Molestie sessuali a danni delle sue dipendenti: queste le accuse che hanno travolto Roger Ailes, Chief Executive di Fox News e cofondatore dell’emittente, e che lo hanno portato a rassegnare le dimissioni dal proprio incarico, dopo 20 anni di direzione. Molestie sessuali andate avanti da tempo e che fino ad ora erano state coperte dal silenzio.
Le prime accuse sono arrivate alcune settimane fa dall’ex giornalista di Fox News Gretchen Carlson e sono state prontamente respinte dal team legale di Ailes, il quale, sdegnato, ha liquidato la giornalista come una dipendente rancorosa, vendicativa e capace di avere messo in scena una storia falsa, a ritorsione di una mancata carriera. Lo sdegno di Ailes e le repliche del suo team legale non sono però bastati a fermare il coraggio di altre colleghe, che in pochi giorni,hanno dato il via ad una lunga serie di denunce, in aggiunta a quelle della Carlson, raccontando di molestie sessuali e intimidazioni subite. E lo scandalo si è sollevato, fino all’ultima accusa da parte dell’anchorwoman più celebre d’America, Megyn Kelly, che ha rotto il silenzio e ha dichiarato di essere stata l’ennesima vittima di quello che può definirsi un molestatore seriale.
Per la Kelly, le molestie sarebbero arrivate già all’inizio della sua carriera, come emerge dalle testimonianze raccolte dal New York Times. E se per la Carlson, meno conosciuta, poteva reggere l’ipotesi di una ritorsione, per Megyn Kelly non può dirsi certamente lo stesso: giornalista all’apice del successo, la ricordiamo tutti come protagonista di un indimenticabile scontro con Donald Trump,durante uno dei primi dibattiti tv tra i candidati alla nomination repubblicana, in cui la giornalista lo aveva accusato di maschilismo e lo aveva messo in difficoltà. Gli avvocati di Ailes hanno respinto tutte le accuse e hanno dichiarato che il CEO di Fox non si sarebbe mai macchiato di molestie sessuali o intimidazioni a danni di dipendenti, ma, dopo le prime esitazioni sulla decisione del suo allontanamento, per Roger Ailes l’epilogo è stato quello delle dimissioni, confermate dallo stesso Rupert Murdoch.
In un comunicato, Murdoch ha ringraziato Ailes per il lavoro svolto negli ultimi 20 anni, senza fare accenno allo scandalo delle molestie sessuali, e ha dichiarato che assumerà temporaneamente il ruolo di Ailes, in modo da garantire una continuità nei mesi della campagna elettorale. Come è noto, infatti, proprio Ailes, abilissimo spin-doctor, collaboratore prima di Nixon, poi di Reagan e infine di Bush Senior, aveva saputo trasformare la Fox in un’emittente molto vicina ai repubblicani, quasi un punto di riferimento per il partito. Lo aveva fatto utilizzando precise strategie di comunicazione, costruite attorno alla logica dell’antagonismo e della militanza “contro”.
Come ricorda Roger Cohen sul New York Times, parlando della retorica di Trump e della “fine della realtà”, “se alzi il volume puoi schiacciare la realtà, come aveva capito Roger Ailes a Fox News, prima di una rovina che ha coinciso con l’apoteosi del suo mondo post-fattuale.”
Una prospettiva che emerge anche dal contributo di Jim Sleeper apparso sulla Columbia Journalism Review nel 2013 e da quello di Giancarlo Bosetti tratto dal libro Spin.Trucchi e tele-imbrogli della politica, che riproponiamo su Reset.