Il Boeri’s Act

La Repubblica: “Povertà, piano Inps sul reddito minimo. Ma Renzi dice no”, “Boeri: assegni ai più poveri tagliando le pensioni d’oro. Il premier: non colpirò chi prende 2mila euro al mese”.
Più in basso: “Mafia capitale, scintille in aula. I pm: processate Alemanno”, “Al via il giudizio sul sistema Carminati”.
Poi il richiamo all’intervista del quotidiano a Pierluigi Bersani: “Nella manovra errori e cose buone, sbaglia chi lascia il Pd”.
In evidenza la foto di passeggeri in attesa all’aeroporto di Sharm el Sheikh in Egitto: “Incubo Is, cancellati i voli, i turisti prigionieri a Sharm”.
A fondo pagina, su Vatileaks: “E a Natale Bertone rideva sui soldi: ‘Il Bambin Gesù batte Genova 80-5’”.
Sulla colonna a destra, un intervento di Arundhati Roy: “La mia India diventata una camera degli orrori”, “La scrittrice protesta per i massacri religiosi tollerati dal governo”.

La Stampa: “Il Papa: ‘Sulle case ora si cambia’”, “Francesco è amareggiato ma vuole gare subito le riforme su affitti e patrimonio vaticano”, “Secondo il Pontefice nessun complotto, ma un ‘tradimento’. Vallejo Balda parla e smentisce la Chaouqui”.
Su Mafia Capitale: “Corruzione e illecito finanziamento. I pm: Alemanno va processato”.
Il processo, iniziato ieri, è “il set della Grande Bruttezza”, secondo Mattia Feltri.
A centro pagina: “’reddito minimo agli over 55 coi tagli alle pensioni d’oro’”, “L’Inps: 500 euro al mese, a regime costa tre miliardi. Il governo: è inattuabile”, “Pil e occupati, migliorano le previsioni per l’Italia”.
In prima la foto dall’aeroporto di Sharm el Sheikh: “Incubo bomba, migliaia di turisti bloccati a Sharm”, “Obama: possibile che ci fosse un ordigno. Mosca: solo congetture. Sempre più compagnie evitano i cieli egiziani”.
Sulla colonna a destra: “Sierra Leone, la vittoria del coraggio”, “Sconfitta Ebola”, di Domenico Quirico.
E dall’America Latina: “L’onda lunga della cannabis liberalizzata”, di Federico Varese.

Il Fatto: “Fisco, 9 mila processi in fumo”, “Evasione libera. La controriforma Renzi fa saltare, solo a Milano, 3.500 fascicoli”, “La procura meneghina ha chiesto 1200 archiviazioni per l’evasione dell’Iva. I colleghi di Modena hanno domandato all’Agenzia delle Entrate di non inviare più le notizie di reato per i casi sospetti (viso che non sono più puniti). In media viene cancellato un processo ogni tre. L’allarme di Davigo: ‘Le norme sono peggiorate’”.
Su Mafia Capitale: “Carminati: ‘Adesso parlo io’. Non tremano solo gl’imputati”.
Poi le notizie sulla “contromanovra” del presidente dell’Inps: “Boeri (Inps): ‘Reddito minimo agli over 55’”.
Più in basso, sulla visita di Bergoglio la prossima settimana a Firenze: “Il Papa non vuole Renzi e famiglia alla sua messa per non essere usato”.
E, con foto di Francesco Rutelli: “Rutelli-Vallini: la santa alleanza del Campidoglio” (ci si riferisce alla “lettera alla città” del cardinale Agostino Vallini, presentata alla basilica di San Giovanni in Laterano).
Con foto di san Pietro: “Otto per mille, scuole e stipendi: i 6,4 miliardi dell’Italia al vaticano”, “Quanto ci costa San Pietro”.

Il Corriere della sera: “Paura dell’Isis, voli bloccati su Sharm. Dopo la decisione inglese, la scelta di Lufthansa ed Easyjet. Decine di migliaia di turisti in attesa, tra loro 1500 italiani”. “La ministra Pinotti sulla sfida degli estresmisti: ‘Non facciamoci ingannare, non stanno vincendo’”.
A centro pagina: “Tagli alle pensioni alte. Resta il no del governo. Il piano Inps. Boeri: reddito minimo per gli over 55”.
Accanto: “Politici e manager finiti nella rete dei ricatti vaticani”. E poi un colloquio con il cardinal Bagnasco: “Il papa non è solo”.
A fondo pagina: “Mossa a sorpresa nella battaglia Telecom. Maxi operazione da 7 miliardi per convertire le azioni di risparmio: strategia anti-scalata?”. E poi due articoli sull’avvio del processo Mafia Capitale: “Chiesto il giudizio per Alemanno” e “Mondo di Mezzo, lo scontro finale”.

Il Sole 24 ore: “L’industria riparte (+2,3 per cento). Squinzi: usciti dalla crisi”. Sono i dati del Centro studi Confindustria che ha certificato il recupero tra settembre 2014 e l’agosto scorso. “Ma la risalita è a diverse velocità”. “’Serve una nuova politica industriale ma no a statalismo’”, dice il presidente degli imprenditori.
In alto: “Draghi: nessun vincolo al Qe2. Ora un nuovo patto per l’Europa”. Accanto: “Piano Inps: flessibilità in uscita, tagli a pensioni d’oro e reddito minimo a over 55”.
A centro pagina: “La Ue promuove il Pil. Faro sul deficit al 2,3 per cento”. “Previsioni in linea. Mattarella: ‘La ripresa c’è’”.
In evidenza, oltre al processo Mafia Capitale, anche una intervista all’Ad di Mondadori Mauri: “Ancorati alla carta per vincere nel digitale”.

Il Giornale: “Tagliano le pensioni. L’Inps annuncia prelievi forzosi per tutti gli assegni sopra i 2000 euro al mese. Renzi finge di prendere le distanze, ma è complice. Così non gli tocca gli sprechi dei ministeri”.
Di spalla: “Forza Italia al ministro (Orlando): fare chiarezza su Mantovani”.
A centro pagina: “Corvi, santi e frati: Vatileaks si allarga. Non solo sprechi e canonizzazioni a pagamento: nell’inchiesta di Terni spuntano i ricatti”.

Vatileaks

La Stampa, pagina 2: “Vallejo Balda risponde al magistrato e smentisce il racconto della Chaouqui”, “Secondo la versione del prelato la pr avrebbe tenuto i contatti con i giornalisti. E l’indagine sullo Ior ha portato alla luce conti anonimi come ai tempi di Marcinkus”. Si legge che il Vaticano indaga sulle operazioni di compravendita di titoli e di transazioni riconducibili a Giampietro Nattino, presidente di Banca Finmat, oggetto già di una rogatoria internazionale avviata dalla procura di Roma alla Svizzera. L’iniziativa degli inquirenti ha preso le mosse dalle dichiarazioni di Nunzio Scarano, il prelato contabile che è stato alla guida dell’Aps (Amministrazione del patrimonio della Santa Sede) per 22 anni, sotto processo nella Capitale per corruzione e calunnia in relazione al tentativo di rientro in Italia dalla Svizzera di 20 milioni di euro riconducibili agli armatori D’Amico.

La Repubblica, parlando del marito della Chaouqui: “Il marito di Lady Curia interrogato in Vaticano, il giallo delle casseforti”, “Furti e spese pazze: Pell: mai sperperato denaro. La segreteria di Stato: chi ha esagerato si corregga”.
Il quotidiano intervista Monsignor Nunzio Scarano: “Il monsignore dei segreti: ‘L’Apsa usata per riciclare i soldi di clienti eccellenti’”, “Incontrati due volte Bertone per denunciare anomalie contabili: mi ascoltò ma non fece niente”. A chi segnalò che c’era qualcosa che non andava con il presidente di Banca Finmat Nattino? “Ai magistrati italiani che mi stavano interrogando a Regina Coeli. Gli parlati di possibili operazioni di aggiotaggio e spiegai che all’Apsa girava di tutto. Il tempo mi ha dato ragione”. Cosa disse? “La verità. E cioè che Nattino faceva parte del pacchetto di clienti dell’Apsa, con privilegi particolari perché essendo un uomo ricco e potente aveva tutto quello che voleva. Ma gli affari non erano chiari”. Come ha fatto a diventare cliente Apsa? “Era un amico di amici”. Di chi è amico? “Non lo so”. Che vantaggi offre un conto Apsa? “E’ esente da tassazione e agisce in un altro Stato, per cui può entrare e uscire denaro dal Vaticano a nome dell’Apsa”.

Sul Corriere, Fiorenza Sarzanini scrive che “sono in molti a temere le rivelazioni di Francesca Chaouqui, la lobbista finita sotto inchiesta per i documenti trafugati in Vaticano insieme con monsignor Lucio Angel Vallejo Balda”. Si citano indagini della Santa Sede e della procura di Terni dai quali emergono “risultati sorprendenti” perché la Chaouqui “si propone a monsignor Vincenzo Paglia, all’epoca vescovo della città, per un piano di risanamento”,”parla spesso al telefono con il fondatore della comunità di sant’Egidio Andrea Riccardi molto legato a Paglia, contatta imprenditori, avvocati, altri politici”.

Su La Stampa il “retroscena” di Andrea Tornielli: “Francesco è amareggiato ma vuole subito le riforme: ‘Sulle case ora si cambia’”, “Il Papa conosceva il quadro descritto dai libri di Fittipaldi e Nuzzi. Proprio per questo aveva avviato l’indagine sulle finanze vaticane”.

La Repubblica intervista il presidente della Cei Arnaldo Bagnasco: “Le riforme non si fermano, diabolico insinuare che il Papa è solo”, “Ci possono essere stati degli errori, ma le critiche alla gestione dell’8 per mille sono un polverone”.

Anche sul Corriere, parla Bagnasco: “Accade qualcosa di diabolico ma la gente non si lasci sconcertare”. Le parole sono le stesse, è “diabolico” mirare a dare “l’immagine di un Papa solo”. Martedì c’è un convegno della Cei a Firenze dove “innanzitutto ascolteremo il Papa” e poi “c’è un programma aperto che attende indicazioni e riflessioni del santo Padre”. Il tema è “ripensare alla luce di Cristo un umanesimo che sia realmente umano”.

Su Il Fatto il “dossier” di Marco Maroni a pagina 2: “L’aiuto di Stato alla Chiesa costa 6,4 miliardi all’Italia”, tra stipendi, pensioni, 8 per mille e non solo. Esenzioni, sostegni all’editoria cattolica, pensioni militari. Una cifra che vale tre anni di tagli alle Regioni. Un albergo su 4 a Roma “appartiene alla Curia ed evade le imposte (conteggio della giunta Marino)”, “1,2 miliardi di euro stanziati per l’ora di religione a scuola”

Sul Sole 24 ore Carlo Marroni si sofferma sulla udienza – che c’è quasi tutti i giovedì – del Papa con il cardinale George Pell, tra Francesco e il suo “ministro delle finanze”. Ieri i due devono aver affrontato “temi davvero sensibili, anche legati alla bufera scatenata da Vatileaks-2 e dalla pubblicazione di documenti che lo riguardano. Il faccia a faccia – forse già previsto, ma stante il clima dominante dentro le mura leonine assume un rilievo diverso – non è stato certo per discutere del costo del sottolavello da 4.600 euro, ma per una verifica approfondita dei dossier aperti e di come il prefetto della Segreteria per l’Economia, l’uomo forte delle finanze pontificie, sta procedendo spesso seguendo un’agenda che non coincide con quella del Papa e della Segreteria di Stato, in linea con Francesco.

Che non si sia trattato di un incontro di routine è chiaro dal fatto che in serata il cardinale australiano ha diffuso una nota in cui ribatte alle affermazioni (‘sono false e fuorvianti’) dei due libri arrivati ieri in libreriaAvarizia e Via Crucis, che lo tirano in ballo, in particolare sulla spesa di 500mila euro nel 2014 del suo dicastero, che ha sede nel Palazzo Apostolico, accanto allo Ior. Ribatte su diversi punti, dalle spese di viaggio ai costi dei paramenti, dall’appartamento-foresteria agli stipendi e riguardo agli appalti dell’Apsa – il dicastero che gestisce il patrimonio immobiliare della sede apostolica – precisa che la Segreteria non è stata consultata preventivamente”. Marroni cita anche un “esponente di rilievo della Curia frequentatore assiduo di Santa Marta: “’I rapporti di Pell con la macchina della Santa Sede sono problematici, e anche il Papa è costretto a contenerlo’”. Il quotidiano informa che “Francesco rivedrà presto il cardinale-prefetto, e forse i dossier delle finanze, che sembravano ormai conclusi, torneranno sul tavolo del consiglio C-9 (i nove cardinali consiglieri del Papa sin da pochi mesi dopo l’elezione) nella prossima riunione del 10-12 dicembre, dopo il viaggio in Africa e l’avvio del Giubileo, l’8 dicembre”.

Mafia Capitale

La Repubblica: “Mafia Capitale, subito scontro in aula. La procura: processate Alemanno”, “Roma, prima udienza. I legali attaccano i pm: ‘Un processetto’. Carminati: ‘Pronto a parlare’. Buzzi: vogliono colpire Bersani”. Ne scrive Carlo Bonini, dando conto dell’inizio del processo ieri a Roma.
E il racconto dell’udienza prosegue con l’articolo firmato da Attilio Bolzoni: “Dai boss in video ai comprimari, la gara al ribasso degli imputati: ‘Solo tangenti all’amatriciana’”.

Il Fatto: “Carminati: ‘Stavolta parlo’. Ma gli imputati sono esclusi”, “Via al dibattimento, no dei giudici ai difensori: l’ex Nar e altri tre possono partecipare solo in videoconferenza”, “Il ritorno di Odevaine. L’ex dirigente del Campidoglio, da pochi giorni ai domiciliari: ‘Ho fatto un percorso, stimo i pm’. Chiesto il giudizio anche per l’ex sindaco Alemanno”.
E un capitolo a parte è dedicato alle lettere inviate da Salvatore Buzzi a “Piazza Pulita”: “Buzzi: ‘Con noi volevano colpire Bersani’”, “E’ una cosa interna al Pd”, “si colpisce la 29 giugno (la cooperativa da lui guidata, ndr.), per dare una botta al Pd e così bilanciare l’inchiesta, ma al Pd a trazione Bersani”.
A pagina 5: “I manager fascisti accanto ai figli del Pci. ‘Ma è un processetto’” (a dirlo è stato il difensore di Carminati Giosuè Naso, ndr.), “Avvocati e arrestati minimizzano: ‘Nessun sistema’. Il costruttore festaiolo Pulcini: ‘Tangenti all’amatriciana’”.

La Stampa: “Roma va a processo. Carminati minaccia: ‘Adesso parlo io’”, “Mafia Capitale, via alle udienze. I legali: ‘Processetto’. Chiesto il rinvio a giudizio di Alemanno per corruzione”.
Al processo ieri anche Luca Odevaine, agli arresti domiciliari, già vicecapo di gabinetto di Veltroni e poi capo della polizia provinciale con Zingaretti. Sul Corriere una intevista: “Miei errori, però lo Stato è il vero responsabile”. Perché “se contrae debiti e non paga gli imprenditori per anni è evidente che poi gli imprenditori sono costretti a rivolgersi a chi può in qualche modo risolvere i loro problemi attraverso altre strade, con le conoscenze che ha”. “Al Cara di Mineo c’erano 46 milioni di debiti non pagati, è naturale che chi li doveva incassare cercasse il modo per farlo”.
Dice che aveva rapporti con Buzzi ma non sapeva che “dietro di lui c’era Carminati”, dice che non crede alla “mafia a Roma” perché quest’ultima è “violenza” e “affiliazione” e “io non l’ho mai vista”. Dice che quando lavorava con Veltroni e Zingaretti le cooperative “lavoravano tranquillamente senza dover pagare niente” mentre “quando è arrivato il centrodestra i suoi rappresentanti hanno preteso di essere pagati per continuare a far lavorare le cooperative. E quelle si sono adeguate”.

Inps

Il Sole 24 ore illustra il testo completo della proposta pubblicato ieri sul sito dell’Inps, arrivato dopo diverse uscite pubbliche del presidente Boeri. Si tratta di un documento di 69 pagine, titolo “Non per cassa ma per equità”, “16 articoli con tanto di note tecniche e stime finanziarie elaborate con il modello di simulazione Inps) sicuramente destinati a far discutere”. Il ministero del lavoro lo definisce “contributo utile” ma “si è deciso di rinviare perché quel piano, oltre a misure utili come la flessibilità in uscita, ne contiene altre che mettono le mani nel portafoglio a milioni di pensionati, con costi sociali non indifferenti e non equi”. Dei 16 articoli, i primi 11 contengono una proposta di reddito minimo garantito a partire da 500 euro al mese per famiglia per gli over 55., un riordino delle otto diverse forme di assistenza oggi erogate. E poi la flessibilità in uscita, la possibilità di uscire prima dal lavoro pagando una penalizzazionemedia tra il 3 e il 10 per cento.

La Repubblica, pagina 2: “Inps: reddito minimo ai poveri con tagli ai pensionati agiati. No di Renzi”, “Boeri denuncia: ‘Ai più ricchi vanno 5 miliardi di assistenza’. Il premier: ‘Non voglio finire per colpire chi ha un assegno di 2mila euro al mese”. E il “retroscena” di Roberto Mania: “Il governo studia una legge delega per pensioni flessibili a partire dal 2017”, “Concordata con il premier l’uscita del piano Inps. L’esecutivo boccia la redistribuzione tra i pensionati ma condivide il resto”.
E il quotidiano intervista il responsabile economico del Pd Filippo Taddei: “Buone proposte, ma non vogliamo drammatizzare”, la materia previdenziale è estremamente complicata e delicata.

La Stampa : “’Sussidi ai più poveri col taglio delle pensioni a 250mila ricchi’”, “Il presidente Inps svela il suo piano. Renzi però lo blocca”.

Il Fatto: “Boeri fa una manovra troppo equa per Renzi”, “Reddito minimo agli over 55 e flessibilità. Poletti la affonda: è inattuabile”, “L’Inps pubblica la sua riforma della previdenza. Taglio a vitalizi e pensioni d’oro. Il premier contrario”.

Il Giornale, con il direttore Sallusti: “Tagliano le pensioni”. Scrive Sallusti che Renzi “ovviamente sul tema fa l’ambiguo” e aggiunge che “quello di mettere le mani nelle tasche degli italiani è un vizio dei governi di sinistra” e “toccare i diritti acquisiti sulle pensioni significa cambiare in modo unilaterale il contratto che lo Stato ha stipulato con i cittadini”.

Politica

La Repubblica intervista l’ex segretario Pd Pierluigi Bersani: “Chi se ne va sbaglia, senza Pd addio sinistra. Nella manovra errori ma anche del buono”, “Pd irrecuperabile vuol dire cancellare il centrosinistra. Ma a quel punto i nostri vanno da Grillo, non nella Cosa rossa”.

La Stampa intervista Lorenzo Guerini, vicesegretario Pd: “Chi esce dal Pd fa il gioco della destra. E l’Italicum non cambia’”, “Il vicesegretario stoppa il tormentone sul premio di coalizione. Sull’ipotesi Marchini: non faremo ammucchiate contro Grillo”.
Su La Stampa anche un’intervista al leader della Lega Matteo Salvini: “Berlusconi è il benvenuto ma sul palco chiudo io”, “Il leader di Fi sarà a Bologna. Salvini: nasce il fronte anti-Renzi”.
E “il caso” raccontato da Amedeo La Mattina: “Della Valle si lancia come alternativa e guarda a Fitto”, “L’ala moderata del centrodestra prende le distanze dalla Lega”.

Su La Repubblica un commento di Claudio Tito: “Berlusconi cede alla piazza leghista”.

Il Giornale: “Berlusconi decide su Bologna. ‘Ci sarò lo vogliono gli elettori’. Il Cavaliere rompe gli indugi e aderisce alla kermesse leghista di domenica. Salvini: ‘Sono contento, grazie per l’intelligenza’”.

Sul Corriere: “Berlusconi nella piazza di Salvini: lo devo fare. Svolta dell’ex premier che domenica sarà a Bologna: non potevamo restare indifferenti alle pressioni dei nostri elettori. La Lega ringrazia. Ma Ferrara la pensa come Renzi: così finisce la sua parabola. Cortei degli antagonisti, città blindata”. Si citano le parole di Giuliano Ferrara: “Io Salvini lo prenderei a calci nel sedere, figurati andarci a un comizio!”. “Berlusconi è il capo di Salvini, assurdo andare a un suo comizio”.

Egitto, Libia

La Stampa, sull’aereo russo caduto nel Sinai: “I piani dell’Isis intercettati dagli Usa. Confermata la pista della bomba”, “L’attacco all’Airbus russo progettato in Sinai, esplosivo piazzato da un addetto allo scalo. Obama: ipotesi possibile. Egitto e Russia: speculazioni. L’Europa ferma i viaggi verso la penisola”.

La Repubblica: “Tedeschi e inglesi sospendono i voli. Ventimila turisti bloccati a Sharm”, “Anche Londra conferma: bomba a bordo del jet russo. L’Enac chiede maggiori controlli”.
E “lo scenario” tracciato da Enrico Franceschini da Londra: “Dai raid dei pirati alle minacce del Califfo. Ecco il ‘mondo ristretto’ ostaggio del terrore”.

Sul Corriere Guido Olimpio (“Ma chi avrebbe portato la bomba?”) scrive che le teorie – sia quelle della bomba che quelle – sostenute da egiziani e russi – di una avaria sono tutte “sostenute, per ora, da pochi dati ufficiali”. “Tra gli investigatori al lavoro nel deserto ci sono anche gli irlandesi. Forse sono loro ad aver passato a Londra le informazioni che appoggiano lo scenario criminale. Magari hanno trovato indizi interessanti: parti di un ordigno o ‘segni’ sulle lamiere, frammenti sui cadaveri”. Si parla anche di “intercettazioni che riguardano membri dell’Isis o affiliati. Parlavano di colpire l’aereo? È chiaro che il ‘chiacchiericcio’ – come è definito in gergo – da solo non basta. Anche se c’è la serie di rivendicazioni dello Stato Islamico. Assunzioni di responsabilità dove però sono assenti elementi di prova: un portavoce ha affermato che racconteranno come hanno fatto. Riservatezza legata alla necessità di proteggere il network o solo un bluff propagandistico?”
I sospettabili comunque sono “inservienti delle pulizie, chi porta il cibo a bordo, un operaio dei bagagli”. “Se uno di loro è coinvolto il Mukhabarat egiziano saprà come farlo parlare”. Altra possibilità è che non sia stato l’Isis ma un gruppo “concorrente, oppure un nemico deciso a punire i russi per il loro intervento al fianco di Assad. Anche un servizio straniero”. Olimpio ricorda la strade di Lockerbie: prima si pensò ad una fazione palestinese, poi agli 007 libici.
Sullo stesso quotidiano una conversazione con il ministro della Difesa Pinotti, ieri in visita alla redazione del Corriere. “Con l’Isis non stiamo perdendo”, dice. “Oggi la sua presenza è circoscritta in aree specifiche”. Dice che non è ancora certo che a provocare la caduta dell’aereo sia stato un attentato dei miliziani del califfato. Nell’intervista si parla anche di Libia, marò, Russia.
Da segnalare sullo stesso quotidiano un articolo di Lorenzo Cremonesi sulle polemiche che stanno coinvolgendo l’inviato Onu in Libia Leon che – al termine del suo mandato – ha accettato un incarico dagli Emirati Arabi Uniti per dirigere un centro studi sulla politica estera ad Abu Dhabi. Ne ha parlato il Guardian. Sarebbe un lavoro da “50 mila euro al mese”.

La Repubblica: “Libia, l’inviato Onu pagato dagli Emirati. E’ bufera su Leon”, “50mila euro al mese per un lavoro offerto dai nemici della fazione di Tripoli. ‘Non è stato imparziale’”, “Guiderà la scuola di democrazia. ‘Pace a rischio’, ma lui replica: ‘Ho rispettato le regole’”.

Su La Stampa: “Libia, il supercontratto affonda Leon”, “Lavoro da 50 mila euro al mese negli Emirati per il mediatore Onu. I libici:’Non è imparziale’”. Leon ha accettato un lavoro da 50mila euro al mese negli emirati arabi uniti. A giorni ci sarà il passaggio di consegne al tedesco Kobler che sarà affiancato da un consigliere militare italiano.

Sul Sole, Ugo Tramballi: “L’Isis purtroppo canta vittoria comunque” perché chi dovrebbe fare la guerra al Califfato “litiga nell’accertamento delle cause sul disastro dell’aereo”. Ci si riferice a Gran Bretagna e Usa da un lato ed Egitto e Russia dall’altro (Al Sisi e Putin sono “presidenti di due sistemi politici molto simili nei quali comandano loro e nessun altro”, scrive Tramballi).

Su Il Giornale: “L’Isis come i ceceni (ma Putin sa come affrontarli). Il Cremlino si aspettava rappresaglie per i raid in Siria. Per questo non arretrerà”.

Usa

Su La Repubblica, a pagina 47, Federico Rampini scrive dell’uscita della biografia di Bush padre: “Esce in piena campagna elettorale l’autobiografia del patriarca. Attacchi a Cheney e Rumsfeld”, “’I falchi arroganti di mio figlio’, ecco le verità di Bush senior”, “il libro è un vero e proprio regolamento di conti con alcuni suoi collaboratori”, “C’è anche chi lo interpreta come un tentativo di salvare la candidatura di Jeb”.

Su La Stampa, pagina 17: “Bush padre: ‘Con Cheney e Rumsfeld danni agli Usa’”.

Sul Corriere Massimo Gaggi: “E Rubio ha usato la carta del partito per rifarsi il parquet”. “Accuse al candidato repubblicano in ascesa”.

E poi

Su La Repubblica la notizia che lo scrittore israeliano Amoz Oz non accetterà più inviti per eventi delle ambasciate del suo Paese quando si trova all’estero per presentare i suoi libri: “Mi sento a disagio -ha spiegato- a partecipare a eventi di cui sia promotore il governo”. Di qui il titolo dell’articolo: “Amoz Oz ‘boicotta’ le ambasciate di Israele”.
Su La Repubblica, un lungo intervento della scrittrice indiana Arundhati Roy che “restituisce un premio letterario per protesta contro la politica del governo Modi, accusato di essere complice dell’ondata di soprusi e assassinii contro la comunità musulmana”: “Basta violenza e intolleranza, questa non è la mia India”. E Raimondo Bultrini racconta: “Raid e linciaggi, in strada il terrore dei fanatici hindu”, “Nel Paese aumentano gli omicidi di ‘infedeli’. Un uomo ucciso per aver mangiato vitello”, “Un autista che trasportava mucche picchiato a morte. Nel mirino scrittori e film”.

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