Stimatissimo e caro Papa Francesco,
Ho avvertito il bisogno di scriverle in queste ore di inaudita vergogna per le critiche infondate che le vengono rivolte non tanto per esprimerle la mia solidarietà, sarebbe a mio avviso un po’ vanesio, ma per ringraziarla. E di dire “grazie” nella vita, quando si deve farlo, è sempre il momento opportuno per farlo. Da quando lei è diventato vescovo di Roma ho sentito dentro di me la certezza che la sua Chiesa in uscita parlasse a tutti, non solo ai suoi membri chiamati ad uscire, ma anche a chi come me, nelle periferie esistenziali del dubbio, ha sentito per la prima volta che una porta è aperta per il piacere o forse il dovere di aprirla. Le hanno mai detto che per chi non sa, non riesce a sapere, questa è la certezza più bella? Il solo conforto, l’unico aiuto, la vera vicinanza che può aiutare a restare in cammino?
Stimatissimo e caro Papa Francesco, tutti noi, essere umani, abbiamo bisogno di camminare, e lei ricordandoci che per farlo occorre un orizzonte ci ha aiutato, tutti, a sentirci parte di un cammino più grande, e a guardare così anche a quello suo e della sua Chiesa come a un cammino che ci coinvolge, ci riguarda.
Chi oggi l’attacca io penso che tema anche questo, caro Papa Francesco. Sì, chi la prende di mira non vuole che, vedendo orizzonti comuni, gli uomini si riconoscano fratelli nella stessa umanità e che così facendo, come disse Martin Luther King, scoprano di aver imparato a volare come uccelli, a nuotare come pesci, ma non a vivere insieme come fratelli. Questo per me conferma la forza del suo messaggio, la sua profezia. Dico profezia perché se il suo messaggio sul poliedro salverebbe una globalizzazione fallita e con essa una democrazia che non sa più essere liberale, quel messaggio arriva in un tempo in cui il Corporate Power tenta di salvarsi cavalcando i nazionalismi, gli autoritarismi, i sovranismi che si dicono nuovi di conio.
Cosa dice all’uomo moderno la sua misericordia? Non ci dice forse che solo rompendo il cerchio maledetto della violenza mimetica in modo unilaterale riusciremmo a sconfiggere il terrorismo? E invece la paura legittima la repressione che giustifica la violenza che genera il terrorismo che le legittima la repressione che giustifica la violenza che genera il terrorismo, in una spirale infinita, come le spire di un mostro.
Questo tempo che ha avuto la possibilità di guarirci da tante malattie si è nuovamente ammalato, diventando un tempo globale di muri, steccati, paure, rigetti. I pensieri che emergono parlano di eternità, quella che pensa soltanto allo spazio e dimentica il tempo, perché teme il nuovo e il cambiamento. Questo tempo aveva bisogna non di me, ma di lei. A lei il carico di sostenerci, a me, umilmente, di ringraziarla, per quello che fa, anche per i tanti fratelli e le tante sorelle che non conosce, come me. Questa mia lettera dunque ha un solo fine, ringraziarla dal più profondo di un cuore, perché lei ha aperto a tutti la piazza della misericordia, senza la quale periremo ciascuno per suo conto, come degli stolti.
Carissimo Papa Francesco io avrei tanto desiderio di incontrarla. Ho bisogno di essere confortata. Le mie preghiere rivolte alla Madonna di Lourdes a cui sono molto devota non sembrano sortire effetti. Sono molto scoraggiata. Prego sempre per Lei,per la mia famiglia in particolare e per tutta l’umanità in generale che sta soffrendo tantissimo. Papa Francesco non ci abbandoni allo sconforto.
Come stanno andando le cose, sono i lontani a esprimere solidarietà a Papa Francesco. Coloro che amano Cristo e la Chiesa, esprimono non poche perplessità per ciò che sta avvenendo.
Anche io sono scritto. Anche io faccio giornalismo, in un certo senso, divulgando la Buona Novella del Vangelo. Ma io sono personalmente segnato dalla croce di Cristo, e sento da molto lontano il fumo di Satana che si intrufola nelle cose di fede.
Lei ha le sue argomentazioni. Ma rispetti anche quelle di chi non le condivide, come faccio io sulla mia pagina facebook.
Saluti
Donato Calabrese
Mi chiamo Angelo, a volte mi sono fatto una domanda…perchè le persone semplci, si allontanano dalla strada della Chiesa, o meglio dagli uomini che la gestiscono. E’ chiaro che sono essi stessi, coloro che ne fanno una cosa..”loro”. Mesi fà, mandai una lettera indirizata al Papa, non so se fosse importante o meno per Lui. So soltanto, che nessuno si è degnato a rispondere nemmeno per un ..”No grazie”, “nulla da fare”.Mi sono chiesto, se le decisioni relative alla posta che giunge al successore di Pietro, vengono a Lui portate a conoscenza, oppure a Lui giunge solo ciò che deve arrivare. Appare chiaro che troppi impegni pubblici,..e non credo tutti di Fede,..lo tengono occupato, e non può occuparsi delle piccole e insignificanti cose. So soltanto che mi sento deluso e ignorato da colui che dovrebbe accogliere a braccia aperte, coloro che vorrebbero credere alla realtà di Cristo. Certo, questo credere mi diventa sempre più chiaro, e difficile che la Chiesa cos’ come è organizzata, ha altri interessi , non di certo, la cura dello Spirito che porta a Dio. Nulla da dire, oltre, anche se motivi ne avrei a decine, mi dispiace solo che capire che l’uomo, ha solo un motivo di esistere; ” il potere sulla gente”. Nessuno legge i segni del Tempo, eppure, la Chiesa degli uomini,.dovrebbe.Ringrazio chi mi leggerà e riuscirà a capire che la mia delusione in merito,..è enorme e che sicuramente la mia Fede, cammina molto lontano dagli “Amministratori” della Parola sulla terra.
Condivido e mi unisco ai ringraziamenti. Lo Spirito di Cristo lo sostenga e Maria lo accompagni