…”Ella non ha esitato un solo momento per fare un’importante riforma delle pensioni ma ha del tutto ignorato quel 10% degli italiani che controllano il 45% della ricchezza nazionale e cioè quasi 5.000 miliardi di euro. Ella disse un giorno che non era facile individuare e colpire la ricchezza. In parte è vero ma non è impossibile, se si lancia un’offensiva di persuasione politica per chiedere anche a questi italiani, in larga parte disponibili, i necessari sacrifici”. “Ella” è il Presidente del Consiglio dei ministri Mario Monti, chi firma la “lettera aperta” su Il Foglioè l’ex ministro delle Finanze Paolo Cirino Pomicino, andreottiano di stretta osservanza, già ministro del Bilancio e uomo forte del Caf (Craxi-Andreotti-Forlani, l’ultimo asse di governo prima di Tangentopoli, 1988-1992). La lettera aperta a Monti “sul governo e i poteri forti” ha un finale a sorpresa: “Aspettando la patrimoniale”. Titolo a effetto? Nient’affatto.
L’inedito Pomicino, tardivamente ma inaspettatamente convertito ai principi del movimento OWS, contiene alcune riflessioni non prive di significato e rilevanza. In particolare sulle “misure strutturali da prendere nei riguardi di quell’industria della finanza che ha tolto in oltre 20 anni valore economico alla produzione e al lavoro impoverendo, così, masse popolari crescenti”. E’ il tema del momento: ovvero, come il Capitalismo è riuscito a fagocitare se stesso. O, se preferite, capire il perché la finanza ha finito con il mangiarsi l’economia reale. O anche, di come “il capitalismo finanziario nato dalla deregolamentazione dei mercati rischia di ammazzare l’economia di mercato e i modelli democratici costruiti dall’occidente con il sangue di milioni di persone”. Già.
Buffo sentirselo dire proprio da Paolo Cirino Pomicino.
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