Da Reset-Dialogues on Civilizations
Raja Alem, nota in Italia per essere la prima donna vincitrice dell’Arabic Booker Prize, è nata in Arabia Saudita, a La Mecca, scrive della sua città, ma non ha mai pubblicato i suoi libri nella sua terra. Sin dal primo romanzo si è rivolta a una casa editrice libanese per non essere letta solo dai pochi sauditi appassionati di letteratura ma da un mercato più ampio. Oggi il romanzo vincitore del prestigioso premio internazionale della narrativa araba, Il collare della colomba, conseguito nel 2011, potrà essere letto anche in Italia grazie alla traduzione proposta da Marsilio.
La storia ha un Io narrante molto originale: un vicolo. Aburrùs, un antico vicolo de La Mecca dove viene ritrovato il cadavere nudo di una donna. Questo vicolo racconta, dal suo punto d’osservazione, lo stravolgimento della sua vita e degli abitanti della zona, scossi perché temono che la polizia possa scavare nel loro vissuto e portare alla luce segreti custoditi gelosamente. A rendere tutto più complicato è il volto della donna: sfigurato, dunque difficile da identificare.
Nelle storie di Raja le protagoniste femminili sono sempre forti, lontane dal cliché delle donne saudite. “Sono cresciuta circondata da donne forti e sorprendenti – racconta la scrittrice – Mia nonna per esempio era chiamata ‘La signora delle ottanta porte’ perché nella sua vita si prese cura di ottanta famiglie e aprì la porta sempre ai bisognosi. Aveva anche l’abitudine di suonare il liuto e cantare per tutti”.
Raja, classe 1956, si considera “l’erede delle leggende de La Mecca”. Ama attingere sia dai miti, sia dalla quotidianità. Parla di religione, integralismo, diritti per le donne, libertà politica, pregiudizi. La sua scrittura è stata fortemente condizionata dal nonno, soprannominato “il re dei re” perché “era ritenuto un mago e la gente andava da lui a parlargli di ogni problema”. La fascinazione di Raja per le storie nasce proprio dai racconti del nonno ed è proseguita con le letture di grandi autori sufi come Al-Nafari, Rumi e Ibn Arabi, Al Suhrawardi e Al Hallaj e poi dagli studi universitari di Letteratura inglese all’Università di Gedda.
“Il mio stile è stato forgiato da molti libri, come Il libro degli animali di Al Jahiz o dalla cosmografia Meraviglie del Creato e le Strane cose esistenti di Al-Qazvini, ma devo a La Mecca quello che sono oggi e tutto ciò che scrivo viene dalla città” dice l’autrice che oggi vive tra Gedda e Parigi.
Per lei “La Mecca è un luogo dinamico e vivace che fa sentire ricaricati. È un mondo fantastico pieno culture capace di condividere il meglio, o un carnevale di colori e fantasia, come il carnevale di Venezia. Un mondo magico che da adolescente però spesso cozzava con le limitazioni reali dell’essere nata in una famiglia tradizionale, conservatrice. Ma proprio questo scontro mi ha spinto a scoprire la letteratura”.
Quando Raja scrive si sente libera. “È come un momento di trance in cui la censura per me non esiste. Scrivo senza cercare di ammorbidire o domare i pensieri. E forse sono fortunata perché la voce che spinge per uscire è raffinata, mai offensiva e rispetta sempre le varie credenze. Ma in generale, in Arabia Saudita, grazie ai social media, c’è sempre più spazio per la libera espansione nell’arte e nella letteratura”.
Raja assiste con grande attenzione ai movimenti rivoluzionari e alle trasformazioni che stanno interessando il mondo arabo e “spera che il caos attuale porterà a un sano cambiamento reale in futuro”. “Ci vogliono rivoluzioni decennali per raggiungere la prosperità, ma il processo di cambiamento è già cominciato. Il mondo è già cambiato. Non solo il mondo arabo, ma il mondo intero non è lo stesso dopo queste rivoluzioni. La voce delle persone è risorta”.
Raja Alem sarà a Venezia per il festival letterario Incroci di Civlità (2-4 aprile 2014) e presenterà “Il collare della colomba” il 3 aprile presso l’Auditorium Santa Margherita alle ore 14,30.
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Titolo: Il collare della colomba
Autore: Raja Alem
Editore: Marsilio
Pagine: 580
Prezzo: 21 €
Anno di pubblicazione: 2014