«Il Vaticano benedice Monti». Fa una certa impressione leggere il seguente titolo di apertura della prima pagina di la Repubblica (ma anche di tutti gli altri, ad eccezione di Corriere e Sole 24 ore e l’Unità). Perché c’è un che di soddisfazione e, velatamente, pure di plauso all’endorsement delle alte gerarchie ecclesiastiche. In altri tempi, quelli della vecchia Dc per intenderci, l’appoggio della Chiesa a un leader politico o a un partito sarebbe stato preso come un’ingerenza diretta nella vita politica, un tentativo egemonico e di metterci il cappello sopra. Una chiara dichiarazione di voto, inammissibile a quei tempi. Oggi no. Quasi ci si compiace. Ma anche questi sono gli effetti dei guasti prodotti dal berlusconismo.
Pur di battere il “nemico” giurato, Berlusconi, il giornale laico per antonomasia sembra quasi avallare la dichiarazione vaticana, al quale per altro proprio l’ex presidente del consiglio aveva ricordato pochi giorni fa le tante cose fatte per conto e a favore della Chiesa. Un monito, che suonava un tantino ricattatorio, come sempre del resto, nei confronti di chi si permette di criticare o discostarsi dall’Unto de Signore, si tratti pure del suo messo in terra trattato come un ingrato. Tant’è. Ora c’è da aspettarsi di tutto, l’Unto che proprio un Signore non è riverserà di sicuro i suoi strali nei confronti del piccolo Stato al di là del Tevere. E muoverà le sue “corazzate di carta” per ingaggiare una guerra di nervi e di pressione. Del resto Il Giornale, si è già mosso, ed è esplicito: «Il Vaticano si schiera col Premier» si legge nell’occhiello. Per poi passare al titolo: «Vendono il Papa a Monti per 17 milioni». Più chiaro il catenaccio: «Dalla Finanziaria soldi agli amici dei cardinali Bertone e Bagnasco. E loro restituiscono il favore». In fondo non era anche quel che rivendicava Berlusconi quando elencava proprio le cose fatte dal suo governo in favore della Chiesa, “decreto Englaro” incluso? La campagna-stampa è già partita. E magari sarà pure a suon di dossier. Del resto già una volta era capitato. Si chiamò il “metodo Boffo”. Inquinare, inquinare, qualcosa resterà…