In certi momenti della vita mi divertivo a prevedere come sarebbero andati i fatti complicati della politica. Di fronte alle notizie contraddittorie dei giornali, riuscivo a leggere fra le righe oppure a riconoscere strutture che si stavano per ripetere e mi pareva di capire. Lo straordinario è che a volte capivo davvero e, senza inseguire le continue affermazioni e smentite, comprendevo in quale direzione si stesse andando e dove si sarebbe arrivati.
Poi lui scese in campo e rassicurai mia madre – preoccupatissima – che non ce l’avrebbe mai fatta, che era solo una favola, che dio acceca coloro che vuole perdere e da lì in poi non sono più riuscito a prevedere nulla di quanto è accaduto nella vita politica italiana.
Non ho capito perché ha vinto, quando ha vinto, e non ho capito perché ha perso, quando ha perso. Non ho più citato motti sentenziosi per non fare ulteriori brutte figure, ma oggi mi è venuta voglia di riprovarci: non capisco che cosa stia per succedere, ma il motto giusto finalmente l’ho trovato.
In certi momenti leggo che
Il governo può rimanere in piedi. Per nessuna riforma si chiudano le possibilità del fare.
Però in altri momenti leggo che
Il governo può rimanere in piedi per nessuna riforma. Si chiudano le possibilità del fare.
Come al solito non riesco a formulare previsioni, e quindi non so dire chi sia Martino in questo caso, ma almeno per una volta ho trovato un motto antico adatto – che sembra risalire a un certo abate del XVI secolo – secondo cui per un punto Martin perse la cappa.
Vien fatto di ritenere che l’ondulante imprecisione dell’Ugolino di Borges non riguardi solo il fantastico e il tempo ambiguo dell’arte, ma per certi aspetti anche il tempo reale, il tempo storico (cfr il bell’articolo di Susanna Fresko apparso su Doctor Virtualis). Forse l’aura avvilente, grottescamente prosaica e kitsch del momento non costituisce una smentita.
Ma ora non c’è Martino, c’è il PD cool !