Twitter e il boom degli account di fotografie

Lui, diciassette anni, australiano; lei, diciannove, hawaiana; si conoscono, quattro anni fa, tra un video e l’altro di Youtube.
A dispetto delle premesse, la storia di Xavier Di Petta e Kyle Cameron – raccontata da Alexis Madrigal su The Atlantic – ha poco a che fare con il romanticismo e molto da insegnare sul modo di fare business attraverso la rete. I due sono infatti i creatori di @HistoryInPics e @EarthPix, due account Twitter entrambi ormai vicini al milione di follower e dalla ricetta tanto semplice quanto efficace: mettere insieme delle foto spettacolari, simpatiche o semplicemente curiose che si trovano in rete, aggiungere qualche spruzzata di ironia e la viralità è servita.

In appena duecento giorni di vita, @HistoryInPics non ha inviato nemmeno 3mila tweet e già si ritrova a oltre 900mila followers e un numero di interazioni invidiabile perfino ad alcuni account di testate online americane.
Il successo è senza dubbio aiutato dalla tecnologia. Di account simili a @HistoryInPics – specializzati in foto storiche o di animali, panorami, sportive – ne sono nati tanti negli ultimi mesi e tanti hanno riscontrato una risposta simile da parte degli utenti, spinta anche dalle nuove modalità di visualizzazione delle immagini, introdotte da Twitter agli inizi dello scorso novembre.

 

Non che tutta questa interazione e questa visibilità rendano. Parlando di dollari, l’unico dato che Di Petta e Cameron possono vantare è il valore dei loro account adesso che Twitter è quotato nei listini di Wall Street: 386mila dollari per @HistoryPics e 348mila per @EarthPix (secondo il calcolo fatto con il plug-in sul sito del magazine TIME). Ma i due sembrano non avere fretta e saper aspettare il momento – e il numero di followers – giusto per creare un sito ad hoc dove reindirizzare il traffico da Twitter e monetizzarlo. Anche perché, a dispetto della loro giovane età, i due hanno già saputo compiere la difficile impresa di fare soldi attraverso i social network: prima con Youtube – creando canali di successo e vendendovi la pubblicità – e poi con Facebook – dove hanno allevato diversi gruppi (come Long, romantic walks to the fridge) allo scopo di venderne i “Mi Piace” alle aziende – fino alla costituzione di una società che produce qualcosa come 50mila dollari australiani di utile al mese.

Nel caso dei due account fotografici di Twitter, però, ci sarebbero dei diritti d’autore da rispettare – ricorda il giornalista di The Atlantic. Di Petta, da parte sua, prima se la ride – “Per la maggior parte sono immagini di dominio pubblico haha” – e poi chiarisce: i fotografi, prove alla mano, possono fare un reclamo a Twitter che lo contatterà e lui eliminerà la foto. Tuttavia, come riconosce lui stesso, alla fine a vincere potrebbe essere il richiamo della visibilità: “Sono sicuro che la maggior parte dei fotografi sarebbe felice di vedere che i loro lavori raggiungono così tante persone”. Come la versione due punto zero del capitalismo insegna.

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