La Stampa: “Draghi cauto, cadono i mercati. Francoforte mantiene i tassi invariati, gli interventi arriveranno solo dpo la richiesta dei governi. Milano -4,6 per cenmto”. “Dalla Bce niente acquisti di titoli pubblici. Monti: non ci servono aiutii”.
Il Giornale, con una foto di Angela Merkel con il braccio sinistro alzato, titola: “Quarto Reich. I no della Merkel e della Germania rimettono in ginocchio noi e l’Europa. Borse a picco e Monti fa il finto tonto: ‘Forse non hanno capito Draghi'”.
Il Corriere della Sera: “La cura di Draghi c’è, ma delude i mercati. Chi vuole fondi europei dovrà fare la richiesta e accettare le condizioni. Dopo il discorso del presidente della Bce. Borsa giù, spread oltre 500. Monti: in questo momento non ci servono interventi.
La Repubblica: “Crollano le Borse deluse dalla Bce. Draghi promette interventi straordinari ma lo spread vola a quota 510”.
Draghi
Il Sole 24 Ore. “Draghi delude i mercati: lo spread balza a 510. Gelate le attese su acquisti diretti immediati di titoli da parte della Bce. ‘Pronti a misure non convenzionali’. Crollano le Borse: Milano perde il 4,6 per cento”. “Monti-Rajoy: stiamo mettendo in atto misure per stabilizzare l’eurozona. Il premier: da Francoforte passi avanti”. Due i commenti in prima pagina: Adriana Cerretelli (“Tanto tuonò che non piovve”) scrive che “aveva suscitato grandi aspettative una settimana fa Mario Draghi”, con il suo discorso a Londra. Invece non ci sono state le notizie attese. “La delusione è stata cocente, la sopresa talmente imprevista che ieri la conferenza stampa di Draghi è iniziata con l’euro in rialzo e lo spread in discesa ma si è chiuso con una repentina inversione di tendenza per entrambi”. Cerretelli aggiunge che “formalmente” Draghi è “rimasto fedele al suo credo sulla irreversibilità dell’euro”, ed ha definito “inaccettabile” l’attuale spread dei titoli spagnoli e italiani. Ma nella sostanza “si è ritirato nel limbo dell’inazione”, aspettando la sentenza della Corte costituzionale tedesca di settembre.
Un altro commento, firmato da Isabella Bufacchi, sottolinea invece le “novità annunciate da Draghi”, e l’affermazione di fondo del presidente Bce, che ha ribadito che tutto il possibile verrà fatto per proteggere l’euro quando sarà necessario. “Ma la via degli acquisti è tracciata”, è il titolo del commento.
Federico Fubini si sofferma su un altro elemento: la condizione che i Paesi in difficoltà chiedano l’assistenza del fondo salva Stati. “Fosse una guerra europea la si potrebbe definire la firma di una pace separata per accedere ai soccorsi del vincitore. Ma questo non è un conflitto. E’ la crisi di alcune economie che per decenni hanno camuffato accumulando debito – pubblico e privato – il loro rifiuto di adattarsi al mondo che cambia”. La richiesta di intervento, vista da Roma o da Madrid, “è un commissariamento”. Ma visto da Francoforte “è solo questione di tempo, anche perché la Bce può avviare le procedure senza che lo Stato coinvolto ne faccia richiesta. L’Esm in vigore da settembre le dà questa autorità, qualora la stabilità finanziaria dell’euro sia in pericolo come ieri Draghi ha spiegato: a quel punto nessun governo avrebbe più diritto di veto”.
Ilva
Ieri, durante una manifestazione sindacale a Taranto, un gruppo di contestatori ha lanciato uova contro i leader sindacali ed interrotto il comizio mentre parlava il segretario della Fiom Nichi Vendola: “Ilva, operai in piazza, contestati i sindacati”, scrive La Repubblica. “Tafferugli sotto il palco. Il governo stanzia i fondi”. Lo stesso quotidiano intervista Maurizio Landini: “Chi ci attacca vuole la fabbrica chiusa e vivere di sussidi a carico dello Stato”. Spiega che “c’è anche tra i lavoratori una parte, non maggioritaria, che pensa che sia meglio chiudere la fabbrica e vivere di sussidi dello Stato. Io non credo che questa sia la strada da percorrere, perché la Fiom e la Cgil hanno sempre lottato per avere un lavoro dignitoso e compatribile con la difesa della salute dentro e fuori la fabbrica”.
“Teppisti, non contestatori” è il titolo di un commento firmato dall’ex segretario Cisl e deputato Pd Sergio D’Antoni, su Europa. Guglielmo Epifani interviene su L’Unità. “Non si spenga l’altoforno. E’ una questione nazionale”.
E poi
Kofi Annan si è dimesso da inviato speciale Onu sulla Siria. “Annan lascia, non mi hanno aiutato”, il titolo dell’articolo su La Stampa. Su Il Sole 24 Ore: “Annan si arrende, pace impossibile. ‘Circolano troppe armi per convincere le parti a rinunciare alla guerra”.
Su La Repubblica un articolo di David Grossman è dedicato ad Israele e al “possibile scenario” di un attacco all’Iran. “L’Iran, re Bibi e il ‘popolo eterno’ di Israele”.
Su Il Foglio una conversazione con Efrraim Inbar, capo del Begin-Sadat center for stratetic studies, “massimo pensatoio oggi in Israele”, “autorità internazionale fra i consiglieri informali del premier”. “Israele potrebbe colpire l’Iran prima di novembre”, il titolo dell’articolo.