Le aperture
Il Sole 24 Ore: “Stop sul’Irpef, tagli al cuneo fiscale. Si punta alle detrazioni sul lavoro. Per l’Iva aumenterà solo l’aliquota del 21 per cento”. Di spalla il voto favorevole della Camera al disegno di legge sulla corruzione: “Sì all’anticorruzione, si oppone solo l’Idv. White liste delle aziende”.
La Stampa: “Irpef e Iva, si torna indietro. Niente taglio delle aliquote del 23 e 27 per cento. Cancellato l’aumento Iva dal 10 all’11 per cento. Decreto del governo per ridurre le Province da 86 a 51, rivolta dei campanili”.
La Repubblica: “Dietrofront sull’Irpef, niente sgravi. Cambia la manovra: tagli al cuneo fiscale, non aumenta l’Iva al 10 per cento. Accordo tra il ministro Grilli i relatori della legge sulla stabilità alla Camera. Disoccupazione mai così alta da vent’anni. Cambia la manovra: tagli al cuneo fiscale, non aumenta l’Iva al 10 per cento”. A centro pagina: “Operai Fiom a Pomigliano, la ritorsione della Fiat”. “Obbligata a riassumerli, ne licenzia 19”.
Il Corriere della Sera apre con l’accordo tra esecutivo e maggioranza nella legge di Stabilità: salta il taglio Irpef, niente retroattività, salve le detrazioni e deduzioni per il 2012, innalzamento dell’Iva dal 20 al 21 per cento, meno imposte sul lavoro”. A centro pagina, in evidenza, una intervista a Sergio Marchionne: “Marchionne: perché investo in Italia. La sfida ai tedeschi, la fusione Chrysler, i 19 in mobilità”.
L’Unità: “La vendetta di Marchionne. Rappresaglia a Pomigliano. Tasse, salta il piano Irpef”. In evidenza in prima pagina anche la notizia della assoluzione davanti al Gup per Nichi Vendola. “Vendola assolto, gioia con lacrime”.
Il Fatto quotidiano: “Vendetta di Marchionne nell’Italia dei senza lavoro. Nel giorno del record assoluto della disoccupazione (2,8 milioni di denza lavoro) il capo della Fiat manda in mobilità 19 operai in risposta alla sentenza che lo obbliga a riassumerne altrettanti perché discriminati”.
Libero, che parte dagli stessi dati sulla disoccupazione: “Il lavoro c’è, ecco dove”. Il quotidiano pubblica una inchiesta tra “le aziende che, malgrado crisi e ostacoli di Stato, assumono. E forse stanno cercando proprio voi”.
Il Giornale: “I grillini ci costano come la casta. Dicono di non volere soldi. Ma da onorevoli incasseranno per legge 30 milioni l’anno. La proosta Pdl: anche partiti e sindacati devono pagare l’Imu”. In apertura: “Addio taglio dell’Irpef ma scenderanno le tasse sul lavoro”.
Manovra
Governo e maggioranza, scrive il Corriere della Sera, hanno trovato ieri un compromesso che modifica profondamente la legge di stabilità 2013 e che, senza modificare i saldi, punta comunque sulla riduzione delle tasse. Salta la riduzione delle aliquote Irpef, ma in cambio ci saranno almeno per il 2013 sgravi specifici per i lavoratori dipendenti. L’intesa, raggiunta dal ministro dell’Economia Grilli, prevede la creazione di un fondo, nel 2013, per la riduzione della pressione fiscale, alimentato dalla spending review sugli incentivi alle imprese (quella di Francesco Giavazzi). E dai proventi della lotta all’evasione. Governo e maggioranza hanno anche concordato la destinazione del nuovo fondo di Palazzo Chigi (circa 900 milioni di risorse) alla spesa sociale e ai non autosufficienti. Le aliquote Irpef sui primi due scaglioni di reddito resteranno invariate: l’operazione sarebbe costata 4,5 miliardi l’anno prossimo, e 6,8 miliardi a regime; una parte dei relativi risparmi sarà utilizzata per la riduzione del cuneo fiscale, ovvero la differenza tra il costo del lavoro per l’impresa e il salario netto che arriva al lavoratore. Per il prossimo anno lo sgravio fiscale dovrebbe riguardare solo i dipendenti, mentre dal 2014 l’abbattimento del cuneo interesserà anche le imprese, forse con una nuova riduzione Irap.
La Repubblica: le risorse ottenute saranno usate per lasciare intatta l’aliquota Iva al 10 per cento e per ridurre il cuneo fiscale. Il ministro dell’Economia si è sbilanciato in un pronostico: dal secondo trimestre 2013 la ripresa sarà realtà. Il quotidiano riferisce anche delle lacrime della ministro Fornero durante il consiglio dei ministri: “niente fondi per i malati di Sla (Sclerosi laterale amiotrofica) e Fornero piange un’altra volta”. Si tratta dei fondi per l’assistenza a questi malati, e tanto la Fornero che il suo collega alla sanità Balduzzi hanno insistito nei giorni scorsi per trovare risorse e ripristinare l’assistenza a queste persone. Numerosi malati di Sla da giorni hanno iniziato uno sciopero della fame per protestare contro i tagli del governo ai fondi per l’assistenza a domicilio. Ma per via della crisi e della necessità di far quadrare i conti non c’è stato niente da fare: Monti e il ministro Grilli si sono opposti allo stanziamento.
Il Sole 24 Ore dedica le prime 2 pagine, per intero, ai contenuti dell’accordo tra governo e maggioranza. Nella pagina 2 si dedica grande attenzione alla misura varata ieri dal governo in sede di Consiglio dei Ministri, con l’approvazione del decreto legislativo che attua la direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio europeo del 16 febbraio 2011: “Lotta contro i ritardi di pagamento delle transazioni commerciali”. Significa che dal 1 gennaio 2013 la pubblica amministrazione dovrà pagare i propri fornitori entro 30 giorni. Si potrà arrivare a 60 solo in casi ben individuati. Lo stesso limite riguarderà anche le transazioni azienda-azienda, ma in questo caso il tetto potrà essere superato nel caso ci siano accordi tra le parti”.
Il quotidiano riproduce poi integralmente nelle pagine seguenti lo schema del decreto legislativo varato dal governo.
Il Sole 24 Ore, il Corriere della Sera, La Repubblica, così come altri quotidiani, riferiscono anche della approvazione ieri, in sede di Consiglio dei ministri, di un decreto che prevede la diminuzione delle Province a partire dal 2014. Scenderanno da 86 a 51. Ma i tagli – sottolinea Il Sole – scatteranno già dal prossimo gennaio, quando decadranno tutte le giunte locali. Sul risultato della operazione pesa – in sede di conversione del decreto – la capacità del Parlamento di respingere le spinte campanilistiche.
Pdl
Il Corriere della Sera intervista Gabriele Albertini. Dice che gli piacerebbe che la sua lista alle regionali si chiamasse “Onestà al Potere, perché è da qui che dobbiamo partire”. Il progetto: “Dobbiamo creare il PPE in Italia”. Dice di non essere disponibile a partire da elezioni primarie, “perché non posso essere il candidato del solo Pdl se devo garantire la convergenza di più soggetti”. Sulla Lega: “I leghisti sono persone oneste e corrette, che hanno dimostrato di saper fare pulizia al proprio interno senza fermarsi neppure di fronte al fondatore e ai suoi familiari. Un’adesione non condizionante con la linea politica ci può stare: del resto hanno già governato 12 anni in Regione e io stesso li ho avuti al mio fianco nel secondo mandato da sindaco”. Ma “deve essere chiaro che noi partiamo dall’Agenda Europa. Non posso dimenticare che pochi giorni fa i leghisti, mentre raccoglievano le firme per il loro candidato governatore in Lombardia, proponevano un referendum per l’uscita dall’euro. Una posizione difficilmente conciliabile con chi si riconosce nel partito di De Gasperi, Schumann, Adenauer”.
Su La Repubblica un articolo sullo stato d’animo del centrodestra e in particolare di Berlusconi. Tra virgolette vengono riferite le parole che avrebbe pronunciato in un incontro a Palazzo Grazioli con il segretario Alfano, Fabrizio Cicchitto, Denis Verdini, il tesoriere Crimi: “Mi avete messo i gruppi parlamentari contro. Ma io non mi fermo. Il mio progetto lo porto avanti comunque”, “mi avete lasciato da solo a difendermi contro i magistrati, ora mi volete mettere in minoranza nel partito. Concentratevi pure sulle vostre primarie”. Per La Repubblica è “quasi una sfida”, perché la sua lista e il suo moviment prenderanno il largo comunque convinto, come sarebbe Berlusconi, di prendere più voti del Pdl. Subito dopo la consultazione che il 16 dicembre dovrebbe conclamare Alfano alla guida del “vecchio partito”.
Per Il Giornale: “Berlusconi cena con Alfano, ma è perplesso sulle primarie”. “L’ex premier teme che il voto possa trasformarsi in una conta interna, ed è deciso più che mai ad andare avanti verso una lista sganciata dal Pdl”. Secondo il quotidiano Berlusconi “ha voluto tranquillizzare i suoi interlocutori”, ha “assicurato di non avere nulla contro il Pdl”, se non la convinzione che sia necessario un cambio di nome e di simbolo. Il problema è che l’ex premier continua a guardare ad un “piano B” che in verità è la sua prima scelta.
Secondo il quotidiano, peraltro, il partito teme di non riuscire ad allestire i gazebo per raccogliere un numero di votanti che non sfiguri con quelli del Pd. Si punta ad un milione e mezzo di elettori. E la questione non è solo organizzativa, ma anche economica, perché – secondo Il Giornale – il Cavaliere avrebbe fatto intendere di non voler tirar fuori un euro di tasca sua: “Problemi vostri”. Per Il Foglio Berlusconi “riprenderà ad esser ragionevole, non farà liste con i falchi e le falchesse”, Alfano cercherà di diventare un leader con la “botta delle primarie”, ci sarà “un inevitabile sconfitta elettorale, poi con il tempo forse, gradualmente, si ricostruirà una destra accettabile nei larghi spazi di opposizione aperti da un governo socialisteggiante e statalista”. E’ il direttore del quotidiano in persona, Giuliano Ferrara, a siglare con l’Elefantino l’editoriale in prima pagina.
Idv, 5 Stelle
“Di Pietro sotto assedio”, titola La Repubblica, secondo cui la “mossa a sorpresa” del leader sarebbe quella di sciogliere il partito. Basta Italia dei Valori, via ad un grande movimento in cui coinvolgere soprattutto la Fiom di Landini. Dopo 4 ore di ufficio di presidenza, il comunicato parla di “fase costituente” da inaugurarsi a dicembre con una mega assemblea, aperta a tutti gli eletti, gli amministratori e gli iscritti Idv, in vista di un congresso straordinario che accoglierà “figure rappresentative di realtà e movimenti”.
Di Pietro concede una intervista a Il Fatto quotidiano. Parla “con le carte in mano”, dopo la puntata di Report sugli appartamenti e i terreni, anche della moglie: “Lei è ricca di famiglia. Non ha beneficiato dei miei guadagni, anzi. Ha uno studio fortissimo, è indipendente, è una donna intelligente e rispettabile. Non è la moglie di Di Pietro. A Montenero ho appezzamenti per gli ulivi, il grano, e baracche per il trattore, e addirittura la stalla. Queste sarebbero le mie ricchezze?”. “Non è povero”, dice il quotidiano. “Mica mi lamento! Ma sono soldi sudati e ricevuti vincendo cause per diffamazione”. Sugli appartamenti acquistati a Roma e Busto Arsizio e dati in affitto al partito: “Non c’è nulla di irregolare. Certo, non lo rifarei. Ma io ho messo in piedi una macchina quando internet non esisteva, e non avevo i capitali necessari”. Farete le primarie? “Subito, in rete. Chiunque potrà presentare il proprio curriculum, che sia un iscritto al partito o un semplice simpatizzante”. Dice che un comitato di garanti esaminerà le candidature e che un sistema elettronico come quello di Grillo selezionerà i migliori: “Deve sapere che io, Grillo lo ammiro e lo copio”. E il caso di Maruccio, ex capogruppo del Lazio indagato per peculato? “L’ho conosciuto giovanissimo”, “era insospettabile. Come potevo immaginare queste accuse?”.
Sullo stesso quotidiano si spiega che ieri è arrivata una mail a tutti gli aspiranti parlamentari grillini: viene sollecitata la candidatura alle primarie online entro e non oltre domenica 4 novembre. I candidati dovranno proporre un video di presentazione. Poi sarà il popolo del web a scegliere. Requisiti: fedina penale pulita, nessun incarico in Regioni, Province, Comuni, consigli di quartiere.
Su Grillo e il suo movimento leggi l’articolo di Alessandro Lanni, su Reset
Casini, Vendola, centrosinistra
Su La Repubblica si dà conto delle lacrime che hanno rigato il volto di Nichi Vendola, dopo l’assoluzione nel procedimento che lo vedeva accusato di concorso in abuso d’ufficio per aver fatto pressioni sulla ex dg di Asl di Bari, Lea Cosentino, sua grande accusatrice, e a riaprire i termini di un concorso di assegnazione della direzione di chirurgia toracica in un ospedale pugliese. “Vendola assolto: ‘ora la cavalcata primarie’”. E nei titoli in basso si scrive che l’Udc ha aperto uno spiraglio a Vendola, purché vada nel listone del Pd.
La Stampa scrive che in vista delle Regionali il leader Udc “apre al Pd”. Si va verso l’election day per Lazio, Lombardia e Molise, che peraltro permetterebbe di contenere l’astensionismo. Sullo stesso quotidiano: “Lazio e Lombardia, i partiti temono il boom Grillo”. A Roma il Movimento 5 Stelle sarebbe già al 15 per cento senza aver fatto campagna. Alle comunali
Il Corriere della Sera racconta che la Procura di Roma ha chiuso le indagini sulle ruberie dell’ex tesoriere della Margherita Luigi Lusi, confermando l’accusa di aver sottratto oltre 22 milioni di euro dalle casse del partito. Ma gli contesta anche di aver detto il falso, quando ha affermato di esser stato autorizzato dall’allora presidente del partito, Rutelli, ad effettuare investimenti immobiliari. L’attuale leader dell’Api, peraltro, commenta: “Finalmente tutti sapranno come e quanto sono stato calunniato”. Ma i soldi potrebbero essere di più, se è vero che già prima della scelta di confluire nel Pd, Lusi era riuscito ad occultare un milione di euro in assegni ed altri 400 mila giustificati come spese di rappresentanza.
Fiat
Due intere pagine del Corriere sono dedicate, in un modo o nell’altro, alla Fiat. Ieri l’azienda ha avviato la procedura di mobilità per 19 lavoratori: lo aveva detto – scrive il quotidiano – in caso di ulteriori assunzioni imposte dal tribunale il Lingotto avrebbe fatto ricorso alla Cig o alla mobilità per mantenere invariato il numero dei dipendenti di Fabbrica Italia Pomigliano, a causa della difficile situazione del mercato dell’auto. Bersani ha commentato: iniziative inaccettabili. Vendola ha accusato Marchionne di considerare i lavoratori “ostaggi Fiat”. In una nota l’azienda giustifica la propria decisione, ricordando di aver da tempo sottolineato che la Newco Fabbrica Italia Pomigliano nella sua attuale struttura è “sovradimensionata rispetto alla domanda del mercato italiano ed europeo”, e che “di conseguenza, ha dovuto far ricorso alla cassa integrazione per un totale di 20 giorni: altri dieci sono programmati per fine novembre”.
Per La Repubblica è “la ritorsione Fiat” ed a questo è dedicato un commento firmato da Gad Lerner, che evidenzia come i 19 lavoratori di Pomigliano vengano sacrificati come ostaggi nella guerra dichiarata non solo contro il sindacato metalmeccanico con il maggior numero di iscritti, ma anche contro la magistratura italiana, cioè lo stato di diritto”. “Possibile che gli azionisti della Fiat, vincolati moralmente da un debito di gratitudine alle istituzioni di questo Paese, non avvertano l’esigenza di dissociarsi al più presto da questo diktat che li ricopre di discredito?”. Poi si rivolge al governo, al ministro Fornero, artefice della recente modifica allo Statuto dei lavoratori, perché “faccia presente a Marchionne che colpire degli innocenti come ha fatto è inaccettabile da un governo con il quale dovrà ridefinire i suoi equilibri futuri”.
Il Corriere intervista lo stesso Marchionne. Il colloquio viene così sintetizzato: “Possiamo farcela, ecco la svolta Fiat. Investiamo in Italia, poi fusione Chrysler”, “credo nel Paese, ora uno sforzo di tutti”. Marchionne definisce come totalmente coerente la scelta fatta con la decisione di mandare a casa 19 operai per far posto agli iscritti Fiom reintegrati: “la cassa integrazione è arrivata anche lì (a Pomigliano). Non c’è lavoro sufficiente. Dove metto anche solo un assunto in più?”. Alla Fiom: “Ma non accetto lezioni di democrazia”. Problema di sindacato? “Problema di rappresentanza. Poi è vero che il sindacato in Italia è troppo frammentato. Ma con Cisl, Uil, Fismic, Ugl condividiamo un progetto, hanno accettato di mettersi in gioco, la loro parte la fanno. Perché devono essere considerati servi di un padrone che non esiste più se non nella storia dell’800?”.
Il segretario nazionale Fiom, Giorgio Airaudo, intervistato da Repubblica, dice che i licenziamenti a Pomigliano sono “una ritorsione utilizzata come diversivo”: “il problema non sono i 19 di oggi ma i 2000 cassintegrati della vecchia fabbrica che a luglio rischiano il licenziamento collettivo”.
Internazionale
L’Unità intervista Shelly Yachimovich, alla guida del partito laburista israeliano dal settembre 2011. Lancia l’allarme sulla unione tra il primo ministro Netanyahu (Likud) e il leader del partito Israel Beitenu, Avigdor Lieberman. “Le destre alleate un pericolo per Israele”: Israele andrà ad un voto anticipato il 22 gennaio 2013, ed è prevista una netta affermazione della destra. Al falco Lieberman andrebbe il ministero della Difesa. Amir Oren, analista militare di Haaretz, considera agghiacciante questa prospettiva. “Lieberman sarà ministro della difesa, avrà accesso a tutti i segreti militari e di intelligence, autorizzerà ogni azione militare, sarà l’uomo chiave di ogni guerra necessaria o superflua”. La segretaria laburista Yachimovich, “colomba pacifista”, condivide questo grido di allarme nella intervista a L’Unità: lungi dal sottovalutare la minaccia iraniana, la segretaria laburista sottolinea che “la scelta in queste elezioni sarà tra un Stato radicale isolato e uno stato sionista sano”. Dice: credo in due stati e due popoli, dobbiamo rilanciare il dialogo. Dell’insorgente estremismo religioso in Israele. Dice che la battaglia contro questo fenomeno “non è una battaglia di destra o di sinistra, ma una battaglia di civiltà dell’intero popolo ebraico”.
E poi
Alle pagine della cultura del Corriere della Sera una sintesi della prefazione di Giulio Giorello e Telmo Pievani al saggio di Adrian Desmond e James Moore “La sacra causa di Darwin”. Un libro che confuta le tesi che dipingono il grande naturalista inglese come un padre delle idee razziste. Darwin sposò la causa della liberazione dei neri, era in battaglia contro lo schiavismo, anche in nome delle sue teorie scientifiche.