LIVING TOGETHER, DIFFERENTLY

Massimo Rosati

Docente sociologia generale Università di Roma Tor Vergata

Luci

Sono luci particolari quelle che illuminano Roma e migliaia di altre città nel mondo in questi giorni. Luci diverse tra loro, ma con qualcosa in comune. Sabato 30 il Colosseo e i monumenti più rappresentativi di circa 1600 città nel pianeta sono stati illuminati come segno di adesione alla campagna Cities for life (http://nodeathpenalty.santegidio.org/) promossa dalla Comunità di Sant’Egidio contro la pena di morte. Lo slogan ufficiale, “Non c’è giustizia senza vita”, è diventato ormai il simbolo di una battaglia di civiltà che vede anno dopo anno compiere progressi significativi, ma anche di tanto in tanto inquietanti passi indietro, a ricordare che non si può abbassare la guardia e smettere di fare un capillare lavoro di educazione. La campagna Cities for life ha questo di intelligente: stimola un lavoro capillare di educazione dal basso, città per città, strada per strada, quartiere per quartiere, scuola per scuola, circolo per circolo, università per università. Tutti possiamo sollecitare le istituzioni del nostro quartiere, il sindaco della nostra città, i professori della nostra scuola – e tutti possiamo da loro essere sollecitati – a fare la propria parte in favore di politiche globali contro l’assassinio di stato, in una lotta globale contro l’indifferenza; Cities for life dice che si può cambiare il mondo a partire dalla propria città.

Roma, come milioni di altre città, è illuminata in queste sere anche dalle luci di Hanukà, la festa ebraica che ricorda la rivolta scoppiata quando i Seleucidi, dominatori della Giudea, tentarono di imporre agli ebrei di abbandonare le loro tradizioni, in un’offensiva assimilazionista che mirava a estirpare le radici della cultura e della religiosità ebraica. Agli ebrei Hanukà ricorda paradigmaticamente uno dei tanti momenti in cui il diritto alla propria vita ebraica è stato messo a rischio, e ai non ebrei insegna l’importanza che ha l’educazione nella resistenza contro un mondo che molto spesso non accetta che si possa godere di eguali diritti pur essendo diversi. I lumi di Hanukà ben visibili sui davanzali delle finestre dicono che la propria diversità non va nascosta, e che non ci deve lasciare intimidire da arroganti tentativi di sopraffazione.

Non c’è giustizia senza vita e non c’è vita vera senza diritto alla differenza, senza la possibilità di vivere la vita ‘a modo proprio’. Le luci del Colosseo e le luci di Hanukà accese nelle stesse notti ci ricordano che diritto alla vita e diritto alla differenza sono due facce di una stessa idea di giustizia, nonostante le titubanze in proposito dello stesso pensiero liberale, e ci ricordano che è nelle nostre strade, nei nostri quartieri, nelle nostre case, nelle nostre aule che giorno per giorno si gioca la partita dell’educazione al diritto alla vita e ad una vita diversa.

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