Il Corriere della Sera: “Il Papa riceve Putin: basta violenze in Siria”. La foto ritrae un Putin chinato a baciare l’icona che ha donato al Pontefice.
A centro pagina: “L’ultima battaglia di Berlusconi”, “’Revisione del processo. Rinviate il voto o ve ne pentirete’”, “No di Pd e 5 Stelle all’appello, domani la decisione sulla decadenza. Apertura di Casini”.
In taglio basso, sulla Legge di Stabilità: “Casa, la nuova tassa si chiama Iuc. Più detrazioni per famiglie”.
La Repubblica: “Berlusconi: salvatemi o vi pentirete”, “’Nuovi testimoni su Mediaset, otterrò la revisione’. La Procura lo smentisce”. A centro pagina: “Arriva la Iuc, prime case esentate, ancora polemica sulle spiagge”. La foto è per l’incontro tra il Presidente russo e il Pontefice: “Il Papa e Putin: difendiamo i cristiani in Medio Oriente”.
La Stampa: “Casa, la tassa c’è ma con lo sconto”. Sotto la testata: “Berlusconi, appello a Pd e 5Stelle, ‘rinviate il voto’, ‘ecco le prove che sono innocente’”. A centro pagina: “Putin, il Papa e il bacio della Madonna”, con foto.
Il Giornale: “Nuove prove, vecchio odio”, “Berlusconi presenta altre carte sulla sua innocenza, ma sinistra e Grillo le ignorano”, “Spunta la tassa (mascherata) sulla casa. Forza Italia verso il no”.
Libero segnala : “-1 alla decadenza” e il titolo lo fanno le dichiarazioni di Berlusconi: “’Sono innocente, ecco le prove’”.
L’Unità: “Berlusconi già all’opposizione”, “Parla di ‘documenti Usa’ e chiede la revisione del processo. Minacce ai senatori: se votate la mia decadenza, ve ne pentirete. Il Pd: si va avanti. Oggi la rottura con il governo. Letta: il Cav. Irrilevante”.
In taglio centrale: “Fiducia sulla Stabilità. Casa, arriva la Iuc”.
La foto è per l’incontro tra Putin e il Papa: “Putin a Roma tra sacro e profano”.
Il Fatto quotidiano: “Il caimano è disperato, chiede aiuto ai 5Stelle”. A centro pagina: “Dopo gli F35, ecco i 6,5 miliardi per ‘far bella’ la Marina Militare”
Il Sole 24 Ore: “Letta, sì all’appello sul cuneo, ‘le risorse della spending review vincolate al taglio delle tasse su lavoro e imprese’”. A centro pagina: “Tassa sulla casa, ora tocca alla Iuc”. “Il governo mette la fiducia al Senato sulla manovra. FI decide oggi”. Di spalla: “Berlusconi: ‘nuove carte, ora processo da rivedere. Rinviare voto su decadenza”.
Legge di Stabilità, tasse, governo
Il Sole 24 Ore offre un “colloquio” con il Presidente del Consiglio Letta, che “si dice pronto ad avviare un rapido confronto con le parti sociali per inserire nella legge di stabilità il meccanismo automatico, chiesto da Giorgio Squinzi, Susanna Camusso, Carlo Sangalli, Raffaele Bonanni, Ivan Malavasi e Luigi Angeletti che destina alla riduzione del cuneo fiscale le risorse recuperate attraverso i tagli di spesa e il contrasto all’evasione”. “’Le proposte contenute negli interventi che le parti sociali hanno presentato domenica scorsa sul vostro giornale – dice Letta – vanno nella giusta direzione. In particolare penso che possiamo lavorare insieme a scrivere nel modo migliore una norma che potrà essere inserita nelle prossime tappe del passaggio parlamentare della legge di stabilità”. Sul punto, dice il quotidiano, Letta ha il consenso del Pd e del Nuovo centrodestra, oltre che di Scelta Civica. E un articolo sulla stessa pagina spiega: “Maggioranza unita, sì all”automatismo’”. Dunque nelle prossime ore si dovrebbero tenere contatti “rapidi” e informali con le parti sociali “’in modo da essere pronti con un emendamento sulla legge di Stabilità”. Non al Senato, dove oggi si vota la fiducia, ma alla Camera, dove la manovra dovrebbe approdare tra la fine della settimana e l’inizio della prossima. Il rischio, scrive il quotidiano, è che l’accordo si trasformi in una norma “bandiera” che “non prevedendo forme di automatismo si presti ad essere elusa”.
“Addio alle larghe intese, Forza Italia all’opposizione”, titola La Stampa. Alla maggioranza rimarrà legato il Nuovo Centrodestra di Alfano, “destinato a subire gli attacchi crescenti di Forza Italia, che mollerà gli ormeggi e passerà all’opposizione, votando contro la fiducia alla legge di Stabilità”, scrive il quotidiano. La decisione verrà formalizzata in una riunione dei parlamentari di Fi, ma secondo La Stampa sono inequivocabile le parole del capogruppo alla Camera Brunetta.
“Finalmente è arrivato l’emendamento sull’Imu: l’ennesimo imbroglio del governo Letta-Alfano”. Per Il Giornale si tratta di una “Imu mascherata” che “costerà fino a 30 miliardi”. Secondo il quotidiano “passa la patrimoniale Pd”, perché l’imposta Iuc “sarà una vera stangata sulle seconde abitazioni”.
Su Il Giornale: “Forza Italia svolta: va verso il no alla manovra”.
Il Corriere della Sera si occupa della questione casa e tassazione, e tra i pochi punti fermi individua chi sono coloro che dovranno sicuramente pagare l’Imu nel 2013: tutti i proprietari di una abitazione che non abbia i requisiti per esser considerata principale, cioè che non sia residenza o domicilio abituale del proprietario. Nei comuni dove l’anno scorso era stata adottata l’aliquota massima, l’1,06 per cento (ad esempio a Milano o Roma) basterà pagare esattamente la stessa cifra versata in occasione della prima rata di giugno. Di fatto, scrive il Corriere, quest’anno tutti i comuni applicano l’aliquota sulle seconde case al massimo di legge. La nuova Imposta comunale sulla casa si chiamerà IUC. Restano la Tasi sui servizi e la Tari sui rifiuti, ma la somma delle aliquote Imu e Tasi non potrà superare il 10,6 per mille. Il quotidiano scrive poi che dovrebbero anche arrivare 500 milioni di euro in più per i Comuni, che saranno però vincolati per le detrazioni alle famiglie (a partire da 200 euro e 50 per ogni figlio). I relatori garantiscono che “saranno davvero tutelati i redditi bassi”.
La Stampa scrive che a conti fatti, un milione e 800 mila famiglie, cioè all’incirca il 10 per cento del totale, verranno esentati; tutti gli altri godranno di un piccolo sconto, in media all’incirca 25 euro a nucleo familiare. In pratica si torna al peso dell’Imu del 2012, e forse un briciolo in meno. Il mezzo miliardo di maggiori stanziamenti per i Comuni viene vincolato all’introduzione di detrazioni per alleggerire la componente servizi, quella che potenzialmente presentava i maggiori rischi di gravare sulle fasce più deboli della popolazione.
Berlusconi
Ieri Berlusconi in una conferenza stampa ha illustrato nuove carte giunte dagli Stati Uniti che, sostiene, sarebbero utili per chiedere la revisione del processo sui diritti tv (per il quale è stato condannato in via definitiva dalla Cassazione a 4 anni per frode fiscale). Cosa ha rivelato? Spiega il Corriere che ha letto una testimonianza giurata di Dominique Appleby, che in passato aveva avuto ruoli di responsabilità nel gruppo Agrama e che scagionerebbe Berlusconi sostenendo che non fosse socio occulto dello stesso Agrama. “Contiamo di avere altre 11 testimonianze, di cui più della metà, credo sette, completamente nuove”, ha detto Berlusconi. Il quotidiano scrive che con queste dichiarazioni il Cavaliere ha operato una “spettacolare piroetta” che rovescia e butta a mare la linea difensiva tenuta finora nell’intero processo sui diritti tv Mediaset. Ha sempre sostenuto che i prezzi d’acquisto dei film Paramount comprati da Mediaset con la mediazione di Agrama fossero di puro mercato e non gonfiati per frode fiscale; che Agrama fosse un agente indipendente e non il prestanome o il socio occulto: che il manager Lorenzano facesse l’interesse del Biscione. Di colpo ieri, invece, la ricostruzione della Cassazione e in origine della Procura diventa esatta anche per Berlusconi: davvero i prezzi venivano “gonfiati” dalla interposizione di Agrama tra Paramount e Mediaset. Solo che accadeva ai suoi danni e a sua insaputa, perché per truffare Mediaset si erano accordati Agrama, Lorenzano e Bruce Gordon, allora presidente della distribuzione estera di Paramount. Quanto alla dichiarazione di Dominique Appleby, è una nuova teste che accredita questa tesi, poiché avrebbe detto che né mister Agrama né mister Gordon avevano relazione con Berlusconi (“alcuna relazione o conoscenza con mister Berlusconi”). L’affermazione è secondo il Corriere “spericolata” se tra gli atti del processo si guarda una foto in cui Gordon abbraccia Berlusconi nella residenza dell’ex premier. Foto sul dépliant “Bruce Gordon and friends” che il boss della Paramount si era fatto stampare per accreditarsi con potenziali investitori. Poiché la revisione di una condanna definitiva può esser chiesta solo per prove decisive ignote al momento del processo, è cruciale che Appleby dica di parlare ora perché “scioccata” dall’aver appreso, “solo nel giugno 2013” della inchiesta su Berlusconi. Ma la circostanza sembra smentita da una nota del tribunale svizzero del 2007: venne comunicato alla Procura di aver respinto il ricorso di Agrama e Dominique Appleby contro la chiusura del conto “Ragtime/Gander” ottenuta proprio dal Pm De Pasquale nel corso dell’inchiesta su Berlusconi perché i suoi consulenti avevano scoperto che su quel conto erano finiti 4,3 milioni di dollari provenienti da due società di Agrama (sponde dei pagamenti Mediaset per i diritti tv Paramount acquistati con l’interposizione di Agrama).
Anche La Repubblica ricostruisce questa vicenda negli stessi termini, cita il documento del 2007 sul ricorso di cui sopra e che evidenzierebbe come la Appleby sapesse già sei anni fa della inchiesta su Berlusconi. Anzi, secondo La Repubblica, i Pm di Milano sospettano che la donna sia null’altro che una “prestanome” dello stesso Agrama. La conferenza stampa, scrive il quotidiano, è un espediente per chiedere ancora una volta uno slittamento del voto sulla decadenza. Per questo Berlusconi ha letto una lettera aperta ai senatori del Pd e del Movimento 5 Stelle implorandoli di ripensarci: “Riflettete prima di prendere una decisione così grave – ha detto – non prendetevi una responsabilità di cui in futuro dovreste vergognarvi di fronte ai vostri figli”.
Si registra poi una iniziativa di Pier Ferdinando Casini, che, come scrive Il Giornale, tende una mano e propone di rinviare il voto sulla decadenza. Proporrà una questione preliminare al Senato, chiedendo di attendere la sentenza definitiva della Suprema Corte di Cassazione sulla durata della interdizione. Quanto al Cavaliere, secondo il quotidiano ha deciso di non parlare in Senato e per difendersi sarà in piazza: diserterà l’Aula e sarà al sit-in con i suoi. Peraltro lo stesso quotidiano riferisce di rumors di sorprese e di richieste di arresto in arrivo sia da Napoli che da Bari.
Anche Il Fatto ironizza sulle “bugie di Miss Appleby” e del suo affidavit citato ieri da Berlusconi in cui si legge: “Gordon per conto di Paramount vendeva a società di Agrama a prezzi inferiori rispetto a quelli che venivano passati a Mediaset. Lorenzano diceva in Paramount che Agrama rappresentava Mediaset e Gordon lo confermava. Così le persone di Paramount pensavano che Agrama rappresentasse Mediaset e le persone di Mediaset che Agrama rappresentasse Paramount. Dunque, scrive Il Fatto, secondo questa testimonianza si tratterebbe solo di “creste” e i truffatori sarebbero stati Agrama, Gordon e Lorenzago.
Su Il Giornale la vicenda viene spiegata così: “Un triangolo: il mediatore di diritti Tv Agrama che compra a basso costo dal suo amico e responsabile vendite Paramount Gordon e, con alto margine di profitto, vende al manager acquisti di Mediaset Lorenzago. ‘Uno schema perfetto per distrarre denaro’ nel passaggio di film tra major americane e gruppo del Biscione che diventa casomai vittima del gioco”. La testimonianza giurata di Appleby, fa sapere il quotidiano, è già stata trasmessa alla Procura di Milano, in vista della richiesta di revisione del processo presso la Corte d’Appello di Brescia..
Internazionale
Sul Corriere: “Usa, destra e sinistra all’attacco di Obama per l’accordo sull’Iran”. Scrive il quotidiano che i Repubblicani, dallo speaker della Camera Bohner, fino a McCain, Graham e Korker sono contrarissimi all’accordo di Ginevra. Ma secondo il quotidiano anche in casa del Presidente, ovvero tra i Democratici, atteggiamenti di forte riserva o opposizione non mancano, soprattutto nell’ala filo-israeliana: personaggi di primo piano come il senatore Chuck Schumer o il Presidente della Commissione esteri della Camera Menendez. Quest’ultimo preme per il varo di nuove sanzioni contro Teheran.
Su Il Corriere della Sera, un “retroscena”: “Il successo della diplomazia segreta. Le spie invisibili hanno tessuto il dialogo. Cinque anni di trattative. Depistaggi, passi falsi e incontri in luoghi sicuri”. L’intelligence israeliana, secondo alcune rivelazioni, aveva scoperto i negoziati dietro le quinte con largo anticipo e teneva d’occhio i mediatori. Hanno avuto un ruolo in questi negoziati personalità come William Burns, vicesegretario di Stato Usa, il sultano dell’Oman (che ha ospitato 4 incontri segreti tra inviati Usa e Iran), o l’ex ministro iraniano degli esteri Salehi (che aveva scritto alla Guida Suprema Khamenei una lettera in cui auspicava la ripresa dei negoziati con gli Usa).
Sono questioni su cui riferisce pure Il Foglio, in prima pagina: Molti dettagli si stanno aggiungendo di ora in ora, come ad esempio che a guidare tutti gli sforzi dietro il sipario è stato Burns. Anche l’idea che Washington trattasse con l’Iran senza dirlo agli alleati, inclusa Israele, è stata in qualche modo smentita dal quotidiano Haaretz, che sostiene come l’intelligence israeliana fosse a conoscenza della trattativa occulta. Si cita poi l’inviata del Washington Post in Medio Oriente Liz Sly, sulle implicazioni della trattativa anche sulla questione siriana: “Nessuna meraviglia che l’America non abbia bombardato Assad, ora che si sa che stava negoziando con l’Iran”, ha twittato.
Su Europa ci si sofferma sul “ruolo dei social nell’accordo di Ginevra”, perché il ministro degli esteri Zarif ha 704 “like” su Facebook, e commenti ad ogni post che raramente scendono sotto le 20 mila unità.
Su La Stampa Roberto Toscano: “Teheran, tutti contenti, anche i falchi”. Si tratta di opinioni e sentimenti quasi unanimemente condivisi da tutti i settori della popolazione e da tutte le tendenze politiche. Soddisfatti i “centristi” del regime, i riformisti, e lo stesso leader supremo Khamenei, che si è congratulato con i negoziatori ed ha salutato il “lodevole risultato” di Ginevra, attribuendolo alla “grazia di Dio e alle preghiere della nazione iraniana”. Khamenei ha detto che i risultato di Ginevra è destinato a formare la base “di ulteriori prudenti misure” in cui gli iraniani dovranno continuare a “resistere a richieste eccessive”. Poi Toscano sottolinea l’astuzia del ministro degli esteri Zarif, che ha accettato di non insistere su un esplicito riconoscimento del diritto all’arricchimento dell’uranio (sostenendo, correttamente, che si trattava di un diritto implicito nell’articolo 4 del trattato di non proliferazione). Da segnalare anche, su La Stampa, una intervista a Giandomenico Picco, ex assistente del Segretario generale Onu, che conosce bene Zarif perché lo ha conosciuto nel 1984, mentre si trattava per la liberazione degli ostaggi occidentali in Libano (“Mi ha anche salvato la vita quando venni catturato da Hezbollah”, ricorda). Secondo Picco, il ministro degli Esteri iraniano Zarif “fa parte degli ‘Illuminati’ che vogliono disinnescare il conflitto sciiti-sunniti”.
Su Il Sole 24 Ore: “Iran, petrolio in calo dopo l’intesa”, “I futures cedono il 2,5% scommettendo su una revoca totale delle sanzioni”. Dove si spiega come sia stato costoso il braccio di ferro: in meno di due anni si è passati da 2,5 milioni di barili al giorno esportati, a soli 750mila. Un’emorragia che ha tenuto alti i prezzi. Anche su La Repubblica: “Iran, giù il petrolio dopo l’accordo”, “I mercati festeggiano l’intesa”. Anche la Borsa di Tel Aviv ha festeggiato l’intesa, e poco dopo è arrivato l’annuncio del segretario generale Onu Ban Ki moon: il 22 gennaio si terrà la conferenza di Ginevra sulla Siria. Iran e Arabia saudita saranno invitati, si tenterà di dare il via ad un governo di transizione. E il quotidiano sottolinea un cambiamento di tono sull’intesa da parte di Arabia saudita e altri governi del Golfo. Riad, da sempre diffidente verso i piani atomici di Teheran, ha diramato un comunicato in cui si legge che “se c’è buona volontà questo accordo potrebbe rappresentare un passo preliminare verso una soluzione complessiva sul programma nucleare iraniano”. dello stesso tenore dichiarazioni del Qatar e del Kuwait. Anche in Israele si registra un cambiamento di tono, dopo le parole durissime del primo ministro Netanyahu (l’accordo con l’Iran era stato definito uno “storico errore”): ieri lo stesso premier ha preannunciato l’invio a Washington del suo consigliere per la sicurezza. “Cooperare con Obama perché l’accordo sia duro”, sarebbe la linea. Ma fonti militari israeliane hanno fatto sapere che l’ipotesi di un blitz contro l’Iran è un’ipotesi congelata per almeno sei mesi.
Russi in Italia
Si tiene oggi a Trieste il vertice Italia-Russia e il Corriere scrive che in programma c’è un miliardo di investimenti tra i due Paesi. Secondo La Repubblica Alitalia e Ilva sono “i dossier più caldi”. E ci si riferisce alle dichiarazioni del consigliere economico del Presidente del Consiglio, Fabrizio Pagani, secondo cui la russa Aeroflot non avrebbe abbandonato l’idea di investire in Italia (“Il dossier non è chiuso”) e sull’Ilva “sonderemo sia a Trieste che nei prossimi giorni”.
Il Russias Direct Investment Fund e il Fondo Strategico Italiano, secondo una intesa che dovrebbe esser siglata oggi, arriverebbero ad investimenti fino ad un miliardo di euro nei due Paesi. L’Amministratore delegato del Fondo russo Dmitriev ha ricordato che almeno 500 aziende russe son o partecipate anche da capitali italiani. A Trieste verranno firmati 20 accordi commerciali e 7 istituzionali. Ma la giornata di ieri è stata certamente segnata dall’incontro tra il Presidente russo e il Pontefice, che La Repubblica sintetizza così. “Il patto di Putin e Bergoglio, insieme per difendere i cristiani, vertice a Mosca sul Medio Oriente”. Il colloquio è durato 35 minuti, Putin è arrivato con 1 ora di ritardo. Ma nel corso del colloquio non si sono trattate questioni ecumeniche, si è precisato.
Perché, come spiega il Corriere, Putin ha portato al Papa i “saluti personali” del Patriarca Ortodosso Kirill ma le due parti si sono affrettate a precisare che “non c’è stato, né era previsto, un invito al Papa ad andare a Mosca”. Le questioni ecumeniche riguardano solo le due Chiese, saranno loro a decidere se il Papa e il Patriarca si incontreranno, in territorio “neutro”. Putin ha portato in dono una icona della Madonna Théotokos di Vladimir, l’immagine più venerata in Russia. Il Presidente russo si è fatto il segno della croce alla maniera ortodossa, poi si è chinato a baciare la Vergine, gesto che a quel punto ha compiuto anche Bergoglio. Scrive il Corriere che il gesto pubblico di Putin la dice lunga sull’immagine che il Cremlino ha voluto dare all’udienza con il Papa: una immagine di sintonia, sulla Siria, e sulle sofferenze dei cristiani in Medio Oriente. In vista c’è il delicatissimo vertice sulla Siria, la conferenza di pace prevista a Ginevra per il 22 gennaio. E su questo tema Santa Sede e Russia sono d’accordo sull’essenziale: niente veti né condizioni alla trattativa di pace.
E poi
Ieri è stata celebrata anche in Italia la giornata contro la violenza sulle donne, e il Presidente Napolitano ha insignito della onorificenza di Cavaliere una donna, Lucia Annibale, che è stata sfigurata con l’acido. La Repubblica la intervista: “Un grazie al mio volto ferito che mi ha insegnato a credere di nuovo e di più in me stessa”.
Sul Sole 24 Ore da segnalare un articolo firmato da Carlo De Benedetti, dedicato allo “spettro della deflazione”, in cui l’imprenditore ricorda che “siamo tutti cresciuti nella paura opposta dell’inflazione”, ma che la deflazione “è molto più dannosa”, perché “è molto più di un numero”, “capta l’umore dei consumatori, la predisposizione a spendere subito o a rimandare una spesa, la percezione sull’andamento dell’economia”. E invita l’Europa e la Bce a fare tutto il possibile “contro il nuovo nemico della deflazione”.