Il Corriere della sera: “De Luca si prepara alla resistenza: ‘Sarò eletto dal popolo e resterò'”. “Dopo il verdetto della Cassazione sulla Severino per cui rischia la decadenza”. Il quotidiano offre anche un “retroscena”: “Il piano Renzi per il rebus del vicegovernatore”.
Il titolo più grande: “Mondiali, 24 anni di tangenti”. “Blitz dell’Fbi a Zurigo. Indagine sull’assegnazione dei campionati di calcio in Qatar e in Russia”. “Arresti al vertice della Fifa, sotto accusa il sistema Blatter. Mosca protesta”.
La foto a centro pagina è per la Regina Elisabetta: “Linea Cameron (che ricorda Thatcher) nel discorso di Elisabetta”. “La Regina ‘di ferro’ contro sindacati e tasse”.
A fondo pagina la cronaca: “In fuga dopo l’alt uccidono una donna”. “Roma, travolti 9 passanti. L’auto intestata a un rom con altri 20 veicoli. Presa una ragazza”.
In alto: “Atene: patto vicino. Berlino frena”. “Ma le Borse scommettono sul salvataggio. Milano su del 2,29 per cento”
La Repubblica ha in prima una grande foto del presidente della Fifa, Sepp Blatter: “Terremoto sulla Fifa di Blatter. L’Fbi: 20 anni di calcio corrotto”.
In apertura a sinistra, il caso del candidato Pd alla Regione Campania Vincenzo De Luca, che il quotidiano ha intervistato: “Caos De Luca, ‘Vado avanti e Renzi è con me’”.
In prima anche il richiamo ad un’intervista con copyright Die Zeit al ministro delle Finanze tedesco Schaeuble, che dice: “Basta sconti, Atene non è più competitiva”.
La copertina dell’inserto R2 sulla colonna a destra: “I gringos degli affari alla conquista di Cuba”, “Energia, edilizia e turismo, le multinazionali americane sbarcano dopo il disgelo”. Di Omero Ciai, inviato a L’Avana.
La Stampa riproduce una foto in cui le autorità svizzere coprono con un lenzuolo gli arrestati Fifa prelevati in un hotel di Zurigo: “Calcio corrotto, tempesta sulla Fifa”, “Nell’inchiesta Usa 14 inquisiti e 7 arresti: ‘Tangenti da un ventennio, questo è solo l’inizio’”, “Anche gli svizzeri indagano sui prossimi Mondiali assegnati a Russia e Qatar. La federazione: noi le vittime”.
A centro pagina: “Il governo ora pensa a come sciogliere il ‘nodo’ Severino”, “Regionali, vertice De Luca-Guerini: problema incandidabilità superabile”.
Di spalla a destra: “Migranti, la Ue vara il piano. Ma nove Paesi sono contrari”, “Tensioni a Bruxelles”.
E un’analisi di Andrea Tornielli: “Perché il Papa dirà sempre no alle nozze gay”.
Il Fatto: “Ecco i 31 impresentabili”, “Domani l’Antimafia partorirà il topolino di 13 nomi, ma i candidati alle elezioni regionali condannati e inquisiti sono molti di più. Ecco quelli scovati dal ‘fatto’: 9 Fi (più 3 in liste alleate), 5 Ncd, 4 Pd (più 5 in liste alleate), 3 di Fdi, 2 al seguito del fittiano Schittulli. Renzi sbandiera ‘legalità’ e assicura che i suoi sono immuni. Ma ha addirittura tre aspiranti presidenti inquisiti: De Luca, Paita e Rossi”.
A centro pagina: “’Favori a Cuffaro in carcere’: indagata sottosegretaria Vicari”, “Visite sospette all’ex governatore condannato in Sicilia”. Scrive il quotidiano che Simona Vicari, esponente Ncd, “avrebbe spacciato per propri assistenti alcuni fedelissimi del politico detenuto. In ballo le direttive sullo spostamento di diverse proprietà”.
In prima il richiamo ad un’intervista a Stefano Rodotà sul caso della sentenza della Corte costituzionale sulle pensioni: “Peggio di una minaccia, così il governo delegittima la Consulta”.
A fondo pagina: “Blatter e il pallone bucato dall’Fbi”, “Operazione tra gli Usa e Zurigo: arrestati 7 funzionari vicinissimi al presidente, traffici e milioni per l’assegnazione dei Mondiali in Sudafrica, Qatar e Russia”.
Il Giornale: “Elezioni regionali. Renzi complice di una truffa. De Luca, candidato ineleggibile, svela:’Il premier sistemerà tutto'”. “L’appello di Berlusconi: non votare è quasi un reato”.
A centro pagina, con foto: “Tangenti Fifa, sette arresti dell’Fbi”. “Il potere del calcio è marcio, viva il calcio”.
Sotto: “Tre rom fanno una strage a Roma. Non si sono fermati a un posto di blocco. Fuggendo a 180 all’ora hanno travolto sette persone. Una vittima, quattro feriti gravi”.
Da segnalare un articolo di Fiamma Nirenstein su un “sondaggio choc”: “Islam moderato? Otto arabi su dieci stanno con l’Isis”.
Il Sole 24 ore: “Grecia, i mercati puntano su una intesa con i creditori”. “Tsipras: siamo alle battute finali. Bruxelles frena: c’è ancora molto lavoro da fare”.
Di spalla: “L’industria decisiva per far ripartire il Paese”. “Oggi l’assemblea di Confindustria all’Expo”. “Lettera di Renzi a Squinzi: condivido la centralità del manufatturiero”.
Il quotidiano offre anche una conversazione con il ministro dell’Economia Padoan: “Dare forza alla produzione per consolidare la ripresa. Sulla bad bank via italiana”.
A centro pagina: “Calcio, blitz contro i vertici Fifa”. “L’accusa: 24 anni di corruzione. Tangenti per assegnare i mondiali”. “Arrestati in Svizzera sette dirigenti. Indagine guidata dal segretario Usa alla Giustizia”.
Fifa
La Stampa, pagina 2: “Il più grande scandalo del calcio. Arresti e mazzette, trema la Fifa” “Blitz americano a Zurigo tra i dirigenti riuniti in vista dell’elezione del presidente. Nell’inchiesta Fbi diritti e assegnazione dei Mondiali: 7 in manette, 14 inquisiti”. E a pagina 3: “Miliardi e Mondiali. La macchina da soldi che non conosce soste”, “L’ultimo caso per la federazione la scelta di Russia e Qatar”. E Francesca Paci racconta “il caso” Qatar: “Sessantadue operai morti per partita. Il prezzo folle degli stadi in Qatar”, “Turni massacranti e niente diritti: già oltre 400 vittime”.
La Repubblica, pagina 2: “Lo scacco dell’Fbi travolge la Fifa: ‘Corrotti da vent’anni, è solo l’inizio’”, “A due giorni dalle elezioni, irruzione all’alba a Zurigo. Nell’inchiesta Usa riciclaggio e tangenti per 150 milioni: 2 vicepresidenti e 5 dirigenti arrestati”. A 48 ore dal Congresso che domani dovrebbe rieleggere (per la quinta volta) Sepp Blatter alla guida della Fifa, da un tribunale federale degli Usa si è abbattuto un ciclone giudiziario sul governo del football mondiale. Loretta Lynch, da un mese ministro della Giustizia Usa, ieri mattina ha preso la parola nella sala dell’Eastern District of New York (il tribunale federale con sede a Brooklin) per dire: “questa inchiesta riguarda reati gravissimi, ci sono persone che hanno corrotto il business del calcio in tutto il mondo per arricchirsi personalmente e noi siamo determinati a far terminare questo tipo di pratiche illegali”. E’ rarissimo, nota Alberto Flores D’Arcais (da New York) che il ministro della Giustizia convochi una conferenza stampa di lì a poche ora con la presenza, fra l’altro, del direttore Fbi e del capo della sezione crimini dell’Irs (l’agenzia delle tasse). Il reportage da Zurigo è firmato da Andrea Sorrentino: “Quella retata nel fortino di Blatter, in carcere nascosti dalle lenzuola, la vergogna dei signori del pallone”. Il quotidiano intervista poi Luis Figo, che era lo sfidante di Blatter alla presidenza della Fifa: “Ha creato una dittatura fondata sugli scandali”, dice. E la Fifa è “un’organizzazione buia, tenebrosa, dove impera la corruzione”. Alle pagine seguenti, attenzione per Michel Platini, che è il presidente della Uefa: “Platini va oltre Blatter, ‘L’ho aiutato in passato, adesso deve lasciare’”, “L’Uefa -scrive il quotidiano- può boicottare le elezioni e chiede il rinvio. L’Italia tace. La Russia attacca gli Usa: ‘Un’ingerenza. Il nostro Mondiale è pulito’”.
La Stampa scrive che dopo le polemiche sulla manipolazione di voti per la rielezione di Blatter nel 2011, e soprattutto quelle sull’assegnazione dei Mondiali a Russia e Qatar, la Fifa aveva fatto 2il bel gesto” di nominare una commissione d’inchiesta indipendente, affidandola all’ex procuratore del Southern District di New York Michael Garcia: che aveva lavorato per 19 mesi, consegnando un rapporto di 350 pagine. Ma nel novembre scorso il governo planetario del calcio si era autoassolto, pubblicando solo un riassunto di 42 fogli. Garcia allora aveva passato le informazioni al capo dell’Fbi James Comey, suo successore al Southern District, per verificare se erano stati commessi reati sul suolo americano. Il quotidiano intervista Guillermo Jorge, che ha fatto parte del Comitato indipendente. Dice: “Le tangenti? Normali. La Fifa è così da 50 anni”, “La Fifa è un’organizzazione composta da 209 Nazioni, che agisce attraverso commissioni. Non c’è controllo su questi organi e i loro capi interpretano le tangenti come semplici regalie”. Il “personaggio” Blatter viene descritto da Paolo Brusorio (“Calcio, potere e affari. L’impero infinito di Blatter”, “sopravvissuto agli scandali, col voto di domani cerca il 15° mandato. Puntava ai Mondiali in India, ha voluto strafare con Russia e Qatar”). E sulla stessa pagina: “Il cartellino rosso di Platini: ‘Una farsa’”, “L’Uefa prende le distanze e chiede di rinviare le elezioni del presidente: ‘Malcostume radicato’”.
Anche su Il Giornale si cita il “Garcia report”. Garcia è l’ex procuratore del distretto di New York autore della inchiesta per conto della Fifa sulle accuse alla Fifa. La domanda del quotidiano: “Possibile che la corrotta Fifa si sia rivolta a un rompiscatole come Michael J. Garcia per indagare su se stessa? Per di più uno che si inorgogliva dichiarando che ‘prima di questo incarico non avevo mai visto una partita di calcio che non fosse under 12, la categoria in cui gioca mio figlio’. Garcia ha tutte le carte in regola per diventare un eroe di Travaglisti e Savianologi, basterà censurare il dettaglio che la sua nomina a procuratore di New York fu benedetta dall’amministrazione Bush”. “Nel 2012, quando la Fifa lo incarica di condurre un’inchiesta che faccia chiarezza sulle accuse di inciucio mundial nella scelta di affidare a Qatar e Russia i prossimi campionati, Garcia volle spazzar via le critiche di chi diceva che un investigatore pagato dalla Fifa non sarebbe mai stato indipendente: ‘Ho l’autorità di investigare su qualunque funzionario, dal più alto al più basso: nessuno è al di sopra del codice etico’, disse. E per dimostrarlo si presentò senza farsi annunciare ai commissari che avevano votato l’assegnazione delle sedi per il massimo torneo del calcio mondiale, suscitando qualche dubbio anche tra alcuni dei pezzi grossi che avevano votato a favore del suo incarico”. Il rapporto fu consegnato nel settembre 2014, due anni dopo l’incarico. Due mesi dopo “il comitato etico presieduto da Hans-Joachim Eckert bollò il documento come non pubblicabile in base alle regole di privacy e legali della Fifa. Ne distribuì un sunto di 42 pagine, il quale concludeva che il rapporto Garcia non evidenziava violazioni sostanziali al codice etico”. Garcia ne chiese la pubblicazione integrale e definì “erronee” le conclusioni della Fifa. Poi si dimise.
Su Il Fatto la vicenda è alle pagine 14 e 15: “L’Fbi sgonfia il pallone di Blatter”, “Retata a Zurigo, in manette sette alti dirigenti Fifa. Il presidente non è indagato e potrebbe essere rieletto domani, ma Platini (Uefa) chiede una sospensione”, spiega Luca Pisapia. Poi Lorenzo Vendemiale racconta “la cricca”, ovvero “I sette del cerchio intorno all’imperatore” Blatter. E Marco Lillo e Valeria Pacelli leggono le 161 pagine dell’atto d’ accusa dell’acting attorney all’Eastern District of New York Kelly Currie: “’Diaspore africane’ e mazzette Mondiali”, “Le carte dell’indagine: giro di milioni per pilotare l’assegnazione dei tornei”.
Sul Sole Gianni Dragoni traccia un ritratto di Sepp Blatter, citando la frase che pronunciò prima dei mondiali del Brasile, a proposito delle manifestazioni in quel Paese contro i costi eccessivi del Mundial: “Il calcio è più importante dell’insoddisfazione delle persone”. Ricorda che “Blatter è sempre uscito indenne dagli scandali e polemiche in cui è finito fin dalla prima elezione, ogni volta più forte, malgrado in alcuni paesi goda di fama di impresentabile. Blatter ha dribblato anche lo scandalo per l’assegnazione dei mondiali del 2022 al Qatar, argomento che è oggetto dell’indagine dell’Fbi insieme all’assegnazione dei mondiali 2018 alla Russia”. Dragoni ricorda che già un anno fa una inchiesta del Sunday Times affermava che “l’ex vicepresidente della Fifa, ex delegato Fifa per il Qatar ed ex boss della Federazione asiatica, Mohamed Bin Hamman, avrebbe pagato mazzette per oltre 5 milioni di dollari, soprattutto ai votanti africani nella Fifa, per assegnare nel 2010 i mondiali al Qatar” e scrive che “Lord David Triesman ex vicepresidente della federazione calcio inglese, ha attaccato Blatter: ‘Ho paura che la Fifa sia guidata come una famiglia di mafiosi. Ha una lunga tradizione di bustarelle, tangenti, e corruzione'”. “Blatter, annunciando la sua ricandidatura alla Fifa, ha affermato che sulla decisione di assegnare i mondiali al Qatar hanno influito “le pressioni” del governo francese. Un modo per scaricare la colpa sul rivale Michel Platini, amico dell’emiro del Qatar, Tamim bin Hamad Al Thani. Alla vigilia dell’assegnazione dei mondiali, Platini accompagnò l’emiro dal presidente Nicolas Sarkozy. E il figlio di Platini, avvocato, dal 2011 lavora per il gruppo del Qatar che è proprietario del Paris Saint Germain”.
Lo stesso quotidiano dedica un articolo a Loretta Lynch, il Segretario alla giustizia Usa, prima donna afroamericana a diventare “Ministro della giustizia”. Si ricorda che “ha dovuto aspettare a lungo il suo incarico” dal momento della nomina in novembre (lo stesso Obama stigmatizzò il ritardo con cui il Congresso si occupò della nomina). Si legge che appena entrata in carica “i procuratori federali hanno portato a conclusione con una condanna alla pena di morte il processo contro l’attentatore della maratona di Boston, il ceceno naturalizzato americano e seguace dell’Islam radicale Dzhokhar Tsarnaev. Hanno strappato sanzioni per quasi sei miliardi di dollari e ammissioni di colpa a cinque banche internazionali per gigantesche truffe sulle valute. E se questi erano casi che aveva ereditato dal suo predecessore, l’ultimo è tutto suo: i procuratori del ministero hanno scioccato il mondo del calcio sfoderando il ‘cartellino rosso’ contro la Fifa e incriminando la mafia del pallone”. Prima di diventare ministro la Lynch aveva infatti guidato la procura federale dell’Eastern District of New York, che ha sede a Brooklyn e ha condotto le indagini sullo scandalo”. A nominarla alla guida dell’Eastern District era stato Clinton nel 1999.
Regionali
La Repubblica, pagina 8: “Campania, caos su de Luca, per il Pd può andare avanti. Il premier: siamo la legalità”, “Caldoro attacca: una candidatura contro la legge. Grillo all’Antimafia: impresentabili, fuori i nomi”. Il quotidiano riferisce le parole di Lorenzo Guerini, vicesegretario Pd: “De Luca è candidabile, eleggibile e insediabile”, “la decisione della Cassazione sulla Severino non cambia l’essenza della questione; tra l’altro il giudice ordinario in altre fattispecie si è già pronunciato”, “ ci sono i percorsi previsti dalla legge, quindi non ci sarà alcun caos istituzionale. C’è una legge decisa dal Parlamento in una fase particolare del nostro Paese e in cui c’è qualche elemento su cui varrebbe la pena fermarsi a riflettere”. Aggiunge il quotidiano: “dopo il voto, fa intendere Guerini. Con calma. Cercando magari una via d’uscita giuridica. E già si discute su questo dopo una frase di De Luca: “’Renzi ha chiaramente definito la Severino un problema superabile’”. Sulla stessa pagina il “retroscena” di Francesco Bei: “Renzi: ‘Non cambio la Severino, aspettiamo la Consulta’”. Si legge che si attende una sentenza della Corte costituzionale in autunno, perché il 27 gennaio scorso è stato depositato alla Consulta un ricorso della Corte d’Appello di Bari su un caso analogo (a Bari la Corte d’appello ha reinsediato nelle funzioni un consigliere regionale): “e nel Pd confidano che i giudici costituzionali si pronunceranno contro quella parte della Severino che dispone, anche per un reato come l’abuso d’ufficio, la sospensione fin dal primo grado di giudizio”.
Ed è ancora La Repubblica ad intervistare il diretto interessato, Vincenzo De Luca: “Il candidato tira dritto: ‘Matteo sta con me, la norma capestro dopo il voto cambierà”, “Anche un magistrato di assoluta linearità come Cantone ha detto che la Severino ha bisogno di un tagliando”, “prima della sospensione avremo tempo di nominare tutti, la giunta e anche il vice presidente”.
Anche il Corriere offre una intervista a De Luca, firmata da Gian Antonio Stella. “Creda a me: una volta che i campani avranno scelto, il problema non si porrà più”. “Come dice Renzi: chi vince governa”. De Luca ricorda il merito della condanna di primo grado che ha subito: “Sono stato condannato per un reato lessicale. Affidai un lavoro a un project manager, figura che non c’è nel codice delle opere pubbliche. Un incarico da 8.048 euro. Senza danni alla cosa pubblica. Se avessi affidato lo stesso identico lavoro alla stessa identica persona come ‘coordinatore’ non sarebbe successo niente. Di più: lo stesso ‘reato’ mio non è stato imputato ad altri. Ad esempio Caldoro per l’ospedale della Piana del Sele. Allora? È un reato se uso una parola io e non lo è se la usa lui?”. Della legge Severino dice che “è uno scandalo: in certi casi puoi candidarti ed essere pure eletto ma poi non puoi governare. Siamo pazzi? È il frutto avvelenato di un impazzimento. Fanno le leggi a livello più basso di certi paesi subsahariani. È una legge che non sta in piedi. E (qui sta lo scandalo) è una legge ad personam”, ovvero “fatta per sindaci, governatori, assessori… Guarda caso, non vale per i parlamentari. La casta. Indecente”. Sui candidati “impresentabili: “L’ho già detto: non potevamo controllare uno per uno cinquecento candidati. Lo sanno tutti come vanno queste cose: un casino. Finito alle tre di notte. Mi dica: come potevo controllare tutti? È stato infilato qualche personaggio discutibile? Non votatelo!”.
La Stampa, pagina 6: “Caos De Luca, già in pista due possibili vicepresidenti”, “Se il sindaco vincesse dovrebbe insediarsi prima di esser sospeso. Per la sostituzione a tempo, lotta tra il fedelissimo Bonavitacola e l’ex rettore” (dell’Università di Salerno, Raimondo Pasquino). Sulla stessa pagina un “colloquio” con Stefano Caldoro, attuale governatore della Campania del centrodestra, che si ricandida e dice: “sono triste, il mio rivale dà al mondo una brutta immagine”. A pagina 7: “e il governo pensa a come superare il ‘nodo Severino’”, “Vertice Guerini-De Luca: ‘Problema risolvibile, l’ha detto il premier”. Un altro articolo del quotidiano sottolinea invece la “disparità” tra parlamentari e sindaci: “diversamente dai parlamentari, basta una condanna non definitiva per tutta una serie di reati per determinare la sospensione ‘di diritto’ dalla carica”, scrive Francesca Schianchi.
Il Fatto, pagina 4: “Il Pd adesso parla deluchese. Renzi salverà il candidato”, “Niente fretta sulla sospensione: se vince, il governo aspetterà la Giunta”. Alla pagina seguente: “Il ras a caccia del vice e il piano ‘Salerno-bis’”, “De Luca, corsa contro il tempo per la ricerca del fedelissimo che prenderà il suo posto durante la ‘pausa’. Intanto la polizia indaga sui nastri tagliati ‘abusivamente’ dall’ex sindaco”.
Secondo un “retroscena” del Corriere il “piano” di Renzi sulla vicenda campana “consentirebbe la nomina di un vicegovernatore”. Un piano “di non intervento”. La eventuale sospensione di De Luca arriverebbe su richiesta della magistratura, con intervento del prefetto e del ministro dell’interno. “Troppi passaggi per non offrire un tempo di natura flessibile al governo”. Il governatore sarebbe eletto, si costituirebbe il consiglio regionale, poi la Giunta: “Almeno 30 giorni, solo dopo scatterebbe la sospensione, i cui tempi verrebbero gestiti da Palazzo Chigi, e il governo della Regione andrebbe avanti con un vice sino dalla decisione della Consulta, che deve pronunciarsi su un caso simile sollevato dalla Corte d’Appello di Bari”. Ecco perchè – scrive il quotidiano – il problema viene definito “superabile” da De Luca e da Renzi.
Sul Sole: “Caos Campania, Renzi cerca l’exit strategy”. “In caso di elezione di De Luca subito formazione della Giunta e poi sospensione in attesa della Consulta”. Insomma: “Si darà tempo a De Luca di formare la sua Giunta regionale e di nominare il vicepresidente, dopodiché si procederà alla sospensione dalla carica di governatore in attesa che il giudice ordinario – e non più il Tar come stabilito dalla Cassazione – prenda la sua decisione”. Secondo il quotidiano comunque Renzi non avrebbe apprezzato molto il fatto che De Luca abbia definito “superabile” lo scoglio della Severino citando il premier.
Su Il Giornale: “De Luca inguaia Renzi. ‘L’incandidabilità? Problema superabile'”.
Economia
Sul Sole 24 ore spazio per l’assemblea di Confindustria, che quest’anno si terrà all’Expo. Si cita la lettera che Renzi ha inviato a Squinzi, in cui spiega che il “recupero della centralità del manifatturiero nella nostra economia” messo al centro dal presidente degli industriali è un “paradigma che il governo condivide pienamente”. Renzi non sarà a Milano, impegnato a Melfi alla fabbrica Fca con Marchionne e poi ad olbia per l’apertura di un ospedale. Nella lettera dice che ci sono segnali di ripresa ed invita gli industriali a continuare a lavorare insieme, mettendo al centro “‘il rilancio dello sviluppo della manifattura e dell’economia reale'”.
Il quotidiano di Confindustria pubblica una conversazione di Fabrizio Forquet al Ministro dell’economia Padoan: il giorno dopo le considerazioni di Visco e alla vigilia della assemblea di Confindustria il ministro spiega che il governo vuole “fare una politica forte per sostenere gli investimenti e l’innovazione”. Per dare “più forza al sistema produttivo, e uscire quindi stabilmente dalla crisi, Padoan sa bene che va sciolto il nodo del credito, dei finanziamenti che faticano ancora ad affluire alle imprese da un sistema bancario soffocato dalle sofferenze”. Si ricordano le parole del Governatore Visco sulla “massa di sofferenze e prestiti deteriorati che ha raggiunto il 18 per cento del totale (prima della crisi si era al 6 per cento) e aveva sollecitato l’Europa a una minore rigidità nel considerare eventuali interventi pubblici. Il ministro dell’Economia, per tradizione istituzionale, non commenta le parole del Governatore, ma Padoan non può non aver apprezzato quelle sollecitazioni, proprio mentre il suo ministero è impegnato in un confronto non facile con Bruxelles su questi temi”. Dice Padoan: “‘Liberare le banche dal peso dei crediti deteriorati è un imperativo per consolidare la crescita. Si può fare in vari modi. Noi stiamo lavorando a una via italiana e dobbiamo concordarla con l’Unione europea». Altri Paesi sono intervenuti in passato in modo molto diretto, ma lo hanno potuto fare perché non c’era ancora l’Unione bancaria e le regole che la caratterizzano. Per l’Italia la strada si è fatta ora più stretta. La convinzione del ministro, però, è che si possa trovare un percorso efficace all’interno delle regole europee”.
Da segnalare su Il Giornale un articolo dedicato ai debiti della Pa nei confronti delle imprese: “Il premier non paga le imprese. Mancano ancoa 60 miliardi”. “A dispetto degli annunci dell’Esecutivo la Pa continua a non onorare i propri debiti”. “Bortolussi (Cgia): ‘La Ue impone di saldare entro 60 giorni, la media italiana è 144′”.
Grecia
Sul Corriere: “La Grecia: accordo a un passo. Gelo a Berlino: non ci siamo”. Si cita la dichiarazione del Segretario al Tesoro Usa Jack Lew, che ieri ha detto: “La sfida è mostrare più flessibilità nella ricerca di una soluzione alla crisi greca che interessa tutti”. “E’ un errore pensare che un fallimento della Grecia non avrebbe conseguenze più vaste per il mondo”. Si citano poi le dichiarazioni d Tsipras, di qualche ora dopo: “L’accordo è vicino, siamo nel tratto finale”. I particolari dell’accordo prevederebbero “un aumento dell’Iva, un obiettivo di avanzo primario più basso per il primo anno, investimenti e riduzione del debito nel lungo periodo”. Si citano poi Dombrowskis, vicepresidente della Commissione (“Ancora non ci siamo”, ma ci sono stati progressi sull’Iva) e del ministro delle finanze tedesco Schauble (“non ci sono stati molti progressi”).
Anche sul Sole: “La Grecia: siamo a un passo dall’accordo”. “Ma i creditori europei smentiscono Atene. Dombrowskis: ancora molto lavoro da fare”. Il quotidiano cita un dato: “Martedì prelevati dai conti correnti 300 milioni di euro, il triplo del solito”.
Sul Sole Carlo Bastasin si sofferma sulle possibilità di un accordo tra Grecia e creditori e scrive che il primo problema è quello di “superare l’incertezza che sta uccidendo l’economia greca, in un clima in cui prima di ogni week-end circolano voci di introduzione dei controlli sui movimenti di capitale. In particolare dopo che l’annuncio di Varoufakis di una tassa sui movimenti bancari ha fatto triplicare i prelievi. Alexis Tsipras è però fiducioso e ha deciso di farsi carico di persona della trattativa, precedendo il G-7 di Dresda con una nuova lista di 20 pagine di misure e riforme”. L’ipotesi di cui parla il quotidiano è quella di un “accordo sporco”, utile a superare il braccio di ferro che va avanti da mesi “ma naturalmente non a risolvere la crisi greca”.
La Repubblica riproduce un’intervista-colloquio con copyright Die Zeit tra il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble e l’economista americano Kenneth Rogoff. Schaeuble: “Grecia non più competitiva, no a sconti sul debito”, “Il governo di Atene non può dire di voler restare nell’euro ma di rifiutare il programma. Caro Rogoff, abbiamo già tagliato il loro debito, ma i greci devono fare le riforme”, “La Germania è diventata un capro espiatorio. Non abbiamo la colpa di tutto. Non è vero che non abbiamo speso, facciamo proprio quello che auspicava Keynes”.
Immigrati
Sul Sole 24 ore si legge che l’Europa ha presentato ieri “l’attesa proposta legislativa per gestire a Ventotto, e non più su base nazionale, il drammatico arrivo di migliaia di migranti in Italia”. Iniziativa “impensabile” solo qualche mese fa, “successo della diplomazia italiana”. Si ricorda il “Principio di Dublino” che, nel 2003, sancì che l’immigrato arrivato in Europa in cerca di asilo sarebbe stato accolto nel Paese di arrivo, si spiega che si va verso il superamento, si descrive la proposta della Commissione: un meccanismo su 24 mesi che comporterà la ricollocazione sull’intero territorio europeo di 40 mila persone, 24 mila arrivate in Italia e 16 mila arrivate in Grecia dal 15 aprile in poi. La redistribuzione avverrà sulla base del Pil dei Paesi, la loro popolazione, il tasso di disoccupazione, il ruolo in passato nell’accogliere rifugiati. I 40 mila verranno selezionati privilegiando le cittadinanze che nel 2014 hanno ottenuto un elevato tasso di accettazione dell’asilo.
Anche sul Corriere: “Suddivisi in Europa 40 mila migranti”. “Saranno trasferiti i richiedenti asilo siriani ed eritrei sbarcati sulle coste italiane e greche dal 15 aprile”. “Il grosso delle quote tra Germania, Francia, Spagna. Londra e Copenaghen si chiamano fuori”.
Su Il Giornale: “Ma quale spartizione. I profughi restano a noi”. Si scrive che “stando al testo presentato ieri a Bruxelles dalla Commissione Europea verranno ‘ripartiti’ solo i richiedenti asilo di nazionalità eritrea e siriana arrivati dopo il 15 aprile di quest’anno. In pratica nessuno dei 165mila e passa arrivati in Italia nel 2014 e degli oltre 30mila sbarcati nei primi 4 mesi e mezzo del 2015 si muoverà dal nostro Paese. Dunque per il pregresso siamo già condannati a tenerci più di 190mila persone”. Micalessi ricorda anche che nel 2014, tra i quasi 65 mila richiedenti asilo in Italia, i siriani sono stati poco più di 500, gli eritrei 480. “Dunque anche calcolando un incremento negli arrivi non potremo riallocare più di mille richiedenti asilo rispetto ai 20mila garantiti dalla proposta delle Commissione”.