Dopo l’alluvione che ha fatto danni pesanti dalla Maremma fino all’Umbria, il sindaco di Orvieto, Antonio Concina, ci ha mandato questo messaggio, esemplare per l’efficacia e la simpatia che sprigiona per i suoi concittadini:
«Orvieto è in ginocchio! E purtroppo, passata l’alluvione del 12 e del 13, questo non fa più notizia. La preghiera del Sindaco alluvionato è invece quella di darmi una mano per aiutare non tanto le persone fisiche (grazie a Dio, siamo riusciti a evitare morti e feriti ) ma per aiutare tutte le aziende, piccole e grandi del territorio sotto alla Rupe, soprattutto nella zona di Orvieto Scalo e dintorni, dove (per inciso) le automobili sommerse sono centinaia.
Tutte, ripeto tutte queste aziende, hanno perso tutto, merci, magazzini e infrastrutture.
E Orvieto è in ginocchio! Ma la voglia di ripartire è grande. Come il coraggio e la speranza di farcela.»
E che cosa chiede il sindaco adesso?
«Solo di parlare di Orvieto e di questa tragedia, ogni volta che si può. Non ci sono morti e la gente (etrusca) ha poca voglia di piangere davanti alle telecamere (“Cosa ha provato quando ha visto tutti i suoi beni distrutti” e simili, stucchevoli domande). Ti chiedo di dire che gli orvietani non si aspettano elemosine o di essere compatiti. Vorrebbero che, se possibile, qualcuno pianificasse una gita qui, una cena qui, una notte qui, un acquisto qui. Perchè la voglia di ripartire è grande.
Non ci sono morti ma c’è una stupenda città ferita. Ti ringrazio di tutto quello che potrai fare. Tu, insieme agli altri vecchi amici, ai quali manderò la stessa preghiera.
Un abbraccio. Toni Concina, Sindaco di Orvieto».
Bene, amici, non aspettiamo la prossima primavera, andiamoci appena possibile, perlustriamo negozi e ristoranti.