Dopo anni di studio, letture, lezioni, esami, tesi, mi sembrava di essere arrivato a una importante conquista intellettuale: qualunque cosa di originale ci possa sembrare di avere pensato e detto, è meglio non farsi illusioni, perché qualcuno nel passato ha quasi sicuramente già detto la stessa cosa. Nella mia assoluta mancanza di oggettività aggiungevo poi che, con grande probabilità, chi già disse la stessa cosa è Agostino, ma questa seconda parte è una battuta e una forma di autoironia. L’importante sta nella prima parte.
Tuttavia qui sorge un problema: non posso immaginare di essere originale in questa osservazione, perché se così fosse si tratterebbe di una contraddizione. Non si può essere originali nel sostenere che non si può essere originali.
Ora mi sento più tranquillo; ho trovato quello che cercavo, anzi forse già conoscevo questa frase, me n’ero solo dimenticato e inconsapevolmente mi ha portato alla conclusione che forse per un attimo ho pensato originale.
Terenzio, Eunuchus, Prologo, v.41: Nullum est iam dictum quod non dictum sit prius.
L'ASINO DI BURIDANO
Un autore purtroppo poco letto e poco conosciuto, Italo Svevo, diceva che la vita non è né bella né brutta ma è Originale. La vita è Originale, non i pensieri, le riflessioni, le parole che la nominano. Accogliere la originalità della vita significa aprirsi allo stupore, alla scoperta, vivere ogni giorno il quotidiano come ignoto e l’ignoto come quotidiano. Vivere in un presente ermeneutico in cui il passato si sviluppa e si rivela, si compie. (Noi infatti possiamo capire le nostra esperienza solo a posteriori e non mentre la viviamo.) Ogni istante ristabilisce un nuovo passato e un nuovo futuro. Aprirsi alla originalità della vita, non a quella dei pensieri significa questo … o no? Magari qualcuno l’avrà già detto o pensato. ma siamo noi a viverlo.