In queste ore, in rete ma anche fuori, si è molto ironizzato su quel numero 0 nella casella following di Mario Monti su Twitter. Non seguire nessuno nella grammatica dell’uccellino azzurro significa non essere interessato ad ascoltare quello che altri dicono, ma usare il mezzo solo per parlare. Se non segui nessuno, su Twitter non ci sei, nulla ti scorre davanti. La schermata è letteralmente vuota, anzi, narcisisticamente piena solo di te.
E questo, sebbene legittimo, non piace su Twitter. E giustamente c’è chi lo sottolinea.
A poche ore di distanza, Beppe Grillo – una star assoluta per l’Italia politica sul web – inizia una martellante opera di RT (inoltrare twit altrui) dei messaggi di tutti coloro che hanno usato l’hashtag #tornaacasamonti. Un bombardamento che ha intasato la timeline degli oltre 770mila follower del comico-politico magari non tutti interessati alla pratica quasi onanistica del blogger.
Certo, Grillo – o chi per lui – dimostra attenzione a quello che gli altri scrivono. Ma, diciamolo francamente, è questo l’uso che vorremmo che un politico faccia di Twitter? Un corazzata che spara messaggi ed esulta se si raggiunge la top ten delle parole più twittate? Francamente non lo crediamo.
Eppure deve esistere una via di mezzo tra i due narcisismi, tra il bofonchiare on line di Monti incapace di qualsiasi contatto e il ritwittare ossessivo di Grillo.