MEDIAPOL

Alberto Ferrigolo

Giornalista

Impresentabili, titoli paralleli

Due titoli, a poche pagine l’uno dall’altro – su la Repubblica di domenica 20 gennaio – fotografano la posizione (lo stile politico) sugli “impresentabili” da candidare o giubilare, nel Pdl e nel Pd: «Sondaggio-shock sugli impresentabili e il Cavaliere ora vuole il repulisti: “Sennò perdiamo un milione di voti”». Giri pagina e trovi: «Pd siciliano in rivolta: “Torna l’inquisizione”». Ma è il sottotitolo che dà la spiega di tutto: «Protesta contro le “epurazioni” dei garanti. Lupo: così perdiamo voti». Speculare e in sostanza uguale.

Cioè, Berlusconi constata con un sondaggio ad hoc che gli impresentabili sono impopolari nell’elettorato, anche in quello di centrodestra che dovrebbe votare Popolo della libertà, e allora fa dietrofront per una questione puramente contabile: con gli impresentabili in lista si va a picco, niente voti. Allora, meglio rinunciarvi.

Nel Pd siciliano, il caso si presenta è speculare ma opposto. Il ragionamento è che in verità senza quelle presenze, senza quei tre o quattro impresentabili in lista si rischia di perdere voti, perché sono tenutari di consistenti pacchetti di voto. E non tanto perché sono impresentabili e basta. Gli impresentabili, nel Pd siciliano, al contrario porterebbero più voti che rinunciare alla loro presenza. Ance in questo caso, pura contabilità, calcolo di interessi. Nessuna questione di opportunità o morale. Nessuna discriminante etica. Ma, al pari, questione di convenienza. Ecco quel che s’intende quando si dice che la corruzione è entrata nel sistema linfatico dei partiti e poi dello Stato. E che anche la sinistra s’è fatta contagiare dal main stream berlusconiano. Anche se è vero che non tutti la pensano allo stesso modo e qualche piccola sfumatura pur sempre c’è….

Berlusconi decide di giubilare Dell’Utri, (forse) Cosentino e Scajola (che poi s’è fatto da parte da sé) e qualche altro per il fatto che la sua sondaggista, Alessandra Ghisleri, lo informa che «se anche venisse candidato uno dei tre, verrebbe bruciato tutto il vantaggio accumulato in queste tre settimane» con la tv. Diverso l’atteggiamento del segretario del Pd, Pierluigi Bersani, rivolgendosi agli impresentabili riottosi a lasciare le liste: «Cerchiamo di dare l’esempio a prescindere dal tornaconto elettorale: abbiamo regole molto severe. Qui non stiamo parlando né di condannati né di colpevoli, ma il bene da tutelare è la qualità della politica».

Lo stile è l’uomo. E il politico. Senza infingimenti. E tatticismi.

 

 

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