Oggi solo uno sguardo ai temi di prima pagina.
Il Corriere della Sera apre con le parole di Monti ieri ad Helsinki: “Monti: potrà servirci lo scudo. ‘Misura anti spread se i mercati non capiranno i nostri sforzi’. Duello con Berlino sul fondo salva Stati. Oggi le scelte della Bce, i paletti della Bundesbank”. A centro pagina: “Il patto Bersani-Vendola lascia fuori Di Pietro e apre le porte a Casini. Il leader di Sel si candida alle primarie”.
In prima pagina anche un articolo sulla inchiesta giudiziaria che riguarda la vicenda Fonsai-Unipol: “Nagel e Ligresti indagati per l’accordo Fonsai”. Ieri sera c’è stato un “interrogatorio fiume” dell’amministratore delegato di Mediobanca, Alberto Nagel. “La sua firma gli è costata la messa sotto indagine per l’ipotesi di ostacolo alle funzioni di vigilanza della Consob. La lettera, firmata anche da Salvatore Ligresti, a sua volta indagato, è in mano al pm”. La lettera è il presunto accordo che sarebbe stato sottoscritto dai due e che conteneva i dettagli della buonuscita dei Ligresti non dichiarata al mercato.
Il Sole 24 Ore: “FonSai-Unipol, indagato Nagel. L’ad di Piazzetta Cuccia interrogato per sei ore dal Pm Orsi sul presunto accordo segreto con i Ligresti. La difesa: mai siglato intese. L’accusa: ostacolo alla vigilanza. I soci di Mediobanca compatti con il manager”. Alessandro Plateroti (“La trasparenza on può attendere”) commenta la notizia sulla prima pagina del quotidiano di Confindustria. Dopo aver ricordato che un avviso di garanzia non è una condanna, e che è anzi è il modo per l’indagato di potersi difendere “in modo adeguato e tempestivo”. “Il reato di salvataggio non è contemplato nel nostro ordinamento, ma nessun interesse particolare – o di sistema che sia – può e deve prevalere sulla legger, sui diritti del mercato, sulla tutela dei risparmiatori”. E Nagel “parte da una situazione complicata, non solo per colpa sua: rapporti storici e ben consolidati, personali e finanziari, hanno reso fin troppo complesso e intricato il legame tra Mediobanca e i Ligresti, creando un terreno fertile a sospetti e illazioni”. Plateroti ricorda anche che a muovere le accuse contro Nagel “sono i membri di una famiglia non solo poco credibile, ma i cui comportamenti irresponsabili sono stati denunciati persino dal collegio sindacale di FonSai. L’onorabilità è un requisito che non si può coniugare con il sospetto. E fugare al più presto i sospetti è ciò che si auspicaa non solo Mediobanca, ma l’intero mercato italiano”.
L’Unità: “L’intesa Vendola – Bersani. Patto per la sfida del governo. Il leader di Sel: sarò alle primarie”.
Europa: “Patto a tre, Di Pietro è fuori. Ecco il muovo centrosinistra. Intesa tra Bersani e Vendola: nessun veto sull’Udc. L’ipotesi del listone”, cioé l’ipotesi di una lista unica Pd-Sel alle prossime elezioni politiche. In poche ore, scrive il direttore Menichini “si è costruita la cornice della stagione decivica del centrosinistra in vista delle elezioni del 2012”. La data è probabilmente un refuso.
La Repubblica: “Bersani-Vendola, patto per il 2013. ‘Nasce il nuovo centrosinistra’. Apertura a Casini, rottura con Di Pietro. Accordo tra i due partiti sulla prossima legislatura. Il leader di Sel: ‘Mi candido alle primarie’. Ma la base insorge: no all’allenza con l’Udc”.
A centro pagina: “Monti: forse scudo salva-spread per l’Italia. Oggi alla Bce il piano Draghi per Btp e Bonos”.
Il Fatto quotidiano: “Vendola sceglie Casini, Di Pietro furioso. Il leader di Sel incontra Bersani e molla l’Idv, a cui solo un mese fa giurava amore eterno. Poi, subissato dalle critiche sul web, fa una mezza retromarcia. L’ex pm: ‘Lui con l’Udc? Non ci voglio credere'”.
Libero: “Rifondato il Pci. Bersani e Vendola si uniscono per dar vita al Polo della speranza. Il loro programma: più tasse, più spesa, più manette, più diritti a gay e immigrati. La vera speranza è che qualcuno li fermi”.
La Stampa intervista Di Pietro (“Mettono insieme il diavolo e l’acqua santa”). Anche La Repubblica intervista il leader dell’Idv, in una pagina che ha questo titolo: “Caos Idv, cresce la fronta contro l’ex pm. L’ex fedelissimo Donadi all’attacco: questa esclusione è colpa nostra”.
Il Foglio offre in prima pagina una lettera di due economisti del blog Noises from America (Sandro Brusco e Michele Boldrin), che si rivolgono al Pd e anche a un economista che ha deciso invece di firmare il manifesto “fermare il declino” presentato da Bersani. Si tratta di Alessandro Petretto, che il quotidiano diretto da Giuliano Ferrara definisce un “renziano”. Sandro Brusco firma anche un intervento su L’Unità in cui parla del “manifesto liberista” di Oscar Giannino. “Quel manifesto non è liberista ma pragmatico”.
Sul “programma” del Pd da segnalare anche un intervento di Michele Salvati, nella pagina dei commenti del Corriere della Sera. “Gli intenti del Partito democratico: il linguaggio verità che ora non c’è”.
Da segnalare sulla prima pagina de L’Unità un intervento di Antonio Ingroia (“Mafia, la verità e le polemiche”) in cui risponde ad Emanuele Macaluso, che aveva criticato l’inchiesta sulla presunta trattativa tra Stato e Mafia.
Alle pagine R2 de La Repubblica (“Acciaio, così tramonta un simbolo dell’industria italiana”), articoli di Luciano Gallino, dello scrittore Mario Desiati, del giurista Stefano Rodotà.