Nel momento in cui Marco Pannella ci lascia, è difficile trovare qualcosa da dire che non suoni banale nella semplice ripetizione dei tanti elogi che cominciano a circolare ovunque.
Il ritratto suo più bello che mi torna alla mente viene da Ricordati di vivere di Claudio Martelli (2013):
Marco, il solo politico che chiunque può avvicinare in strada, che non insegue il potere, che combatte per le cause di tutti – soprattutto per quelle dei più diseredati … Sarà un caso, ma il più laico dei nostri politici è anche, da mezzo secolo, l’unica presenza religiosa, e l’unica presenza profetica, nella nostra dissestata democrazia e nel nostro sconsacrato stato di diritto … Sarà un caso ma il politico amato, detestato, compatito come un visionario, lunatico sognatore o come velleitario idealista, detiene il record di realizzazioni, di battaglie politiche vinte a furor di popolo, di cambiamenti reali nella sfera dei diritti e nell’approccio internazionale ai crimini contro l’umanità, contro la pena di morte e la fame nel mondo … Marco, scomodo e inquietante come chi ha il coraggio della verità, capace di mettere in gioco la sua stessa vita per una buona causa, e così umano da inciampare in un tenero narcisismo.
Here’s to you, Marco!