Questo articolo è uscito sul quotidiano Europa il 23 febbraio 2013.
Che ci fa qua? «Spalle al palco guardo le facce». Erri De Luca risponde con un sorriso alla domanda di Europa. È venuto anche lui a piazza San Giovanni per fare un carotaggio nel popolo del M5S che lunedì avrà eletto decine e decine di volti nuovi in parlamento. «Non sono venuto ad ascoltare Beppe Grillo, conosco le sue facce da tempo. Mi interessano di più queste persone». E che impressione fanno queste facce? «Sono nostre. Mi sembrano facce nostre, di sinistra. Non le conoscevo e per questo sono venuto qui».
E in parte è proprio come dice uno degli scrittori di riferimento della sinistra. L’aria di famiglia c’è, e i suoi occhi cerulei la riconoscono a partire dall’affinità con i molti scarponcini da trekking e i pile che si vedono in giro. Sono quelli che Paolo Natale e Roberto Biorcio nel loro Politica a 5 stelle (Feltrinelli) chiamano i “gauchisti”, strato più interno e antico della cipolla grillina.
Sarà la giornata grigia, ma l’inventiva e il colore non sono il pezzo forte della piazza grillina. Altro che creatività al potere, c’è la stanca bara del “vecchio politico” trascinata da due militanti e poco altro. Riguardarsi la piazza viola del popolo del “No B-day” in un gelido dicembre 2010 oppure le manifestazioni di “Se non ora quando” (febbraio 2011), la differenza si nota.
Ma non è tutto così piano. Piuttosto in questi mesi è nato qualcosa di diverso e lo si vede tra le decine di migliaia arrivate sotto la basilica laterana per la chiusura della campagna elettorale del M5S. Perché il popolo di questa manifestazione sembra nuovo, amalgamato pescando qua e là, in una nuova alchimia che ha saputo rimotivare i delusi, qualunque fosse l’origine di quella delusione.
Certo, c’è la signora cinquantenne che rivede «la stessa piazza di sempre, con le bandiere bianche al posto di quelle rosse». Ha votato in passato Rifondazione comunista e domenica disgiungerà la scelta: alla camera M5S e al senato centrosinistra. Ma accanto all’elettore responsabile e con curriculum progressista che vota Grillo di testa e non di pancia, c’è anche il novello della politica, con la pettorina a cinque stelle e con molto entusiasmo. Savino è un vigile del fuoco e fa parte del M5S dallo scorso luglio, è arrivato su uno dei tre pullman che provengono da Potenza e Matera. «Sono un neofita della politica. Alle ultime elezioni avevo votato Idv ma ormai siamo arrivati a un punto di non ritorno. Prima di tutto bisogna distruggere ogni cosa per poi ricostruire. Grillo è solo una fiamma». Aratro, detonatore o fiamma, è ancora solo una metafora a descrivere cosa rappresenti Beppe Grillo per il movimento e i suoi militanti. E poi c’è Lorenzo di Avezzano, l’elettore d’opinione che le ha provate tutte – da Prodi a Berlusconi 2008 passando per i Radicali – e che da «disoccupato eccellente» ci prova con Beppe Grillo perché è onesto. Ecco se c’è un frame che unisce la piazza e le migliaia di persone che sono accorse è l’onestà. «Che ne pensi delle proposte economiche di Grillo?» «Non voglio più Polverini e Fiorito, devono essere onesti».
Deve essere lucano anche quel manifestante che sventola un cartello con la scritta: “Papaleo è la vergogna della Basilicata” con cane a sei zampe in bella mostra.
La piazza del M5S cuce insieme stili diversi in una coperta un po’ naif. È pop e new age, un po’ concertone un po’ festa dell’Unità, c’è il neo-ecologismo accanto a Pasolini. C’è la musica dell’intervallo televisivo (quello delle pecore) e del buon reggae italiano. Dal palco la voce di un ragazzo gentile ricorda di non buttare sigarette sul prato (oddio, prato) e che si deve fare la raccolta differenziata perché è da questo che si ricostruisce l’Italia. A seguire parte uno spot con voce da spot di una ragazza che afferma che il M5S «non è un nuovo partito ma che intende promuovere un nuovo modo di pensare». «Dai, forza! che è ‘sta mosceria? Dai, Roma!» è una vociona a interrompere la voce gentile da spot e a infiammare la folla. Sale sul palco Barillari, il candidato alle regionali nel Lazio, ed è un po’ emozionato. E intanto la gente si aggira cercando riparo dalla pioggia sotto i gazebo, quello delle birre e quello delle magliette. Stretti stretti si stringono sotto la tenda adibita all’allattamento dei neonati e al cambio dei pannolini.
Che cos’è insomma questa piazza? Quando Elias Canetti descrive la “massa” nota che: 1) All’interno della massa domina l’eguaglianza, 2) la massa ha bisogno di una direzione, 3) La massa vuol sempre crescere, 4) la massa ama la concentrazione, ovvero lo star vicina. Ecco, quel che viene da chiedere è se quel popolo arrivato ieri a Roma e che eleggerà i suoi rappresentanti lunedì prossimo abbia la necessità di emanciparsi dai quattro nodi enunciati dal vecchio Nobel bulgaro.
Grazie, ci si prova.
Grazie Lanni: in poche immagini e dense parole tutto quello che c’è da dire e da…. “pensare”, per adesso, su questo “strano” movimento!!