Vi spiego con il mio esempio, perché il presidente Napolitano ha ragione a lanciare appelli su una nuova legge sulla cittadinanza ai figli degli immigrati, e pretendere che ci sia una nuova legge subito.
Vivo in Italia da 15 anni, ho studiato qui, e soprattutto lavoro e verso contributi da quasi 10 anni. Alle superiori, dove mi sono diplomato con 98, mi hanno insegnato anche latino e ho scoperto attraverso gli studi, l’immenso patrimonio di civiltà che l’Italia si porta dietro.
Durante questi anni ho partecipato alla vita sociale della città dove vivo, ho fatto parte di molte associazioni, prevalentemente cattoliche, e mi sono dedicato al volontariato. Ho fatto per quasi 7 anni gli scout Agesci e nel 2003 ho avuto l’onore di fare parte del team che ha rappresentato l’Italia al Jamboree, raduno mondiale di tutti gli scout. Per fortuna l’Agesci non chiede il passaporto, ma solo spirito di servizio e dedizione.
Ho fatto volontariato con i bambini nelle scuole, con i poveri nelle mense, con gli anziani nelle case di risposto, e soprattutto cercando di diffondere anche tra le comunità di immigrati, il senso di appartenenza civica a questo paese.
Ho sempre pagato regolarmente le tasse, attraverso le quali lo stato garantisce servizi a tutti. Dopo gli studi non ho potuto accedere ad alcune professioni in quanto riservate solamente ai cittadini italiani, ma mi sono adeguato e ho fatto lavori anche non attinenti al mio titolo di studio. Sento spesso in televisione che molti amministratori, compresi alcuni di quelli che hanno governato il comune dove vivo, hanno sperperato i soldi e sono andati a finire in tribunale. Purtroppo io non ho mai potuto esprimere un mio giudizio in quanto non voto, e quindi conto poco.
Pensavo che comunque non potevo pretendere subito di essere alla pari degli italiani, e quindi mi sono detto che ci vuole un po’ di pazienza. Nel frattempo, nonostante le difficoltà, mi sono sposato e ho creato la mia famiglia, da cittadino extracomunitario regolarmente soggiornante in Italia. Dopo 12 anni, di vita, come vi raccontavo sopra, ho fatto richiesta di diventare cittadino italiano. Sono ancora in attesa e sono passati 3 anni. Il totale degli anni di permanenza in Italia quindi è arrivato a 15 e ancora sono un non cittadino, un essere precario che potrebbe essere mandato via dall’Italia in qualsiasi momento, se perde il lavoro.
Nonostante anche tutte queste difficoltà, riconoscendo nella famiglia un valore molto alto, ho deciso, insieme a mia moglie, di avere un bambino. In un paese dove la natalità è molto bassa, questa dovrebbe essere una decisione degna di lode,ma non abbiamo mai preteso ciò. Quasi 3 mesi fa è nata la nostra bimba, Isabel. Qualche giorno fa l’abbiamo portata in Questura per fare il foto segnalamento e munirla di un permesso di soggiorno, per poter vivere nel paese in cui è nata. Ecco solitamente il foto segnalamento si fa a persone che infrangono la legge per qualche motivo. Questa comunque è l’Italia di oggi, se a voi sembra un paese normale, fate pure.