Il Corriere della Sera: “L’Europa preme, ora Atene ha paura”, “Attesa una nuova proposta della Grecia. Gelo di Merkel sulla trattativa: prima il referendum”, “Scaduta la maxirata da rimborsare al Fmi. Migliaia in piazza per il sì. Renzi: Tsipras non pensi di essere il più furbo”.
E la foto ritrae una manifestante greca per il sì al referendum.
“Non si vive di solo consenso” è il titolo dell’editoriale di Daniele Manca sul tema Grecia ed Europa.
“La strategia di Berlino” viene illustrata da Danilo Taino: “Angela perde la battaglia (per vincere la guerra)”.
In prima l’analisi di Enzo Moavero Milanesi sul “futuro dell’Ue”: “Come uscire dalla sindrome di Don Abbondio”.
A centro pagina, il terrorismo: “La stessa cellula libica dietro le stragi in Tunisia”, “resort e Bardo, gli assalitori addestrati a Sabratha”.
A fondo pagina, su Fincantieri a Monfalcone: “I cantieri navali fermati dal magistrato”, “Cinquemila operai bloccati da una querelle su chi debba smaltire i rifiuti. Era necessario?”. Di Dario Di Vico.
Poi i casi Uber, Blablacar : “La sfida perdente di chi teme le app”, di Pierluigi Battista e lo “scandalo infinito” del Mose, con un articolo di Sergio Rizzo (“Collaudi al Mose? In trecentosedici”).
La Repubblica: “Grecia, trattativa disperata”, “Dialogo Juncker e Tsipras, per ora nessuna intesa. L’Eurogruppo: aspettiamo l’esito del referendum”, “La Merkel gela Syriza, niente proroga agli aiuti. Il Paese è inadempiente, il default scatta tra un mese”.
Il “retroscena” dell’inviato a Bruxelles Alberto D’Argenio: “Il filo sottile di Roma e Parigi”.
In prima anche un intervento di Massimo Cacciari: “Atene, la nostra migliore patria”.
E l’analisi di Mariana Mazzucato: “Quando l’errore è nella diagnosi”.
In evidenza anche “l’inchiesta” del quotidiano: “Omicidi, attentati e soldi, la rete dei jihadisti d’Italia”. L’inchiesta è corredata da una foto delle esercitazioni antiterrorismo che si sono tenute ieri a Londra.
A centro pagina, l’inchiesta “Ruby-ter”: “’Dieci milioni alle Olgettine’. Berlusconi verso il processo”, “Il pm: pagò le ragazze per farle mentire”.
Sulla colonna a destra, l’intervento di Eugenio Scalfari: “Francesco Papa profeta che incontra la modernità”, “Dall’Enciclica ai Valdesi. Ecco chi è veramente Jorge Maria Bergoglio”.
La Stampa: “Grecia-Ue, si va ai supplementari”, “Bruxelles apre a Tsipras, gelo della Merkel: prima il referendum. Obama: trattate”, “Migliaia in piazza ad Atene per dire sì al voto di domenica. Prestito Fmi scaduto a mezzanotte, oggi nuovo Eurogruppo”.
“Il tardivo pentimento di Alexis il demagogo” è il titolo dell’analisi di Stefano Lepri.
Ed Emanuele Triglia firma un commento dedicato all’investitura, in Spagna, dei governi dei numerosi municipi spagnoli in cui si è votato un mese fa, con le due formazioni emergenti, Podemos e Ciudadanos: “La lezione spagnola a Syriza e ai 5 Stelle”.
In apertura a sinistra gli editoriali di Gianni Riotta (“Una partita decisiva per l’Occidente”) e di Stefano Stefanini (“Europa e Usa, la politica a due velocità”).
Sulla colonna a destra, l’accusa della Procura di Milano sul caso “Ruby-ter”, a chiusura dell’indagine: “’Berlusconi pagò 10 milioni alle Olgettine per mentire’”, “La Procura: 7 a Ruby”.
In evidenza la foto del progetto della Tour Triangle a Parigi: “Il grattacielo che cambierà lo skyline di Parigi”, “Via libera al progetto dal consiglio comunale. Sarà alto 180 metri, non supererà la Tour Eiffel”.
L’Unità: “Riapre la scuola. Entrano gli operai”, “Ottomila cantieri per un investimento di 4 miliardi di euro. C’è l’Anagrafe degli edifici. A Fano: ‘La nostra casa cadeva a pezzi, volevano venderla, ora è tutta nostra’”.
Accanto alla testata: “Antimafia Capitale. La rabbia e l’orgoglio dei militanti Pd”. Continua l’inchiesta-viaggio de L’Unità nel Pd romano “dopo il terremoto giudiziario”.
In prima, la lettera del capo dello Stato indirizzata a Legambiente per il Rapporto Ecomafie 2015: “Batteremo le mafie”.
A fondo pagina: “Francesco, il Papa che scuote le coscienze”, “Mario Tozzi: Non c’è un’economia sana in un pianeta malato”, “Chicco Testa: Non è vero che il progresso è un nostro nemico”.
E sulla Grecia: “Grecia, Padoan: crescita come anticorpo”.
Il Giornale: “Isis, dieci indagati in Italia”, “I terroristi tra noi”, “Nel mirino della Procura di Milano un gruppo di seguaci del Califfato”, “Spariti nel nulla cinquemila baby profughi”.
Più in basso la crisi greca, con un titolo che denuncia una “Ue sempre più tedesca”: “Comando io, la Merkel gela Atene”, “Renzi si allinea subito a Berlino. E pensa già di commissariare Boeri all’Inps”.
Risalta sulla prima pagina la foto della presidente della Camera Laura Boldrini in bikini al mare nell’isola di Kea. Sono state scattate dal settimanale “Chi”. Il titolo: “La Boldrini in missione in Grecia (con l’auto blu)”.
Un commento di Piero Ostellino sulla Grecia e l’Ue: “Ma quale referendum. L’Europa è già fallita”.
L’editoriale del direttore Alessandro Sallusti è dedicato al caso Fincantieri, dopo il blocco dei lavori a Monfalcone: “Un giudice lascia a casa cinquemila persone. Altri si danno al gossip”.
Sulla colonna a destra si dà conto della presentazione del volume “Pirelli-Innovazione e passione 1872-2015” di Carlo Bellavite Pellegrini. E’ accaduto a Milano ieri e vi hanno preso parte due ex direttori del Corriere della Sera, Ferruccio De Bortoli e Paolo Mieli. Il titolo dell’articolo di Cinzia Meoni: “Il pentimento tardivo di Mieli e De Bortoli su salotti e bande di sinistra”. Si legge che la tesi sostenuta dai due ex direttori è che Pirelli è stata vittima del pregiudizio del centro sinistra per il caso Telecom. “A otto anni dall’uscita di Pirelli dal gruppo tlc, sembra una conclusione perlomeno tardiva”, commenta la Meoni.
Grecia
Su La Stampa, a pagina 2, il corrispondente a Bruxelles Marco Zatterin: “Grecia e Ue continuano a trattare. Gelo della Merkel sui nuovi aiuti”, “La Commissione apre a Tsipras, che chiede un prestito biennale da 29 miliardi. Obama in pressing: continuate a dialogare. E oggi si tenta l’intesa in extremis”. Scrive Zatterin che “la cosa certa è che si negozia ancora”, anche se alla mezzanotte di ieri il secondo piano di salvataggio greco è scaduto e il Fmi si apprestava a prendere nota del fatto che Atene non ha rimborsato gli 1,5 miliardi (al cambio attuale) che doveva rendergli prima che finisse il giorno. In extremis il premier greco ha spedito nel pomeriggio una nuovo compromesso, chiedendo un prestito biennale da 29 miliardi al fondo salva-Stati Esm per pagare debito estero e obblighi interni e la ristrutturazione del debito, in cambio di riforme e tagli precisati solo in un secondo momento. I ministri economici dell’Eurozona si sono riuniti, ma hanno dovuto ammettere che mancavano elementi per deliberare e lo hanno rimandato. Si riuniranno nuovamente oggi.
Sulla stessa pagina, l’inviata a Berlino Tonia Mastrobuoni: “Angela sceglie la linea dei falchi. Ma in realtà si discute sul debito”, “La cancelliera: niente negoziati prima del referendum”.
A pagina 3, un’analisi di Stefano Lepri: “Code ai bancomat e pensionati spingono Tsipras a tornare al tavolo”, “La solidarietà non può trasformare Atene in un pozzo senza fondo”.
Il Corriere della Sera, pagina 2: “Atene, l’ombra del default. L’ultima trattativa”, “Tsipras chiede un terzo salvataggio, no di Bruxelles, oggi nuovo Eurogruppo. Merkel: prima il voto”. Scrive Ivo Caizzi da Bruxelles che un Eurogruppo d’urgenza ieri in teleconferenza ha tentato di trovare un accordo nell’ultimo giorno utile per estendere il piano di prestiti di salvataggio, in scadenza il 30 giugno, ed evitare l’insolvenza della Grecia. Ma non è bastato. Il presidente dell’Eurogruppo, l’olandese Dijsselbloem, ha così convocato oggi la settima riunione dei 19 ministri finanziari della zona euro in due settimane, annunciando “nuove proposte” elleniche. La Grecia ha dovuto chiedere al Fmi di Washington una dilazione per pagare 1,55 miliardi in scadenza il 30 giugno e alla Bce di continuare con la liquidità di emergenza alle banche greche. L’Eurogruppo prova a conciliare l’ultima proposta dei rappresentanti dei creditori (Bce, Fmi, Commissione europea) con una controproposta di Atene. “Il premier greco di estrema sinistra” Tsipras -scrive Caizzi- chiede tempo e nuovi interventi sulla sostenibilità del maxi-debito ellenico. “Ma, oltre agli aspetti economico-finanziari (sempre meno distanti), deve fare i conti con la cancelliera tedesca di centrodestra Angela Merkel, che ha considerato inaccettabile la consultazione indetta dal premier greco domenica prossima per far decidere al ‘popolo’ sulle misure di austerità richieste dai creditori (con in testa la Germania). ‘Prima che il referendum, come previsto, si svolga – ha ammonito la cancelliera tedesca – non negozieremo assolutamente niente di nuovo’”. Scrive più avanti Caizzi che la Francia del socialista Hollande e l’Europarlamento (dagli eurosocialisti fino agli euroscettici e con l’esclusione solo del Ppe di Merkel) preferiscono un compromesso prima del referendum di domenica.
La Repubblica, pagina 2: “Ultimo spiraglio, Atene e Ue tornano a trattare. Ma gli aiuti sono scaduti”, Offerta di Juncker sul debito e Tsipras chiede terzo salvataggio. No dell’Eurogruppo. Oggi nuova riunione con proposte dei greci”. Scrive Andrea Bonanni da Bruxelles che l’unico serio tentativo di evitare la catastrofe in extremis è stato compiuto dal presidente della Commissione Ue Juncker nella notte tra lunedì e martedì perché, dopo aver criticato Tsipras per l’invito ai greci a votare ‘sì’ al referendum, ha comunque telefonato allo stesso Tsipras, facendo, a nome dei creditori della Troika, un’ultimissima offerta, la cui parte più allettante era la disponibilità ad aprire una discussione sulla “sostenibilità” del debito greco, cioè sulla possibilità di rivedere ulteriormente scadenze e interessi, già peraltro molto favorevoli. “Se Tsipras avesse accettato, Juncker si era detto disposto a convocare in giornata un Eurogruppo straordinario per decidere una proroga dei programmi di assistenza almeno fino alla data del referendum. Ma la condizione essenziale era che il governo greco ribaltasse la sua posizione sul quesito referendario, schierandosi in favore dell’Europa e del ‘sì’”, scrive Bonanni.
Sulla stessa pagina “il retroscena” da Bruxelles di Alberto D’Argenio: “Un sms alle 3 di notte fa sperare ancora, poi Alexis rilancia e Berlino lo gela”.
Sul quotidiano un’intervista a Jacques Attali, economista francese e consigliere di Mitterand. Dice che è stato “un errore gigantesco coinvolgere l’Fmi, ha interessi lontani da quelli europei”.
E, più avanti, l’inviato ad Atene Ettore Livini intervista l’ex premier socialista greco George Papandreou. Spera in un accordo dell’ultima ora che consenta di revocare di revocare il referendum o di fare campagna per il sì e dice: “Se vince il no sarà un disastro per poveri e pensionati. Scivoleremo fuori dall’euro”, “I negoziati sono stati gestiti male da entrambe le parti. Ma non si può dire di essere stati ricattati”. E, ricordando il referendum da lui voluto nel 2011 “per dare la parola ai greci”, dice: “Quando convocai il referendum, Merkel mi incoraggiò, fu Sarkozy a scavarmi la terra sotto i piedi”, “Era però una guerra al referendum, non contro di me. Oggi è diverso. Tsipras ha perso molta della sua credibilità. Non puoi attaccare formalmente Draghi e poi chiedergli ancora dei soldi. Non può dire di essere ricattato dalla Bce quando sapeva benissimo che dal 30 giugno non avrebbe potuto più dargli crediti d’emergenza. Non puoi convocare un referendum quando ormai sei a un passo da un accordo onorevole”.
Il Giornale, pagina 4: “Tsipras vuole meno debiti. Ma la Merkel gela Atene”, “Il premier greco chiede la ristrutturazione, con l’aiuto del fondo salva-Stati. L’Europa: ‘Prima il voto’. Oggi nuovo vertice dei ministri finanziari, in attesa del piano di Atene”.
Sul Corriere il reportage di Federico Fubini da Atene: “La marcia dei 20mila per il ‘sì’. ‘Vogliamo restare in Europa’. La piazza che non sta con Tsipras”. Ieri sera in piazza Syntagma “è sfilata in massa” la paura di restare fuori dall’Europa, isolati e in balia del caos sociale e finanziario. Malgrado la pioggia battente, il solo slogan cantato era “Evropì”, Europa. Pochi fra loro “stravedevano” per l’ex premier conservatore Antonis Samaras. E nessuno ammirava la cancelliera Merkel o aveva la minima considerazione per il presidente della Commissione Ue.
Su La Stampa il reportage è firmato da Niccolò Zancan: “In piazza l’onda anti-Tsipras, ‘Senza Europa non c’è futuro’”, “Migliaia sotto la pioggia protestano contro la linea dura del governo. ‘Ci sono troppi parassiti, ammettiamo il disastro e ripartiamo’”.
Su La Repubblica un’analisi di Marian Mazzucato: “Il motivo per cui non si è riusciti a raggiungere un accordo con la Grecia è che la diagnosi era sbagliata fin dal principio: questo ha finito per far ammalare il paziente ancora di più, e oggi il paziente vuole interrompere la cura. Questa triste storia rappresenta un fallimento di immani proporzioni per la Ue”.
Ruby-ter
Su La Repubblica, le pagine 12 e 13 sono dedicate all’inchiesta “Ruby-ter”: “’A Ruby e alle altre 10 milioni. Berlusconi va processato’. In mano ai pm video e nastri”, per la procura “Due milioni a Dubai, investimenti in Messico, vacanze pagate: stimato in 7 milioni il prezzo del silenzio della ragazza marocchina sui rapporti sessuali. Agli atti filmati di Karima mentre discute con l’ex Cavaliere. Le telefonate ‘minacciose’ di altre ospiti delle cene”, “Contestata la corruzione in atti giudiziari per le deposizioni sulle serate di Arcore. L’ex premier: invenzioni basate sul nulla”. A scriverne è Emilio Randacio.
E di fianco l’analisi di Piero Colaprico: “Tra soldi e bugie perché stavolta l’ex Cavaliere rischia il carcere”, “Una pena ipotizzabile fino a 8 anni, il peso di un’altra condanna già passata in giudicato”.
La Stampa, pagina 10: “’Berlusconi pagò 10 milioni alle Olgettine per mentire’”, “Milano, i pm chiudono le indagini. I soldi di Ruby in Messico e a Dubai”.
Il Corriere: “Ruby ter, Berlusconi verso un altro processo”, “I pm: pagò il silenzio delle ragazze. Brunetta e Romani: teorema politico”, di Giuseppe Guastella.
Il Giornale: “Ruby, Berlusconi è stato assolto ma i pm si attaccano al gossip”, “La Procura di Milano non molla e vuol processare ancora il Cavaliere e altre 33 persone. L’ipotesi: pagò 10 milioni per far mentire i testi. Il leader di Fi: ‘Accuse basate sul nulla’”.
E poi
Su La Repubblica, “L’inchiesta” firmata da Paolo Berizzi: “Soldi, kalashnikov ed esecuzioni. Ecco la rete del terrore di Al Qaeda in Italia”. Sulle indagini: “Gli inquirenti hanno passato al setaccio oltre 4mila intercettazioni ricostruendo i movimenti di uomini, armi, esplosivi e fiumi di denaro che collegano i jihadisti operativi nel nostro Paese con Francia, Pakistan e Afghanistan. A partire dagli eredi di Bin Laden arrestati in Sardegna, fino alla barbara decapitazione di una ragazza colpevole di aver fatto il bagno in costume”, “In un appartamento di Roma l’organizzazione nascondeva un milione di dollari destinato all’acquisto di mitra, granate ed esplosivi. ‘Ho comprato il top. Ci servono per la guerra’”.
Sul Corriere: “I terroristi del resort e del Bardo addestrati dalla stessa cellula libica”, “I recenti attentati in Tunisia collegati da una comune matrice jihadista”. Ne scrive Elisabetta Rosaspina. Si legge che il killer di Sousse si sarebbe recato oltre frontiera, in un campo gestito dagli islamisti.
E sulla stessa pagina Lorenzo Cremonesi racconta un’altra vicenda che riguarda due città siriane al confine con l’Iraq: “Decapitate dall’Isis per stregoneria”, “per la prima volta i miliziani del Califfo sgozzano due donne”.
Su La Stampa, pagina 7: “Obama alza lo stipendio a cinque milioni di americani”, “Cambieranno le norme sugli straordinari: ‘Chi lavora tanto sia pagato di più’”.
Sul Corriere: “Aborto, la Corte boccia il Texas”, “La nuova sentenza sospende le leggi restrittive in vigore nello Stato conservatore. Non saranno costrette a chiudere le cliniche che praticano l’interruzione di gravidanza”.
Sullo stesso quotidiano si scrive che oggi ci sarà l’annuncio della riapertura delle ambasciate Usa e Cuba, “ultimo passo” del “disgelo”.