Erano anni che lo cercavo, in lunghe notti di navigazione in rete, in ansiose consultazioni di indici di nomi e concetti e in faticosi sforzi di fantasia per trovare le domande giuste da porre ai motori di ricerca. Cercavo un riferimento al Medioevo nel lessico contemporaneo che uscisse dall’uso scontato della sanità o della rete dei trasporti in condizioni medievali, di cui abbiamo spesso avuto modo di parlare.
Qualcosa di originale, di creativo, di non banale e finalmente l’ho trovato.
Michel Maffesoli, in Homo eroticus des communions émotionnelles (Cnrs 2012), sostiene che nel periodo contemporaneo, spesso definito postmoderno, una nuova figura antropologica sta sostituendo quella tradizionale dell’homo sapiens. Si tratta appunto dell’homo eroticus che regola i suoi comportamenti non su pensiero e raziocinio ma sulla trama di affetti in cui si trova inserito come in comunioni emotive.
La progressiva liberazione dei costumi, a partire dagli anni Sessanta del secolo scorso, coniugandosi allo sviluppo tecnologico, alla crisi delle religioni e dello stesso capitalismo, ha portato paradossalmente a una situazione di minore autonomia personale e di crescente dipendenza, in quanto esistiamo solo attraverso lo sguardo degli altri.
Su questa base si formano tribù – sessuali, sportive, culturali – che vengono rafforzate dalle relazioni che si creano in rete, dove – sostiene Maffesoli – il 70% del traffico è dedicato agli affetti. La centralità del discorso amoroso e della logica del desiderio ripropone, su un terreno tecnologicamente avanzato, aspetti tipici di un periodo premoderno: si gioca all’amor cortese, alla seduzione, alle schermaglie amorose. Ci troviamo a vivere in un clima che Maffesoli definisce postmedievale.
Finalmente!
L'ASINO DI BURIDANO