A tre giorni dal voto

La Repubblica: “Monti: la Merkel non vuole il Pd. Il Professore: la Cancelliera teme la sinistra al governo. Ma Berlino lo smentisce: mai interferito”. In evidenza in prima pagina anche la “Polemica sullo spot omofobo dei Fratelli D’Italia”. A centro pagina: “I pensionati già in coda per l’Imu truffa del Pdl”. Di spalla il quotidiano offre una “inchiesta” di Concita de Gregorio: “Sesso e carriera, i ricatti in Vaticano dietro la rinucia di Benedetto XVI”.

Il Corriere della Sera. “Un caso Merkel sul voto. Monti: non vorrebbe il Pd al governo. Berlino nega commenti”. E poi: “I sindacati attaccano Berlusconi per la lettera sull’Imu: anziani in coda per i rimborsi”. L’editoriale di Beppe Servergnini è dedicato al voto di domenica, e in particolare al Movimento 5 Stelle: “Con le battute non si governa”.

Il Giornale: “Grillo disprezza la casta ma fa due condoni tombali”. “Il comico moralizzatore ‘dimentica’ di aver sanato in extremis guai edilizi e fiscali”. Di spalla un commento dal titolo: “La truffa è l’Imu, non la lettera”.

Il Fatto quotidiano: “Monti, l’ultimo autogol: ‘La Merkel non vuole il Pd’. Ma lei lo smentisce”.

Libero: “Le balle di Monti. Il Prof in difficoltà perde la testa e attribuisce alla cancelliera tedesca un veto sul prossimo premier italiano. Da Berlino smentita impietosa: lui si arrampica sugli specchi, poi insulta gli elettori del Pdl”.

La Stampa: “Gelo Monti-Merkel sul Pd. Il premier: non credo voglia un partito di sinistra nel prossimo governo. Berlino replica: la Cancelliera non si è mai espressa sulle vostre elezioni”.

Il Sole 24 Ore: “Al palo l’80 per cento delle opere”. “Nei piani dei partiti piccole promesse, mancano priorità e risorse”.

 

Monti-Merkel-Bersani

Il Corriere della Sera, come tutti i quotidiani, si sofferma sulle dichiarazioni con cui ieri mattina Mario Monti ha detto che la cancelliera tedesca Angela Merkel non gradirebbe una vittoria del Pd alle elezioni. “In buona sostanza il professore dice che la cancelliera non vede di buon occhio un leader della sinistra a Palazzo Chigi, ma poi da Berlino, in serata, arriva una smentita: Angela Merkel ‘non si è espressa sulle elezioni italiane e non lo ha fatto neanche in passato’, comunica su Twitter il portavoce del governo tedesco, dopo essere stato interrogato dal vicedirettore di Europa Filippo Sensi (che sempre su Twitter si prende i complimenti di Mentana)”.

Su La Repubblica viene intervistato Michael Stuermer, ex consigliere di Khol, che dice che quel che accade in Italia “importa per noi quasi quanto eventi e sviluppi da noi Questo sviluppo è positivo: l’Italia per la moneta comune e non solo è un fattore di primaria importanza. Se va nella direzione sbagliata affronteremmo una crisi di fiducia dell’euro ma anche di tutta l’Europa stessa”. Bersani sarebbe contrario agli interessi tedeschi? “No, la vittoria probabile di Bersani è percepita dall’establishment e da molti in Germania, anche da me, come un fatto positivo: in tal caso verrà una coalizione di centrosinistra. Ma l’alternativa moderata non è un centrodestra come il nostro, è Berlusconi. Cioè il peggio. Merkel potrebbe cooperare bene con il centrosinistra italiano, ma in politica interna non amerebbe il prestigio che una vittoria di Bersani darebbe alla Spd. Il suo ego europeo e il suo ego tedesco sono in contraddizione”. Su Monti: “Probabilmente non sarà il prossimo premier, a meno che una situazione bloccata non imponga un governo dei tecninci. Bersani sembra avere molte più chances. Frau Merkel è troppo accorta, saggia e di grande abilità tattica per non guastarsi prima i rapporti con il probabile futuro premier italiano”. Su una vittoria di Berlusconi: “Per gli interessi tedeschi e per tutta l’architettura dell’euro e dell’Europa sarebbe un duro colpo. Affrontiamo una seria crisi finanziaria, dell’euro, del debito sovrano e una crisi di fiducia. Se Berlusconi vincesse in pochi giorni porterebbe l’euro sul lastrico.

Il caso – ricorda il quotidiano di via Solferino – era nato alcune ore prima. La domanda a Monti – posta al forum organizzato dall’Adn Kronos ieri mattina – ha preso spunto da una affermazione di Berlusconi, che ritiene ‘certa l’alleanza tra il polo di centro e quello di sinistra, con la benedizione della Merkel”. Monti, ha risposto: “L’affermazione di Berlusconi è falsa, non ho affatto deciso che collaborerò con Bersani. Certo, la Merkel teme l’affermarsi dei partiti della sinistra. Credo che non abbia nessuna voglia di vedere arrivare al governo il Pd, che è un partito della famiglia della sinistra europea”.

 

Imu

La Stampa parla di “caos code alle Poste dopo la lettera sull’Imu”. Molti sprovveduti si sarebbero presentati agli sportelli degli uffici postali per ritirare i soldi, dopo il ritrovamento nella cassetta delle lettere di un “avviso importante” relativo a “rimborso Imu 2012” dal Pdl di Berlusconi. Cgil, Cisl e Uil di Genova segnalano anche che alcuni cittadini si sono rivolti ai centri di assistenza dei sindacati per chiedere i moduli. Antonio Ingroia, leader di rivoluzione civile, ha presentato una denuncia alla Procura di Roma: ipotesi di reato è quella di voto di scambio. Anche su Il Fatto:”Truffati da B, in coda al Caf per l’Imu. Anziani in fila per riscuotere, sindacati costretti a scrivere che è solo propaganda”.

E su La Repubblica: “Ecco l’effetto inganno di Silvio, da Roma a Genova tanti in fila per chiedere il rimborso dell’Imu”.

Su Il Giornale Salvatore Tramontano insiste: “La truffa è l’Imu, non la lettera”, “ma è scandaloso chi vuole togliere l’Imu o chi questo balzello ha deciso di metterlo. E Tramontano non manca di strigliare il segretario Pd, accusandolo di aver cominciato ad ispirarsi al Cavaliere”, per via di quella promessa agli elettori di abolire il ticket sugli interventi sanitari più gravi. Alle pagine interne: “Il voto di scambio del Pd: ‘via i ticket’”. La Repubblica spiega che Bersani ha promesso l’abolizione del ticket sulle visite mediche specialistiche, indicando anche la copertura. “I cittadini spendono di tasca propria 834 milioni l’anno per pagare i ticket sulle visite specialistiche”. Ma nello stesso tempo “la sanità pubblica spende ogni anno 790 milioni di euro in consulenze”. E poiché queste ultime sono spese inutili, l’operazione si potrebbe fare quasi a costo zero. “Il ticket – ha detto Bersani – è una delle tasse più odiose e ingiuste, poiché ricade su chi è più malato”.

 

Pd

Massimo D’Alema, in una intervista su L’Unità, commenta la vicenda legata alla lettera berlusconiana sul rimborso dell’Imu: “Quella lettera è un espediente da sudamerica anni 50, ma la cosa più grave è che è stato consentito a Berlusconi di presentarsi facendo finta di non aver governato il Paese per dieci anni”, dice D’Alema, che ricorda che l’Imu è stata istituita dal governo Berlusconi con il federalismo fiscale, e anche Equitalia l’ha creata Berlusconi, con un decreto Tremonti”. Cosa direbbe a un elettore deluso del centrosinistra tentato di votare per il Movimento 5 Stelle? “Ho un grandissimo rispetto per le tante persone che scendono in piazza intorno a Grillo e per il sentimento di protesta, ben comprensibile, che li anima. Ma Grillo ha contribuito molto a fare di questa campagna elettorale un momento di rissa, in cui i problemi di questo Paese sono stati completamente rimossi. Stiamo assistendo a un passaggio di testimone tra Berlusconi e Grillo, che appare un Berlusconi più giovane, più trasversale, ma con una impronta simile. Lo vediamo anche dalle promesse campate per aria, come quella di dare mille euro al mese per i disoccupati. Ma dove si trovano i soldi? Non si sa, tanto lui non è tenuto a rispondere. Il suo è un inquietante populismo autoritario”. D’Alema ne ha anche per Monti, visto che definisce “improvvida” la sua campagna elettorale: “Non ha minimamente compreso il quadro reale del Paese”, “è evidente che l’alternativa alla caduta populista non può che essere imperniata dal Pd. Insomma, l’idea del centro candidato a governare il Paese a prescindere dalla sinistra rivela la profonda distanza dal Paese di Monti”.

Paolo Flores d’Arcais, sulla prima pagina de IL Fatto, invita Bersani, che ha promesso che la prima legge del suo governo sarà sul conflitto di interessi, a dichiarare Berlusconi ineleggibile. L’invito più esattamente è rivolto a Bersani e Monti: si impegnino solennemente ad applicare la legge che esiste già dal 1957. E’ la 461 che, all’articolo 10, comma 1, statuisce che non sono eleggibili “coloro che in proprio, o in qualità di rappresentanti legali di società o imprese privati risultino vincolati con lo Stato per contratti di opere oppure per concessioni o autorizzazioni amministrative di notevole entità economica.

 

Grillo

L’editoriale del Corriere della Sera è firmato da Beppe Severgnini, ed è dedicato ai “pericoli del fenomeno Grillo”, ma anche ai suoi meriti. Per esempio “aver sottratto voti all’astensione”, perché il suo movimento “sta fornendo un canale di sfogo alla rabbia e alla frustrazione. I partiti tradizionali non sono stati capaci di indicarne un altro”. Non solo: “Se abbiamo evitato sassi e bastoni in campagna elettorale è anche grazie a Grillo”. Per Severgnini siamo insomma ridotti a dover lodare il “confuso populismo” del leader di 5 Stelle, che rifiuta le interviste perché “non sarebbe facile, da solo e senza suggeritori, difendere certe affermazioni o spiegare il proprio generico programma. ‘Uscire dall’euro’: e come, di grazia?. ‘Introdurre un sussidio di disoccupazione garantito’. Con che soldi?”. C’è poi il problema degli eletti del Movimento, che saranno numerosi: vero è che far peggio di alcuni parlamentari uscenti pare impossibile, ma le ‘parlamentarie’ con cui sono stati scelti hanno coinvolto 32 mila persone, ovvero un numero irrisorio”. Severgnini cita l’Umbria, dove Tiziana Ciprini, con 84 preferenze, risulta capolista alla Camera.

Il Fatto intervista Miguel Gotor, capolista Pd al Senato in Umbria e intellettuale di riferimento di Bersani. Gli vien chiesto di spiegare cosa ha voluto dire il segretario Pd quando ha parlato di scouting da fare tra i grillini, e spiega: “dopo le elezioni, ‘esplorare’ la qualità e il senso di responsabilità della loro rappresentanza parlamentare, verificando nel merito le posizioni”. Sperate che ci sia una distinzione tra loro e il loro leader? “Lo capiremo nei primi mesi di attività parlamentare. Grillo è un guru che gioca allo sfascio, e il suo protagonismo è una delle manifestazioni della crisi del berlusconismo. Ma i deputati 5 stelle hanno il diritto e il dovere di essere valutati per i loro comportamenti. Dovranno eleggere capigruppo, fare dichiarazioni di voto, assumersi responsabilità, e questo sarà un bene: inizia una nuova fase di quel movimento. Peraltro Grillo ha già dimostrato di voler controllare in modo autoritario e intollerante la sua parte”.

Il Corriere della Sera dedica due pagine alla preparazione dello sbarco a Roma di Grillo, che domani sarà in piazza san Giovanni. E propone un “ritratto di gruppo”: “L’inesperienza al potere, ecco i volti dei grillini che saranno onorevoli”. Tra i candidati spiccano gli under 30.

Anche Il Sole 24 Ore ha scorso le biografie e il profilo dei 1486 candidati alle parlamentarie online del Movimento 5 Stelle. E la illustra con un grafico dal quale si deduce che sono impiegati (25,4 per cento),liberi professionisti (17,6), operai (6.5), dipendenti pubblici (6,2), imprenditori, 5,9, insegnanti, 5,6, disoccupati (4,1), commericanti (3,7), artigiani (3,,2), studenti, 2,7, medici (0,9), casalinghe (0,9). I quesiti referendari sull’acqua pubblica nel 2010 sembra esser stato il momento dell’iniziazione politica per moltissimi di loro, che sono in media tra venti e trenta anni. In alcuni curricula c’è il riferimento alle battaglie no tav e antinucleari. Nei più anziani, ovvero nella fascia di età tra i 40 e i 50, la provenienza ecologista risulta più marcata. Per il resto, “normalità assoluta”. Molti giovani, molte donne, ma soprattutto tutti inesperti della politica. Ed è il frutto di una precisa scelta di Grillo che, dopo il boom siciliano, si è affrettato a stabilire le regole per le candidature nazionali: solo i cittadini che si sono già candidati per le elezioni ma che non sono stati eletti possono essere selezionati. Dunque i candidati delle parlamentarie sono stati recuperati tra gli attivisti esclusi o non eletti alle elezioni locali.

 

Su L’Unità un altro articolo sul tema “voto disgiunto in Lombardia”, che – secondo il quotidiano – “tenta i grillini”. “Celentano pensa di votare ambrosoli, Fo non vuole sbilanciarsi, nei blog i ‘grillini’ si dividono. ‘Non possiamo far vincere Maroni”.

Su La Stampa si parla della “musica che vota Beppe”, in un articolo dedicato agli artisti che hanno appoggiato o appoggiano il comico-leader.

Sotto, una intervista a Stefano Benni, che ha collaborato con lui come autore. Benni dice che Grillo “è molto sicuro e aggressivo con il pubblico, in privato è pieno di dubbi, ha bisogno di amici come tutti. Non vive solo di politica”. Non è un fascista, “in tanti anni l’ho sentito parlare con orrore del militarismo, della propaganda, della violenza, non può essere cambiato in pochi mesi”. Piuttosto “ha capito che se spara cannonate prende voti”. Destra e sinistra hanno ancora senso: “Per me sì, per Beppe molto meno, e su questo abbiamo litigato spesso”. Come se lo immagina tra cinque mesi? “Sarà l’Imperatore di tutte le galassie, naturalmente. E io avrò il Granducato di Sardegna e la presidenza di Finmeccanica, me lo ha promesso”. L’oratoria: “Come modello di oratoria, Silvio si ispira a Mussolini, Beppe a Jack Nicholson in Shining”. La rete è democratica? “E’ schizodemocratica. Ha dentro la democrazia e il potere, l’accesso ale informazioni e lo sfruttamento commerciale, la critica e l’esibizionismo. Ci vorrà tempo per capire dove andrà”.

 

Piazze, comizi e tv

 

Sulla prima pagina del Sole 24 Ore Vincenzo Cerami descrive “l’abilità di Grillo”, il “no alla tv per stare sempre in tv”. Grillo “non cerca di trarre inutilmente profitto dalle leggi della comunicazione, ma le manipola, le piega alla propria strategia propagandistica”. Grillo “è fino al collo nel sistema, solo che usa meglio i suoi strumenti di persuasione”. All’insegno dell’”uno contro tutti”, segnale che fa passare nei suoi urlati comizi, ben sapendo “di interpretare un sentimento condiviso da una buona parte degli italiani, ognuno dei quali, deluso dalla politica, è contro tutti”.

Le pagine R2 Diario de La Repubblica sono dedicate al dibattito sul comizio di piazza: malgrado lo sviluppo dei nuovi mezzi di comunicazione, il contatto diretto con i cittadini rimane sempre decisivo per le campagne elettorali, dagli Usa all’Italia. Scrive Giancarlo Bosetti: “L’idea che prima la tv e poi internet e i digital media avrebbero sostituito i comizi, è figlia delle proiezioni totalizzanti che sempre accompagnano, sbagliando, le novità teconoligiche: il motore a vapore sulle navi che avrebbe cancellato le vele, la televisione che avrebbe preso il posto della radio”. E’ “un fatto indiscutibile che il politico nei luoghi dove vuole prendere voti ci deve andare; non basta che si mostri in tv e sui manifesti. La campagna di Grillo, rifiutando la televisione, ha accentuato la contrapposizione: eccoci qui in piazza con voi elettori, e non in video come ‘tutti loro’”.

Il politico deve mettere corpo e voce dal vivo, citando l’esempio di Obama nel 2008. Riuscì a vincere la sua battaglia più risicata, quella con Clinton alle primarie, concentrando le sue forze sull’Iowa, andandoci a fare comizi, “perché scegliere la posizione in battaglia, dall’Iowa all’Ohio, dalla Sicilia alla Lombardia, è più della metà della strategia”. David Plouffe “pilota delle campagne” di Obama ha spiegato come sia necessario studiare la carta geografica delle elezioni: dove portare il candidato a parlare, negli stadi, nelle piazzette, a volte 80 mila persone, a volte poche centinaia, ma decisive”. Sulle stesse pagine Filippo Ceccarelli racconta la Prima Repubblica da Fanfani a Berlinguer: “Vivere e morire su quel palco”.

 

Giannino

 

L’Unità dà conto della riunione dei membri della direzione di Fare per fermare il declino dopo l’annuncio delle dimissioni di Oscar Giannino. Ma sottolinea che lo stesso Giannino resta candidato premier, poiché è impossibile cambiare a quattro giorni dal voto. La nuova coordinatrice nazionale, Silvia Enrico, spiega: “Poi spetterà a lui, se eletto, decidere cosa fare del seggio”.

Sulla Repubblica Francesco Merlo descrive il personaggio Giannino: “Da portaborse a economista di genio truffaldino, la patacca di Oscar ora scandalizza chi lo glorificò. “Stendiamo un pietoso velo sulla roboante lista” dei “grandi liberali” che rimasero sedotti dalle sue parole, e non certo dalle sue lauree: oggi Giannino è inseguito dalla esecrazione di quegli stessi intellettuali che lo avevano glorificato e sventolato come una bandiera”.

 

Internazionale

 

Il prossimo 28 febbraio a Roma si riunirà il “gruppo di alto livello sulla Siria”. L’Italia e i Paesi europei proporranno agli Usa “maggiore flessibilità” nelle misure in favore della opposizione al regime di Assad. In particolare, come spiega il Corriere, chiederanno che gli aiuti militari “non letali” vengano estesi fino a comprendere anche l’assistenza tecnica, l’addestramento, la formazione. Il quotidiano ne parla con il ministro degli esteri Terzi, visto che il vertice è stato organizzato dalla diplomazia italiana su richiesta del neosegretario di Stato Usa Kerry.

Il quotidiano riassume così il senso delle sue parole: “Più aiuti ai ribelli siriani. L’Italia in prima fila, lo dirò a Kerry”. Ma Terzi parla anche dell’accordo di libero scambio Usa-Ue, che è stato prospettato da Obama. Accordo che sarà una svolta perché l’intesa con Washington potrebbe far ripartire l’economia e consentirebbe di ridefinire le regole del commercio globale.

 

E poi

 

Alle pagine della cultura del Corriere della Sera un testo inedito del cardinal Ravasi, presidente del Pontificio consiglio della cultura, preparato in vista del Congresso internazionale a Roma, su Cirillo e Metodio a 1150 dall’inizio della loro missione tra i popoli slavi. L’intervento è dedicato al rapporto tra traduzione della Sacra scrittura e sviluppo delle identità nazionali, poiché il cristianesimo si rigenera adattandosi a varie civiltà. “Ogni traduzione delle Sacre scritture – scrive Ravasi – non è solo un fenomeno pastorale pratico, è anche un evento culturale, interculturale e di inculturazione”. L’esempio più noto è la versione tedesca della Bibbia, dono fatto da Lutero al suo popolo.

Alle pagine R2 della Repubblica, Piergiorgio Odifreddi intervista lo scrittore turco Orhan Pamuk, primo turco a vincere il Premio Nobel: “Ero l’idiota di famiglia, poi ho vinto il Nobel. Il padre lo voleva ingegnere, ma lui temeva gli insegnanti di matematica”.

 

 

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