Con Angelo Bolaffi c’eravamo lasciati la settimana scorsa con la facile previsione di una vittoria di Angela Merkel alle elezioni tedesche. E così è stato, quel che forse era più difficile da anticipare erano le dimensioni del successo della Cancelliera, che addirittura rendono più complicato il percorso verso una maggioranza e un governo per la Germania. «La strepitosa affermazione personale della Merkel mette in difficoltà soprattutto coloro che volenti o nolenti sono chiamati a incontrarsi con la Cdu» dice Bolaffi. E con i liberali fuori dal Parlamento, è facile prevedere una riedizione della Grosse Koalition insieme all’Spd, che tuttavia è in grossa difficoltà con i propri elettori (i molti da recuperare) di fronte all’eventualità di un matrimonio con la Cdu. «La Merkel è troppo forte e come direbbe la Thatcher, “non si va volentieri in barca con un elefante”».
Se non si trovano alleati è impensabile un governo di minoranza Cdu-Csu?
Non esiste questa possibilità. In Germania si fa un governo stabile. Come? Con una trattativa che sarà lunga e complicata, e io non escludo neanche che possa esserci un coinvolgimento dei Verdi.
Altrimenti la strada già battuta in passato della coalizione con l’Spd.
La Merkel vorrà fare il governo con la Spd e dovrà concedere molto ai socialdemocratici anche perché deve tener conto che hanno la maggioranza, insieme ai Verdi, nel Bundesrat. Potrà convincere la Spd con molti ministri e responsabilità ma al tempo stesso dovrà fare i conti con i cattolici bavaresi della Csu che hanno un’impostazione. Che sono lontani dalla sinistra ma anche dalla Merkel per molti aspetti. Una situazione politica molto mossa che può aprire scenari diversi per il futuro dell’Europa.
L’eventuale alleanza con la Spd porterà a una politica europea diversa?
L’Spd debole non può pensare di recuperare con l’Europa un elettorato che non è per niente interessato a pagare il debito greco. Non farà l’avvocato degli altri paesi. Al contrario sarà la Merkel a essere magnanima continuando però a spingere per far diventare l’Europa uno spazio economico competitivo senza baratti con la solidarietà.
I Verdi hanno subito un sconfitta pesante. Questo accelererà la trasformazione del movimento ecologista?
Intanto c’è da dire che i Grünen che hanno perso sono i rappresentanti dell’ala dogmatica e non realistica, quella appiattita su tematiche socialdemocratiche. Tra i Verdi qualcuno potrebbe essere disponibile a trattare adesso con la Cdu ma questo provocherebbe dei problemi con il partito della Merkel ma soprattutto con la Csu. Di nuovo, lo scenario è complesso
Certo, Spd e Verdi sono stati sconfitti, ma liberali e gli anti-euro di Afd sono addirittura rimasti fuori dal Parlamento.
In Germania i partiti contano e i partiti aleatori non piacciono. Però posso anche dire che se non ci fosse stata la Merkel, Alternative für Deutschland avrebbe preso il 20%, quindi non è che non ci sia una parte dell’elettorato che non vede con apprensione la questione dell’euro.
Ma chi sono gli anti-euro in Germania?
Direi che ci sono due componenti. Una di pancia che viene dall’est e che ha votato la Linke o la Pds. Una sinistra old. Poi ci sono quelli dell’ovest: banchieri, accademici, ex bundesbank, che ritengono che la Merkel sia andata ben oltre rispetto a quanto promesso dai trattati europei. Questi ritengono che di fatto già esistano gli eurobond e per questo sono contrari. E poi c’è anche un anti-europeismo che sta montando della sinistra intellettuale e sindacale (l’anti-europeismo smontato da Habermas qui, ndr). Anche questi si dicono contro l’euro ma in nome di politiche keynesiane che piacciono a Paul Krugman e soci.
Il risultato elettorale con una vittoria chiara ma senza una maggioranza definita. Anche la legge elettorale tedesca ha fallito questa volta?
Spesso non ha funzionato anche in passato. Oltre alle Grosse Koalition, ci sono stati anche altri casi. Ci fu un salto della quaglia dei liberali che passarono dall’alleanza con la Spd alla Cdu di Kohl. Ci fu un “caso Scilipoti” anche in Germania quando un deputato democristiano fu “convinto” – diciamo così – dalla DDR a votare Willy Brandt. Non direi che quello tedesco è il migliore dei sistemi possibili. È il meno peggio di quelli che esistono. Dico però che i partiti funzionano, che il Bundesrat funziona, che quando c’è un accordo di coalizione questo funziona, esiste un Koalitionsvertrag nel quale si scrive tutto e non ci si inventa ogni giorno qualcosa di diverso.