – ha osservato Obama- stanno alimentando il populismo non solo tra i partiti europei, ma anche nella campagna elettorale statunitense. Anche per questo motivo il presidente Usa insiste sul verbo “stabilizzare”. Secondo Obama l’Italia può contribuire a tenere l’Europa unita e la Gran Bretagna “deve restare a bordo”; Usa e Ue possono rafforzare il legami economici chiudendo “entro l’anno” il Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti (Ttip).
Su La Repubblica: “Obama a Mattarella: ‘Le navi della Nato per salvare i migranti’”, “Incontro alla Casa Bianca: ‘Grazie Italia per i soldati in Iraq’. Intesa sulla Libia, missione solo con il governo di unità”.
Isis in Iraq: Mosul
Su La Repubblica: “Orrore a Mosul, giustiziati in 300”, “L’ultima strage del Califfato. E Roma prepara il contingente che difenderà la diga”, scrive Giampaolo Caladanu.
Siria, Isis, Turchia e Germania
Su La Repubblica si dà conto della visita della cancelliera tedesca in Turchia: “La Merkel: ‘Sconvolta dai raid russi’”, “La Cancelliera contro Mosca per le ‘sofferenze umane dei civili causate dai bombardamenti in Siria. Vertice con il premier turco: ‘Ad Aleppo una grande tragedia, aiuteremo ancora Ankara con i migranti’”.
Sul Corriere: “Merkel ‘inorridita’ dai raid russi stringe accordi con la Turchia”, scrive Danilo Taino.
E sulla stessa pagina il reportage di Lorenzo Cremonesi da Gaziantep, a Sud della Turchia: “’Noi sunniti in trappola. Non possiamo farcela contro le bombe di Putin’”, “Tra le milizie che da cinque anni combattono il regime Assad”, “nel Nord della Siria i profughi sono costretti in un’enclave di 600 km quadrati al confine”.
Su La Stampa anche oggi un reportage di Domenico Quirico da Aleppo: “per le strade di Aleppo sgretolate dalla guerra. ‘Non ce ne andremo mai’”, “Le truppe di Assad avanzano sostenute dagli attacchi della Russia. In città la vita continua: ‘Meglio soffrire che diventare profughi’2
Giulio Regeni, Egitto
Su La Repubblica: “L’Egitto: ‘La polizia non è coinvolta’”, “Il ministro degli Intenri Ghaffar respinge le accuse sulla morte del ricercatore: ‘Mai arrestato quel giovane’. Muro contro muro con l’Italia. E Obama rassicura Mattarella: gli Usa pronti a collaborare per trovare la verità”.
Sulla stessa pagina, l’inchiesta, raccontata dal Cairo da Giuliano Foschini: “Le ultime ore di Giulio, ucciso in un altro posto e poi scaricato per strada”, “Nessun segno di trascinamento. Cade così l’improbabile ipotesi dell’incidente stradale. Il medico: ‘Come lo hanno ridotto…’”.
Sul Corriere: “Gli Usa si schierano con Roma: ‘Ora chiarezza sul caso Regeni’”, Il ministro egiziano El Ghaffar (Sicurezza): ‘Mai arrestato dalla polizia’”.
Su La Stampa: “l’Egitto respinge tutte le accuse. Ma gli Usa pronti ad affrontare il caso”, “Il ministro dell’Interno al Cairo: ‘Giulio non è mai stato arrestato, offesi con Roma’”. “L’omicidio di Regeni diventa un dossier internazionale. Washington: seguiamo la vicenda con attenzione”. Ne scrive dal Cairo Francesco Grignetti.
E sull’inchiesta della Procura di Roma, l’articolo di Grazia Longo e Marco Menduni: “Sotto esame email e messaggi per ricostruire la rete degli amici”, “Gli investigatori vogliono scoprire possibili contatti. Il giovane torturato per giorni anche con un punteruolo”.
All’assassinio di Regeni è dedicato un passaggio dell’intervista di Massimo D’Alema su La Stampa (“In Egitto una feroce dittatura, l’Italia dovrebbe avere un atteggiamento diverso con quel Paese”).
Usa (primarie)
Si vota oggi nel New Hampshire. A differenza dei caucus dell’Iowa, qui si tratterà di primarie vere e proprie, con voto segreto, alle quali potranno partecipare tutti gli elettori registrati.
La Repubblica offre ai lettori il reportage di Federico Rampini: “In autobus con Sanders, ‘Riprendiamoci l’America’”, “Cinque città per altrettanti comizi in 24 ore: viaggio con l’ex outsider democratico, alla ricerca di una conferma definitiva in New Hampshire”, “Ad entusiasmarsi per lui sono soprattutto i giovani: le sue idee fanno sognare, quelle di Clinton no”. Dice Sanders: “Siamo partiti l’estate scorsa col 3% nei sondaggi, ora ci danno favoriti qui nel New Hampshire. Mi hanno detto che ero un pazzo a non crearmi un super-Pac (Political Action Committee), cioè uno di quei fondi dove legalmente possono affluire i finanziamenti dei miliardari. Oggi abbiamo centinaia di migliaia di volontari, tre milioni e mezzo di piccoli donatori. E’ così che comincia una rivoluzione politica: dal basso, quando sieste voi a riprendervi la democrazia americana”; “abbiamo una democrazia venduta e un’economia truccata, dove le regole sono fatte su misura per una minoranza di potenti”, “Con Obama abbiamo avuto sette anni di crescita economica ma i suoi frutti sono andati per i due terzi all’un per cento dei più ricchi. E gli straricchi, lo 0,1%, controllano una ricchezza aggregata eguale al 90% della popolazione. Non dovrebbe essere questa l’America”.
Di fianco, con copyright New York Times, l’analisi di Maureen Dowd: “L’incubo di Hillary, la candidata perfetta che non conquista i cuori della gente”.
Europa, euro
Oggi a Roma si terrà un incontro dei capi delle diplomazie dei 6 Paesi fondatori: Francia, Germania, Italia, Olanda, Belgio e Lussemburgo. Si tratta -spiega il Corriere- di una delle iniziative italiane che puntano a rilanciare il processo di integrazione europea. E sul Corriere Paolo valentino intervista il ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier, che dice: “In Europa forze centrifughe. Nessuno giochi col fuoco”, “In Europa dobbiamo considerarci e agire come una squadra di 28 membri. E’ del tutto indifferente che veniamo da Stati grandi o piccoli. Tutti i giocatori danno il loro contributo”.
Su La Stampa, pagina 2: “Moneta, sicurezza, Schengen. ‘La nuova Ue parte da Roma’”, “Oggi l’incontro dei sei Paesi fondatori. Gentiloni: progetto a rischio, agire subito”.
A pagina 3 un’intervista a Massimo D’Alema: “Europa a due velocità? Purché ci siano tutti i Paesi euro”.
Su La Repubblica: “I banchieri centrali di Francoforte e Parigi: ‘Un ministro per l’euro’. Ma Schaeuble frena”. Il quotidiano pubblica il testo dell’intervento congiunto del presidente della Bindesbnk Weidmann e del governatore della Banca di Francia De Galhau. Tonia Mastrobuoni ne scrive sottolineando come i due presidenti siano “allineati” a Mario Draghi: si tratta di una convergenza tra due personaggi tradizionalmente rivali come Draghi e Wiedmann.
Su Il Fatto: “Renzi: deficit pure nel 2017′. Parigi e Berlino lo minacciano”, “I banchieri centrali tedesco e francese: ‘Più poteri alla Ue o rating sui titoli di Stato’”, “Lettera aperta dopo l’incontro Merkel-Hollande”. Ne scrive Marco Palombi.
L’Europa di Varoufakis e di Assange
La Repubblica intervista l’ex ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis: “’La mia battaglia parte dal basso, cambiano le regole per salvare l’Europa’”. Varoufakis lancia “Diem 25”. Spiega a Ettore Livini: “Sarà un movimento, non un partito. La svolta di Renzi? Chiedere maggiore flessibilità per aggirare le direttive Ue è controproducente con i tedeschi”, “E’ chiaro che la situazione italiana non è sostenibile: la Troika ha colpito Atene per dare un messaggio a Roma”.
Sulla stessa pagina: “Tutti gli ‘amici’ di Yanis: dagli ex socialisti ad Assange”, “Oggi a Berlino per la presentazione del ‘Democracy in Europe Movemente’: nessun rappresentante italiano”. Scrive Matteo Pucciarelli che l’area no-euro vicina a Steafno Fassina non è stata coinvolta. Varoufakis ha abbandonato la linea “sovranista” di Jean-Luc Mélenchon (Front de Gauche) e Oskar Lafontaine (Die Linke) per abbracciare una più simil-Tsipras, ma quella della prima capitolazione. Sono invece fertilissimi i collegamenti con Podemos, specie con la sua componente più di sinistra e di movimento. Julian Assange interverrà in videoconferenza, parteciperà anche il musicista Brian Eno.
Unioni civili
Torna oggi al Senato il disegno di legge Cirinnà. I nodi della divisione -come quello sulla stepchild adoption, ovvero l’adozione del partner del figlio- dovrebbero arrivare al voto domani. Secondo Il Fatto, invece, il voto segreto sulla stepchild è diventato un terno al lotto, dopo la scelta di Beppe Grillo di lasciare libertà di voto e pertanto domani, dopo il voto domani sull’emendamento di Giovanardi e Quagliariello per il non passaggio agli articoli (ovvero il ritorno in commissione della legge), tutto verrà rimandato alla prossima settimana, a parte qualche voto giovedì.
Sul Corriere: “Unioni civili, un’altra mina prima del noto”, “Un emendamento Quagliariello-Calderoli per bloccare la legge. Domani si parte con gli scrutini segreti”.
La Stampa: “Il Pd tira dritto: no ad Alfano. Ma è battaglia sul voto segreto”, “Renzi riunisce i senatori e tenta la prova di forza. Domani prima conta”.
E il quotidiano intervista il senatore verdiniano Giuseppe Ruvolo, che dice: “Voterò contro le adozioni, ma la Cirinnà passerà”, “Non cancello la mia storia per fare un piacere a Renzi”, “Gli emendamenti dei cattolici Pd puri e duri, Lepri e Collina, avranno il mio sì”.
Su La Repubblica: “Renzi blinda le adozioni. Grillo ci ripensa: ‘Sì alla legge’”, “Il vertice 5Stelle: ‘Libertà di coscienza solo sulla stepchild’. Duello nella maggioranza. Ncd minaccia una valanga di voti segreti. Vacilla il patto per ridurre gli emendamenti”.
Su La Repubblica, “le mappe” di Ilvo Diamanti, “L’arte di non scegliere”. “Sulle ‘unioni civili’ il Pdr e il M5S -o meglio, Renzi e Casaleggio- scelgono di non scegliere. Decidono -scrive Diamanti- si lasciar decidere al Parlamento e ai parlamentari”. E si cita un sondaggio Demos di qualche mese fa, secondo cui di fronte all’idea di riconoscere il matrimonio gay, la popolazione italiana si mostra divisa: meno del 52% si mostra d’accordo. Quota che sale al 60% circa tra gli elettori del Pd e si ferma al 51% tra quelli del M5S.
Candidati sindaci (Milano, Roma)
Corriere della Sera: “Sala: io in continuità con Pisapia. Ma a sinistra è partita la sfida”, “Il sindaco assicura unità. La galassia fuori dal Pd: avremo un nostro candidato”.
E sulla stessa pagina, in un’intervista, Pierfrancesco Majorino, “terzo classificato” alle primarie di Milano, dice: “Un replay ligure sarebbe gravissimo. Il partito della Nazione non nascerà qui”, “Pentito? Perché dovrei?”.
La Repubblica: “La nuova sfida di Sala: ‘Ora devo conquistare consensi a sinistra’”, “Il vincitore delle primarie incontrerà presto Pisapia. ‘Servono compagni, altro che partito della Nazione’”.
Per restare a Giuliano Pisapia, segnaliamo l’articolo di Alessia Gallione: “Il sindaco e l’idea di una lista arancione”, “L’ipotesi circola nel suo entourage, una mossa per appoggiare il manager e allo stesso tempo imporre i propri temi”.
A pagina 7: “Sel non chiude le porte, ‘Nessuno vuole sfilarsi, ma i nostri voti pesano’”, “E spunta anche l’ipotesi di una candidatura di Giuseppe Civati cui la sinistra radicale difficilmente potrà dire no”, scrive Giovanna Casadio.
Stefano Folli, nella rubrica “Il punto”: “Nel laboratori di Milano si decide anche la strategia di Renzi”, “L’ipotesi di due liste per affiancare il candidato dal centro e dalla sinistra”, “L’obiettivo del premier è fare del Pd un nuovo grande partito dei moderati”.
La Stampa: “Milano, nella sinistra sconfitta spunta una lista civica anti-Sala”, “Il vincitore: ‘Tutti legati a un patto di lealtà’. Ma si studia un piano per ripetere lo scenario ligure. Offerta la candidatura a Dalla Chiesa”.
Luigi La Spina, in un editoriale, scrive di Milano come città dei “candidati intercambiabili”: “nessuno si sarebbe stupito se Sala fosse stato il candidato del centrodestra e se Parisi quello del centrosinistra”. Senza evocare “il fantomatico ‘Partito della Nazione, quale più chiara, più confessata dimostrazione di una tale labilità dei confini tra schieramenti che non solo permette la più ampia mobilità degli elettori, ma addirittura quella dei leadaer di tali schieramenti?”. Secondo La Spina il secondo segnale “di questa vera e propria resa del sistema dei partiti in Italia è l’ammissione del totale fallimento dei processi di selezione politica e amministrativa”.
Il Fatto: “Sala, la sinistra ora ci ripensa e cerca un nome nuovo”, “Addio movimento arancione: l’Altra Europa, Rifondazione e civatiani preparano le alternative. Anche Sel si vuole sfilare_ si rischia l’effetto Liguria”.
E il quotidiano intervista lo stesso Civati: “Adesso Milano ha tre candidati di destra. Ma tanti dem non voteranno il manager”, “Il leader di Possibile: ‘Esito scontato, Giuliano Pisapia vuole fare l’ala di Matteo”.
A pagina 3, intervista all’ex sindaco di Roma Ignazio Marino: “A Roma la mia lista rossa contro Renzi&Alfano”.
Sul Corriere della Sera: “Centrodestra, sì a Parisi. Dubbi su Marchini”, “L’imprenditore si dà 48 ore per decidere. Su Roma il veto di Meloni. Ma Berlusconi: stiamo discutendo”.
Su La Repubblica ne scrive Carmelo Lopapa: “Elezioni, caos nel centrodestra. A Roma salta anche Marchini”. Secondo Lopapa Giorgia Meloni e Ignazio La Russa avrebbero detto chiaramente, a proposito di Marchini: “non sarà mai il nostro candidato, ve lo abbiamo detto e ve lo ripetiamo”.
Su La Stampa: “Il centrodestra non scioglie i nodi, verso il sì a Parisi, bocciato Marchini”, “A Roma Berlusconi ha una carta segreta nella società civile”.