Ho cercato a lungo, su e giù per la rete, una immagine, un testo, un filmato, qualcosa da segnalare come augurio di buon anno nuovo. Quasi tutto, sparato sul monitor che ci ipnotizza sembra assumere un valore simbolico, se non altro di se stesso, della forza di impatto dei nuovi mezzi di comunicazione; ogni foto, ingrandita a riempire le dimensioni consentite, assume un significato che non avrebbe minimamente se trasferita sul vecchio supporto cartaceo che consentiva di conservare le foto nella mitica scatola di latta – ho sempre odiato gli album con gli angolini adesivi – oppure di cartone. Ogni testo, enfatizzato fino alla grandezza possibile, sembra diventare fondamentale per la nostra ricerca, sembra comunicare molto più di quanto invece appare alla seconda lettura.
Volevo qualcosa di più, qualcosa che riassumesse le riflessioni sviluppate insieme nel corso degli ultimi mesi, che fosse in grado di rappresentare agostinianamente la ricerca di senso – che ogni nuovo inizio d’anno sembra esaltare – e, al tempo stesso, tutte le contraddizioni in cui ci si trova sempre immersi lungo questo percorso, il desiderio e la impossibilità di controllare tutto con la nostra ragione o con qualche visione totalizzante, fideistica ma ragionevole.
Credo di aver trovato quello che cercavo in un filmato recente, denso di cattivo gusto, ma commovente, al di là di ogni possibile impegno intellettuale. E’ di cattivo gusto tutto il filmato, operazione evidentemente con forte sapore pubblicitario che sfrutta la presenza di una bambina di 11 anni, gravemente malata e inoperabile; è di cattivo gusto la messa in scena, le fiamme che annunciano l’arrivo della cantante Beyoncé, che si presenta volando, quasi fosse un angelo di cattivo gusto. E’ di cattivo gusto persino il luogo scelto per questo momento di realizzazione di un sogno infantile – Las Vegas, Nevada – irrimediabilmente legato nel nostro immaginario a cose ben lontane dai buoni sentimenti. Sono di cattivo gusto le unghie tinte di azzurro della piccola bimba nera, quella farfalla luminosa incerta sul suo capo privo di capelli e quel santino portato al collo con l’immagine della sua cantante preferita.
Taylon, l’undicenne costretta sulla sedia a rotelle, aveva manifestato il suo sogno – così dicono le cronache – di poter conoscere il suo idolo – Beyoncé, appunto – e cantare con lei. La cantante le si avvicina tutta fasciata nella sua tuta blu cosparsa di lustrini – cattivo gusto – e la coinvolge in una specie di incomprensibili urrah cui partecipa tutto il pubblico, quindi canta per lei uno dei suoi successi che ha un titolo – Survivor – tale da far venire i brividi, se si pensa al destino della bambina, che addirittura si alza dalla sedia a rotelle per partecipare a una specie di balletto fatto di mossette e braccia sollevate.
Ma tutto cambia di segno quando le spuntano le lacrime agli occhi, lacrime vere di emozione e di gioia, di un piccolo essere destinato a esaurire fra breve il tempo della propria esistenza.
Dunque cattivo gusto, certo, ma commovente, contraddittorio, meraviglioso cattivo gusto. Metafora della nostra comprensione del mondo? Forse.
Buon anno.
L'ASINO DI BURIDANO
Caro Massimo, non possiamo almeno credere a quelle che Robert Musil chiamava le non ancora deste intenzioni di Dio? Cattivo gusto? La vita è un enigma ed un mistero e ci può riservare infinite sorprese, non trovi? Ti auguro per l’anno nuovo di diventare un po’ meno rassegnato ed un po’ meno nichilista, forse un po’ meno saggio … a volte il nichilismo si traveste in queste forme … Buon anno Massimo, grazie all’Asino di Buridano che ci aiuta a pensare e a riconoscerci, ed apriamo un dibattito sul nichilismo e sulla rassegnazione. Mi sembra una bella idea. Avanti 2014!!! Esserci arrivata è già una sorpresa, è una fortuna che non è capitata a tutti, o no? Di questa fortuna, io credo, dobbiamo farne qualcosa.
Potenza delle lacrime!