In occasione del Giorno della Memoria, la Commissione esteri della Camera dei deputati ha audito Gabriele Nissim, presidente della Fondazione Gariwo, la foresta dei Giusti, da oltre vent’anni impegnata nella promozione della memoria del bene come strumento di prevenzione dei genocidi e nei giorni scorsi impegnata in una iniziativa online sulla Memoria della Shoah con la partecipazione di oltre 50 mila studenti da tutta Italia.
Nissim, ricordando che il concetto di genocidio è stato coniato per la prima volta dal giurista ebreo polacco Raphael Lemkin in quanto “minaccia che riguardava l’umanità intera, poiché la distruzione di qualsiasi minoranza annientava non solo chi veniva colpito, ma impoveriva la ricchezza della pluralità umana su questa terra”, ha affermato che la prevenzione di nuovi genocidi è responsabilità di tutta la comunità internazionale. Nello specifico, l’Italia, ha spiegato Nissim, deve impegnarsi maggiormente per tenere fede all’impegno che ha preso quando ha firmato il 2 agosto del 1953 la Convenzione delle Nazioni Unite sulla prevenzione dei genocidi.
A tal proposito Gariwo ha avanzato tre proposte alla Commissione, presieduta dall’onorevole Piero Fassino:
1) nominare nel Parlamento un advisor italiano dei genocidi che lavori in collaborazione con il Consulente speciale sulla prevenzione dei genocidi delle Nazioni Unite e le istituzioni dell’Unione europea;
2) impegnare la Commissione Esteri del Parlamento a redigere ogni anno un rapporto dove si presentano all’opinione pubblica i pericoli di nuovi genocidi nel mondo e le possibili misure da prendere per prevenirli. La storia della Shoah ha insegnato che l’indifferenza e la mancata informazione di un crimine contro l’umanità sono presupposti che permettono ai carnefici di agire impunemente e così di nascondere le loro azioni. Come immaginava Lemkin, si tratterebbe di monitorare in modo scientifico tutti i segnali che sono l’anticamera di nuovi genocidi, come lo scoppio di nuove violenze o i discorsi di odio che toccano gli ebrei e qualsiasi minoranza;
3) creare anche in Italia una agenzia autonoma e indipendente sui diritti umani, come proposto dall’Unione europea, che in collaborazione con la Corte Penale Internazionale indaghi in modo permanente sullo stato dei diritti nel mondo e sui crimini contro l’umanità.
Modi concreti, ha spiegato Nissim, per non perdere l’attenzione su alcune delle grandi tragedie di oggi, come la sorte dei Rohingya e dei 730 mila civili costretti a scappare in Bagladesh; il milione di Uiguri, rinchiusi nei campi di concentramento nella regione dello Xinjiang; lo sterminio della piccola minoranza degli Yazidi perpetrato dai combattenti dello Stato islamico nella regione dello Sinjar; le guerre senza fine nello Yemen e nel continente africano; la crisi del Nagorno Karabakh; i nuovi fondamentalismi e i cambiamenti climatici che continuano a tormentare le popolazioni, creando situazioni drammatiche.
Le proposte avanzate da Gariwo sono state accolte da parte di tutte le forze politiche rappresentate in Commissione, che hanno sottolineato l’importanza di un advisor in Parlamento e di un rapporto annuale sulla prevenzione dei genocidi. Il presidente Piero Fassino ha detto che “devono essere prese in seria considerazione” dalla Commissione, che in particolare si impegnerà a sollecitare il presidente Fico sulla nomina di un’autorità indipendente sui diritti umani, già all’ordine del giorno nell’aula della Camera dei deputati, al netto dell’attuale sospensione dei lavori dovuti alla crisi di governo.
Impegno confermato anche dal vicepresidente della Commissione, Paolo Formentini (Lega Nord) che ha spiegato come il termine genocidio abbia “una forza evocativa” e che la memoria della Shoah può essere importante per denunciare, ad esempio, il dramma degli uiguri o del Nagorno Karabakh.
Per Lia Quartapelle (PD), che si è detta interessata a studiare in profondità le proposte di Gariwo, Nissim ha portato in Commissione due questioni importanti: “il peso delle parole”, utili a “definire i crimini contro l’Umanità e a portare avanti azioni preventive”, e la necessità di un maggiore “livello di approfondimento storico”, dal momento che “l’Italia ha fatto un lavoro meno efficace, ad esempio rispetto alla Germania, sulla consapevolezza degli errori del passato, in particolare sulla deportazione degli ebrei e i crimini coloniali”.
L’intenzione a lavorare su queste proposte è stata ribadita da Gennaro Migliore di Italia Viva (“la Camera può assumere ruolo propedeutico per accogliere le proposte di Gariwo, lavoreremo per elaborare questi strumenti di monitoraggio e controllo”), Laura Boldrini del Partito Democratico (“la Commissione Esteri deve rafforzare il suo ruolo di sorveglianza della tutela dei diritti e si farà carico di queste sollecitazioni, perché il ‘mai più’ è stato troppe volte disatteso”), Andrea Delmastro, Fratelli d’Italia (“è necessario aderire a proposte concrete, ‘genocidio’ è una parola che non vorremmo più citare, eppure dobbiamo ricordare altri genocidi in atto, come quello degli uiguri”), Valentino Valentini (“Forza Italia approfondirà e darà seguito a queste proposte stimolanti”), Yana Ehm (“ringrazio Nissim per questo appello, che anche il MoVimento 5 Stelle intende accogliere”) e Maurizio Lupi del Gruppo Misto, che ha ribadito “la disponibilità a lavorare, in unità, affinché non ci sia oblio”.
L’idea proposta da Nissim circa la creazione di un’agenzia autonoma e indipendente sui diritti umani nel mondo non c’entra nulla con l’impegno preso dall’Italia di adempiere alla risoluzione AGNU 48/134 del 1993 sull’istituzione di una commissione nazionale indipendente sui diritti umani in Italia, di cui il TU all’esame della commissione affari costituzionali della Camera. Se i parlamentari, in ispecie quelli della commissione esteri, facessero meno confusione al riguardo sarebbe già un bel passo avanti.