Questo millennio è cominciato con un anno di ritardo, cioè con la decisione di George W. Bush di dichiarare guerra al terrorismo. La scelta poteva apparire, sembrare o in parte essere fondata, visto quel che gli Stati Uniti in termini di popolazione e cittadinanza avevano subito l’11 settembre. E molti Paesi aderirono, come coalizione dei volenterosi, a quella guerra, che riguardò Afghanistan e Iraq. L’Afghanistan ospitava quell’Osama bin Laden che poi rivendicò l’atto terroristico dell’11 settembre. Ma l’Iraq? La questione è abbastanza nota e non vale la pena di tornarci. Perché il punto è un altro.
Il punto è che da allora molti stati hanno dichiarato le loro guerre al terrorismo. Il principale soggetto di questa seconda ondata di guerra ai terrorismi è stato Putin, che con la Cecenia ha indicato una road map: rendere il conflitto irreversibile. Questo non vuol dire che Putin non fronteggiasse un fenomeno terrorista, ma che lui intese rendere impossibile la riconciliazione e l’isolamento dei terroristi, per arrivare alla seconda guerra di Cecenia, con le sue conseguenze, cioè l’endemizzazione del terrorismo, che giustifica sistemi emergenziali. L’esempio è piaciuto a tanti. L’Iran ha fatto la stessa cosa: ha estremizzato i conflitti in tutta la regione per impedire che emergessero spazi di riconciliazione, assimilando poi i suoi nemici a terroristi e allontanare i conflitti dal suo territorio: destabilizzare i dintorni per stabilizzare se stesso, e magari espandersi . Lo stesso Erdogan, dopo aver cercato la riconciliazione, ha operato così con i curdi. I terroristi c’erano, ma lui quando si è trovato senza sbocchi in Europa, ha scelto il sistema putiniano, elevando i terroristi a parte per il tutto, rendendo ogni curdo un terrorista. Il re del processo è stato Assad, che ha dichiarato terrorista il suo stesso popolo, che non lo voleva più. La posizione strategica della Siria ha attirato tanti. Aiutato da altri “nemici del terrorismo”come russi e iraniani e vari emiri ha creato un terrorismo così feroce da legittimare lui e gli altri. Era un’occasione ghiotta per l’egiziano al-Sisi, che ha voluto terroristizzare tutti i fratelli musulmani per riuscire a rendere legittimo anche il suo governo golpista. Potevano astenersi dall’unirsi i sauditi, ovviamente, impegnati in tantissimi scenari?
Serve un esempio del percorso inverso? lo abbiamo con lo stragista di Oslo, Breivik. Che ne è di lui? E i suoi emuli? Forse la giustizia norvegese ha avuto ragione a non ghigliottinarlo in piazza.
Ma l’esempio norvegese è “ passato in cavalleria”, e pochi giorni fa la Cina ha modificato la legge che regola il sistema di Hong Kong con una legge aggiuntiva, ovviamente contro il terrorismo. E ora negli Stati Uniti il presidente Trump ha detto che in piazza non ci sono proteste, ma terrorismo interno. I casi ovviamente non sono paragonabili, le immagini di Minneapolis sono americane, come americana è la decisione di fermarsi tutti per i funerali di Minneapolis. Impensabile in Russia, Turchia, Cina, Iran, Arabia Saudita. Ma l’uso della parola da parte di Trump fa ricordare che in Italia la polemica sugli sbarchi cominciò dicendo che a bordo avrebbero potuto nascondersi dei terroristi. O non è così? Mi ricordo un giorno che andando qui vicino a Roma, a Fregene, mi domandai se sull’Aurelia non ci fosse traffico perché erano sbarcati quelli dell’Isis. Volevano far saltare il giubileo della misericordia, se non ricordo male.
Anche questo è un caso incomparabile con gli altri: il giubileo si è regolarmente fatto, per fortuna. Ma che nel mondo ci sia un’ideologia della sicurezza che sostiene un’ideologia della stabilità che giova a tanti satrapi è un fatto. L’ideologia della sicurezza si appoggia sul mostro terrorismo per alimentare l’ideologia della stabilità che aiuta tanti satrapi a rimanere in sella. Così oggi possiamo dire che il mondo accetta un vasto numero di personaggi impresentabili grazie all’ideologia della stabilità, che incanta gli stessi pacifisti, che finiscono col sostenere tanti regimi tra i peggiori al mondo nel nome della stabilità, cioè della pace.
Non sono queste le nuove ideologie da smascherare?