La telefonata

I principali quotidiani dedicano il titolo di apertura alla telefonata di ieri tra la Cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente del consiglio italiano Mario Monti.
La Repubblica: “Uniti salveremo l’Euro. Colloquio Merkel-Monti. Juncker: Berlino tratta la Ue come una filiale”. Il quotidiano parla della telefonata di ieri del premier italiano con la Cancelliera tedesca all’apertura di una “settimana decisiva per i mercati”, e scrive di un nuovo “vertice a metà agosto”

La Stampa: “Monti Merkel, patto per l’Euro. Juncker polemico con Berlino. La Cancelliera chiama Monti: pronti a tutto per difendere la moneta unica”.
A centro pagina, il reportage dalla “Siria dei ribelli. ‘Vendo l’auto per un mitra’. Viaggio tra i protagonisti dell’assedio di Aleppo, padri di famiglia diventati rivoluzionari”.

Il Corriere della Sera: “Segnale ai mercati per l’Euro. Telefonata Merkel-Monti: difenderemo la moneta unica. Dopo l’intervento rassicurante di Draghi, oggi asta dei Btp. Vertice Germania-Usa”. L’editoriale, firmato da Dario Di Vico, è titolato: “i compiti a casa non sono finiti”. A centro pagiona, oltre alle notizie sulle Olimpiadi, con il “dolore di Federica” Pellegrini, la nuotatrice azzurra arrivata quinta nella gara dei 400 metri stile libero, si parla del rapimento di un militare italiano in servizio presso l’ambasciata dello Yemen: “Rapito nell’ Yemen giovane carabiniere. Scontri nella capitale”.

Il Giornale: “Basta con Monti. Imposte più alte, consumi crollati, spread senza soluzione. Altro che candidarlo a premier, mandiamolo a casa”. L’editoriale, firmato da Alessandro Sallusti, invita a “sostituire” il premier “prima che sia troppo tardi con un governo eletto, l’unico che deve fare i conti sì con l’Europa, ma soprattutto con noi”.

Euro

La Stampa intervista Kenneth Rogoff, ex capo economista del Fondo Monetario Internazionale. Alla vigilia dell’arrivo in Germania del segretario al tesoro Usa Geithner, che si incontrerà con il presidente Bce Mario Draghi, Rogoff dice Geithner “vuole scongiurare il rischio di gravi scosse europee sui mercati nei prossimi mesi”. “L’interesse degli Usa è che la Merkel eviti di adottare decisioni che possano aggravare la crisi”. Il titolo dell’intervista è: “L’America si affida a Draghi per evitare il crollo dei mercati”.
Su Il Giornale un commento di Renato Brunetta (“Più Europa o euro addio. Così a pagare sarà Berlino”) invita i Paesi deboli a mettere nel conto una uscita “controllata” dall’euro, prospettiva “troppo spesso demonizzata” ma da usare come “strumento di pressione negoziale” su Berlino.

E poi

Ieri Mitt Romney ha parlato a Gerusalemme al Mishkenoth Shaananin, il quartiere a ridosso della linea di confine del 1967, ed ha detto che il “Muro del pianto fa parte della capitale di Israele”, avvalorando l’unione della città cui si oppone l’Anp e la comunità internazionale. La campagna elettorale del candidato repubblicano verso la comunità ebraica Usa e le sue critiche alla politica estera di Obama, ma anche la risposta della Casa Bianca, che teme di perdere quel 78 per cento della comunità che votò per il Presidente alle elezoni del 2008: Obama ha firmato la legge di cooperazione strategica con Israele, ed un inviato di Washington ha illustrato al premier Netanyahu i piani di attacco Usa all’Iran “se la diplomazia fallirà”.

Comincia a Mosca il processo al gruppo di ragazze musiciste che “con la loro band hanno osato sfidare Putin”. Da La Stampa una corrispondenza di Mark Franchetti parla delle “Pussy riot”, la “punk band” che attaccò Putin (definito “capo del Kgb” e la stessa chiesa ortodossa per i suoi legami con il potere, dal palco allestito dentro una importante chiesa ortodossa della capitale russa. Sostenute dai Red Hot Chili Peppers, imputate di teppismo, rischiano fino a sette anni di carcere.
Da segnalare su La Repubblica due pagine (“Le pasionarie”) che citano anche il processo alle Pussy riot, come “ultimo esempio delle donne che sfidano i regimi. All’interno, una  intervista ad Alain Touraine, che parla della leadership delle donne nelle contestazioni. Una leadership che non produce tanto una differenza “naturale” (“Sono sciocchezze. Non credo a una psicologia femminile predeterminata che possa imprimere una differenza ‘naturale'”), e che viene dalla “esperienza di cui le donne sono portatrici”. Le donne sono avvantaggiate oggi rispetto agli uomini perché “oggi fare politica significa riconciliare pubblico e privato”.

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