Elezioni europee, – 4. Se vincono i populisti

Il Corriere della Sera dedica il titolo di apertura alle parole del Presidente Napolitano: “’Votate, rischio populismi’”. “Appello di Napolitano, scontro durissimo Berlusconi-Grillo”. “Accuse tra i leader sempre più pesanti. Renzi: nessuna ricaduta sul governo”.

A centro pagina, ancora le “carte segrete” di Claudio Scajola: “Scojola sapeva che Biagi era in pericolo. Ecco le carte segrete”. E, con foto: “Il ritorno di Chiara Rizzo. ‘Per favore, toglietemi le manette’”.

 

La Repubblica: “Renzi sfida Grillo: ‘Vincerò il derby, il governo non rischia’”, “Il leader M5S dopo il boom tv: ultimi giorni di Pompei. Berlusconi lo attacca: è un evasore e un assassino”.

La foto notizia a centro pagina è per un bimbo siriano che ha davanti a sé un foglio su cui sta scritto “We are not criminals”. Ne scrive Alessandra Ziniti, inviata in Sicilia: “I bimbi profughi della Siria: ‘Italia, prendici con te’”.

In taglio basso: “Buco da 15 milioni, bufera su Bertone”, “Indagine sulle transazioni tra lo Ior e la società tv di ‘Don Matteo’”. L’operazione finanziaria sarebbe servita a soccorrere la produzione televisiva Lux Vide, controllata al 52% dalla famiglia Bernabei. Ne ha parlato nei giorni scorsi il settimanale tedesco Bild Zeitung.

 

La Stampa: “Fra Grillo e Berlusconi le europee degli insulti”.

Sotto la testata, la grande foto di un barcone di profughi siriani soccorsi a Sud di Capo Passero: “Cento bambini in fuga dalla guerra”, “Operazione di salvataggio della Marina: imbarcati in Libia, arrivano dalla Siria. Il racconto del comandante: erano in balia del mare a forza 4”. A questo tema è dedicato l’editoriale del direttore Mario Calabresi: “Un ponte di cui essere orgogliosi”, che ricorda come l’operazione Mare nostrum abbia salvato 30 mila bambini da ottobre ad oggi.

Di spalla a destra: “Giallo Bertone: ‘Sottratti 175 milioni al Vaticano’”.

In evidenza anche la lettera che il nostro Presidente della Repubblica, insieme ai suoi omologhi tedesco e polacco hanno scritto alla vigilia delle elezioni europee: “Perché bisogna andare alle urne”. E l’appello dello stesso Napolitano: “’In Europa troppi populismi’”.

 

Il Fatto: “Casaleggio: ‘Piano inglese per Letta e Napolitano-bis’”, “Il co-fondatore a Il Fatto: ‘Sei giorni prima delle presidenziali l’ambasciata britannica chiese a me e a Grillo cosa pensassimo della rielezione del presidente e tentò di farci incontrare il futuro premier’. ‘Io e Beppe potremmo fare i ministri’”.

In taglio basso: “Dossier, minacce e pedinamenti: tutti i segreti di Scajola ‘in love’”, “I magistrati di Reggio Calabria: l’ex ministro ‘completamente asservito’ a Lady Matacena’”.

A centro pagina una foto del presidente del Consiglio: “Grillo fa il botto da Vespa: Renzo ora non sta sereno”.

In taglio basso, “Guerre vaticane”: “Chi rema contro papa Francesco”, di Marco Politi.

 

Il Giornale: “’Vi dico io chi è Grillo’”. “Il volto oscuro di Beppe”. “A ‘Porta a porta boom di ascolti. Ma la superstite della strage provocata dal comico ricorda: in trenta anni mai una telefonata”. A centro pagina, su Chiara Rizzo, con foto: “Lady M. trattata come Al Capone”. In prima pagina anche la notizia degli arresti domiciliari per il presidente del consiglio regionale della Campania: “Ncd, arrestato un big”.

 

Il Sole 24 Ore apre elencando i comuni in cui si dovrà pagare la Tasi: “Casa, ecco i mille comuni dove si paga subito la Tasi”. A centro pagina: “Tensione sui Btp, spread a 191”.

 

L’Unità apre con una intervista al Ministro dell’Economia Padoan: “’Sul lavoro svolta in Europa’”, nel senso che questa sarà la “priorità” del semestre italiano di presidenza della Ue. “’Abbiamo evitato in Italia che la situazione peggiorasse. Salario minimo? Ottima idea, ma bisogna vedere il contesto’”. A centro pagina: “Berlusconi-Grillo, solo insulti”. E sopra una foto di un affollato comizio di Renzi: “Renzi in piazza, con il Pd si cambia”.

 

Elezioni europee

 

In un colloquio telefonico con il Corriere il Presidente del Consiglio Renzi cita il film “Argo”, nel senso che la missione che il Pd si è dato alle prossime elezioni europee è quello di “riportare a casa i Democratici che non ci stavano più” a votare Pd, gli indecisi insomma, “sul modello delle campagne elettorali americane”. “Non ci sarà sorpasso, anzi lo faremo noi”, dice Renzi. Lo fa alludendo ai dati degli ultimi sondaggi, che non si possono pubblicare ma che pare gli confermino la fiducia.

 

L’intervista di Marco Travaglio a Roberto Casaleggio de Il Fatto occupa due intere pagine: “Se vinciamo io e Grillo pronti a fare i ministri”, “Programma? Pagamento debiti dello Stato in 60 giorni; diminuzione della tassazione sul reddito d’impresa con adeguamento alla media europea; defiscalizzazione degli investimenti; chiusura di Equitalia; sconti per assunzioni dei giovani under 35; diminuzione dell’Irap”. E racconta: “Il 10 aprile 2013, una settimana prima delle elezioni presidenziali, con Beppe siamo all’ambasciata inglese. Al piano di sotto c’era Letta. L’ambasciatore ci chiede: che dite della rielezione di Napolitano? Due settimane dopo ecco il Napolitano bis e Letta premier”.

 

“Grillo-Vespa, ascolti boom al 27%”, titola La Repubblica spiegando che quasi 4 milioni 300mila italiani hanno seguito lunedì il leader 5Stelle a Porta a Porta, uno su tre ha più di 65 anni. Il quotidiano sottolinea che “a marzo Renzo aveva ottenuto uno share simile annunciando gli 80 euro”. Con un’intervista a Massimo Cacciari: “Beppe ha capito, il web non basta, ma la sua ricetta è un’avventura”, “Se dovesse esserci un testa a testa tra M5S e Pd inizierà una fibrillazione pazzesca. Il premier dia segni forti sulla nuova Tangentopoli”.

Il Fatto: “Grillo vince lo share (e preoccupa gli avversari)”. In un “dietro le quinte” Carlo Tecce scrive che “Beppe ringiovanisce il pubblico di Vespa”. Le interviste a commento: Giovanna Cosenza, semiologa, dice che Grillo ha fatto “un buon comizio” e che “conosce il mezzo”, “non guardava mai in camera o in direzione del conduttore. Si rivolgeva al pubblico in studio per mostrarsi senza filtri”; Carlo Freccero, esperto di tv ed ex direttore di Rai2 e Rai4 dice che è stato “geniale”, “ha fatto come Berlusconi”, “c’è stato senza dubbio un match, anche se è stato un dialogo tra sordi”.

La Stampa: “Duello Grillo-Vespa, tutti vincitori”, “Poteva essere la sfida tra il leader degli scontenti e il simbolo del potere mediatico ma nessuna delle due vecchie volpi è finita in pellicceria. A chi è stato più utile il dibattito?”. Per Massimo Gramellini “meglio il leader 5 Stelle”, “Il Beppe ‘moderato’ fa il pieno dei consensi”. Per Mattia Feltri “ai punti prevale il giornalista”, “l’eterno Bruno l’ha messo all’angolo”.

 

Il Corriere intervista Bruno Vespa, dopo la puntata – con record di ascolti – con Grillo. Vespa dice che è stato “quasi un replay” del Berlusconi da Santoro delle ultime elezioni politiche, che Grillo cercava i voti del Pd, e “aveva bisogno del nostro pubblico per completare il mercato potenziale”, per potersi avvicinare il più possibile ai risultati del Pd. Vespa dice di non sapere se – come dice Mentana – la puntata ha fatto guadagnare a Grillo “centinaia di migliaia di voti”, ma “teoricamente tutto è possibile, quando ti vedono in cinque milioni”.

 

Su Il Giornale una intervista a Cristina, figlia di Renzo Giberti e Rossana Quartapelle, morti insieme ad un altro figlio in un incidente stradale nel 1981. L’auto era guidata da Beppe Grillo, che si salvò. “Beppe lo conosco bene. Ha ucciso la mia famiglia, e non ha chiesto scusa”. L’intervista è in realtà dello scorso anno, uscita sul settimanale Vanity Fair, riproposta dal quotidiano di Sallusti per estratti. “’Vi dico chi è Grillo’” è il titolo dell’editoriale di Sallusti, in cui si chiede se possa “guidare un Paese un uomo che non ha il coraggio di guardare in faccia la figlia dei suoi cari amici, morti per sua colpa?”.

 

Sulle elezioni europee il Corriere offre un editoriale di Luigi Offeddu e Danilo Taino, dal titolo “Una campagna vergognosa”, specie se “in queste ore al culmine di una campagna elettorale nominalmente per il Parlamento di Strasburgo, continueranno a eludere le questioni che riguardano la Ue, finiranno con il mettere il Paese definitivamente ai margini di quella Europa che ci vide membri fondatori”. E’ vero che anche gli italiani sono diventati meno europeisti negli ultimi anni, ed è vero che anche in passato “l’Italia ha sottovalutato i benefici dell’avere una presenza attiva nell’Unione Europea”. E sicuramente “il modo in cui i partiti italiani stanno conducendo la campagna elettorale non fa niente per dissipare questa idea”, perché i veri temi della campagna dovrebbero essere altri, “quali programmi di medio e lungo termine; quali riforme introdurre per favorire la crescita; e con quanto rigore e quanta solidarietà”

Anche Il sole 24 Ore dedica l’editoriale alle elezioni europee e alle contraddizoni delle istituzioni della Ue.

 

La Repubblica intervista Emanuele Macaluso, ex senatore Pci e amico storico del presidente Napolitano: “Niente sorpasso e comunque Giorgio non si dimetterà”. Reputa possibile il sorpasso del M5S sul Pd? “No, al contrario non nutro dubbi sulla vittoria del Pd. Grillo arriverà secondo. Poi, staccata, Forza Italia”. Spiega Macaluso: “molti italiani, di fronte al rischio di un’ondata populista, saranno alla fine tentati di votare per il meno peggio: e ciò vale anche per me. Scegliendo cioè il partito che abbia più atout democratici, che funga da barriera contro questo clima melmoso di vaffa alle istituzioni”. Poniamo che invece il sorpasso ci sia, Napolitano scioglie le Camere? “Non credo. Io non le scioglierei. Per cosa poi, per un sorpassino in un voto che non è nemmeno quello delle politiche? Non cambiano mica i rapporti parlamentari”. In caso di vittoria M5S Napolitano si dimetterà? “Non vedo perché: per rispondere a un ukaze di Grillo?”.

 

Su Il Fatto :”La solitudine di Renzi trincerato al governo”, “Il primo ministro cancella il Pd e va allo scontro personale. Ora però non controlla l’agenda ed è sulla difensiva: ‘L’esecutivo va avanti in ogni caso, le elezioni sono sull’Europa, mica su di me”.

 

Europa, populismi

 

Da La Repubblica segnaliamo un reportage dalla Francia di Bernardo Valli: “Hénin-Beaumont una volta era una roccaforte ‘gauche’: era è la culla del terremoto populista d’Europa. E’ la città-simbolo del travaso dei voti della sinistra inghiottiti dalla Le Pen”, “Nel ‘Far West’ della Francia dove la destra ha già vinto”.

Sullo stesso quotidiano si riproduce la lettera-appello dei tre presidenti, italiano, polacco e tedesco: “Perché votare per l’Europa”. Altrettanto fa La Stampa (“Votate per i diritti e la libertà”), dando conto anche delle dichiarazioni di Napolitano in visita in Svizzera: “’Nuova linfa per l’Europa’”, “Dal presidente Napolitano un rinnovato appello contro l’astensionismo”.

Dedicato al futuro dell’Europa è anche l’intervento della filosofa ungherese Agnes Heller: “La nostra casa non diventi un museo” (“Fra le migliaia di turisti, ce ne saranno sempre almeno tre che cominceranno a contemplare, che non vedranno soltanto il passato dell’Europa reificato nei musei, ma anche il presente vivo e il futuro. L’utopia, o per usare le parole di Adorno, ‘la promessa di felicità’”, “Per i rifugiati in fuga è una Terra promessa. I giovani sognano un continente dove non si corre il rischio di morire, dove lavorare e studiare”).

Infine, alle pagine R2Cultura-La Repubblica: “Il visionario che inventò i deputati europei”, “Nel ‘600 William Penn ipotizzò in un saggio che solo un Parlamento con rappresentanti di tutti i Paesi avrebbe salvato l’Europa dalle guerre”.

Da Il Fatto, nella rubrica “Ce lo chiede l’Europa”, attenzione alla Gran Bretagna: “Farage, il gaffeur razzista che sbaraglia le urne”, “’Effetto-Grillo per il leader nazionalista britannico che può superare laburisti e conservatori, nonostante esagerazioni e cattivo gusto”.

 

Spread, economia

 

Su L’Unità due intere pagine sono dedicate ad una intervista al ministro dell’Economia Padoan: “Dal voto europeo la spinta per crescita e lavoro”. Padoan dice che ci sono segnali positivi sul settore manufatturiero italiano, e dice che la notizia è positiva perché ci sarà “nel futuro non lontano”, un aumento dell’occupazione. Quanto al salario minimo, Padoan dice che può essere una “ottima misura”, ma “dipende dal livello cui si fissa” e in quale contesto si introduce. Può essere un “segnale”, e comunque andrebbe collocato in una discussione più generale sui contratti di lavoro. Sullo spread, Padoan ricorda di aver già detto che i mercati possono cambiare “repentinamente” atteggiamento “nei confronti di un Paese ad alto debito” come il nostro, e che “abbiamo una finestra di tempo utile per fare le riforme, dobbiamo approfittarne”.

 

Il Sole 24 Ore scrive che in attesa del voto di domenica prossima, e dell’appuntamento con la Bce del 5 giugno prossimo, “i nervi tesi dei mercati saranno oggi messi alla prova da alcuni eventi che riguardano Banche centrali e politica monetaria. Non sarà rilevante la riunione in programma a Francoforte del Consiglio Bce (non vi sono infatti decisioni sui tassi), ma vi saranno gli appuntamenti con la Banca del Giappone e la pubblicazione dei verbali degli ultimi consigli della Banca d’Inghilterra e soprattutto della Federal Reserve”. Sui titoli di stato italiani, “i movimenti che si sono verificati in meno di una settimana il titolo decennale del Tesoro (il cui rendimento è ieri salito al 3,26%) si è rimangiato quasi un terzo dei progressi effettuati da inizio anno e circa il 60% se si guarda allo spread nei confronti della Germania (salito a quota 191)”.

Sullo stesso quotidiano una analisi di Paolo Bricco è dedicata all’Ilva, a partire dalle preoccupazioni di Federacciai: “Il destino di un Paese senza grande industria”.

Anche su L’Unità si legge: “Federacciai, Ilva sta per fallire. Intervenga Renzi”.

 

 

Inchieste

 

Il Corriere continua a offrire stralci dai documenti di indagine su Claudio Scajola, e oggi torna sui “documenti classificati, atti riservati, appunti manoscritti sulle vicende che hanno segnato il suo incarico di ministro dell’Interno, ma anche la storia giudiziaria degli ultimi anni da Tangentopoli ai più recenti attentati firmati dalle Brigate Rosse”. Nell’archivio “segreto” dell’ex ministro “c’erano anche scritti che svelerebbero un ruolo ben diverso da quello finora emerso nelle indagini sulla mancata scorta al professor Marco Biagi”. In particolare ci sarebbe una lettera “di un politico vicino” a Marco Biagi, spedita al Viminale pochi giorni prima dell’attentato delle Brigate Rosse del 19 marzo 2002 per caldeggiare l’assegnazione del dispositivo di protezione evidenziando la serietà della minaccia. La missiva risulterebbe ‘vistata’ da Scajola che invece ha sempre sostenuto di non essere mai stato informato del reale pericolo per il giuslavorista bolognese”.

La Repubblica titola, occupandosi dell’arresto del presidente del Consiglio regionale campano e candidato alle europee Paolo Romano: “Arrestato candidato Ncd, voleva pilotare la sanità, ‘Via quel direttore dalla Asl’”. E riferisce nei titoli del commento del leader Ncd Angelino Alfano: “Se il gip decideva dopo il voto era meglio”. Il quotidiano intervista Gaetano Quagliariello, coordinatore nazionale Ncd: “Cacceremo dal partito tutti quelli che commettono reati”. Dice Quagliariello: “posto che la magistratura deve svolgere il suo ruolo, è legittimo chiedersi perché una richiesta firmata il 3 febbraio non sia stata presa in considerazione prima. Se questo fosse avvenuto, non si sarebbe nemmeno posto il problema della candidatura di Romano”. Però avete candidato Scopelliti, già condannato: “In primo grado e ha chiesto di essere sottoposto al giudizio degli elettori: un giudizio che non è in alcun modo sostitutivo di quello della magistratura. Anche questa è una svolta”.

 

Internazionale

 

L’Unità si sofferma sul viaggio cinese di Putin, e ricorda che nonostante Pechino e Mosca siano molto vicine in questo momento, il Presidente russo non è riuscito a “chiudere il contratto che sbilancerebbe verso Pechino le forniture di gas”. Il progetto è quello di convogliare un ramo del gasdotto che attraversa la Siberia verso la Cina meridionale, alternativa importante per Pechino all’inquinante carbone. E per questo era stato in Russia qualche giorno fa il boss di Gazprom Miller. Il quotidiano scrive che i cinesi “tirano sul prezzo”, e che Mosca “ha tenuto duro”, anche se avrebbe ottime ragioni per cedere.

Anche sul Sole: “A Shangai non decolla l’Eurosia dell’energia”, dove si scrive che “si parla del prezzo, ma le resistenze cinesi potrebbero anche essere collegate alla necessità di Pechino di non legarsi troppo a lungo” con la Russia.

 

Sul Corriere Guido Olimpio dà conto di una notizia che era ieri sui giornali Usa: Gli Usa hanno deciso – e lo hanno fatto con una lettera pubblica – di rinunciare a uno dei programmi segreti Cia, quello di usare finte campagne di vaccinazione per spiare i terroristi in Pakistan. Era stato usato anche per individuare il rifugio di Abottabad di Bin Laden.

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