I titoli dei principali quotidiani sono dedicati alle manifestazioni di ieri a Roma: “Alcoa, esplode la rabbia operaia”, titola La Repubblica. “Corteo e scontri a Roma, contestato Fassina. Il Pil cala del 2,6 per cento. Il ministro dello Sviluppo si corregge: mai pensato che la soluzione è impossibile. Poi l’annuncio: ‘Ci sono le condizioni per riavviare l’impianto”.
Il Corriere della Sera. “Alcoa, spiraglio dopo gli scontri. Feriti a Roma. Passera: rallentare la chiusura per dar tempo alla trattativa. La Cgil: ci pensi Monti”. E poi: “L’Istat: Pil giù del 2,5 per cento. Il premier: crescita dal 2013”. A centro pagina: “Spari e terrore a Milano. Esecuzione tra i passanti. Coppia inseguita e uccisa in strada. Salva la bimba”.
La Stampa: “Alcoa, dopo gli scontri l’attesa. La crescita frena ancora: Pil a -2,6 per cento, giù i consumi. Monti: l’austerity si allenterà, torneremo in positivo nel 2013. Gli operai assediano il ministero: venti feriti. I sindacati: un tavolo a Palazzo Chigi. Stretta di Passera sugli acquirenti: c’è il mio impegno. La chiusura slitta di un mese”.
L’Unità: “Alcoa, disperazione lavoro. Tafferugli e feriti a Roma. Il Pil scende ancora: -2,6 per cento”. A centro pagina: “Troppa politica: scontro Anm Ingroia”. Il presidente dell’Associazione nazionale magistrati ha detto che il pm di Palermo avrebbe dovuto “dissociarsi dagli attacchi al Colle”. Il pm ha replicato: “Rivendico la mia analisi della mafia”.
IL Fatto quotidiano, su questo: “Finalmente l’Anm parla. Per attaccare i pm”. Sabelli, capo del sindacato togato, spara a zero su Ingroia e Di Matteo per la festa del Fatto”. Eì alla festa del Fatto che infatti Ingroia aveva parlato, domenica scorsa.
Il Giornale: “Perché Berlusconi tace. Ogni giorno una polemica fratricida insanguina la sinistra. Il Pdl fa bene a muovere un dito: si scanneranno tra loro”. Nel sottotitolo: “E anche Montezemolo liquida Casini: ‘Un fritto misto indigesto'”.
Libero, a centro pagina: “Cavaliere, sveglia: è tempo di decidersi. Silvio tentenna e fa male al centrodestra”, scrive il quotidiano di Belpietro. Il titolo di apertura è: “Qui finisce male. L’economia peggiora ogni giorno, eppure la casta dirigente traffica per un Monti bis e usa i media per convincerci che è un salvatore. Ma presto gli italiani ingannati e bastonati si ribelleranno”.
Il Foglio: “Il Cav vuole riprendersi la maggioranza per imporre l’agenda Monti. Mentre Alfano fa il duro, Berlusconi traffica per avere i numeri necessari a spaventare il Pd sulla legge elettorale. ‘Dicci che dobbiamo fare'”.
Europa
Domani la Corte Costituzionale tedesca si esprimerà sulla legittimità costituzionale del fondo salva Stati. Angela Merkel – scrive il Corriere della Sera- ieri è intervenuta attraverso il suo portavoce: “Siamo persuasi che l’Esm e il patto di bilancio siano conformi alla nostra Costituzione e attendiamo la decisione con sentimenti positivi, nella speranza che la Corte la veda allo stesso modo”. Il quotidiano intervista anche Ugo di Fabio, che è stato giudice costituzionale tedesca, di origine italiana (Il nonno arrivò in Germania come lavoratore ospite alle acciaierie Thyssen). Di Fabio spiega che “in sostanza, la Corte esamina se i principi della democrazia sono ancora tutelati, quando i cittadini sono spinti ad accettare un mneccanismo automatico che prevede che si assumano garanzie e impegni di pagamento senza l’approvazine dei rappresentanti popolari, o in quantità non preventivabili”. Non bastava il voto a due terzi del Parlamento? “L’idea di una Costituzione moderna sta proprio qui, nel porre dei limiti anche alla maggioranza politica”, risponde Di Fabio.
Il SOle 24 Ore racconta del “tentativo in extremis” del “più scettico degli euroscettici tedeschi”, il deputato bavarese Gauweiller, di bloccare la decisione di domani della Corte di Karlsruhe. La decisione della Bce della scorsa settimana, dice Gauweiller nel suo ricorso, cambia le carte in tavola anche per quanto riguarda il fondo Salva Stati, e dunque la Corte deve rinviare la deliberazione. Stamane la Corte risponderà, ma l’argomentazione del deputato bavarese è apparsa a molti giuristi tedeschi “pretestuosa”. E nelle attese della maggior parte di loro, la decisione di domani della Corte dovrebbe dare il via libera alla firma, da parte del Presidente della Repubblica, della ratifica dell’Esm, avvenuta prima dell’estate a larghissima maggioranza parlamentare. Il presidente della Corte Andreas Vosskhule aveva già rilevato, in un primo esame del caso, la volontà di “riconoscere l’ampio voto del Bundestag”, ma aveva anche dichiarato la questione “molto complessa e bisognosa di tempo per essere esaminata”. Il quotidiano ricorda che i ricorsi davanti alla Corte sono sei, ed hanno raccolto complessivamente 37 mila firme. I ricorrenti appartengono alla destra dello schieramento politico, e all’estema sinistra. Il punto cruciale è se l’Esm limiti le prerogative del Parlamento. La sentenza di domani, se positiva, sarà sufficiente a sbloccare la ratifica dell’Esm, e del patto fiscale, in quanto decide sulla richiesta di sospensiva presentata dei ricorrenti. La sentenza definitiva arriverà a dicemebre, ma a quel punto “l’approvazione dovrerbbe essere scontata”.
Sullo stesso quotidiano un ampio approfondimento sul voto in Olanda, pure previsto il 12 settembre. “La siga di una società aperta e tollerante alla prova degli opposti populismi”, un articolo in cui si esaminano le caratteristiche del partito di Geert Wilders, “stile e linguaggio aggressivo, posizioni mutuate dall’estremismo di destra, impastando xenofobia e protezionismo”, da una parte, e il “fenomeno relativamente nuovo perché viene da sinistra” del socialista Emile Roemer, che invece della rosa o del garofano “offre agli elettori un pomodoro da scagliare contro la grande finanza e l’establishment politico”. Wilders vuole tornare al fiorino, Roemer “solo” di sforare il limite di deficit previsto nel fiscal compact. Ma secondo i sondaggi in testa ci sono il laburista Samson, europeista e sulla linea di Holland, e il premier Rutte, costretto alle dimissioni nell’aprile scorso proprio dal ritirato appoggio di Wilders. Rutte è fedele alleato della Germania. E gfli analisti pensano che formeranno un governo di coalizione, insieme ai democristiani di Balkanende, escludendo i socialisti di Roemer e il partito di Wilders.
Anche su Europa: “Olanda, la sfida è ancora tra moderati. Laburisti e liberali si contendono la vittoria”. Secondo i sondaggi ai socialisti andrebbero 23 seggi, ai laburisti di Samson 32, ai Liberali di Rutte 33, ai populisti di Wilders 19. “Ma il sistema proporzionale costringerà a lunghe trattative per il governo”, dice il quotidiano
Politica
Su Il Fatto quotidiano una intervista a Giovanni Favia, il consigliere regionale dell’Emilia Romagna protagonista delle polemiche fuori onda sulla democrazia interna del Movimento 5 Stelle. Favia racconta di aver provato a contattare Grillo e Casaleggio dopo la messa in ond adella intervista. E poi aggiunge: “E’ da un anno e mezzo non ci parliamo. Lui andava dicendo di un mio imminente salto nel Pd. Che quella era la mia ambizione. Niente di più falso. Ma cercava di farmi terra bruciata attorno. Per me era impossibile parlarci. Dopo un break lunghissimo di mesi paradossalmente ci eravamo parlati la sera prima della trasmissione, poco prima della messa in onda”. Dunque Casaleggio aveva sentore che a Piazza Pulita sarebbe uscita una sua intervista fuorionda? “Non lo so”. Casaleggio è una persona onesta? “Sì. Poi io mi fido di Beppe, se lo ha scelto vuol dire che su questo non ha dubbi”. Casaleggio potrebbe diventare un problema per il Movimento 5 Stelle? “Lo è già un problema. Io non discuto la persona, ma il metodo gestionale”. Casaleggio “pianifica e gestisce. Non entra nel merito delle liste locali, quello no. Ma decide a 360 gradi la linea politica, i blog, i messaggi la lanciare, la struttura”.
Su La Repubblica una intervista a un sindaco del Movimento 5 Stelle: Roberto Castiglion, primo cittadino di Sarego, nel vicentino, dice che è e resta con Grillo. “Non mi piacciono i personalismi di nessun tipo, i contrasti sono alimentati più da interessi personali e dai media che dalla realtà. Io sinceramente non sto vedendo nella prassimi quotidiana tutta questa divisione, né in Veneto né altrove”.
Su La Repubblica una intervista al leader dell’Api Francesco Rutelli, che si allontana da Casini e Fini e “torna con i democratici”, come sintetizza il quotidiano. Intanto c’è “la candidatura di Bruno Tabacci alle primarie”del centrosinistra. E in ogni caso, dice Rutelli rivolgendosi a Casini, “bisogna scegliere prima con chi stare. Non puoi dire agli elettori: lo so io”. “Certo va ancora capito se c’e’ l’Udc o se c’e’ un nuovo soggetto politico che per ora mi pare molto di la’ da venire. E comunque le scelte delle alleanze vanno dichiarate prima poi decide il popolo, se
non c’e’ maggioranza, decide il Parlamento”.
Sul Corriere della Sera spazio per la “bocciatura” di Luca di Montezemolo alla “svolta” di Casini: “Fa pesca a strascico. Mischiate rinnovamento e vecchi personaggi”. In una intervista il promotore del manifesto “Fermare il declino” Oscar Giannino dice però che i due “si troveranno”. “Montezemolo èpiù avanti nei sondaggi, e so che i politici sono attenti a queste cose. Ragionevolmente i due sono destinati a intrecciarsi, ma io non sottovaluto la resistenza che può esserci in un partito tradizionale come l’Udc”. Quanto al nome di Casini, tolto da simbolo, “l’Udc deve capire che il punto non è togliere il nome del leader, ma far sparire il simbolo”.
E poi
Alle pagine R2 de La Repubblica si parla di Siria, con una corrispodenza di Bernardo Valli da Aleppo: “Siamo entrati nella città balcanizzata dalle fazioni dove, nonostante gli schianti di proiettili e i cecchini, sopravvive una normalità. Apparente”.
Sullo stesso quotidiano da segnalare un ritratto di Salman Rushdie firmato da Roberto Saviano: “La maledizione della fatwa che mi ha cancellato la vita”. Il suo ultimo libro è la storia degli “interminabili anni da clandestino”, dopo la condanna a morte decretata da Khomeini per i “Versetti satanici”.
Su Il Foglio, ma anche su altri quotidiani, si parla delle tensioni nel Partito comunista cinese. “Tra intrighe e omicidi, la Cina si prepara a cambiare leadership. Il mistero diXi Jimping, sparito da giorni. La polizia presidia l’ospedale militare della Capitale”.
La Stampa pubblica una intervista, copyright Cbs, al Navy Seal Owen, che ha da poco lasciato l’unità di elite antiterrorismo Usa che ha catturato Osama Bin Laden. Il racconto della cattura di Abottabad è diventato un libro (“No easy day”). “Così ho sparato a Osama Bin Laden”, il titolo.