Partecipando direttamente alla discussione accesa dal post di Beppe Grillo del 16 marzo (h. 22.45) sul tema dei 12 senatori “traditori” e del voto segreto al Senato che non assicurerebbe la “trasparenza”, abbiamo potuto constatare che lo staff di Casaleggio manipola sistematicamente il meccanismo di votazione dei commenti degli utenti (*rating*), che permette di rendere più visibili i commenti più apprezzati.
Lo staff di Casaleggio opera togliendo voti ai commenti in disaccordo col contenuto del post, per renderli meno visibili, ed aggiungendo voti a chi è d’accordo, per renderlo più visibile. Così, tra mezzanotte e l’una, i primi 10 commenti più votati erano tutti stabilmente contro il contenuto del post di Grillo e favorevoli al voto per Grasso, e avevano ottenuto fino a 100 voti. Ma pochi minuti dopo questi commenti erano tutti improvvisamente spariti. E non perché fossero stati superati da altri, giacché al loro posto si leggevano commenti molto meno votati, con circa 30 voti ciascuno, tutti però favorevoli al post di Grillo.
Lo staff della Casaleggio e Associati non interviene quindi cancellando i commenti né influenzando i risultati in qualche modo automatico: si limita semplicemente ad «aggiustare» di tanto in tanto le preferenze ai commenti in modo tale che quelli indesiderati scompaiano dalla testa del feed dei “più votati”, per scivolare nell’anonimato, tra i tanti altri meno votati, quindi meno rilevanti. I “commenti più votati” sono evidentemente i più letti e danno la linea, poiché danno la prima impressione di coesione ai lettori e, naturalmente, alla stampa che li voglia riprendere. È piuttosto ovvio che, volendo leggere come la pensino sull’elezione del Presidente del Senato gli utenti del blog di Beppe Grillo si ricorra alla gerarchia dei più votati piuttosto che alla cronologia. A riprova dei fatti, un nostro commento in cui denunciavamo la manipolazione otteneva in tre minuti 6 voti, passando in coda ai “più votati”, ma poco dopo i 6 voti erano scomparsi nel nulla e non se ne aggiungevano più altri, malgrado il fatto che altri commenti, che riprendevano esplicitamente il nostro, continuassero ad aumentare.
La «normalizzazione» del dibattito è andata avanti per tutta la notte, ma alle 10 del mattino di domenica 17 marzo tra i commenti più votati appariva di nuovo in cima al feed quello di Ferdinand Bardamu (261 voti), molto critico nei confronti del post di Grillo. Dunque il meccanismo “naturale” del rating tendeva a portare in alto i commenti contrari poiché i lettori la pensavano e si esprimevano in maniera effettivamente contraria. Ma un’ora più tardi in cima ai commenti si trovava Roberto Giardi, Monterotondo, voti 296, seguito da Enea Lirici, Ascoli Piceno con 218: due commenti problematici, i loro, con accenti critici, ma meno di quello di Bardamu che, malgrado i 261 voti, non figurava più tra i due. Alla luce di queste evidenze suona davvero paradossale che si richieda trasparenza ai gruppi parlamentari dalla tribuna di un blog tutt’altro che trasparente. Più in generale, si dovrà osservare che l’utopia positiva della democrazia diretta online sembra rovesciarsi nella cupa visione negativa di un blog proprietario del leader carismatico, dove gli utenti possono al massimo commentare argomenti proposti dall’alto e i loro commenti sono peraltro manipolati al fine di dimostrare il consenso che questi argomenti devono necessariamente riscuotere.
Inoltre, questo modello di comunicazione top-down coinvolge pochissimi partecipanti, attivi nei numeri ridottissimi che già erano stati evidenziati dal voto delle parlamentarie. Il commento più votato al post di Grillo ha meno di 300 valutazioni positive: alcuni parlamentari del Movimento 5 Stelle hanno trovato un posto in lista con numeri simili. Sui canali di interazione sociale più praticati dalla politica, quelli di Twitter, i parlamentari del M5S sono presenti da pochi giorni e operano in maniera molto debole. Talvolta sembrerebbe che il movimento ricorra ad account-troll oscuri ed ingenui per contrastare opinioni e trend avversari. Nel corso della votazione del Presidente del Senato un account «VA @Canto_Quinto» rispondeva con questo copia-incolla alle centinaia di tweet che, attraverso l’hashtag #opensenato, criticavano la scelta di non votare Grasso: «Se scegli #Orellana 178 il pericolo #Schifani svanisce. cdx 118, Monti 19.- #Grillo 55, csx 123 = 178 #opensenato».
Alle 4 del pomeriggio il messaggio era evidentemente superato dagli eventi, dato che il ballottaggio era a quel punto tra Schifani e Grasso. Facile rispondere a quel punto: «@Canto_Quinto il ballottaggio è tra #grasso e #schifani, vendi l’apriscatole e comprati una sveglia!». Anche standosene a casa, in poltrona davanti al laptop, o in treno con un tablet, si aveva l’impressione di poter mettere in difficoltà questo tipo di comunicazione poco efficiente senza il bisogno di ricorrere ai potenti mezzi di chissà quale apparato di partito.
@canto_quinto il ballottaggio è tra #grasso e #schifani, vendi l’apriscatole e comprate una sveglia!
— Anatole P. Fuksas (@drowningMAN) 16 marzo 2013
Alla prova dei fatti, siamo in presenza di un fenomeno che sembra tradire le aspirazioni di modernità di molti, ricorrendo a metodi non dissimili da quelli del partito-azienda di Berlusconi (Forza Italia) sorretto dalla comunicazione pubblicitaria (Publitalia). Tra l’altro, considerati i mezzi obsoleti e i numeri ridottissimi della politica online della Casaleggio e Associati, si è indotti a concludere che il grande consenso del M5S sia soprattutto dovuto alla risonanza televisiva del display carismatico messo in campo dal capo con l’aiuto di testimonial occasionali, solo supportato collateralmente da un piccolo movimento aziendalizzato sul modello della web company 1.0.
Con tutta evidenza, la piattaforma opaca e verticale funziona finché si tratta di articolare un dibattito interno. Ma un conto è confrontarsi con pochi compagni di strada animati da simili idee e intenzioni, altra cosa è confrontarsi con l’esterno. Dovendo uscire dallo spazio condiviso per schierarsi dentro una trincea di conflitto ecco che la comunicazione risulta debole e l’unanimità di facciata viene meno, come accade a tutti i movimenti che si auto-pensano aperti e orizzontali, ma in realtà faticano a valorizzare le dinamiche interne di diversità.
A quanto pare gli autori di quest’articolo non hanno niente da fare e fanno finta di non sapee come funziona un blog.. i commenti non sono ordinati secondo il piacere o il dissenso ma in ordine casuale come accade in youtube e i lor signori pur di criticare scrivono cose non vere.. se fosse come dicono loro anche youtube sarebbe pilotato da qualcuno così come yahoo.. la verità è che nessuno si prenderebbe la briga di andare a controllare ogni minuto i commenti messi per farne una cernita.. sarebbe un lavoro non solo stancante ma inutile visto che non è dal blog che si evincono favori o sfavori nelle direttive del movimento ma attraverso le varie realtà locali integrati da altro tipo di software.. Complimenti per il tentativo delegittimante in stile berlusconiano!
ILLUMINACI!
diccelo tu qual’è il software d’altro tipo.
:-))) :-)))
> non è dal blog che si evincono favori o sfavori nelle direttive del movimento ma attraverso le varie realtà locali integrati da altro tipo di software
Penso si riferisca al software liquid feedback che dovrebbe gestire le proposte avanzate dagli utenti-cittadini-militanti rendendole accessibili ai rappresentanti in parlamento. Ma non è vero che il blog di Grillo per l’orientamento nelle posizioni del M5S e non è nemmeno vero che «i commenti non sono ordinati secondo il piacere o il dissenso ma in ordine casuale come accade in youtube», poiché l’ordine dovrebbe invece essere regolato dal ranking, ovvero dai “likes” che i commenti ricevono. E ripetiamo: se invece c’è un altro algoritmo che regola l’ordinamento, che lo si dimostri in maniera inequivoca invece di alimentare polemiche partigiane del tutto inutili nell’attuale congiuntura politica.
non è detto che sia liquid feedback il software del portale che grillo promette da eoni,
e che si guarda bene dall’implementare.
sanno che per loro aumenterebbero i rischi ( ci si avvicina di più al concetto “uno vale uno”
vediamo un po’. esattamente nel seguente scritto, qual’è la parte che proprio non capisci, o che capisci ancor meno delle altre?: “A riprova dei fatti, un nostro commento in cui denunciavamo la manipolazione otteneva in tre minuti 6 voti, passando in coda ai “più votati”, ma poco dopo i 6 voti erano scomparsi nel nulla e non se ne aggiungevano più altri, malgrado il fatto che altri commenti, che riprendevano esplicitamente il nostro, continuassero ad aumentare.
La «normalizzazione» del dibattito è andata avanti per tutta la notte, ma alle 10 del mattino di domenica 17 marzo tra i commenti più votati appariva di nuovo in cima al feed quello di Ferdinand Bardamu (261 voti), molto critico nei confronti del post di Grillo. Dunque il meccanismo “naturale” del rating tendeva a portare in alto i commenti contrari poiché i lettori la pensavano e si esprimevano in maniera effettivamente contraria”
Bla…Bla…….. Bla………Bla
riporto il commento più votato, mi sembra che smentisca queto articolo:
Ma se veramente volete che gli eletti rispettino le volonta’ degli elettori perche’ avete rifiutato di indire un referendum degli iscritti sull’alleanze col PD (un partito che non ho votato e con cui non ho nessun rapporto dato che vivo in Australia dall’84)? Mi pare – spero – che gli eletti del M5S siano persone pulite e razionali (al contrari dei molti beceri fascistoidi da quattro soldi che infestano questo blog)sta’ a loro decidere se seguire il capo carismatico o pensare con la loro testa. Avete un grande programma di cambiamento non lo sacrificate sull’altare del fanatismo ideologico o culto della personalita’del leader del destino
Marco Marcon, Perth Commentatore certificato 17.03.13 05:15|
Grazie del commento Francesco, abbiamo monitorato il blog per tutta la notte e al mattino e, come abbiamo detto nell’articolo, la forte contrarietà degli utenti ai contenuti del post determinava un continuo emergere in testa alla lista di commenti contrari. Ma, curiosamente, nel corso del tempo questi commenti venivano sopravanzati da altri meno votati, sparendo in mezzo al fiume degli altri nelle pagine successive o diventando addirittura introvabili (il nostro ad esempio). Abbiamo provato a pensarle tutte, anche all’idea che un timeout portasse in testa i commenti più votati nell’ultima ora o altra frazione di tempo, ma nessuna di queste spiegazioni si dimostrava pertinente alla prova dei fatti. Siamo dunque arrivati alle conclusioni che abbiamo enunciato qui, ma certo siamo disponibilissimi a ricrederci qualora qualcuno dello staff intervenga a spiegare in maniera trasparente il funzionamento di un blog che in questi giorni svolge un ruolo decisivo per l’orientamento non solo del movimento 5 stelle, ma di tutto il paese attraverso na serissima crisi politica.
Non lo smentisce, perché, come abbiamo scritto, la censura non è automatica e generalizzata: è fatta manualmente, di tanto in tanto, per ridurre il peso apparente del dissenso.
Il fatto che spesso i messaggi più votati siano contro il post indica solo che molti lettori di Grillo ragionano con la propria testa e lo contestano, e quindi il meccanismo automatico del rating porta in alto i commenti critici. Il problema è che questi commenti critici sarebbero molti di più se non ci fosse periodicamente l’intervento censorio dello staff.
Tieni d’occhio la parte alta dei “commenti più votati” e vedrai che è così. Altrimenti vorrà dire che questa campagna di denuncia (nostra e di altri) ha avuto un effetto positivo, e che lo staff di Casaleggio comincia a capire che gli conviene rispettare la volontà degli utenti.
parlano di democrazia ma a me ricordano solo dittatura nella regione sicilia queste persone si sono ridotte lo stipendio anno creato un fondo che gestiscono loro è mi sta bene io mi chiedo dato che non si sa cosa ne voranno fare dato che non anno finaziato nessuna iniziativa questi soldi sono fermi li sara vero oè la solita fregatua?????????
Penso sia vero
ma siete stati li a contare e controllare tutto questo andirivieni di voti sul sito di grillo?
Sì
Fiato sul collo…
Confermo quanto scritto in questo testo. Nei giorni scorsi, i commenti più votati, se avevano accenti particolarmente critici, (ricordo benissimo quello firmato Ferdinand Bardamu), sparivano dalle prime posizioni.
Il blog di Grillo è di sua proprietà e trovo quasi ovvio che i moderatori di Casaleggio cerchino sempre di mettere in risalto chi sia d’accordo piuttosto che altri. Chi ha votato Grillo probabilmente l’ha fatto per ciò che dice e non per ciò che fa. Non è lui che deve rendere conto a noi di come gestisce il proprio blog, credo invece che siano i politici italiani che debbano rendere conto ai cittadini di come spendono i soldi dello stato. Ecco perché penso di parlare a nome di molti quando dico che della trasparenza di Grillo “importa sega” mentre tengo molto alla trasparenza dei partiti e della politica stessa. Non credo si chieda la luna ma solo ciò che ci spetta.
Ormai anche il M5S è un partito politico, e il blog di Grillo è il suo organo ufficiale, quindi dobbiamo esigere da lui *almeno* la stessa trasparenza che esigiamo dagli altri partiti politici. Del resto è proprio il M5S che ha lanciato il principio secondo cui i cittadini dovrebbero decidere attraverso la rete: questo implica rispettare la volontà e le decisioni espresse dai cittadini in rete, sennò è la solita presa per i fondelli del solito gruppo dirigente del solito partito, non trovi?
Assolutamente d’accordo con te!!!
ma se prendete una zappa e provate a fare un’altro lavoro…no e…..
Questo articolo è la sagra del ridicolo.
Perchè? Il motivo di questa domanda è che vorrei che le obiezioni non fossero solo degli slogan, ma consentissero di capirne il fondamento.
Il commento sopra dimostra come i ragionamenti prevalenti dei sostenitori M5S, siano troppo spesso fatti da slogan reiterati e raramente entrano nel merito della questione posta con argomentazioni logiche. Tanto che il famoso algoritmo del blog di Meltinparaben coi suoi “generatori automatici di slogan” potrebbe sostituirli significativamente 🙂
Quello che fa tristezza è pensare che su questo movimento si erano riversate le speranze trasversali di chi, da destra, centro o sinistra, si sentiva tradito dalla politica sin qui condotta in Italia.
Ma il “nuovo” che avanza ha dei metodi poco trasparenti, molto affini al trollaggio e soprattutto si basa su un assunto non vero: il web non è automaticamente garanzia di democrazia. Anzi, è uno strumento per “pochi” che son capaci tranquillamente di manipolare le notizie a seconda del proprio obiettivo.
In quanto all’autonomia dei deputati, ho scritto il mio pensiero nel mio blog http://www.mannagggiament.com, se ti va di leggerlo.
fate cacare come giornalisti, basta informarsi dalla fonte……..
Luca è un linguista, io sono un filologo, non siamo giornalisti professionisti e i dati presentati sono il risultato di un lavoro contrastico che abbiamo svolto sui commenti al post di grillo, arrivando alle conclusioni che proponiamo. Ovviamente le nostre opinioni sono falsificabili: se emergono spiegazioni dei fatti più convincenti delle nostre, meglio così. Sarebbe molto bello e, appunto, trasparente, se qualcuno intervenisse a spiegarci l’algoritmo che regola il ranking apparentemente aleatorio e altalenante dei commenti smentendoci.
Non mi pare sia molto ridicolo. Mi sembra ridicolo il modo in cui gli elettori di 5 stelle siano messi alla berlina di tutti praticando giochetti di vecchia scuola pur di reprimere il dissenso. Assurdo questo approccio totalitario e assolutistico. La democrazia vera e seria prevede il dialogo, non la soppressione della diversità. Accolto con favore le intenzioni (non tutte in realtà) del M5S, ma i metodi utilizzati dai piani alti sono alquanto vergognosi, soprattutto per gente che si reputa assolutamente trasparente e pulita e si sta rivelando il contrario.
Davvero un commento ben argomentato… Come d’altronde capita spesso quando si cerca di avere una risposta da parte dei grillini più “talebani”. La questione degli “influencer” è ben nota anche a Casaleggio, che in uno dei suoi tomi riporta: “Il 10% degli utenti sulla rete INFLUENZA le scelte del restante 90%”. E se ciò è vero quando leggiamo delle recensioni prima di comprare un libro o un paio di scarpe, certamente può esserlo quando quando qualcuno cerca di venderci le sue idee.
Meditate…